INTERROGAZIONE SIMULATA UDA 7 TEMA 3

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INTERROGAZIONE SIMULATA
UDA 7 TEMA 3
QUAL È IL LEGAME TRA LIVELLO DELLA PRODUZIONE E TASSO DI
DISOCCUPAZIONE?
Quando la domanda aggregata è bassa, anche la produzione diminuisce e la disoccupazione sale oltre il
suo livello naturale. Quindi, nel breve periodo, il livello di disoccupazione effettivo può essere superiore a
quello naturale. Al crescere della produzione il tasso di disoccupazione diminuisce. Per questo possiamo
affermare che a ogni livello di produzione corrisponde un ben preciso tasso di disoccupazione e viceversa.
QUAL È IL LEGAME TRA LIVELLO DELLA PRODUZIONE E LIVELLO DEL SALARIO?
Il salario monetario dipende dal livello della produzione e varia nella stessa direzione. Infatti, se la
produzione sale, il tasso di disoccupazione diminuisce, ciò rafforza i lavoratori e favorisce l’incremento del
salario. Le imprese cercano di recuperare gli incrementi salariali alzando i prezzi. Possiamo dunque
affermare che l’aumento della produzione generalmente provoca l’incremento dei prezzi.
COME DEVE REAGIRE LA BANCA CENTRALE QUANDO AUMENTANO I PREZZI?
Quando aumenta il prezzo delle merci le persone hanno bisogno di più moneta per realizzare le stesse
spese. Se la Banca centrale tiene fissa l’offerta di moneta, il risultato è un aumento del tasso di interesse,
che provoca una diminuzione degli investimenti e quindi una riduzione della domanda aggregata e del livello
del reddito di equilibrio.
È POSSIBILE AFFERMARE CHE IL SISTEMA È IN GRADO DI RAGGIUNGERE
L’EQUILIBRIO DI PIENO IMPIEGO IN MODO AUTONOMO?
Una delle conclusioni fondamentali della teoria keynesiana è che in genere il volume della domanda
aggregata è insufficiente e per tale ragione il reddito di equilibrio è inferiore a quello potenziale. Tale
posizione, però, non è destinata a perdurare perché, quando la disoccupazione supera il suo livello naturale,
i salari monetari diminuiscono e con essi diminuiscono i prezzi riportando il sistema in una posizione di
equilibrio di pieno impiego.
PERCHÉ GLI ECONOMISTI KEYNESIANI RITENGONO IMPORTANTE L’INTERVENTO
DELLO STATO NELL’ECONOMIA NONOSTANTE LA CAPACITÀ DEL SISTEMA DI
AUTOREGOLARSI?
Il processo di riaggiustamento spontaneo verso l’equilibrio è troppo lento. Per questo, quando la domanda
aggregata è insufficiente, le autorità di governo devono favorire la crescita economica con interventi di
politica economica espansivi, anche a costo di sopportare un incremento dei prezzi.
CHE COSA PENSANO DELL’INTERVENTO DELLO STATO NEL SISTEMA ECONOMICO
GLI ECONOMISTI DELLA SCUOLA MONETARISTA?
Secondo i gli economisti monetaristi le crisi sono di ampiezza e durata limitate e il sistema di libero mercato
possiede meccanismi riequilibratori rapidi, riconducibili alla piena flessibilità di tutti i prezzi. In tale contesto,
un intervento dello Stato finirebbe per sovrapporsi al riequilibrio spontaneo del sistema, con il risultato di
aumentare l’ampiezza delle fluttuazioni cicliche, anziché diminuirla.
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