Economia Politica e Istituzioni Economiche Barbara Pancino Lezione 10 e 11 Il mercato del lavoro Il mercato del lavoro P Forza lavoro: lavoratori occupati + lavoratori in cerca di occupazione P Tasso di partecipazione: rapporto tra la forza lavoro e la popolazione civile in età lavorativa P Tasso di disoccupazione: rapporto tra il numero di disoccupati e la forza lavoro Il mercato del lavoro Tasso di partecipazione=238/330=72% Tasso di disoccupazione=16/238=6,7% UE 27 (in milioni), 2008 0 Maschi Femmine Tasso di partecipazione maschile e femminile in Europa, 2008 Italia Ungheria Grecia Polonia Irlanda Spagna UE27 Francia Austria Regno Unito Germania Olanda Finlandia Svezia Danimarca Norvegia Tasso di partecipazione (%) Il mercato del lavoro 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Maschi Polonia Italia Ungheria Grecia Austria Spagna Francia UE27 Irlanda Olanda Regno Unito Germania Danimarca Finlandia Norvegia Svezia Tasso di partecipazione (%) Il mercato del lavoro 90 80 70 60 50 40 30 20 10 Femmine Tasso di partecipazione maschile e femminile (54-64 anni) in Europa, 2008 Il mercato del lavoro Tasso di disoccupazione medio in Europa, USA e Giappone 2008 Il mercato del lavoro Disoccupazione giovanile (< 25 anni) 30 Grecia Ungheria Finlandia UE27 Stati Uniti Austria Giappone Norvegia Italia Regno Unito Olanda 15 0 Spagna Francia Polonia Germania Svezia Irlanda Danimarca Repubblica Ceca 15 Tasso di disoccupazione (15-64 anni) Tasso di disoccupazione medio in Europa, USA e Giappone 2008 30 Il mercato del lavoro 25 20 Mesi 15 10 5 0 2000 2001 2002 Repubblica Ceca Repubblica Slovacca 2003 2004 Finlandia Spagna 2005 2006 Francia Stati Uniti Durata media della disoccupazione in Europa e USA 2007 2008 Ungheria Europa La determinazione dei salari I lavoratori percepiscono solitamente un salario superiore al loro salario di riserva, cioè il salario che li rende indifferenti tra lavorare ed essere disoccupati. I salari di solito dipendono dalle condizioni prevalenti sul mercato del lavoro: quanto più basso è il tasso di disoccupazione, tanto maggiori sono i salari. Due linee interpretative: ü anche in assenza di contrattazione collettive (contrattazioni tra sindacati e imprese), i lavoratori hanno una certa forza contrattuale che usano per ottenere salari più elevati. ü le imprese stesse, per varie ragioni, possono voler pagare salari superiori a quello di riserva. Contrattazione La forza contrattuale di un lavoratore dipende da: • il costo, in caso di dimissioni, che l’impresa paga per sostituirlo; • la difficoltà a trovare un nuovo lavoro. La forza contrattuale dipenderà: • dalla natura del lavoro; • dalle condizioni prevalenti sul mercato. La teoria dei “salari di efficienza” Prescindendo dalla forza contrattuale dei lavoratori, le stesse imprese possono voler pagare un salario superiore a quello di riserva: • per avere lavoratori più produttivi, incentivati da una migliore remunerazione; • diminuire il tasso di avvicendamento dei lavoratori (turnover): la riduzione di turnover tende ad aumentare la produttività. Pagare un salario più elevato è quindi uno strumento di incentivazione dei lavoratori: gli economisti chiamano le teorie che legano la produttività o l’efficienza dei lavoratori al salario percepito teorie dei “salari di efficienza”. La teoria dei “salari di efficienza” Come le teorie basate sulla contrattazione, le teorie dei salari di efficienza suggeriscono che i salari dipendono: - dalla natura del lavoro; - dalle condizioni del mercato del lavoro. Le imprese che considerano il morale e l’impegno dei lavoratori come elementi essenziali alla qualità del lavoro pagheranno di più. Il salario è influenzato anche dalle condizioni prevalenti sul mercato del lavoro: un elevato numero di posti di lavoro vacanti rende conveniente per i lavoratori dare le dimissioni. Salari, prezzi e disoccupazione La precedente discussione sulla determinazione dei salari suggerisce un’equazione dei salari come segue: e W = P F (u, z) (− ,+ ) Dove il salario nominale aggregato, W, dipende da tre fattori: 1. il livello atteso dei prezzi, Pe; 2. il tasso di disoccupazione, u; 3. una generica variabile, z, che rappresenta tutte le altre variabili che influenzano la determinazione dei salari. Salari, prezzi e disoccupazione Livello atteso dei prezzi I salari sono fissati in termini nominali quando il livello dei prezzi non è ancora noto. Pe↑ ⇒ W↑ Il tasso di disoccupazione Il tasso di disoccupazione influenza negativamente il livello dei salari. Un tasso di disoccupazione elevato indebolisce il potere contrattuale dei lavoratori. u↓ ⇒ W↑ Salari, prezzi e disoccupazione Gli altri fattori, z Quali variabili? ◦ Indennità di disoccupazione ◦ Salario minimo ◦ Livello di protezione dei lavoratori Relazione positiva tra z e il livello dei salari z↑ ⇒ W↑ Austria a Belgio Bulgaria Cipro Rep. Ceca Danimarca Estonia b Finlandia Francia Germania c Grecia Ungheria Irlanda d Italia Lettonia Lituania Lussemburgo Malta Olanda Norvegia Polonia e Portogallo Romania Rep. Slovacca Slovenia Spagna f Svezia g Svizzera Regno Unito i Durata dell’erogazione dei sussidi alla disoccupazione (mesi) Indennità di disoccupazione 70 illimitato In base all’età 2008 60 50 40 30 20 10 0 In base all’età e all’esperienza lavorativa o ai contributi assicurativi versati In base all’esperienza lavorativa o ai contributi assicurativi versati Per persone con difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro 0 Lussemburgo Irlanda 1.800 Belgio Olanda Francia Regno Unito Austria Cipro Grecia Malta Spagna Slovenia Portogallo Croazia Turchia Polonia Rep. Slovacca Rep. Ceca Estonia Lettonia Ungheria Lituania Romania Bulgaria Euro Salario minimo 2009 1.600 1.400 1.200 1.000 800 600 400 200 0,00 Portogallo Italia 2,00 Spagna Francia Germania Giappone Norvegia Svezia Austria Olanda Belgio Finlandia Nuova Zelanda Danimarca Svizzera Irlanda Australia Regno Unito Canada Stati Uniti Protezione dei lavoratori Livello di protezione dei lavoratori 1995 1,80 1,60 1,40 1,20 1,00 0,80 0,60 0,40 0,20 Approfondimenti Henry Ford e i salari di efficienza Nel 1914, Henry Ford – il costruttore dell’automobile più famosa del mondo, il modello T – fece un annuncio sorprendente: la sua società avrebbe pagato a tutti i lavoratori qualificati un minimo di 5 dollari al giorno per una giornata lavorativa di otto ore. Questo rappresentava un notevole incremento di salario per gran parte degli occupati, che fino ad allora avevano guadagnato 2,34 dollari per una giornata lavorativa di nove ore. Anche se i profitti erano soddisfacenti, l’impatto di questo aumento salariale non era affatto trascurabile: rappresentava circa metà dei profitti totali della società. Henry Ford e i salari di efficienza Quali motivazioni spingessero Ford non è ancora del tutto chiaro. Egli stesso elencò una lunga serie di ragioni, ma non sappiamo quali fossero quelle in cui credeva veramente. La ragione principale non era la difficoltà della società a reperire lavoratori al salario di prima, ma la difficoltà nel mantenerli alle sue dipendenze. C’era infatti un alto tasso di turnover, e un’elevata insoddisfazione tra i lavoratori. Quali che fossero le ragioni dietro la scelta di Ford, i risultati dell’aumento salariale furono sorprendenti. Henry Ford e i salari di efficienza Il tasso annuale di turnover (il rapporto tra interruzioni del rapporto di lavoro e occupati) crollò dal 370% nel 1913 al 16% nel 1915. Il tasso di licenziamento scese dal 62% a quasi lo 0%. Altri indicatori vanno nella stessa direzione. Il tasso medio di assenteismo, che era del 10% nel 1913, scese al 2,5% l’anno successivo. Non c’è alcun dubbio che la fonte principale di questi cambiamenti fu l’aumento salariale. Henry Ford e i salari di efficienza La produttività alla Ford aumentò abbastanza da compensare il costo dei maggiori salari? La risposta a questa domanda è meno chiara. La produttività era molto più alta nel 1914 che nel 1913; le stime degli aumenti di produttività vanno dal 30 al 50%. Nonostante gli elevati salari, anche i profitti furono più elevati nel 1914 rispetto all’anno precedente. Ma quanto questo aumento fosse dovuto a variazioni del comportamento e quanto al crescente successo del modello T è difficile da stabilire. Henry Ford e i salari di efficienza Quindi, mentre gli effetti depongono a favore della teoria dei salari di efficienza, potrebbe anche darsi che l’aumento salariale a 5 dollari al giorno fosse eccessivo, almeno dal punto di vista della massimizzazione dei profitti. Ma Henry Ford probabilmente aveva anche altri obiettivi, come tenere lontani i sindacati dalla sua società – cosa che riuscì a ottenere – e come fare pubblicità a se stesso e alle sue automobili – cosa in cui riuscì ancor meglio. La determinazione dei prezzi I prezzi dipendono dai costi che, a loro volta, dipendono dalla funzione di produzione - la relazione tra gli input impiegati e l’output prodotto. Assumiamo che le imprese producano beni usando un unico fattore produttivo, il lavoro: Y = AN Dove Y è la produzione, N l’occupazione e A la produttività del lavoro. Assumiamo ora che A=1 (un lavoratore produce una unità di prodotto), la funzione di produzione diventa: Y= N La determinazione dei prezzi Un modo semplice per definire come le imprese fissano i prezzi è rappresentato dalla seguente equazione: P = (1 + µ)W Dove µ è il ricarico del prezzo sul costo di produzione, indicato generalmente come markup. ü ü ü In concorrenza perfetta si ha che P = W, dunque µ = 0. Se le imprese hanno potere di mercato, µ sarà positivo e il prezzo P sarà superiore al costo W di un fattore uguale a (1+ µ). A un maggior livello di product market regulation corrisponde un più ridotto grado di concorrenza µ = f ( Pmr ) (+) L’equazione dei salari Assumiamo che, nella determinazione dei salari, i salari nominali dipendano dal livello effettivo dei prezzi, P, piuttosto che dal livello atteso dei prezzi Pe. L’equazione dei salari diventa: W = PF (u, z) Dividendo entrambi i lati per il livello dei prezzi, si ottiene: W = F ( u, z ) P Quanto maggiore è il tasso di disoccupazione, tanto minore sarà il salario reale scelto da chi fissa i salari. L’equazione dei prezzi L’equazione dei prezzi diventa: P = (1 + µ) W Invertendo entrambi i lati di questa equazione, si ottiene: W 1 = P (1 + µ) Il salario reale fissato dalle imprese è una funzione delle decisioni di prezzo. Un aumento del markup fa aumentare i prezzi a parità di salari, facendo in tal modo diminuire il salario reale. Le equazione dei salari, dei prezzi e il tasso naturale di disoccupazione Price setting Wage setting Il tasso naturale di disoccupazione è il tasso di disoccupazione tale per cui il salario reale scelto nella determinazione dei salari è uguale al salario reale che scaturisce dalla determinazione dei prezzi. Salari reali di equilibrio e disoccupazione Eliminando W/P dall’equazione dei salari e sostituendola nell’equazione dei prezzi otteniamo: 1 F (un , z) = 1+ µ Il tasso di disoccupazione di equilibrio, un, deve essere tale per cui il salario reale scelto nella determinazione dei salari sia uguale al salario reale derivante dalla fissazione dei prezzi ed è chiamato tasso naturale di disoccupazione. Sussidi di disoccupazione e tasso naturale di disoccupazione Un aumento dei sussidi di disoccupazione porta a un aumento del tasso naturale di disoccupazione. Markup e tasso naturale di disoccupazione Un aumento del markup provoca una riduzione del salario reale e un aumento del tasso naturale di disoccupazione. Salari reali di equilibrio e disoccupazione Fattori come i sussidi di disoccupazione e la legislazione antitrust riflettono caratteristiche della struttura dell’economia. Ecco perché il termine migliore per il tasso naturale di disoccupazione potrebbe essere tasso strutturale di disoccupazione. Dalla disoccupazione all’occupazione Sia U la disoccupazione, N l’occupazione e L la forza lavoro, allora: U L− N N u= = = 1− L L L Se l’occupazione in funzione della forza lavoro e del tasso di disoccupazione è: N = L(1 − u) Allora il livello naturale di occupazione sarà: N n = L(1 − un ) Dall’occupazione alla produzione Se il livello di produzione naturale si raggiunge quando l’occupazione è pari al suo livello naturale, è dato da: Yn = N n = L(1 − un ) Usando le equazioni appena derivate, il livello naturale di produzione è definito implicitamente da: 1 ⎛ Yn ⎞ F ⎜1 − , z ⎟ = L ⎠ (1 + µ ) ⎝ Dall’occupazione alla produzione ü Il salario reale risultante dal processo di determinazione dei salari è una funzione decrescente del tasso di disoccupazione ü Il salario reale derivante dalla determinazione dei prezzi è costante ü L’equilibrio sul mercato del lavoro richiede che il salario reale sia scelto nella determinazione dei salari sia uguale al salario reale derivante dalla determinazione dei prezzi e ciò determina il tasso di disoccupazione di equilibrio ü Questo tasso di disoccupazione è noto come tasso naturale di disoccupazione ü Associato al tasso naturale di disoccupazione sono il livello naturale di occupazione e di produzione