Medicina interdisciplinare Italian Edition Anno V n. 12 - Dicembre 2009 Lifting al viso? No, alla voce! relazioni tra disfonie e alterazioni occlusali Lia Pappagallo*, Franco Fussi** *Direttore sanitario del Renova Palace, Ravenna **Responsabile del Centro Audiologico Foniatrico dell’Azienda USL di Ravenna In un mondo in continua evoluzione non c’è da stupirsi se dopo aver modificato qualunque parte del corpo, le persone si sottopongano anche al “voice lifting” con l’intento di ringiovanire e rimodellare a piacimento la voce, restituendole la “tridimensionalità” dei vent’anni. Una tendenza made in Usa che si sta diffondendo nel nostro Paese. La voce è uno dei mezzi più importanti della comunicazione non verbale, riesce a trasmettere gioia, tristezza, paura, collera, disprezzo e tenerezza, così come la bocca è in grado di originare le espressioni, indipendentemente dal significato delle parole. Le sfumature sono infinite e spesso le emozioni possono generare molta confusione e risultare poco riconoscibili, ma la voce è uno strumento potente, in grado di esprimere una notevole varietà di situazioni emotive. La tipologia comunicativa di ogni genere vocale, non solo canoro, è influenzata e caratterizzata da codici espressivi del tutto particolari, in gran parte condizionati da variabili temporali, geografiche, sociali, fisiologiche e funzionali; pertanto, la chiave per valutare un disturbo della voce da parte di un odontoiatra è l’individuazione dei sintomi di specifica alterazione della funzione occlusale, sia da un punto di vista funzionale sia da un punto di vista percettivo e propriocettivo, in quanto la relazione tra disturbi occlusali e funzione vocale è ormai accertata. Ci sono voluti molti anni per dimostrare che la masticazione è solo una delle funzioni dell’apparato dentale, in quanto tale apparato è coinvolto direttamente e indirettamente nella respirazione, nell’orientamento, nell’equilibrio, nella postura, 9 nel parlato, nel cantato. Nel panorama odontoiatrico è la mandibola la struttura cruciale per l’emissione vocale. Ad essa, infatti, fanno capo i muscoli costituenti il pavimento della bocca, ai quali è appeso in parte l’osso ioide (e di conseguenza l’intera scatola laringea). Essa è a sua volta articolata alla base cranica mediante il condilo ed è stabilizzata e mobilizzata dal sistema dei muscoli masticatori, veri e propri muscoli posturali partecipanti all’omeostasi staticodinamico-somatica. Una corretta mobilizzazione mandibolare garantisce, oltre a una buona fonoarticolazione, un’apertura adeguata della bocca e, quel che più conta, la messa in atto di una corretta postura linguale, ottimizzando di conseguenza l’assetto del tratto vocale medio. DT pagina 10 10 Medicina interdisciplinare Anno V n. 12 - Dicembre 2009 pagina 9 È ormai ampiamente riconosciuto il ruolo che le alterazioni mandibolari rivestono nel provocare alterazioni della funzione fonatoria, esercitando il loro effetto sulla muscolatura cervicale e sui movimenti. In particolare, la rigidità mandibolare, con ridotta escursione della mandibola durante l’articolazione del linguaggio, può provocare innalzamento della laringe, con deficit di occlusione glottica e perdita di efficienza fonatoria, nonché un incremento della lordosi cervicale. Nel seguente lavoro si è voluto approfondire la relazione funzionale esistente tra le articolazioni temporo-mandibolari e la laringe, ipotizzando che una malocclusione possa creare un’asimmetria nel corretto equilibrio posturale della laringe e nei suoi rapporti con i distretti vicini (muscoli faringei, osso ioide, base della lingua) conducendo quindi a una asimmetrica tensione muscolare in questi perimetri durante l’attività fonatoria. Questo studio si è reso necessario per l’esigenza di rispondere a tre domande: la voce può essere un segno di disturbo dell’ATM? Può avere buon esito un trattamento sintomatico della voce che non tenga conto delle problematiche odontoiatriche? Come possono cambiare i parametri psicofisici della voce (altezza, timbro, intensità, ritmo) qualitativamente o quantitativamente in relazione a un disturbo dell’articolazione temporo-mandibolare? Partendo da questi presupposti abbiamo cercato di mettere in luce le possibili relazioni tra voce e occlusione, cioè tra la voce e il funzionamento del distretto osteo-muscolare dell’articolazione temporo-mandibolare. Chi nel campo dell’odontoiatria si interessa di problemi della voce, sa che i disturbi dell’ATM sono ad ampissimo spettro, ma in accordo con la recente letteratura li possiamo riunire in tre gruppi causali: - cause di origine muscolare; - cause psicologiche; - cause dipendenti da alterata LUNGHEZZEE direttamente dal famoso produttore tedesco semplici, apprezzati e accessibili LUNGHEZZEE DT Italian Edition SQUADRATO CILINDRICO meccanica articolare. Il dentista, nell’ambito dello studio dei disturbi della voce artistica e non, potrà quindi integrare la propria cartella clinica ricercando la presenza di: • Sindrome Algico Disfunzionale dell’ATM: i pazienti riferiscono bruxismo, rumori articolari; dolore ai muscoli masticatori (particolarmente sollecitati sono in genere gli ptegoridei laterali e mediali); dolore dell’ATM con diramazione sintomatologica unilaterale a livello dell’orecchio o della zona adiacente; limitata apertura della mandibola o segni di deviazione in apertura; alterazioni occlusali con aumento di attività degli ptegoridei laterali. • Dolore: se il dolore è l’affezione primaria sarà semplice individuare la sede d’origine del problema e, alla palpazione della zona in questione, sarà facile rilevare una accentuazione del dolore alla palpazione o alla mobilizzazione attiva della zona; se il dolore è secondario, se non c’è acutizzazione né alla palpazione o mobilizzazione, la sede d’origine del disturbo è altrove. Per la diagnosi differenziale tra dolore primario e secondario nella pratica medica si può anche ricorrere al blocco anestetico locale dei tessuti. • Limitazione del movimento ESTETICAEIMPLANTOLOGIAIMMEDIATAPERPREPARAZIONEDA s'LIIMPIANTI#HAMPIONS®SONOOTTIMALIPERTUTTELEINDIPARTEDELDENTISTA CAZIONICONVINCONOPERILRAPPORTOQUALITÌPREZZOEPERIL s,ABORATORIOODONTOTECNICOECENTRODIFRESATURATEDESCO RAPIDOADEGUAMENTONELLAVITAQUOTIDIANADELPAZIENTE PERPROTESIDENTARIEBIOCOMPATIBILIDIALTAQUALITÌE s#ONDENSAZIONEOSSEAEIMPIANTOCONUNAPROCEDURA CONVENIENTI mAPLESSTRANSGENGIVALEMININVASIVA WWWCHAMPIONSDENTALLABCOM s)MPIANTOhDOLCEvCONMETODICAMININVASIVA-)-)® TELFAX CONOLTRECARICHIIMMEDIATIDALL@ESITOPOSITIVO s#ONSULENZAGRATUITAPERLAPIANIlCAZIONELADIAGNOSIE DAL LATERAPIAEASSISTENZAPERILMARKETING s/TTIMASTABILITÌPRIMARIATRAMITEMICROlLETTATURACRESTALE INDIRIZZATOAIPAZIENTI nCARICOIMMEDIATOSICURO s.ESSUNINVESTIMENTO s3UPERlCIEINTITANIO)6ACIDATATRATTATAALLOZIRCONIO INIZIALEPERLAPRIMA s#OLLAREINTELLIGENTEPERQUALSIASISPESSOREDIMUCOSA FORNITURAINCONTOVENDITA s‚0REP#APS’INZIRCONIOBREVETTATECEMENTAZIONE FACOLTATIVAPERCOMPENSAZIONEDIVERGENZEODONTOIATRIA della mandibola: è rilevabile sia nei disturbi muscolari sia articolari. Per cause articolari la limitazione di apertura non supera i 2,5-3 cm e c’è grande rigidità muscolare, la mandibola non si mobilizza ulteriormente. DT pagina 11 Perfezionamento professionale eccezionale: corsi certificati per nuovi utilizzatori, principianti, ‚Only-Women-Power‘, Updater Champions MotivaCtion DVD available for free )NCLUSINUMEROSIIMPIANTIDALVIVOECONCETTODIPRASSI PROTESICASICURAOPUNTIDIPERFEZIONAMENTO PRESSOILDR!RMIN.EDJAT&LONHEIM-AGONZA )MPLANTOLOGOEDIPLOMATO)#/) )DEATOREEREFERENTEDEGLIIMPIANTI#HAMPIONS® Per maggiori informazioni, date dei corsi, ordini: telefono: +49 (0) 6734 - 6991 s fax: +49 (0) 6734 - 1053 Informazioni e ordini online: www.champions-implants.com Medicina interdisciplinare 11 Italian Edition DT pagina 10 Per cause muscolari la limitazione può invece presentarsi a qualsiasi grado, anche per meno di 1 cm, ma con sollecitazione passiva si può ottenere un’ulteriore apertura. • Interferenza mandibolare: nel caso in cui si rilevi una condizione di deviazione o allontanamento graduale dalla linea mediana durante l’apertura. Entrambe le condizioni sono riconducibili a cause muscolari e articolari. • Malocclusione, alterata struttura scheletrica e funzionalità muscolare: in genere il paziente riferisce di sentire che “i denti non si adattano bene” o “sente spazio tra i denti”, oppure un’alterazione muscolare degli engrammi muscolari, come la spinta anteriore della lingua. In sintesi, possiamo riassumere che ogni volta che disfonie disfunzionali dipendono da problematiche odontoiatriche siamo in grado di riscontrare la presenza di bruxismo; click articolatori; dolenzia dei muscoli masticatori; dolenzia dell’ATM a riposo e/o in movimento; dolenzia in zona preauricolare; acufeni; limitazione mandibolare; interferenza mandibolare; condizione di malocclusione; cefalee; respirazione nasale disturbata; risonanza vocale disturbata (particolarmente nella autoregolazione di frequenza e intensità); articolazione veloce nel parlato disturbata; movimenti della lingua alterati; alterazioni posturali del complesso cranio-sacrale. Suddetti segni saranno oggetto di valutazione e indagine eziologica in sede di equipe, pertanto andranno annotati come segni di alterazione non direttamente riconducibili alla sola disfunzionalità ATM. Da qui, la necessità di controlli odontoiatrici in ogni condizione disfonica e l’utilità di una costante “manutenzione” delle capacità vocali. Oltre ai normali trattamenti odontoiatrici necessari per il ripristino dei principi occlusali (riabilitazioni temporo-mandibolari con positioner occlusali), è utile sottoporre il paziente a riprogrammazione posturale globale, ginnastica propriocettiva computerizzata, controllare i movimenti del diaframma e, di conseguenza, il flusso di aria e le vibrazioni delle corde vocali, mantenendo tonica la muscolatura addominale. Obiettivo: rendere più regolare la periodicità delle vibrazioni, che in una donna variano dalle 180 alle 250 al secondo e in un uomo dalle 80 alle 150. Per lo stesso motivo, va aggiunta la massima espansione del torace inferiore, in prossimità della cosiddetta “zona del salvagente”, imparando a utilizzare con sicurezza le cavità di risonanza (bocca e faringe) e le corde vocali come amplificatori di suoni; in questo modo ritocchi odontoiatrici mirati correggono timbri sgradevoli e ringiovaniscono voci invecchiate. Anno V n. 12 - Dicembre 2009 Autori Lia Pappagallo si è laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Bologna nel 1984, ha poi proseguito gli studi all’estero (Australia, Stati Uniti e Londra) acquisendo esperienze in diversi contesti specialistici. Socio Fondatore della Sezione Italiana dell’International Charter of the Tufts University di Boston nel 1998. Membro Internazionale dell’Harold Gelb and Cranio Mandibular and Orofacial Pain Center della Tufts dal 1997. Dal 1994 si occupa di problematiche occluso-posturali, prima secondo la scuola gnatologica, poi come membro della Tufts University di Boston (reparto Harld Gelb Craniomandibular and Orofacial Pain). Docente di Tecnologie avanzate per la risoluzione degli inestetismi del volto all’Università la Sapienza di Roma. Svolge attualmente attività di libero professionista a Ravenna. È direttore sanitario del Renova Palace (Istituto Internazionale di Odontoiatria Cosmetica ed Estetica - Posturologia - Laboratorio della Voce e del Linguaggio). Franco Fussi è medico chirurgo, specialista in Foniatria e Otorinolaringoiatria; responsabile del Centro Audiologico Foniatrico dell’Azienda USL di Ravenna. Direttore del corso di Alta Formazione in Vocologia Artistica dell’Università di Bologna (sede a Ravenna). Docente al Corso di Laurea di Logopedia dell’Università degli Studi di Bologna (sede di Ravenna) e al Corso di Specializzazione in Audiologia e Foniatria dell’Università di Ferrara. È inoltre consulente foniatra del Teatro Comunale di Bologna, delle Accademie d’Arte Lirica di Osimo, Cagli, Martina Franca e dell’Accademia del Teatro Comunale di Firenze. Ha svolto seminari di Foniatria sulla voce artistica presso numerose scuole di musica, conservatori e corsi di perfezionamento in Canto lirico.