CAFFETTERIA RUSTICANA Ancora un viaggio, ancora due ragazzi in vacanza. Dopo un viaggio estenuante e su mezzi di fortuna, i due protagonisti arrivano in un paesino della Sicilia (quale paesino? Forse Vizzini, comunque piccolo). È l’alba ed è Pasqua, i due si siedono davanti ad un bar chiuso per riposarsi ed aspettare che apra. Improvvisamente, una persona che canta: una serenata? Si fanno ancora le serenate? Qui sì, ha ricominciato Salvatore, Turiddu. Turiddu? Vuoi vedere che c’è anche Santuzza? Allora conoscete tutti, qua. Turiddu, Santuzza, Lola, Mamma Lucia. No, non conosciamo nessuno, ma qui sembra di essere in Cavalleria rusticana. Una storia? No, cioè, sì, insomma, anche. È una novella, uno spettacolo teatrale ed un’opera lirica. Tutte queste cose per una storia sola? E come va a finire? Male, come tutte le storie di tradimenti. Comunque vediamo se anche questa volta riusciamo a modificare il finale. Il finale di cosa? Il finale della storia. Ma questa non è una storia! Questo lo dice Lei. Stia a vedere. IL TEATRO DÈI RAGAZZI IL PROGETTO Questo progetto va avanti ormai da cinque anni, e da tre con il sostegno della Fondazione Carlo Felice. L'obiettivo è quello di far conoscere ed amare ai ragazzi delle scuole l'opera lirica e il teatro in generale. Il mezzo attraverso il quale cerchiamo di ottenerlo è la pratica dell'espressione teatrale. Durante i laboratori teatrali ci prepariamo a mettere in scena degli spettacoli di prosa che hanno per argomento principale la storia di un'opera lirica in cartellone, seguita attraverso il libretto. Parallelamente si sviluppa un racconto di secondo livello, che fa da cornice, da PREtesto. Questi due racconti, questi due “mondi” diversi nel loro svilupparsi si mescolano, si confondono, (prendendo come spunto stilistico Come un romanzo di Pennac) e immancabilmente si arriva ad una soluzione diversa da quella che chi conosce l'opera lirica si aspetterebbe. Analizzando alcuni lavori messi in scena nell’ambito del progetto, Gilda non è morta e a Rigoletto tre ragazzi (personaggi non appartenenti alla storia originale) dicono che il male non sta nella Maledizione, ma nella ricerca di Vendetta; Cavaradossi non muore perché i tre ragazzi (altri, non quelli di prima) mettono munizioni a salve, permettendo a lui ed a Tosca di andare in vacanza nel Mar Rosso (Scarpia però muore lo stesso). Neanche Madama Butterfly muore, anzi, tutte le donne dello spettacolo si coalizzano per malmenare Pinkerton e risolvere la questione una volta per tutte. Insomma, l'ironia e la leggerezza sono gli elementi principali che costituiscono questi nostri lavori ed aiutano a comprendere questa strana forma d'arte che è l'opera lirica. Oltre al testo teatrale ci sono interventi di cantanti professionisti, integrati nella storia, che eseguono i momenti più famosi dell'opera, le arie che ognuno di noi conosce e riconosce. Le parole del testo sono sempre commentate dal pianoforte o da strumenti in modo da ricreare il collegamento parola-musica già esistente nell'opera originale. Per ottenere tutto questo i ragazzi frequentano il laboratorio teatrale organizzato dalla Fondazione presso la sede scolastica; vengono in Teatro a costruire le scene del loro spettacolo durante i Laboratori Didattici di Scenografia e provano i costumi che li trasformeranno da Persone in Personaggi. Tutto questo sarebbe abbastanza per giustificare la fatica. Ma c'è di più. Gli spettatori, coetanei degli attori o quasi, trovandosi davanti dei "sé" che parlano di un argomento insolito se non sconosciuto, si trovano bendisposti ad ascoltare quello che i loro "compagni" dicono, anche perché lo fanno sempre con ironia e humour. I ragazzi-attori diventano la “lanterna di Diogene” dei ragazzi-spettatori, aiuto per illuminare il mondo prima sconosciuto e dopo conosciuto e affascinante (e divertente) dell'opera lirica. E se questa volta i due protagonisti involontari lasciassero andare le cose da sole? Ma Salvatore (Turi, Turiddu, per gli amici e paesani) merita davvero di morire?