Capitolo 17 d Introduzione alla macroeconomia Approfondimento 17.1 I mercati emergenti e l’economia mondiale: quale locomotiva sbuffa sul Resto del Mondo? Nel XIX secolo fu il Regno Unito a trainare l’economia mondiale. Nel XX secolo furono gli Stati Uniti. Il boom statunitense attirò gli interessi economici del Resto del Mondo, le cui esportazioni e la cui crescita furono positivamente influenzate. Viceversa, le recessioni del sistema Stati Uniti influenzarono negativamente le esportazioni e la crescita del Resto del Mondo. Durante gli ultimi 35 anni del XX secolo, la crescita più veloce non ha riguardato né l’Europa né gli Stati Uniti, bensì l’Asia. Paesi come Singapore, la Corea del Sud, Hong Kong, l’Indonesia hanno abbandonato le politiche protezionistiche e hanno fatto un grande sforzo per unirsi al trend dell’economia mondiale. Sono aumentate le esportazioni e, grazie al flusso monetario in entrata, queste economie hanno guadagnato potere di acquisto su beni importati, che producevano inefficientemente (con uno svantaggio comparato). Nella tabella seguente sono riportati alcuni dati sul prodotto nazionale e sul peso delle nuove locomotive nel commercio mondiale. Paesi Corea del Sud Filippine Hong Kong Indonesia Cina India e dell’India, il cui paesaggio sta drasticamente mutando. La più grande migrazione di massa della storia è, di fatto, attualmente in corso in Cina, il cui settore edilizio sta utilizzando la metà della produzione mondiale di cemento, favorendo così il commercio estero di altre economie. Appartamenti, uffici, grattacieli stanno ridisegnando e facendo scomparire le – una volta vaste – aree rurali e i contadini si stanno spostando, in massa, verso le città della Cina orientale. Nei prossimi 25 anni, si conta che circa 345 milioni di persone si trasferiranno dalla campagna in città. Nel 1999, il nuovo porto di Qingdao non esisteva. Ora è il più importante container del mondo. Ogni giorno vengono scaricate tonnellate di materie prime, dal ferro al petrolio – materiali preziosi per la crescita urbana – e vengono stivate altrettante tonnellate di prodotti che costituiscono l’export dell’industria manifatturiera cinese. Nel contempo, Pechino, la capitale, sta drasticamente mutando il Tasso di crescita reale del PIL, 2008 Esportazioni 2 importazioni, in miliardi di dollari, 2008 2,2 3,8 2,6 6,1 9,0 7,4 6,0 212,9 5,0 22,9 360,7 2128,4 Quota percentuale del commercio mondiale (esportazioni 1 importazioni) 1970 2007 0,4 0,5 1,4 0,6 1,3 (1983) 1,0 3,5 0,7 3,3 1,1 12,2 1,5 Fonte: Thomson Reuters datastream, Eurostat Statistical Books e statistiche nazionali. Come appare chiaro dai dati riportati in tabella, la locomotiva che corre – e sbuffa! – di più è la Cina, mentre talune come l’India o le Filippine dipendono ancora fortemente dalle importazioni di beni prodotti da altre economie. Quali sono stati gli effetti della crisi su queste locomotive? Nell’ottobre 2009 il Fondo Monetario Internazionale aveva dichiarato che il peggio della crisi economica era passato. Gli Stati Uniti e l’Europa stavano mostrando alcuni segnali che indicavano un inizio di uscita dalla recessione, in parte grazie ai considerevoli interventi dei singoli Governi nazionali, in parte grazie all’incremento del commercio estero verso i mercati emergenti dell’Asia, soprattutto della Cina suo volto, con un’architettura in perenne trasformazione. Le economie asiatiche hanno visto in tempi recenti un’incredibile e rapida crescita, la Cina ha avuto negli ultimi trent’anni un tasso annuo di crescita della produzione sempre prossimo al 10%, l’India nell’ultimo decennio ha avuto un tasso annuo di crescita della produzione di circa l’8%. Grazie agli elevati tassi di crescita, queste economie, nel momento in cui si è verificata la crisi, hanno subìto una recessione meno invasiva e più breve rispetto all’Europa e agli Stati Uniti. Inoltre, durante la crisi, i governi locali hanno anche intrapreso importanti azioni per stimolare la produzione. Il grafico seguente mostra come prima del 2010 le economie asiatiche – la c.d. “Asia emergente” D. Begg, G. Vernasca, S. Fischer, R. Dornbusch – Economia 5e © 2014, McGraw-Hill Education Capitolo 17 Stati uniti Tasso annuo della crescita del PIL reale comprende, con una certa variabilità definitoria da parte degli economisti, Cina, Corea del Sud, Filippine, Hong Kong, India, Indonesia, Malesia, Singapore, Tailandia, Taiwan ecc. – non abbiano sofferto dei trend di decrescita del Resto del Mondo. Nel 2010 le stesse economie hanno ricominciato a crescere a tassi ben superiori al Resto del Mondo. La loro ripresa ha stimolato, a sua volta, le esportazioni degli Stati Uniti e dell’Europa risollevando questi sistemi economici, più maturi e più lenti nella ripresa. Le più recenti performance 2013 evidenziano però un rallentamento dell’Asia, con conseguente impatto negativo sulle c.d. economie mature. d Introduzione alla macroeconomia Europa Asia emergente 8 6 4 2 0 –2 2007 2008 2009 2010 –4 –6 Anni Crescita media annua percentuale del PIL di Stati Uniti, Europa e Asia emergente, 2007-2010. Fonte: International Monetary Fund, World Economic Outlook, ottobre 2009 e report successivi. D. Begg, G. Vernasca, S. Fischer, R. Dornbusch – Economia 5e © 2014, McGraw-Hill Education