Cesare – De Bello Civili, libro 3 1 , (Dictatore

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Cesare – De Bello Civili, libro 3 1 , (Dictatore habente comitia
Caesare)
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Latino
[1] Dictatore habente comitia Caesare consules creantur Iulius Caesar et P. Servilius: is
enim erat annus, quo per leges ei consulem fieri liceret. His rebus confectis, cum fides tota
Italia esset angustior neque creditae pecuniae solverentur, constituit, ut arbitri darentur;
per eos fierent aestimationes possessionum et rerum, quanti quaeque earum ante bellum
fuisset, atque hac creditoribus traderentur. Hoc et ad timorem novarum tabularum
tollendum minuendumve, qui fere bella et civiles dissensiones sequi consuevit, et ad
debitorum tuendam existimationem esse aptissimum existimavit. Itemque praetoribus
tribunisque plebis rogationes ad populum ferentibus nonnullos ambitus Pompeia lege
damnatos illis temporibus, quibus in urbe praesidia legionum Pompeius habuerat, quae
iudicia aliis audientibus iudicibus, aliis sententiam ferentibus singulis diebus erant perfecta,
in integrum restituit, qui se illi initio civilis belli obtulerant, si sua opera in bello uti vellet,
proinde aestimans, ac si usus esset, quoniam aui fecissent potestatem. Statuerat enim prius
hos iudicio populi debere restitui, quam suo beneficio videri receptos, ne aut ingratus in
referenda gratia aut arrogans in praeripiendo populi beneficio videretur.
Italiano
1 Cesare in qualità di dittatore convoca i comizi elettorali; vengono eletti consoli Giulio
Cesare e Publio Servilio; era in realtà questo l’anno in cui, secondo le leggi, gli era concesso
di divenire console. Ciò realizzato, dal momento che in tutta Italia il credito era in grave
crisi e non venivano pagati i debiti, dispose che fossero nominati degli arbitri e che per
mezzo di essi si facesse la stima dei beni mobili ed immobili per conoscenza quanto valesse,
prima della guerra, ciascuno di questi beni, e che essi fossero consegnati ai creditori. Stimò
che questo provvedimento fosse molto adatto sia per fugare o diminuire il timore di nuovi
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Cesare – De Bello Civili, libro 3 1 , (Dictatore habente comitia
Caesare)
libri dei conti, cosa che quasi continuamente suole accadere dopo guerre e discordie civili,
sia per tutelare la fiducia verso i debitori. Parimenti, a mezzo di proposte di legge sottoposte
al popolo dai pretori e dai tribuni della plebe, reintegrò in tutti i loro diritti parecchi
cittadini condannati in brutalità della legge di Pompeo sui brogli, al tempo in cui Pompeo
aveva in urbe il presidio delle legioni, qualora si svolgevano in un solo giorno processi in cui
alcuni giudici ascoltavano, altri emettevano la sentenza. Questi cittadini all’inizio della
guerra civile si erano offerti a Cesare, se egli desiderava avvalersi dei loro servigi in ostilità,
Dunque li giudicò come se se ne fosse servito, dal momento che si erano messi a sua
completa disposizione. Aveva in realtà decretato che costoro dovessero venire reintegrati
per giudizio popolare piuttosto che sembrare riabilitati per suo favore, per non apparire
oppure ingrato nel dimostrare la propria riconoscenza oppure insolente nel sottrarre al
popolo un suo privilegio.
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