GBC Italia generale_2 - Green Building Council Italia

GBC ITALIA
Rassegna Stampa dal 24 giugno 2016 al 01 luglio
2016
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INDICE
GBC ITALIA
01/07/2016 L' Adige
Villa Santi: la casa della sostenibilità
5
30/06/2016 Corriere della Sera - Nazionale
La piazza verticale
7
27/06/2016 Corriere Economia
Lusso Più Jaguar e Land Rover Ma lontani da Sua Maestà
9
16/06/2016 L'Impianto Elettrico e Domotico
Comfort ed efficienza energetica per i nuovi uffici Microsoft
11
GBC ITALIA WEB
30/06/2016 www.rinnovabili.it 16:30
Il 2050 sarà a energia zero: la scommessa del Green Building Council
13
30/06/2016 bcrmagazine.it 14:29
Un giorno nella piazza verticale di Renzo Piano
14
28/06/2016 www.monitorimmobiliare.it 17:22
Posata la prima pietra della Torre Libeskind
15
27/06/2016 www.qualenergia.it 16:03
Una proposta per la riqualificazione energetica profonda degli edifici condominiali
17
27/06/2016 www.infobuildenergia.it
Tortona 33
20
24/06/2016 www.rinnovabili.it 17:33
Greenbuilding, la nuova sede di New Balance è un LEED Platinum da record
22
24/06/2016 www.affaritaliani.it 03:56
Siemens inaugura a Monaco il nuovo Headquarter: nuova vision aziendale
23
ECOSOSTENIBILITA
01/07/2016 Corriere della Sera - Nazionale
rifiuti, è subito emergenza
26
30/06/2016 Il Sole 24 Ore
Competenze per la smart industry
28
29/06/2016 Il Sole 24 Ore
Documento Ance al Governo
29
GBC ITALIA
4 articoli
01/07/2016
Pag. 10
diffusione:20577
tiratura:24977
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Nel Parco Adamello Brenta lo storico edificio ha conservato gli aspetti rurali: oggi è un centro di
interpretazione ambientale
Villa Santi: la casa della sostenibilità
N el Parco Naturale Adamello Brenta c'è una casa che sa parlare. Con il linguaggio della vita rurale di un
tempo e la conoscenza delle prestazioni architettoniche più moderne, ci parla di agricoltura di montagna, di
paesaggio culturale, di rapporto antico tra l'uomo e il suo ambiente, di sapienza secolare nel saper
utilizzare le risorse della terra ma anche di innovazione tecnologica, di performance energetiche e riduzione
di emissioni inquinanti. Si chiama Villa Santi. Situata poco sopra l'abitato di Montagne nel comune di Tre
Ville, questa antica casa rurale, dopo un attento restauro conservativo, ha riaperto i suoi battenti il 5 ottobre
2009 e, da allora, ha consolidato il ruolo centrale che ha sempre rivestito per la comunità locale. Dai
Serafini da Favrio, ai Giovanella da Larzana, passando per i Simoni, gli Artini e i Bertolini, il «palazzo»,
come era chiamata in passato, dal XVIII secolo in poi è appartenuto a grandi famiglie locali, con la sola
eccezione degli anni dal 1931 al 1950 in cui fu di proprietà della famiglia Maffei Gueret di Pinzolo, di cui
l'alpinista Clemente fu l'esponente più noto. Nato come casa da mont , l'edificio storico, grazie alla
splendida collocazione nella natura più genuina, al fascino autentico dell'architettura rurale, al sapore antico
di una storia illustre passata dalle sue stanze, tra le molte funzioni che ha avuto, tra cui anche quella di
esercizio pubblico, nel tempo ha saputo conservare le sue caratteristiche di ruralità e ospitalità. Potendo
mostrare anche l'applicazione di tecnologie previste per le costruzioni più moderne ad un contesto
tradizionale, non è un caso che proprio su di lei sia caduta l'indovinata scelta di eleggerla a centro di
interpretazione ambientale del Parco. Il coinvolgimento dei residenti, l'ospitalità pacata a turisti consapevoli,
il ritorno dei prati pascolati dalle razze rare dei parchi, il recupero delle antiche tradizioni e dell'uso delle
risorse, fanno di Villa Santi anche un progetto culturale che coincide col messaggio di educazione alla
sostenibilità che il Parco intende lanciare. Villa Santi sta dimostrando una grande potenzialità e il suo valore
non è passato inosservato: dalla sua apertura ha ottenuto diversi importanti riconoscimenti tra cui il marchio
Cuore Rurale della Trentino Marketing, la certificazione Leed Existing Building Operations & Maintenance
(EB:O&M) versione 4 livello Gold e complimenti delle persone che l'hanno visitata. Villa Santi è dotata di 30
posti letto e numerose sale attrezzate come la sala conferenze, i laboratori per la trasformazione del latte e
della smielatura, biblioteca e la fattoria delle razze rare con pecore, galline, vacche, capre e asini, ed è
utilizzata tutto l'anno dal Parco per soggiorni verdi, convegni e meeting, attività didattiche giornaliere e
stanziali, summer school. Per l'estate 2016 il Parco propone tre soggiorni tematici a chi vuole vivere una
vacanza fuori dall'ordinario tra natura, cultura, gioco e creatività: dal 17 al 23 luglio «Incanti geologici»
(settimana dedicata all'Adamello Brenta Geopark per veri amanti dell'escursionismo e della montagna); dal
24 al 30 luglio «Turisti in erba» (settimana dedicata al mondo delle erbe e delle piante del Parco), dal 14 al
20 agosto «Fuga in fattoria» (per scoprire i segreti del mondo contadino e conoscere gli animali domestici).
Informazioni più dettagliate sul sito del Parco, www.pnab.it o al numero telefonico 0465.806632. Per tutta
l'estate a Villa Santi il Parco organizza inoltre due attività all'insegna della ruralità. La prima è «Vita da
pastora: Cheyenne e il suo gregge», in programma tutti i lunedì dall'11 luglio al 5 settembre e in più sabato
6 e 13 agosto, con ritrovo ad ore 15 a Villa Santi. È un'attività alla scoperta della vita e della passione della
pastora Cheyenne, la quale fa conoscere gli animali del suo gregge che hanno il «duro» compito di
mantenere puliti i prati del tipico paesaggio di montagna. La seconda è «Trekking dolce con gli asini», tutti i
mercoledì dal 6 luglio al 31 agosto, con ritrovo ad ore 10 a Villa Santi. Una facile passeggiata in compagnia
degli asini. Partendo da Villa Santi il lento passo dell'asino accompagnerà i visitatori per tutta la giornata a
conoscere la natura, ad osservare il paesaggio e a riscoprire l'anima rurale della montagna. A cura del
Parco naturale Adamello Brenta
GBC ITALIA - Rassegna Stampa 01/07/2016
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01/07/2016
Pag. 10
diffusione:20577
tiratura:24977
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L'antico «palazzo» Villa Santi, poco sopra l'abitato di Montagne; a fianco trekking con gli asini, una delle
attività che vi si svolgono (foto Pnab)
Il progetto «Qualità Parco» Il Parco Adamello Brenta ha avviato fin dal 2003 il progetto di marketing
territoriale «Qualità Parco», grazie al quale sta instaurando delle partnership importanti con le aziende
private che operano sul territorio, nel settore ricettivo e in quello agroalimentare. Il Parco premia le aziende
che dimostrano di rispettare i protocolli di tipo ambientale, gestionale e comunicativo, e ne diventa garante
di qualità con la concessione del marchio. A loro volta, le aziende si mettono al fianco del Parco nella
ricerca di uno sviluppo economico sostenibile e nella diffusione di una cultura della sostenibilità. Le aziende
certificate Qualità Parco si distinguono sul mercato.
GBC ITALIA - Rassegna Stampa 01/07/2016
6
30/06/2016
Pag. 42
diffusione:305863
tiratura:387811
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Eventi L'edificio Il grattacielo di Intesa Sanpaolo a Torino , gioiello di innovazione sostenibile, è un esempio
della trasformazione degli istituti di credito in luoghi propulsivi della società. Dall'incubatore per giovani
imprenditori alle rassegne culturali
La piazza verticale
giardino , teatro, sala da ballo la torre leggera di renzo piano e le nuove seduzioni delle banche La punta di
diamante Un top manager guida il rinnovamento dei processi produttivi e organizzativi
@fabiosavelli
Talmente alto e complesso da far nascere un master al Politecnico con 35 giovani progettisti coinvolti dal
primo all'ultimo mattone. Talmente innovativo ed eco-sostenibile da essere tra i dieci edifici accreditati del
Leed, il protocollo internazionale che premia i migliori grattacieli al mondo. Un auditorium (a configurazione
variabile) incastonato al terzo piano pronto a tramutarsi in una sala da ballo, all'occorrenza, in pochi
secondi. Il ristorante al 35esimo appena inaugurato. Una sala eventi e mostre al 36esimo, la lounge bar al
37esimo. Sei anni per realizzarlo, 500 milioni di euro di costo. Valore di mercato cinque volte superiore.
Si staglia imponente dalla vicina stazione di Porta Susa. È il quartier generale di Intesa Sanpaolo, il biglietto
da visita della banca nel mondo. A progettarlo, lo studio parigino di Renzo Piano, che si è aggiudicato la
gara battendo, tra gli altri, un altro mostro sacro dell'architettura mondiale come Daniel Libeskind. Al
32esimo c'è la sala dove si riunisce il consiglio di amministrazione sotto la presidenza di Gian Maria GrosPietro che nello stesso piano ha il suo ufficio.
La Torino sabauda, conosciuta per il suo understatement , qui trova la rappresentazione plastica di una
città che ha saputo innovare. Cambiando anche il suo skyline. Ponendosi come riferimento culturale
nazionale anche per la capacità di allevare giovani con idee brillanti che hanno saputo produrre un florido
ecosistema di start up «appetite» da multinazionali e società di consulenza. Nel capoluogo piemontese che ha appena deciso di cambiare colore politico premiando la pentastellata Chiara Appendino nel ruolo di
primo cittadino - il grattacielo Intesa Sanpaolo sta assumendo pian piano un ruolo centrale.
Si sta aprendo al territorio organizzando eventi (come il recente omaggio alla scrittrice Natalia Ginzburg nel
centenario della sua nascita), mostre, visite guidate. È servito, ad esempio, anche per riqualificare il
giardino «Nicola Grosa», manutenuto direttamente dalla banca in accordo con l'amministrazione comunale
proprietaria del terreno. «Vogliamo che diventi un luogo di partecipazione per Torino e per il Paese - dice
Vittorio Meloni, direttore delle relazioni esterne del gruppo bancario-. Un luogo che serva a trasmettere la
nostra identità. Un luogo che sia un punto di riferimento culturale, che sia un modo di arricchire la comunità.
Un luogo di incontro per la nostra clientela». A settembre, ad esempio, Intesa Sanpaolo terrà qui un ciclo di
convegni dedicati alle piccole e medie imprese, in modo da aiutarle nell'attività quotidiana e nella capacità
di andare all'estero.
La sensazione, una volta entrati, è che la struttura sia terribilmente leggera, nonostante sia alta quasi come
la Mole Antonelliana. Il merito è da ascrivere al modo in cui lo studio di Renzo Piano ha realizzato l'edificio.
Lo snodo portante è una sorta di «tavolo» innestato ai piani bassi del grattacielo.
Che serve da fondamenta per i ventotto piani superiori. L'edificio ospita duemila persone. È dotato di
mensa e di asilo nido per i figli dei dipendenti. È alimentato con energia elettrica proveniente da fonte
rinnovabile di tipo idroelettrico e da 1.600 metri quadri di pannelli fotovoltaici installati sulla facciata sud.
Ospita soprattutto il centro per l'innovazione dell'istituto, alle dirette dipendenze del top manager Maurizio
Montagnese. È la «punta di diamante» degli investimenti che la banca fa per innovare i propri processi
produttivi e organizzativi. Per intenderci una squadra molto snella (cento persone al massimo) ha appena
portato alla completa smaterializzazione dei documenti, processo che ha interessato tutte le filiali di Intesa
Sanpaolo in Italia e all'estero.
È la cabina di regia che sovrintende agli investimenti in fintech della banca, in stretta collaborazione con la
sede di Londra. «È una sorta di piattaforma per far incontrare domanda e offerta di innovazione per la
GBC ITALIA - Rassegna Stampa 01/07/2016
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30/06/2016
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diffusione:305863
tiratura:387811
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nostra clientela, anche attraverso due fondi di venture capital per oltre 200 milioni di euro», scandisce
Montagnese.
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Le visite
A partire dal 10 luglio
In primis, il grattacielo di Intesa Sanpaolo. Il prossimo 10 luglio, domenica, sarà possibile visitarlo con una
guida (la prenotazione al sito www.grattacielointesasanpaolo.com ). L'edificio progettato da Renzo Piano
sarà coinvolto anche nella notte di San Lorenzo, il 10 agosto. Dal 35esimo piano sarà possibile vedere le
stelle, allietati anche dalla cucina dello chef Milani e
dai cocktail del lounge bar. Il primo ottobre, nel tradizionale appuntamento promosso dall'Abi, il grattacielo
sarà visitabile all'interno della giornata «Invito a Palazzo». Fino al 17 luglio alle «Gallerie
d'Italia- Piazza Scala» a Milano la diciassettesima edizione di «Restituzioni». Nella sede museale di Intesa
Sanpaolo un'ampia casistica di tipologie di materiali e tecniche di realizzazione (dalla pittura su tela o tavola
alla tecnica del mosaico, dalla scultura in marmo a quella lignea, dall'oreficeria
ai manufatti in vetro) relative a oltre mille opere. Info su www.grattacielointesasanpaolo.com.
37 piani quelli
del grattacielo Intesa Sanpaolo
a Torino
500 milioni di euro
il costo della struttura progettata
da Renzo Piano
2,5 miliardi di euro il possibile valore di mercato dell'edificio
a impatto zero
35 i giovani progettisti
del Politecnico coinvolti nella realizzazione
80 per cento
dei corpi illuminanti nella struttura è a led a basso consumo
Foto: Impatto zero Una veduta esterna del quartier generale di Intesa Sanpaolo a Torino: duemila i
dipendenti. Usa energia idroelettrica e altra ricavata da 1.600 m2 di pannelli fotovoltaici
Foto: Uno scorcio
del grattacielo di Intesa Sanpaolo,
sede (a Torino) del gruppo bancario, progettato dall'architetto Renzo Piano. Nella foto ( di Marco Alpozzi
per l'agenzia LaPresse )
il dettaglio inquadra
la terrazza panoramica all'ultimo piano dell'edificio, che è stato inaugurato
lo scorso anno
GBC ITALIA - Rassegna Stampa 01/07/2016
8
27/06/2016
Pag. 13 N.24 - 27 giugno 2016
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Storie Un altro dibattito si accende nel Regno Unito sul futuro dei marchi storici, guidati da Speth sotto
l'ombrello del gruppo indiano Tata Motors
Lusso Più Jaguar e Land Rover Ma lontani da Sua Maestà
Entro il 2020 il 40% assemblato tra Cina, Brasile ed Europa La «rivoluzione» globale ha portato al
raddoppio delle vendite
BIANCA CARRETTO
Auto di lusso britanniche costruite molto lontano dall'Isola. Dopo lo choc del referendum si apre un altro
dibattito sull'opportunità della globalizzazione che investe due marchi simbolo dell'industria nazionale.
Jaguar Land Rover ha iniziato a costruire non solamente nelle fabbriche storiche del paese, ma ha aperto
nuovi stabilimenti in altre nazioni. Nei giorni scorsi è stata inaugurata a Itatiaia, nello stato di Rio de Janeiro,
in Brasile, una fabbrica, costata 302 milioni di euro, dove saranno prodotte le Range Rover Evoque e le
Discovery Sport destinate alla vendita interna.
La mappa
Un progetto che ambisce ad ottenere la certificazione di sostenibilità Leed Gold, grazie a tecnologie di
modernissime, proponendosi come la migliore struttura del Sud America per conformità e certificazione
delle emissioni, nel rispetto assoluto dell'ambiente. Prevede la raccolta delle acque piovane e verranno
piantati più di 1.200 alberi.
E' stata anche ufficializzata la posa della prima pietra di un altro impianto, il primo in Europa ma al di fuori
della Gran Bretagna, a Nitra, in Slovacchia. Un investimento da 1,4 miliardi di euro con l'assemblamento di
150 mila vetture che, a cadenza annuale, usciranno dal 2018. E, dal 2017, altri veicoli - circa 70 mila dovrebbero essere costruiti in Austria nella fabbrica di Magna Steyr. Allo studio, secondo le dichiarazioni
del ceo, Ralf Speth, la possibilità di realizzare una produzione anche in Arabia Saudita. Jaguar Land Rover
potrebbe produrre, dal 2018, il 20% dei suoi volumi fuori dalla Gran Bretagna, che diventerebbero il 40%
nel 2020, contro gli attuali 5%.
La novità
Una rivoluzione partita nel 2014 quando è stato attivato con il partner Chery il sito cinese nella provincia di
Jiangsu. Una svolta internazionale per due marchi che dal 1935 (Jaguar) e dal 1948 (Land Rover) sono
stati costruiti esclusivamente nei tre impianti inglesi. Il gruppo ha venduto lo scorso anno oltre 520 mila
unità, più del doppio di quanto veniva realizzato nel 2008 quando fu ceduto da Ford all'indiana Tata che ha
iniziato immediatamente ad effettuare forti investimenti per sviluppare nuove piattaforme e motori che
hanno permesso il lancio di inediti modelli.
Land Rover ormai conta su tre famiglie di prodotto, Range Rover, Discovery e Defender. Jaguar ha
ribaltato ancora di più la situazione. Oltre al coupé FType - anche in versione convertibile - alle berline XE e
XF, ha commercializzato da poco il suo primo suv, il F-Pace, concepito su una architettura che deriva da
quella della F-Type, in alluminio e magnesio, rigida e leggera, che verrà seguito da un altro crossover.
L'obiettivo
Il brand punta su questa fascia in piena espansione, i suv premium, che consentono la maggiore redditività,
lo scorso anno Jaguar Land Rover ha registrato un margine operazionale vicino al 15%, uno dei più alti di
tutto il settore. Utili che hanno permesso di sostenere il bilancio di Tata che soffre, in India, un forte calo
nelle vendite ai privati.
All'inizio di gennaio é stato reclutato, come presidente di Tata Motors, Guenter Butschek (ex Daimler e
Airbus) ha promesso di riposizionare l'immagine del marchio che ha sofferto della concorrenza di Renault e
Mahindra, attente a proporre veicoli più idonei, pur essendo economici. Gli occhi di JLR sono puntati sulla
Cina, che nonostante il rallentamento, continua a rappresentare il mercato più importante e sull'Europa ( le
immatricolazioni di JLR sono cresciute, nel 2015, del 42%) che produce anche per gli Stati Uniti.
GBC ITALIA - Rassegna Stampa 01/07/2016
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27/06/2016
Pag. 13 N.24 - 27 giugno 2016
GBC ITALIA - Rassegna Stampa 01/07/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Tre strutture operative in Inghilterra (Solihull, Halewood, Castle Bromwich, tutte a pieno regime, in cui solo
un anno fa sono stati impegnati oltre 815 milioni di euro), più Wolverhampton in cui vengono progettati e
costruiti i motori, più una in Brasile ed un'altra in Cina, oltre all'impianto di Pune, in India, dedicato al Land
Rover Freelander 2, attive grazie ai sette miliardi di euro investiti , a suo tempo, da Tata che è riuscita dove
gli americani di Ford avevano fallito.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: Vertici Ralf Speth, ceo di Jaguar Land Rover. Due marchi storici inglesi ora nel portafoglio dell'indiana
Tata Motors
Foto: Leader Ratan Tata
16/06/2016
Pag. 42 N.3 - GIUGNO 2016
L'Impianto Elettrico e Domotico
Comfort ed efficienza energetica per i nuovi uffici Microsoft
ABB HA FORNITO LE SOLUZIONI DI BUILDING AUTOMATION A STANDARD KNX PER I NUOVI
UFFICI DEL COLOSSO DEL SOFTWARE IN DANIMARCA
Enrico Novi
delimitati da pareti in vetro, per sfruttare la luce naturale proveniente dalle vetrate della facciata, e di sale
riunioni, adiacenti all'atrio, illuminate dal grande lucernario posto sulla copertura. Utilizzando, dove
possibile, la luce e il calore del sole ed agendo su tende e finestre, si risparmia energia senza rinunciare al
comfort e anche il calore prodotto da computer e server può essere riutilizzato per ridurre al minimo gli
sprechi di energia. Oltre a scegliere i componenti intelligenti della soluzione KNX di ABB, per la prima volta
in Danimarca Hoffman ha impiegato MooV'n'Group di Newron System ABB, l'interfaccia di programmazione
grafica per KNX. Una realizzazione di grande portata La portata e la complessità del sistema KNX
implementato fa di questa realizzazione una delle più grandi di tutta la Danimarca, certificata LEED Gold
per il risparmio energetico e l'ecosostenibilità.«È il più grande impianto tecnico mai realizzato da Hoffmann,
per il quale siamo riusciti ad utilizzare al meglio le potenzialità di KNX, insieme ad altre tecnologie», ha
affermato Jan Roed, BMS Project Manager di Hoffmann. Inoltre, il sistema è preconfigurato in modo che gli
elementi di controllo KNX dell'edificio possano essere gestiti tramite interfaccia Web, dando così ai
dipendenti la possibilità di regolare luci, tende da sole e temperatura direttamente dai loro computer o
tablet. Soltanto nelle sale riunioni sono presenti termostati e interruttori a pulsante sulle pareti. «Questa
soluzione così sofisticata è il risultato della nostra scelta di coinvolgere fornitori e subcontractor sin dalle
prime fasi del progetto per sfruttare, in tal modo, la loro esperienza e le loro competenze», racconta Gorm
Meyer, Project Manager di Hoffmann. «Si spiega così la scelta di ABB, che è in grado di offrire il meglio in
fatto di soluzioni e prodotti in questo campo».
UN PROGETTO PREMIATO Il progetto del nuovo quartier generale di Microsoft ha avuto enorme
successo, tanto che la KNX Association di Bruxelles, proprietaria dello standard internazionale KNX per la
gestione intelligente degli edifici, ha selezionato la nuova sede Microsoft per il premio KNX Award 2016,
che è stato consegnato lo scorso 15 marzo in occasione della manifestazione fieristica dell'illuminazione e
della building automation "Light& Building" di Francoforte.
GBC ITALIA - Rassegna Stampa 01/07/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
degli edifici, che ha il compito di garantire la corretta illuminazione e la perfetta climatizzazione degli
ambienti, grazie all'ottimizzazione della temperatura e della qualità dell'aria. Soluzioni all'avanguardia
GBC ITALIA WEB
7 articoli
30/06/2016 16:30
Sito Web
www.rinnovabili.it
pagerank: 6
Annunciata la nuova strategia che taglierà 84 gigatonnellate di CO2 nei prossimi 35 anni: tra i paesi pilota
del progetto anche India e Brasile
Il 2050 sarà a energia zero: la scommessa del Green Building Council
(Rinnovabili.it) - Entro il 2030 tutti gli edifici di nuova costruzione e quelli che subiscono gli interventi più
profondi di restauro dovranno essere a energia zero. Al giro di boa del 2050 il 100% degli immobili dovrà
essere net zero. È l'ambizioso obiettivo che si è posto il Green Building Council (GBC), organo globale con
sezioni in 74 paesi al mondo e punto di riferimento mondiale per la bioarchitettura. La nuova strategia è
stata pensata per supportare l'accordo sul clima di Parigi dello scorso dicembre e per contrastare i
cambiamenti climatici.
La proposta prende il nome di Advancing Net Zero ed è rivolta in particolare a tutte quelle sezioni del GBC
che operano nei paesi dove ci sono le più alte stime di crescita del comparto edilizio, per rendere operative
anche in quei contesti le certificazioni di struttura a energia zero. Per quanto è dato sapere fino ad ora, i
primi 8 GBC nazionali che aderiscono all'iniziativa sono quelli di Australia, Brasile, Canada, Germania,
India, Olanda, Sudafrica e Svezia. È ovviamente possibile, oltre che auspicabile, che la lista si allunghi.
La proposta traduce in pratica l'impegno, preso in occasione della COP21 da parte delle 27mila aziende
partner del GBC, di ridurre le emissioni di CO2 imputabili al settore edilizio di 84 gigatonnellate entro il
2050. Queste le linee guida generali. I GBC nazionali sviluppano un piano d'azione con lo scopo di lanciare
una certificazione nazionale per gli edifici a energia zero (anche rendendo più stringenti i criteri di
valutazione di protocolli già esistenti). Oltre a ciò, si impegnano a fornire aggiornamento e assistenza ai
professionisti del settore in modo da raggiungere, a livello globale, 75mila professionisti formati in materia
nel 2030 e 300mila entro il 2050.
La speranza è che queste iniziative locali spingano i governi a raccogliere la sfida e a modificare la
legislazione in modo da favorire la diffusione di edifici a energia zero.
GBC ITALIA WEB - Rassegna Stampa 01/07/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Il 2050 sarà a energia zero: la scommessa del Green Building Council
30/06/2016 14:29
Sito Web
bcrmagazine.it
Talmente alto e complesso da far nascere un master al Politecnico con 35 giovani progettisti coinvolti dal
primo all'ultimo mattone. Talmente innovativo ed eco-sostenibile da essere tra i dieci edifici accreditati del
Leed, il protocollo internazionale che premia i migliori grattacieli al mondo. Un auditorium (a configurazione
variabile) incastonato al terzo piano pronto a tramutarsi in una sala da ballo, all'occorrenza, in pochi
secondi. Il ristorante al 35esimo appena inaugurato. Una sala eventi e mostre al 36esimo, la lounge bar al
37esimo. Sei anni per realizzarlo, 500 milioni di euro di costo. Valore di mercato cinque volte superiore.
Si staglia imponente dalla vicina stazione di Porta Susa. il quartier generale di Intesa Sanpaolo, il biglietto
da visita della banca nel mondo. A progettarlo, lo studio parigino di Renzo Piano, che si aggiudicato la gara
battendo, tra gli altri, un altro mostro sacro dell'architettura mondiale come Daniel Libeskind. Al 32esimo c'
la sala dove si riunisce il consiglio di amministrazione sotto la presidenza di Gian Maria Gros-Pietro che
nello stesso piano ha il suo ufficio.
La Torino sabauda, conosciuta per il suo understatement, qui trova la rappresentazione plastica di una citt
che ha saputo innovare. Cambiando anche il suo skyline. Ponendosi come riferimento culturale nazionale
anche per la capacit di allevare giovani con idee brillanti che hanno saputo produrre un florido ecosistema
di start up appetite da multinazionali e societ di consulenza. Nel capoluogo piemontese - che ha appena
deciso di cambiare colore politico premiando la pentastellata Chiara Appendino nel ruolo di primo cittadino il grattacielo Intesa Sanpaolo sta assumendo pian piano un ruolo centrale.
Si sta aprendo al territorio organizzando eventi (come il recente omaggio alla scrittrice Natalia Ginzburg nel
centenario della sua nascita), mostre, visite guidate. servito, ad esempio, anche per riqualificare il giardino
Nicola Grosa, manutenuto direttamente dalla banca in accordo con l'amministrazione comunale proprietaria
del terreno. Vogliamo che diventi un luogo di partecipazione per Torino e per il Paese - dice Vittorio Meloni,
direttore delle relazioni esterne del gruppo bancario-. Un luogo che serva a trasmettere la nostra identit. Un
luogo che sia un punto di riferimento culturale, che sia un modo di arricchire la comunit. Un luogo di
incontro per la nostra clientela. A settembre, ad esempio, Intesa Sanpaolo terr qui un ciclo di convegni
dedicati alle piccole e medie imprese, in modo da aiutarle nell'attivit quotidiana e nella capacit di andare
all'estero.
La sensazione, una volta entrati, che la struttura sia terribilmente leggera, nonostante sia alta quasi come la
Mole Antonelliana. Il merito da ascrivere al modo in cui lo studio di Renzo Piano ha realizzato l'edificio. Lo
snodo portante una sorta di tavolo innestato ai piani bassi del grattacielo. Che serve da fondamenta per i
ventotto piani superiori. L'edificio ospita duemila persone. dotato di mensa e di asilo nido per i figli dei
dipendenti. alimentato con energia elettrica proveniente da fonte rinnovabile di tipo idroelettrico e da 1.600
metri quadri di pannelli fotovoltaici installati sulla facciata sud.
Ospita soprattutto il centro per l'innovazione dell'istituto, alle dirette dipendenze del top manager Maurizio
Montagnese. la punta di diamante degli investimenti che la banca fa per innovare i propri processi produttivi
e organizzativi. Per intenderci una squadra molto snella (cento persone al massimo) ha appena portato alla
completa smaterializzazione dei documenti, processo che ha interessato tutte le filiali di Intesa Sanpaolo in
Italia e all'estero. la cabina di regia che sovrintende agli investimenti in fintech della banca, in stretta
collaborazione con la sede di Londra. una sorta di piattaforma per far incontrare domanda e offerta di
innovazione per la nostra clientela, anche attraverso due fondi di venture capital per oltre 200 milioni di
euro, scandisce Montagnese.
30 giugno 2016 (modifica il 30 giugno 2016 | 13:50)
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Un giorno nella piazza verticale di Renzo Piano
28/06/2016 17:22
Sito Web
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Si è svolta a CityLife la cerimonia della posa della prima pietra della Torre Libeskind (foto) alla presenza
dell'architetto Daniel Libeskind, dell'amministratore delegato di CityLife Armando Borghi, del direttore
tecnico Marco Beccati, di Emiliano Cacioppo di CMB, impresa che si occuperà dei lavori di costruzione e di
una rappresentanza dei lavoratori di CityLife e di CMB.
Torre Libeskind, progettata da Daniel Libeskind, architetto americano di fama mondiale, sarà completata
nel 2018. Le fondazioni sono state gettate nel novembre 2015 e i lavori di costruzione prenderanno il via
nella primavera 2016.
Una volta terminato, l'edificio, che avrà una caratteristica forma ricurva, comprenderà 31 piani per
un'altezza complessiva di 175 metri e una superficie lorda commercializzabile di circa 33.000 mq.
La torre progettata da Daniel Libeskind è l'ultima ad essere costruita del CityLife Business & Shopping
District, cuore del progetto CityLife, insieme a Torre Allianz, progettata da Arata Isozaki con Andrea Maffei
e Torre Generali, progettata da Zaha Hadid Architects e che ha ormai completa dal punto di vista
strutturale.
Daniel Libeskind, architetto di fama mondiale vincitore di numerosi premi internazionali, a CityLife, oltre alla
terza torre del business district, ha progettato anche un prestigioso complesso residenziale sito in via
Spinola, ottimo esempio di armonia tra design ricercato e qualità della vita.
Torre Libeskind sarà direttamente connessa con la galleria commerciale del CityLife Shopping District e alla
Piazza Tre Torri, collegata con la linea metropolitana M5. L'accesso veicolare sarà garantito da un
innovativo sistema di viabilità interrata riservata alle Torri ed al Commerciale, con risalite dai parcheggi
direttamente verso la lobby della Torre e la Galleria commerciale stessa.
La Torre Libeskind si trova al centro della composizione delle tre torri e con la sua forma ricurva raccorda
idealmente le altre due.
Il concept architettonico è così descritto dallo studio Libeskind: "Le immagini da cui si è tratta ispirazione
sono la cupola rinascimentale e la scultura michelangiolesca della Pietà Rondanini. La cupola come
elemento classico, anche prendendo a riferimento gli studi di Leonardo, definisce uno spazio interno e al
tempo stesso diviene un elemento urbano e territoriale, un segnale per tutta la città. Per vie differenti, ma
con medesimo intento emotivo e concettuale, la Pietà Rondanini, opera mirabile di Michelangelo Buonarroti
conservata a Milano, con l'inarcamento dei corpi vuole comunicare protezione e intimità. Così nascono i
presupposti creativi che hanno portato alla definizione della forma della torre, un intervento urbano che
dialoga con le altre due torri e unitamente ad esse definisce un nuovo luogo della città, la piazza, e per la
città, il landmark urbano rappresentato dallo skyline del masterplan CityLife".
L'edificio, con il suo andamento curvilineo, è organizzato con una lobby a doppia altezza, disegnata in
continuità la nuova piazza Tre Torri. La sagoma del piano uffici e la relativa superficie sono variabili piano
per piano in relazione allo sviluppo geometrico dell'edificio. La variabilità della sagoma di piano, data dalla
particolarità del volume architettonico, è compensata dagli spazi di supporto (ancillary spaces) che sono
modulati piano per piano, attorno al nucleo centrale.
La struttura dell'edificio è interamente in calcestruzzo armato sino al livello 29° penultimo impalcato
compreso; a partire dal livello 30° compreso, la struttura diviene in acciaio e va a costituire il coronamento
sommitale (crown). La torre è sostenuta da 20 pilastri perimetrali di sezione circolare variabile, da un
massimo di 140cm ad un minimo di 60cm. I pilastri saranno realizzati in calcestruzzo armato, fatta
eccezione di quelli che insistono sulla duplice altezza della main lobby, per i quali è previsto l'impiego in
concomitanza di profili in acciaio.
GBC ITALIA WEB - Rassegna Stampa 01/07/2016
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Posata la prima pietra della Torre Libeskind
28/06/2016 17:22
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Il crown dell'edificio è caratterizzato da un volume vetrato, con lamelle metalliche, che completano le linee
geometriche che generano la torre. Il sistema delle facciate è stato studiato con un'attenzione particolare
che tiene conto della geometria dell'edificio: l'involucro è infatti costituito da pannelli vetrati, sorretti nella
parte sommitale da un sistema di centine e travi metalliche in continuità con la maglia di pilastri dei piani
inferiori. Data la variabilità delle geometrie, i pannelli vetrati di facciata hanno dimensioni che cambiano
piano per piano.
Ai livelli 27° e 28° della torre è prevista la realizzazione di una sala conferenze a doppia altezza, che
occupa un "semipiano", accessibile dal core attraverso un'ampia lobby.
Torre Libeskind ha già ottenuto, come le altre due Torri, la pre certificazione LEED™ con rating GOLD,
soddisfacendo i prerequisiti di sostenibilità ambientale previsti dagli standard internazionali LEED™.
L'ottenimento di questa certificazione conferma l'impegno che da sempre CityLife dimostra nei confronti
della sostenibilità ambientale, ponendosi in coerenza e continuità con l'obiettivo di realizzare un intero
quartiere rispettoso dell'ambiente.
27/06/2016 16:03
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ENEA propone un nuovo meccanismo di incentivazione per le riqualificazioni profonde. L'innovativa
strategia raccoglie diversi consensi, tra i quali quello di Enrico Morando, Vice Ministro dell'Economia.
Dettagli della proposta e aspetti da approfondire. Articolo di Virginio Trivella (Renovate Italy).
27 giugno 2016
Pubblichiamo un articolo a cura di Virginio Trivella (Renovate Italy), che ringraziamo per la collaborazione.
La proposta di un nuovo meccanismo di incentivazione degli interventi di riqualificazione energetica
profonda degli edifici condominiali, illustrata dal Presidente di ENEA Federico Testa nel corso della
presentazione della nuova edizione del Rapporto Annuale sull'Efficienza Energetica (RAEE), sembra avere
le caratteristiche per essere un vero punto di svolta, quasi una rivoluzione copernicana, nella politica di
sostegno sinora adottata dai Governi che si sono susseguiti negli ultimi dieci anni (vedi anche, Efficienza
energetica e accesso al credito, la proposta ENEA).
Il nocciolo della proposta è coerente con alcuni degli aspetti fondamentali evidenziati da Renovate Italy in
diversi documenti e, in particolare, nell'analisi sistematica delle barriere e proposte di soluzioni pubblicata
alcune settimane fa.
Il meccanismo proposto si applicherebbe agli interi edifici condominiali; l'ambito sarebbe quello
dell'efficientamento profondo (è stata usata la locuzione "deep renovation", ipotizzando riduzioni dei
consumi dal 40 all'80%) e il beneficio sarebbe esteso a tutte le unità del condominio.
Poco a che vedere dunque con i commenti bizzarri e imprecisi apparsi su vari organi di stampa, in cui si è
letto di agevolazioni per la tinteggiatura delle scale o per l'installazione di pannelli fotovoltaici.
L'ambizione del nuovo strumento, quindi, sarebbe ben più alta di quella dell'inutile provvedimento introdotto
con l'ultima legge di stabilità (la cessione della detrazione dai "no tax area people" ai fornitori, vedi anche
QualEnergia.it) rivelatosi, come facilmente previsto da Renovate Italy, un clamoroso flop. L'obiettivo
sarebbe di sbloccare il processo di trasformazione del patrimonio immobiliare con un'azione di stimolo in
cui l'ecobonus ha fallito, come oggi finalmente si inizia ad ammettere.
La proposta
Un fondo ad hoc (si è parlato della Cassa Depositi e Prestiti) finanzierebbe il 90% del costo degli interventi,
mentre il rimanente 10% resterebbe a carico dei proprietari.
Il fondo recupererebbe l'investimento in dieci anni incassando il 65% dallo Stato (in analogia con
l'ecobonus), consentendo in tal modo alla finanza pubblica di sostenere il processo diluendo l'impegno in
un periodo compatbile con le esigenze di equilibrio di bilancio (vedi anche Green Building Council
Italia">Come "decarbonizzare" interi edifici: le proposte di Green Building Council Italia).
La differenza sarebbe recuperata, in un periodo che non è stato precisato, ma che si può ipotizzare
anch'esso pari a 10 anni, attraverso il risparmio energetico generato, che sarebbe addebitato agli utenti
degli appartamenti nella bolletta energetica, con un meccanismo analogo a quello adottato nel Green Deal
britannico.
Questo sistema presenterebbe il vantaggio di rendere più agevole il recupero delle morosità ed
escluderebbe il passaggio attraverso le spese condominiali che, spesso, è uno dei motivi che impediscono
alle assemblee di condominio di deliberare le costose attività di manutenzione straordinaria delle parti
comuni, a causa del timore di dover sostenere le quote dei condomini morosi.
Si è anche accennato a una condivisione al 50% del risparmio con i proprietari, per rendere maggiormente
allettanti le proposte e aumentare il tasso di adesione.
GBC ITALIA WEB - Rassegna Stampa 01/07/2016
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Una proposta per la riqualificazione energetica profonda degli edifici
condominiali
27/06/2016 16:03
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La progettazione degli interventi di efficientamento sarebbe lasciata al mercato, ma sarebbe richiesta la
validazione da parte di un ente terzo di natura pubblica. ENEA, come già fatto in passato, si è candidato a
svolgere questo ruolo.
Non sono stati forniti altri particolari e, sul delicato tema di come considerare i risvolti di finanza pubblica, il
professor Testa ha lasciato la questione alla competenza della politica.
Suscitando una certa sorpresa in chi conosce il meccanismo, il Vice Ministro dell'Economia Enrico Morando
ha replicato affermando che l'idea è molto buona.
Ha ribadito, come già fatto in passato, che si opporrà alla stabilizzazione perpetua degli incentivi: non
sarebbero accettati dalla Ragioneria dello Stato perché nel lungo periodo verrebbero a mancare le
"esternalità" positive dell'incentivo, cioè l'effetto anticiclico e la creazione di occupazione. Forse vale la
pena di ricordare che la detrazione fiscale per i lavori di ristrutturazione edilizia è già stata resa permanente
dal decreto legge n. 201/2011; ciò che non è permanente è solo l'attuale aliquota al 50% che, salvo ulteriori
proroghe, scadrà alla fine del 2016 e tornerà al 36%.
Il Vice Ministro ha invece sostenuto il suo favore per una stabilizzazione per 3 anni. Non è chiaro, perché
non lo ha precisato, se si sia riferito al solo ecobonus (o a ciò che lo sostituirà o integrerà, se effettivamente
la proposta di ENEA sarà attuata) o anche al mantenimento dell'aliquota al 50% per l'altra misura di
incentivazione.
Entrando più nel dettaglio, Morando ha parlato testualmente di acquisizione dell'incentivo da parte di Cassa
Depositi e Prestiti (CDP). Ha inoltre sostenuto che, contrariamente a molti altri settori che hanno ormai
superato la crisi, è necessario aiutare il settore dell'edilizia a riprendere volume e occupazione.
L'aspetto fortemente innovativo della nuova proposta sta proprio nella trasformazione da detrazione fiscale
in incentivo, un'opzione che finora era sempre stata negata con la motivazione che il riconoscimento di un
credito certo (condizione necessaria per coinvolgere la finanza) comporterebbe la registrazione del
corrispondente debito (decennale) nel bilancio dello Stato, con creazione di debito pubblico e conseguente
necessità di trovare immediata copertura anche per le quote che competono gli anni a venire. Al contrario,
la detrazione fiscale non viene registrata che di anno in anno e trova copertura generica nella fiscalità
complessiva.
Si tratta di investimenti per decine di miliardi di euro all'anno (lo stesso ordine di grandezza di quelli
attualmente incentivati con lo sgravio fiscale per le ristrutturazioni), coerentemente con i numeri calcolati da
ENEA.
Anche Mauro Mallone, della Divisione Efficienza energetica e risparmio energetico del MISE, ha ricordato
che il potenziale di efficientamento del patrimonio immobiliare italiano è enormemente superiore a quanto si
realizza con le politiche correnti.
Stime recenti mostrano che solo lo 0,14 per mille delle superfici non finestrate dell'involucro degli edifici
italiani è stato riqualificato nel 2013 grazie all'ecobonus.
Da qualche tempo, dal Ministero giungono annunci di una profonda revisione del meccanismo di
incentivazione, con l'obiettivo di renderlo più efficiente. Il sistema proposto, grazie alla transizione da
detrazione a incentivo, cambierebbe drasticamente il contesto attuale, soprattutto nella prospettiva degli
investitori che potrebbero contare su una rendita finanziaria pluriennale certa.
Alcune tra le barriere sinora rimaste non affrontate sarebbero finalmente superate, eliminando l'incertezza
insita nel meccanismo di detrazione fiscale e consentendo un ampio coinvolgimento della finanza privata in
affiancamento all'azione pubblica.
L'impatto sul bilancio pubblico sarebbe mitigato dall'impostazione decennale e potrebbe essere
compensato dalla esplicita computazione delle retroazioni positive sui conti dello Stato: da un lato
l'aumento di PIL e imposte dirette e indirette conseguenti all'attivazione di iniziative che, senza potenti
stimoli, il mercato non genera spontaneamente; dall'altro la riduzione di altre spese pubbliche favorite dalla
27/06/2016 16:03
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riduzione delle emissioni inquinanti e dall'aumento del benessere, come quelle per la sanità e per gli
ammortizzatori sociali legati alla disoccupazione.
Il meccanismo potrebbe essere regolato attraverso il contingentamento delle risorse disponibili, comunque
a un livello sufficientemente elevato da risultare rilevante per capacità espansiva e contribuzione alla
soluzione del problema ambientale.
Infine, come per tutti i processi di innovazione che richiedono una iniziale fase di stimolo, la maturazione
del mercato, i meccanismi di emulazione, l'evoluzione delle prassi e l'innovazione tecnologica,
probabilmente renderanno in futuro, se non superfluo, meno impellente il ruolo dell'incentivazione.
Diversi dettagli dovrebbero essere definiti, per evitare che aspetti trascurati, apparentemente marginali,
impediscano al sistema di esprimersi pienamente: quorum e maggioranze condominiali, per esempio,
dovrebbero essere definiti tenendo presente che le delibere sarebbero vincolanti, nei confronti dei
dissenzienti, anche per ciò che riguarda il meccanismo di addebito delle quote di rimborso sulle bollette
delle singole unità.
La possibilità di rendere il meccanismo più flessibile, consentendone l'applicazione anche a una sola parte
delle unità condominiali ed escludendo dal finanziamento e dall'addebito in bolletta i proprietari delle unità
disposti a sostenere direttamente l'investimento, procurerebbe vantaggi per i proprietari (minor costo
dovuto all'assenza degli oneri finanziari) e per il sistema (maggiori risorse a disposizione delle famiglie che
non dispongono delle risorse da investire).
E non si vedono motivi per non consentire l'applicazione del modello a tutte le istituzioni finanziarie che
desiderassero impegnarsi in questo mercato nascente, vasto e articolato.
Per finire, si può suggerire di usare cautela nel fissare standard eccessivamente vincolanti relativi ai
parametri tecnici ed economici, per evitare di generare aspettative poco realistiche e di impedire che
condizioni eccessivamente gravose siano di ostacolo all'offerta di servizi di qualità che, comunque, di fronte
a una domanda vasta si regolerebbe attraverso la competizione.
Per esempio, una prima simulazione, che tiene conto dei costi plausibili degli interventi necessari per
realizzare i risparmi prospettati, rende piuttosto arduo ipotizzare che Cassa Deposito e Prestiti, rinunciando
al 50% del risparmio generato e rimanendo nell'orizzonte di 10 anni, possa trovare convenienza
nell'investimento, ottenendo tassi di rendimento positivi.
Il rischio che bisogna evitare è che la convenienza sia circoscritta alle tecnologie meno costose ma anche
meno efficaci, non in grado di generare risparmi di energia sufficientemente ambiziosi (deep renovation), e
che il sistema resti in stallo. Un approfondimento è necessario.
Naturalmente non tutto dipende dagli incentivi, ma anche da altri fattori più legati al territorio e all'azione
degli operatori, come la diffusione della consapevolezza delle possibilità e dei benefici delle azioni di
retrofit, e come l'organizzazione e la mobilitazione degli attori privati imprenditoriali e finanziari.
Tuttavia, un aspetto sta diventando sempre più chiaro: che il perseguimento di elevati obiettivi di
trasformazione del patrimonio immobiliare e i benefici che dipendono dal loro conseguimento sono troppo
importanti, per l'intero Paese, per essere lasciati alle sole decisioni di investimento dei singoli individui. Un
ruolo di primaria importanza deve essere svolto dalle norme, per la creazione di un contesto favorevole, e
dalle amministrazioni locali e regionali nello stimolare e indirizzare il processo di rinnovamento.
Per questi motivi la strategia di riqualificazione del patrimonio immobiliare nazionale dovrebbe combinare in
modo accorto requisiti ragionevoli, strumenti efficaci di persuasione all'azione e progressivi meccanismi di
dissuasione dell'inazione.
L'articolo completo di Renovate Italy (pdf)
27 giugno 2016
27/06/2016
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Luogo
Milano
Committente
GfK
Progettisti
Il Prisma
Categoria di intervento
UFFICI
Pensare gli uffici come luogo aperto e di condivisione
Per la ristrutturazione di Tortona33, il punto di incontro e di intesa tra il committente GfK, azienda che
fornisce informazioni su mercati e consumatori, e lo studio progettista Il Prisma, è stato quello di
abbandonare l'idea di un ufficio tradizionale, come luogo puramente di produzione, e abbracciare l'idea di
un ufficio come luogo di scambi intellettuali, di condivisione e di relazioni, soprattutto in un'epoca storica
così social come quella odierna.
Edificio Tortona33
Lo studio di architettura ha collaborato per mesi mediante workshop con i dipendenti del Gruppo GfK, per
arrivare alla conclusione che l'ambiente di lavoro perfetto dovesse prevedere degli spazi customizzati e non
stardardizzati, in grado di accogliere le attività dinamiche organizzative dell'azienda. Sono stati tenuti come
elementi cardine l'equilibrio vita-lavoro del dipendente, la sua dimensione soggettiva e relazionale, e il
valore che ogni persona lavoratrice possiede e dona nel lavoro di tutti i giorni.
Reception dell'edificio
Al termine delle indagini statistiche e dei confronti con i dipendenti, sono emerse principalmente 5
tematiche e dunque 5 forti bisogni da tradurre in 'Smart Working':
La necessità di poter usufruire di momenti di concentrazione - un tema complesso da declinare nella
formula dell'open space.
La necessità di spazi in cui riunirsi per collaborare con i colleghi e con i manager, non solo però in
occasione di riunioni programmate ma anche di meeting spontanei e brainstorming.
Il frequente uso del telefono da parte di alcuni team di lavoro.
Vivere un momento di socializzazione legato maggiormente alla pausa lavorativa.
Poter gestire con attenzione, ma anche personalizzazione, la propria postazione e archiviazione
personale.
Sale di attesa
Frammentato, l'open space è suddiviso da diversi ambienti a supporto sia degli informal meeting sia delle
riunioni programmate e più formali.
Viene, dunque, prevista sia l'attività di concentrazione sia quella più relazionale e quindi più rumorosa. Nel
primo caso le aree operative sono interrotte da una serie di ambienti dove poter ritrovare la concentrazione
o poter fare delle riunioni senza disturbare chi lavora alla propria scrivania. Le postazioni di lavoro sono
dotate di elementi divisori per offrire maggiore varietà tra i diversi momenti di privacy e archiviazione. Sono,
inoltre, intervallate da sedute informali.
Aree di meeting informali
Nel secondo caso sono state create le "chat box" e le "buzz room".
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Tortona 33
27/06/2016
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Si tratta di ambienti semi chiudibili che permettono un livello crescente di separazione dal resto delle
postazioni e utilizzabili spontaneamente per i momenti di confronto in piccoli gruppi. La scrivania non è
l'unico appoggio su cui lavorare.
Sale riunioni formali
Non esiste più la divisione netta tra luoghi di lavoro, corridoi e aree break, ma uno spazio continuo in cui le
attività si susseguono in sequenza generando paesaggi caratterizzati da differenti materiali e cromie.
Dopo un totale intervento di ristrutturazione "Tortona 33", edificio per uffici risalente agli anni '80 e ubicato
nel cuore della Milano del design, è uno dei soli 16 edifici in tutta Italia ad aver ottenuto il livello più alto, il
Platinum, della prestigiosa certificazione americana di sostenibilità ambientale Leed, con 87 punti su 110,
nella versione Core and Shell v 2009.
La riqualificazione dell'edificio ha comportato la conservazione dei soli solai e pilastri, rinnovando tutte le
componenti tecnologiche e gli interni. Tra gli obiettivi prestazionali raggiunti, la significativa riduzione dei
consumi energetici e di acqua potabile, l'utilizzo negli elementi da costruzione di materiali riciclati e di
provenienza regionale, il riciclo dei rifiuti da costruzione e gli elevati standard di comfort interno.
24/06/2016 17:33
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Soltanto altri due edifici al mondo erano riusciti a raggiungere il massimo dei crediti nella categoria
dell'Indoor Environmental Quality del Green Building Council Usa
Greenbuilding, la nuova sede di New Balance è un LEED Platinum da record
(Rinnovabili.it) - La sede di Boston della New Balance World è il terzo edificio al mondo a raggiungere
altissime performance nella qualità ambientale degli interni. Il colosso dell'abbigliamento sportivo a stelle e
strisce ha inaugurato alla fine del 2015 il nuovo quartier generale, che adesso ha ottenuto la certificazione
LEED Platinum. Si tratta di un ottimo esempio di greenbuilding per diversi motivi, dal design
energeticamente efficiente all'uso di tecniche di costruzione sostenibili, dal reperimento locale dei materiali
impiegati all'attenzione verso la gestione dell'acqua.
In particolare, l'opera firmata dallo studio Elkus Manfredi Architects insieme a Transwestern e John Moriarty
Associates si è vista riconoscere dal Green Building Council americano (USGBC) tutti i crediti possibili nella
categoria dell'Indoor Environmental Quality secondo il sistema di rating v2009 Core and Shell. Finora
soltanto altri due edifici al mondo erano arrivati a tanto.
"Dare la priorità ad una eccezionale qualità degli ambienti interni è esattamente quel tipo di atteggiamento
responsabile che ci si aspetterebbe da una azienda che si dedica alla salute e all'attività sportiva",
commenta il CEO dell'USGBC Rick Fedrizzi.
Le performance energetiche della sede di Boston sono in effetti interessanti. Il design progettato soprattutto
in funzione dell'incremento dell'efficienza energetica riesce a totalizzare un risparmio annuale sui costi
dell'energia del 26%, rispetto a edifici tradizionali della stessa categoria edilizia. L'impianto idrico non è da
meno, dal momento che tramite una serie di accorgimenti riesce a ridurre il consumo d'acqua del 35%.
Inoltre, l'intero progetto è stato orientato verso l'abbattimento dell'impronta ecologica. Circa tre quarti dei
materiali impiegati proviene da fonti locali, mentre la restante parte è stata riciclata e tutto il legno impiegato
è certificato FSC. Rispetto alle performance della vecchia sede dell'azienda, quella improntata al
greenbuilding ha davvero abbattuto i consumi, quasi dimezzati.
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Greenbuilding, la nuova sede di New Balance è un LEED Platinum da
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24/06/2016 03:56
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La struttura è il fulcro di un autentico quartiere urbano progettato nel cuore di Monaco. A Milano si lavora
per la realizzazione del quartier generale
I numeri del nuovo quartier generale di Siemens a Monaco 1
Aperte le porte del nuovo Corporate Headquarter di Siemens. Avviato nel 2010 e realizzato dallo studio
danese Henning Larsen Architects, l'edificio rappresenta un ultramoderno esempio di commistione tra
innovazione e tradizione, nel rispetto dei più alti standard di efficienza energetica. Il nuovo quartier generale
è al centro di un più ampio progetto che prevede anche un campus esterno, corredato di spazi verdi aperti
al pubblico, cafè, ristoranti e uno speciale percorso pedonale che collega il centro cittadino al distretto
museale.
La futuristica struttura, capace di ospitare fino a 1.200 collaboratori, sorge su una superficie totale di
45.000mq: un vero e proprio quartiere urbano nel cuore di Monaco che integra al suo interno anche lo
storico Palazzo Ludovico Ferdinando.
ESEMPIO DI SOSTENIBILITA' ED EFFICIENZA
Non solo una nuova base operativa, dunque, ma un simbolo della vision che l'azienda leader nel campo
dell'automazione e della digitalizzazione vuole trasmettere già dal suo prestigioso quartier generale. Lo si
comprende dai criteri seguiti nella realizzazione, soprattutto in tema di sostenibilità energetica e building
tecnology: il Corporate Headquarter di Siemens produce il 90% di emissioni di CO2 in meno rispetto al
precedente edificio, con un consumo di energia elettrica pari al 10% della vecchia struttura, grazie
all'utilizzo di circa 7.400 lampade a LED e alla predisposizione di sensori che ne determinano la potenza in
base alla presenza di luce naturale, per un risparmio di energia pari al fabbisogno annuale di 750 abitazioni
familiari. Risultato simile anche per il consumo di acqua e per l'impianto di riscaldamento: -75% (il
fabbisogno annuale di 180 abitazioni) e 550.000 litri in meno di liquido (400 appartamenti da 100mq in un
anno). Ciò fa del nuovo Headquarter l'edificio più efficiente in Europa e avvicina sensibilmente Siemens agli
obbiettivi prefissati per il 2020, soprattutto in termini di emissioni di CO2. All'interno dell'edificio passano
circa 66 km di tubatura suddivisi tra fornitura di acqua, impianto di riscaldamento, raffreddamento e
irrigazione: una lunghezza pari a tre volte la Munich Middle Ring Road. L'intera struttura sarà
costantemente monitorata da circa 30.000 data points.
OPERA DI INGEGNO E ARTE
A completare l'ambizioso progetto c'è anche la componente artistica: la splendida scultura di bronzo
Schwesterngruppe (Gruppo di Sorelle) di Georg Baselitz accoglie chi si appresta ad entrare all'interno del
complesso. La scultura è parte integrante della nuova concezione di edificio aperto di Siemens. Joe
Kaeser, Presidente e CEO di Siemens AG, ha dichiarato in occasione della cerimonia inaugurale dell'opera
d'arte: "Il nostro quartier generale è il luogo degli incontri, anche di tipo artistico. Siamo grati che opere di
arte contemporanea così importanti siano presentate qui nella sezione pubblica del nostro edificio." Una
seconda opera, che si erige sempre all'interno del quartier generale, è la scultura chiamata The Wings,
creata dall'architetto e artista Daniel Libeskind e tra le massime espressioni artistiche protagoniste di EXPO
2015, dove ha incantato migliaia di visitatori con un'alternanza costante di suoni, immagini e forme pulsanti,
ispirate alle tendenze tecnologiche del futuro: dalla fabbrica digitale all'energia sostenibile, fino alle
infrastrutture intelligenti. Situata direttamente sulla Oskar-von-Miller-Ring di Monaco, segna un punto di
riferimento al nuovo asse che collega il centro città al distretto dei musei. Con altre due copie della scultura
che saranno installate nelle sedi Siemens di Erlangen (la sede più grande della multinazionale) e Berlino
GBC ITALIA WEB - Rassegna Stampa 01/07/2016
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Siemens inaugura a Monaco il nuovo Headquarter: nuova vision
aziendale
24/06/2016 03:56
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(città nella quale è stata fondata l'azienda), il gruppo simboleggia un ponte che collega le sedi storicamente
più rilevanti di Siemens.
DA MONACO A MILANO
L'inaugurazione del nuovo Headquarter anticipa di due anni la realizzazione di un altro ambizioso progetto,
anch'esso parte della nuova vision cui Siemens punta con entusiasmo e determinazione. Si tratta del nuovo
quartier generale di Siemens in Italia, che sorgerà a Milano nel 2018. Progettato dallo studio di architettura
Barreca e La Varra, offrirà un ambiente di lavoro moderno e stimolante per oltre 900 collaboratori su 15.000
metri quadri di superficie e conterrà una sala conferenze, un training center e una mensa.
Attualmente l'area di via Vipiteno, dove è partito il cantiere, comprende un edificio già esistente con uffici,
palestra, centri di competenza e laboratori di ricerca (oltre 800 collaboratori). A lavori ultimati i due palazzi
si troveranno nella stessa area e saranno circondati da un ampio parco a disposizione per i dipendenti. A
corredo del nuovo quartier generale, il progetto prevede sia la realizzazione di una strada pubblica che
congiungerà via Ponte Nuovo con via del Ricordo, sia un campo da calcio. I lavori saranno coordinati da
Siemens Real Estate, la divisione responsabile di tutte le attività immobiliari della Società.
Il progetto rientra nella strategia globale di Siemens basata sulla sostenibilità che ogni anno riceve il
riconoscimento dell'indice Dow Jones (DJSI). Prima di tutto, l'edificio sarà un green building con
certificazione LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), in grado di soddisfare i più alti
standard di sostenibilità ambientale. E poi anche qui sarà implementato lo smart working che Siemens
adotta dal 2011. Questo nuovo modo di lavorare è caratterizzato, oltre che dalla flessibilità dei dipendenti
che sono più liberi negli spostamenti casa-ufficio, anche dalla riduzione degli spazi dedicati agli uffici, il che
si traduce in minor consumo di illuminazione e clima, e quindi ridotte emissioni inquinanti nell'ambiente.
ECOSOSTENIBILITA
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01/07/2016
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rifiuti, è subito emergenza
Sergio Rizzo
Il giorno del trionfo di Virginia Raggi, Beppe Grillo profetizzava: «Loro molleranno la spazzatura in mezzo
alla strada per dire: "Avete visto come hanno ridotto Roma?"» Forse non sapeva, il garante del Movimento
5 Stelle, che questo succede «ogni maledetta domenica», come avrebbe detto Oliver Stone. E non solo.
Succede anche ogni maledetto giorno festivo, qual è per esempio nella capitale il 29 giugno, ricorrenza dei
santi Pietro e Paolo. E mentre la sindaca Virginia Raggi era alle prese con il rebus della sua giunta,
magicamente i 67 mila cassonetti disseminati per la città traboccavano di rifiuti, l'immondizia tracimava
nelle strade, cartacce, lattine e bottiglie vuote s'impadronivano delle meravigliose piazze del centro piene di
turisti.
Siamo già al sabotaggio? Chi avanza il sospetto dovrebbe sapere prima di tutto come funziona a Roma.
Dovrebbe sapere che la pulizia delle strade nei giorni di festa è ridotto al 25 per cento, e che la raccolta dei
rifiuti non supera il 30 per cento. Il che, in una città dove proprio in quei giorni la pressione dei visitatori si
avverte di più, non è certo un bel viatico. Spiegano gli esperti che pure nelle altre metropoli italiane il
servizio festivo viene svolto a ritmi ridotti. Ma il giorno dopo, a Milano, gli impianti lavorano il doppio e
nessuno se ne accorge. A Roma, invece, gli impianti non ci sono proprio. Non c'è più nemmeno la discarica
di Malagrotta, il buco senza fondo che ingoiava tutto. In compenso, però c'è la burocrazia. La costruzione
del sito per far fronte ai casi di emergenza è bloccata alla Conferenza dei servizi da due anni e mezzo. La
richiesta di esportare in Germania 500 tonnellate di spazzatura al giorno è ferma da febbraio alla Regione
Lazio. Dove da un anno e mezzo sono arenate anche le procedure per realizzare il primo eco distretto.
Così ogni maledetto lunedì nella Capitale d'Italia l'emergenza è dietro l'angolo. Ma se lunedì i netturbini
fanno sciopero è garantita. Se poi lo sciopero si prolunga il martedì, meglio non parlarne. Immaginate
dunque il risveglio di Roma la mattina di mercoledì 13 luglio, dopo la domenica e ben due giorni di sciopero.
L'hanno proclamato i sindacati alle prese con un rinnovo del contratto di lavoro nazionale che si profila non
facile: soprattutto a Roma. I vertici dell'Ama chiedono due ore in più di lavoro, da 36 a 38 ore settimanali e
che la domenica e i festivi siano giorni come tutti gli altri. Ma già, a quanto pare, gli hanno risposto picche.
Per capire che cosa sta accadendo nella capitale dopo l'arrivo di Virginia Raggi non si può che partire da
qua. Oltre che, naturalmente, da uno stato di cose che propone quotidianamente situazioni disastrose.
L'ultima scoperta la racconta il nostro Rinaldo Frignani nelle pagine della cronaca di Roma: tre discariche
abusive a villa Pamphili, uno dei più grandi polmoni verdi della città.
Nessuno può escludere che dietro gli episodi di questi giorni, a cominciare dai roghi dei cassonetti che
hanno sconvolto Il quartiere di Tor Bella Monaca, ormai sempre più la Scampia romana, si possa
intravedere un inquietante messaggio diretto alla futura giunta grillina. Di sicuro la partita della spazzatura,
che com'è stato ricordato su queste colonne ha bruciato intere generazioni politiche, e che fa girare
quantità inenarrabili di denaro, risulterà decisiva anche qui. Con un'amministrazione che dichiara la propria
fede incrollabile nella legalità, costretta al tempo stesso a fare i conti con il possibile ricatto dell'emergenza
continua.
Un passaggio cruciale per Virginia Raggi, preoccupata al punto da volere relazioni giornaliere sullo stato
del servizio. Tutto questo mentre dovrebbero suggerire attenzione non minore certi sviluppi nell'azienda
municipalizzata. Dove le fuoruscite di personaggi legati a parentopoli, volute dall'attuale gestione di Daniele
Fortini, hanno lasciato strascichi velenosi. E dirigenti sindacali da poco emarginati si sono già riaffacciati
sulla scena.
ECOSOSTENIBILITA - Rassegna Stampa 01/07/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
lo sciopero a metà luglio
01/07/2016
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ECOSOSTENIBILITA - Rassegna Stampa 01/07/2016
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Dice tutto il caso del potente capo dei netturbini della Cisl, sindacato che all'Ama controlla migliaia di
tessere. Già garante della pax aziendale al tempo di Franco Panzironi, successivamente si era dovuto fare
da parte. Ma giusto il tempo per rientrare in pompa magna alla guida del sindacato dopo essere uscito dalla
finestra, accompagnato per di più da una lettera ufficiale della Cisl che cancellava un forse troppo frettoloso
avvicendamento. Altri segnali, e questi fin troppo chiari.
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La parola
Ama
Si tratta di una società della Capitale che opera nel settore dei servizi ambientali. Fondata nel 1985, la
public utility del Comune di Roma ha assunto la sua denominazione attuale nel 2000. Tra le sue funzioni: il
trattamento e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, i servizi cimiteriali e il mantenimento del decoro urbano
(pulizia delle strade, dei bagni pubblici, disinfestazioni)
67 le migliaia
di cassonetti sparsi per le strade di Roma: la pulizia delle strade nei giorni di festa
è ridotta
al 25 per cento
30 la percentuale della raccolta dei rifiuti
nella Capitale durante i giorni festivi: la cifra non è dissimile da quella
di altre città
38 le ore settimanali di lavoro secondo le richieste dei vertici Ama (ora sono 36), ma la richiesta per ora è
stata rifiutata
Foto: Tra i turisti Immondizia per le strade della Capitale in
Via dei Pastini ( Benvegnù-Guaitoli )
30/06/2016
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Competenze per la smart industry
NON SOLO AULA Alle lezioni teoriche si accompagnerà la presenza direttamente nelle aziende,
supportate anche nella crescita del capitale umano
Barbara Ganz
pDalla manifattura tradizionalea un progetto di Smart manifacturing che richiede innovazione e formazione.
Una rivoluzione che nasce dalla sempre più stretta interazione coni comparti dell'Ict e del digitale, della
prototipazione, dell'automazione, dell'eco-compatibilità ed efficienza energetica, del design e uso di nuovi
materiali. In Veneto due progetti - realizzati nell'ambito del Fondo Sociale Europeo della Regione - prendono
per mano le imprese. Il primo, firmatoConfindustria Veneto Siav, coinvolge 25 aziende manifatturiere che
sa- ranno accompagnate in un percorso di innovazionee trasferimento tecnologico e di conoscenza. Si
chiama Smart Manufacturing: Tecnologie, Design e Digitalizzazione, e «ci permette - spiega Stefano Miotto,
direttore della società di servizi promossa dagli industriali veneti - di utilizzare strumenti di innovazione e
formazione con molto più valore aggiunto rispetto a quelli tradizionali. Entreremo nelle aziende per
supportarle non solo nel processo d'innovazione, ma anche nella formazione di capitale umano
innovativo». A una prima fase informativa su diversi aspetti della Smart Manufacturing e sulle opportunità di
finanziamenti regionali ed europei, attraverso workshop, seguiranno corsi di formazione interaziendale
direttamente nelle aziende, di 80 e 40 ore, incentrati su tecnologie, design e digitalizzazione.
Successivamente, le imprese potranno approfondire uno di questi aspetti ed essere supportate nella
realizzazione di un progetto d'innovazione finanziato nell'ambito dei fondi sociali europei. A luglio 2017 la
presentazione dei risultati. Un secondo progettoè firmato da Unis&F, società di servizi e formazione degli
industriali di Trevisoe Pordenone, edè dedicato al "nuovo responsabile R&D": rivolto anch'esso a 25
aziende, nell'ambito dei processi di innovazione interviene in particolare sulle competenze dei responsabili
ricerca e sviluppo per trasferire loro un approccio più orientato al clientee al mercato. Il percorse prevede
sempre tre workshop informativi aperti a tutti e successivi interventi di consulenza alle aziende per la
trasformazione dell'idea in business di successo e sulle opportunità offerte da Horizon 2020.I progetti
potranno trovare concreta realizzazione all'interno di Unis&Flab di Treviso, dove i prodotti vengono
scannerizzati, realizzati attraverso stampanti 3Do taglio laser, sottoposti ad analisi sensoriale e a riprese
video da diverse prospettive attraverso l'utilizzo di droni.
ECOSOSTENIBILITA - Rassegna Stampa 01/07/2016
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Innovazione e formazione. Due progetti di Confindustria Veneto Siav e Unis&F con il Fondo sociale
europeo VENETO VENEZIA
29/06/2016
Pag. 15
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Documento Ance al Governo
Giorgio Santilli
Documento Ance al Governopagina 19 p«Dobbiamo superare la frammentazione degli interventi nelle città
per ripartire con politiche urbane capaci di dare respiro alle scelte strategiche. I nuovi sindaci devono avere
il coraggio di dare alla loro città una visione lungae selezionarei progetti sulla base di questa visione».
Claudio De Albertis, presidente dell'Ance (Associazione nazionale costruttori edili), ha nel cuore le politiche
urbane da sempre. Riqualificazione strategica, serve. Davantia sé ha una tabella - contenuta nello studio
che l'Ance ha recentemente messo a punto sulle «politiche urbane» - che raccoglie i fondi, non pochi, che lo
Stato destina ai progetti urbani: piano periferie 500 milioni, piano aree degradate 200 milioni, piano città
318 milioni, Pon Metro 896 milioni, piano stralcio per il rischio idrogeologico 1,3 miliardi, riqualificazione
edifici scolasti- ci 2,5 miliardi, Fondo sviluppo coesione 36 miliardi (da programmare), Fondi strutturali
europei 51,7 miliardi, impianti sportivi 100 milioni e ancora piani nazionali banda larga, fondi della Cassa
depositi e prestiti, piano per la mobilità sostenibile. Senza contare le fette di risorse destinate alle città dai
51,7 miliardi dei Fondi strutturali europei. «Bisogna garantire- dice De Albertis - l'integrazione dei fondi e la
definizione di visioni e strategie unitarie a livello territoriale per l'utilizzo di tutte le risorse disponibili. Questo
significa cambiare approccio rispetto al passato e ragionare in termini di fabbisogni e progetti di
riqualificazione urbana validi e strategici e non più in funzione dei finanziamenti disponibili per ottenere i
quali si attiva qualunque tipo di progetto». Potrebbe funzionare l'idea di integrare tutti questi finanziamenti
in un fondo unico per le città che premi solo progetti strategici capaci di diventare un motore di crescitae di
rigenerazione urbana? «È la nostra idea, certo, è necessario superare un sistema di fondi frammentati che
premiano, a loro volta, progetti frammentati e privi di alcuna linea strategici». «Lo ripeto - dice De Albertis in
questo momentoè necessario prendere fiato: vale per il governoe vale peri nuovi sindaci. Evitiamo di
affastellare progetti mal fatti e risorse distribuite a pioggiae concentriamocia individuare le reali priorità
strategiche. Su quelle concentriamo le risorse in funzioni di progetti condivisi e di qualità». Ci sono poi gli
aspetti fiscali e urbanistici. «La demolizione e ricostruzione - dice De Albertis - ha fatto un passo avanti con il
riconoscimento legislativo di interventi che modifichino volumetrie e sagome, ma sul piano fiscale questa
tipologia continua ad avere una penalizzazione. Bisogna fare un salto». Una riqualificazione urbana che
metta la qualità al centro del progetto oggi non può prescindere dall'aspetto energetico e da un uso piùù
efficiente dei crediti di imposta del 50% e del 65% rispettamente per il recupero e per l'efficientemento
energetico. «Le operazioni di riqualificazione energetica urbana su larga scala devono poter usufruire di
queste agevolazioni. Ma, per renderle più efficienti, sarebbe bene concederle in misura più intensa via via
che cresce l'investimento fattoe il risultato ottenuto i termini di efficienza energetica». L'Ance ripropone
anche forme di tassazione agevolate per quelle imprese che si impegnano ad acquistare abitazioni vecchie
ed energivore e a ristrutturarleea elevarle di classe energetica entro un periodo di tempo di5 anni. «Bisogna
agevolare la sostituzione edilizia se vogliamo far respirare le nostre città, dice De Albertis.
PER LO SVILUPPO n Misure richieste Claudio De Albertis (nella foto), presidente Ance, afferma che va
superata «la frammentazione degli interventi nelle città per ripartire con scelte urbane capaci di dare scelte
strategiche. Alla proposta di un fondo unico per le città si unisce la richiesta di forme di tassazione
agevolata per le imprese che si impegnano ad acquistare abitazioni vecchie ed energivore e a ristrutturarle
elevandole di classe energetica entro uhn periodo di tempo di 5 anni
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RIQUALIFICAZIONE Edilizia