L`Assoluto Naturale

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Una produzione CRT
Centro di Ricerca per il Teatro
Dal 1 al 20 aprile
CRT Salone Via Ulisse Dini 7
L’ASSOLUTO NATURALE
Di Goffredo Parise
Con Carla Chiarelli
Fabrizio Parenti
Regia di Fabrizio Parenti
L’assoluto naturale è opera chiave
nell’universo letterario e teatrale di un
autore ancora in parte da svelare, come
Parise. Scritto sulle suggestioni della crisi
affettiva e della separazione con Maria
Costanza Speroni nel 1963, L'assoluto
naturale, pensato per il teatro e incentrato
sull'analisi del rapporto di coppia, andò in
scena per la prima volta al Teatro
Metastasio di Prato nel 1968, per la regia
di Franco Enriquez (interpreti Valeria
Moricone e Renzo Montagnani). Parise
affronta la vicenda autobiografica con un
approccio scientifico, un occhio da
scienziato che si stupisce di fronte al
‘misterico raziocinante’, di fronte ai
turbamenti dell’esistenza, e vi partecipa
accettando che è proprio tale ‘misterico’ a
rendere ragionevole la vita. Il conflitto tra
ragione e sentimento, spinta fondante del
mondo, è sintetizzato qui dal rapporto
uomo-donna attraverso una visione
lucidissima, mai solo intimistica, aperta,
stilisticamente serrata come cronaca di
guerra. La messa in scena di Parenti e
Chiarelli pone dal principio la priorità e
l’importanza del rapportarsi con una
scrittura italiana importante e poco
classificabile, che rifugge i generi ma
pulsa di vita e esperienza. Cosi, di fronte a
questo testo di valore rarissimo, che Parise
stesso definiva di difficile
rappresentabilità, una coppia di attori che è
anche coppia nella vita si pone come in un
terreno di esperimento, fra la scena e la
vita, in un confronto costantemente aperto.
L’assoluto naturale è un esperimento sul
Mistero, un vetrino di microscopio su cui
viene posta una lacrima, che, se osservata
attentamente, smette di essere solo una
goccia di acqua e sale ma diventa il
racconto della lotta tra Desiderio e
Ragione, tra chi ci fa desiderare qualcuno
o qualcosa e chi ci spiega perché
desideriamo. Naturalmente i contendenti
in cui si incarnano tali energie non
possono essere che loro, l’Uomo e la
Donna, unici protagonisti del mistero più
arcaico, il mistero che dà la vita e la rende
impossibile: l’amore.
Il testo spietatamente passa in rassegna
tutte le fasi del rapporto: la seduzione,
l’unione, la crisi (generata nella donna da
l’ impossibilità di essere l’unica
proprietaria dei pensieri e dei sentimenti
dell’ uomo), la comparsa dell’altro
(Neanderthal, uomo semplice, animalesco,
quindi bisognoso di padrone/a), la morte
del protagonista, ormai ridotto a scarto del
processo industriale di eliminazione del
maschio – individuo. Il tutto scritto con un
ironia
sulfurea,
senza
nessun
compiacimento sentimentale, in una forma
che ha come genitori Leopardi e il
corrosivo pessimismo de le operette
CRT Centro di Ricerca per il Teatro – Produzioni 2006
morali, e Platone coi suoi dialoghi su
l’origine del mondo e su la sua
conoscibilità;e se Parise ha il primo
accanto quando genera il libro come
racconto di u un suo personale dolore, è al
secondo che si affida per produrre quella
straordinaria leggerezza che rende
quest’opera così unica, ricca di segni
limpidi, precisi e taglienti, che la fanno
oscillare tra il cinema espressionista e una
lezione di etologia raccontata a dei
bambini (maschi ,naturalmente) che non
vogliono andare a dormire.
Perché mettere in scena questo testo e, più
in generale, Parise? Intanto perché è
l’unico modo per poterlo non dico capire,
ma intravedere. Un argomento così tanto
usato e abusato (la donna – istinto e
l’uomo – ragione, si va da la filosofia
greca a Elio e le Storie Tese)
la sua
continua trasformazione da testo teatrale di
squisita ironia
ad apologo scientifico
filosofico e, infine, in seduta analitica,
vanno affrontati con la stessa necessità
dell’autore, di chi vive e conosce nella
propria carne il bisogno e il terrore
dell’Altro, Colui che ti completa e ti
cambia, cioè ti uccide. E questo, oltre ad
appartenermi da quando ho memoria di
me, appartiene a l’idea stessa di teatro,
luogo per antonomasia preposto alla
rappresentazione del conflitto come
salvezza al conflitto stesso. Poi perché la
scrittura di Parise è straordinariamente
bella, lieve e grave al tempo stesso, ma
mai plumbea o immobile, scientifica ma
visionaria; come scrive Andrea Zanzotto
nella bellissima prefazione del Meridiano
“è di particolare importanza quel
formicolare di intuizioni che vengono (…)
da un approfondimento della conoscenza
scientifica in quanto rapportabile al fare
letterario (….) ma non viene mai meno
quella sua capacità di trasfigurare ogni
dato in scattante movimento dell’
immaginario”. E il farlo con Carla
Chiarelli, straordinaria attrice, attenta alle
ragioni e alle difficoltà della scrittura, ma
anche moglie (mia) nella vita, mi dà
ancora più forza e lucidità, la stessa che si
ha compiendo difficili esercizi di
equilibrismo senza rete, con solo uno
specchio come protezione (continuando la
splenida esperienza del Firmamento di
Antonio
Moresco,
de
Dialogo-Il
cormorano di Natalia Ginsburg e cosi via).
(F. Parenti)
INFO e BIGLIETTI:
telefoniche 02 89011644 www.teatrocrt.it
Apertura biglietteria CRT Teatro
dell’Arte: Lunedì/sabato 10.00 – 19.00 –
festivi un’ora prima dell’inizio dello
spettacolo
ORARIO SPETTACOLI:
CRT Salone:
martedì-sabato ore 21.00; domenica 16.00;
lunedì riposo
CRT Salone Via Ulisse Dini 7
(M2 Abbiategrasso):
Intero € 12,00
Ridotto Giovani/Convenzionati € 8,00
Ridotto Anziani € 6,00
Biglietto operatore € 3,00 (con accredito
presso l’ Ufficio Promozione o Stampa)
CRT Centro di Ricerca per il Teatro – Produzioni 2006
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