BES (macrocategoria) Introduzione La definizione BES fornita da Dario Janes nel 2005 indica una categoria estendibile oltre agli alunni inclusi nelle categorie di disabilità, a tutti gli alunni che vanno male a scuola per una varietà di ragioni che ne impediscono un progresso ottimale. La scuola al suo interno registra la presenza di alunni con bisogni educativi così detti “ speciali” . Non si tratta di deficit o patologie che rinviano a condizioni di disabilità ma situazioni di bisogno che, qualora trascurate, possono generare insuccesso scolastico e esclusione dai processi educativi. L’aggettivo “speciale”, così inteso, quindi, non dipende e nemmeno rinvia alla “certificazione di handicap” ma denota quegli specifici bisogni che tutti gli alunni possono manifestare a seguito di difficoltà temporanee o permanenti, la cui presenza e rilevazione richiedono da parte del sistema scuola attenzioni particolari e risorse specifiche senza le quali verrebbe meno il diritto all’educazione. BES, quindi, non ha valore clinico ma politico cioè una macrocategoria che prende dentro di sé tutte le possibili difficoltà educativo-apprenditive degli alunni, sia le situazioni considerate tradizionalmente come disabilità mentale, fisica, sensoriale, sia quelle di deficit in specifici apprendimenti clinicamente significativi, la dislessia, il disturbo da deficit attentivo e altre varie situazioni di problematicità psicologica, comportamentale, relazionale, apprenditiva, do contesto socio - culturale. CHI sono i BES?? La macrocategoria comprende: 1. diversabilità 2. DSA (disturbi specifici dell’apprendimento) e/o ADH (deficit dell’attenzione e dell’iperattività) 3. disagio personale, psicologico, socio – ambientale 4. disagio culturale ed etnico L’OCSE individua le seguenti tre categorie: 1. categoria A: alunni con disabilità 2. categoria B: alunni co DSA e/o ADH 3. categoria C: alunni in situazione di svantaggio I BES riguardano, dunque, gli alunni che in una certa fase della loro crescita (fino ai 18 anni) accanto ai bisogni educativi normali: a) sviluppo delle competenze b) appartenenza sociale c) valorizzazione e autostima d) identità autonoma e) accettazione hanno bisogni speciali, più complessi e difficoltosi, talvolta patologici generati da condizioni fisiche o da fattori personali o ambientali che creano difficoltà di funzionamento educativo e apprenditivo. Quando diventano speciali i bisogni educativi normali?? Tutti hanno bisogni normali, normalissimi, diventano speciali quando la situazione di funzionamento biopsicosociale problematica per la persona ha reso per lei difficile trovare una risposta adeguata ai suoi bisogni, un soddisfacimento adeguato ai suoi bisogni. Si deve pensare al concetto di bisogno non tanto come mancanza, privazione o deficienza, in sé negativa, ma come una situazione di dipendenza della persona dai suoi ecosistemi, relazione che porta alla persona che cresce alimenti positivi per il suo sviluppo. In altri termini, cresco bene in apprendimenti e partecipazione se questa relazione “gira bene” e posso trovare risposte e alimenti adeguati al mio sviluppo. Come definire il funzionamento problematico?? danno: vissuto effettivamente dall’alunno e prodotto su altri (alunni, genitori, insegnanti) ostacolo: per lo sviluppo futuro cognitivi, affettivi, relazionali, sociali stigma sociale: scarso funzionamento educativo – apprenditivo peggiora la sua immagine sociale Quando si parla di “funzionamento della persona” in un’ottica psicosociale, ci si riferisce all’intreccio complesso e multidimensionale dell’ICF (dove ICF sta per classificazione del funzionamento delle disabilità e della salute definita nel 2001 dall’organizzazione mondiale della sanità) dove giocano un ruolo fondamentale le interazioni tra condizioni fisiche, corpo, competenze personali, partecipazione sociale, contesti ambientali e contesti personali. L’idea di BES fondata sul funzionamento globale della persona porta al superamento delle catagorie diagnostiche tradizionali nella fase di riconoscimento di una situazione in cui l’alunno ha diritto ad un intervento individualizzato, inclusivo che si traduce in: Bisogno di specialità, ovvero fare le cose che la sua specifica condizione chiede funzionalità delle sue possibilità in senso educativo - apprenditivo Riepilogando: Dario Janes nel 2005 si espresse così: “Il BES (Special Educational Need) è una qualsiasi difficoltà evolutiva, permanente o transitoria in ambito educativo e/o apprenditivo, espressa in un funzionamento problematico (come risultato dell’interazione dei sette ambiti della salute secondo il modello ICF) che risulta tale anche per il soggetto, in termini di danno, ostacolo o stigma sociale, indipendentemente dall’eziologia e che necessita di educazione speciale individualizzata”. In questi casi, i normali bisogni, su citati, dei quali tutti gli alunni hanno bisogno si arricchiscono, diventano più complessi a causa di un funzionamento educativo – apprenditivo problematico. Punti chiave della definizione di BES: prima dei diciotto anni funzionamento globale del soggetto (bio- psico-sociale) continuum tra BES e normalità tre criteri per stabilire la problematicità: danno, ostacolo, stigma sociale, In definitiva, BES è un concetto positivo per i seguenti motivi: 1. reversibilità nel tempo 2. minor stigmatizzazione (non patologizzazione) 3. no modello eziologico e classificazione dei disturbi (effetto iatrogeno della diagnosi) 4. propone un modello globale di funzionamento educativo ed apprenditivo 5. necessita di individualizzazione, di educazione speciale e di inclusione I MODELLO ICF Sono sempre di più gli alunni che per qualche difficoltà di “funzionamento” preoccupano gli insegnanti e le famiglie. Gli alunni con BES hanno necessità di interventi mirati alla loro situazione di difficoltà e dei fattori che la originano e/o la mantengono. Questi interventi possono essere vari nelle modalità, nelle professionalità coinvolte, nella durata, nel grado i <mimetizzazione> all’interno delle normali attività didattiche (in questo caso si parla di “speciale normalità”: una normalità educativo-didattica resa più ricca, più efficace attraverso le misure adottate per rispondere ai BES) In alcuni casi, questa individualizzazione prenderà la forma di un formale Piano Educativo Individualizzato, Progetto di Vita, in altri sarà una <semplice> informale serie di delicatezze e attenzioni psicologiche rispetto ad una situazione familiare difficile, in altri ancora potrà essere uno specifico intervento psicoeducativo nel caso di comportamento problema. I BES sono molti e diversi: una scuola davvero inclusiva dovrebbe essere in grado di leggerli tutti(individuando, così, il reale fabbisogno di risorse aggiuntive) e su questa base generare la dotazione di risorse adeguate a dare risposte necessarie. c’è, dunque, la necessità di una cornice forte che orienti questa lettura, una cornice concettuale e antropologica unica per cogliere le varie dimensioni dei bisogni <forti> e di quelli <deboli> che rischiano di non essere riconosciuti con piena dignità. Infatti, la situazione di una persona va letta e compresa profondamente in modo olistico e complesso, da diverse prospettive in modo interconnesso e reciprocamente causale. Il modello ICF è il modello concettuale che serve a questa lettura ed è appropriato perché questo approccio è afferente alla salute e al funzionamento globale, non alla disabilità o patologie. L’ICF non misura e valuta ma fornisce un linguaggio standard unificato: condiviso a livello mondiale condiviso da diverse figure professionali e permette di comprendere il funzionamento umano in termini di: descrivere comunicare progettare azioni per lo sviluppo del funzionamento. Lo strumento viene gestito dal team docenti o dal consiglio di classe, collegialmente, e viene usato per esaminare le varie situazioni di funzionamento educativo-apprenditivo di tutti gli alunni, identificando così quelli che hanno qualche Bisogno Educativo Speciale. Dal momento che questa valutazione ha senso e necessita per la definizione e progettazione di risorse aggiuntive per le varie azioni inclusive, sarà ovviamente utile compierla nei tempi indicati dalla normativa vigente. Nelle classi si trovano molti alunni con difficoltà nell’ambito dell’apprendimento e dello sviluppo di competenze. In questa grande categoria possiamo includere varie difficoltà: dai più tradizionali disturbi specifici dell’apprendimento (dislessia, disgrafia, discalculia), al disturbo da deficit attentivo con o senza iperattività, a disturbi nella comprensione del testo, alle difficoltà visuo-spaziali, alle difficoltà motorie, alla goffaggine, alla disprassia evolutiva, ecc. Troviamo anche gli alunni con ritardo mentale e ritardi nello sviluppo, originati dalle cause più diverse. Hanno una difficoltà di apprendimento e di sviluppo psicologico e didattico, oltre che naturalmente fisico e biologico. L’alunno che viene conosciuto e compreso nella necessità dei suoi bisogni, attraverso il modello ICF può evidenziare difficoltà specifiche nei seguenti sette ambiti: 1. Condizioni fisiche. L’alunno ha qualche difficoltà originata in questo ambito specifico? (condizioni o malattie croniche o acute, ospedalizzazioni oppure fragilità, lesioni, debolezza con altre condizioni biologicamente significative che incidano sul suo funzionamento complessivo). 2. Strutture corporee: L’alunno ha qualche difficoltà originata in questo ambito specifico? (menomazioni sensoriali, motorie, cognitive) 3. Funzioni corporee: L’alunno ha qualche difficoltà originata in questo ambito specifico? (menomazioni sensoriali, motorie, cognitive) 4. Capacità personali interazione….) (deficit di apprendimento, Ambiti apprendimento ed applicazione delle conoscenze pianificazione delle azioni/autoregolazione (compiti e richieste generali) comunicazioni/linguaggi interazione e relazioni personali mobilità cura della propria persona 1. 2. 3. 4. 1. 2. 3. 4. 5. 1. 2. 3. 4. 5. 1. 2. 1. 2. 3. 4. 5. 1. 2. 3. 4. comunicazione, linguaggio, autonomia, Azioni guardare, ascoltare ripetere, copiare imparare a scrivere, leggere, calcolare pensiero, lettura, scrittura, calcolo compiti singoli o articolati autonomamente o in gruppo routine quotidiana gestione della tensione e altre richieste di tipo psicologico controllare il proprio comportamento ricevere o produrre messaggi verbali o non verbali messaggi nel linguaggio dei segni messaggi scritti conversare: aprire, mantenere, terminare una conversazione interazioni personali semplici e complesse con estranei, con la famiglia e gli amici mantenere e cambiare una posizione spostare oggetti uso fine della mano camminare, spostarsi usare mezzi di trasporto lavarsi vestirsi mangiare, bere badare alla propria sicurezza 5. Competenze scolastiche: In questo ambito si sono introdotte le differenze maggiori rispetto al modello originale ICF, nel quale si parla di partecipazione sociale nei vari ambiti e nei vari ruoli di vita sociale, ciò per dare maggiore rilievo al ruolo partecipativo scolastico, al ruolo cioè di alunno che deve apprendere le competenze previste dal curricolo. Gli insegnanti valuteranno se l’alunno evidenzia difficoltà nel rivestire il ruolo di alunno e seguire il curricolo e le attività della classe, difficoltà di seguire le occasioni di partecipazione sociale della classe. In particolare, dovranno essere esaminate le competenze nell’area linguistica, logico-matematica, antropologica e sociale, nell’area motoria, nelle lingue straniere e comunque in ogni ambito disciplinare previsto dal curricolo di ogni livello di scolarità. Va precisato, però, che l’analisi di questa possibile fonte di Bisogno Educativo Speciale non va limitata al deficit di competenze scolastiche, ma va estesa anche a deficit o impedimenti in altre partecipazioni sociali in ruoli diversi extrascolastici, familiari e di tempo libero, ecc. Schematizzando: Ambiti istruzione coinvolgimento nel gioco vita nella comunità ricreazione e tempo libero Azioni 1. 2. 3. 1. 2. 3. 4. 1. 2. 3. 1. 2. 3. 4. informale prescolastica scolastica gioco solitario gioco da spettatori gioco parallelo gioco cooperativo condiviso associazioni cerimonie vita di comunità informale sport arte e cultura hobby socializzazione informale 6. Contesto ambientale: (barriere architettoniche, pregiudizi, famiglia problematica, contesti sociali devianti, difficoltà socio economiche, ambienti deprivati/devianti, scarsità di servizi, pregiudizi e ostilità culturali). Gli insegnanti si chiederanno se l’alunno ha un contesto ambientale problematico, ad esempio a livello familiare o di relazioni extrafamiliari, come ad esempio nel gruppo dei pari, se incontra difficoltà nel fattore contestuale extrascolastico delle opportunità per il tempo libero, oppure nella cultura dell’ambiente circostante oppure a livello economico, nel livello logistico, come ad esempio il sistema dei trasporti, degli ausili, ecc. 7. Contesto personale: (problemi emozionali, bassa autostima, scarsa motivazione, stili attributivi distorti, problemi di comportamento, difficoltà nell’identità e nel progetto di sé). Ci si chiederà se l’alunno presenta qualche problema nei fattori contestuali di tipo psicologico, affettivo, relazionale e comportamentale che mediano lo sviluppo e l’apprendimento, in particolare la motivazione, l’autostima, le emozioni, l’autoefficacia e i comportamenti problematici. In uno o più di questi ambiti si può generare un BES specifico che poi interagirà con gli altri ambiti, producendo la situazione globale e complessa di questo alunno. Ovviamente, il peso dei singoli ambiti variano da alunno ad alunno anche all’interno di una stessa condizione biologica originaria o contestualmente ambientale. Il modello ICF è proprio utile per la lettura dei BES in un’ottica di salute globale per una comprensione qualitativa degli <ambiti> di difficoltà di un alunno e una definizione dei corrispondenti <ambiti> di risorse. Ogni voce prevista dalla griglia di screening andrà valutata con una scala da 0 a 4, dove il valore 0 indica che l’alunno non presenta alcun problema mentre il valore 4 indica una situazione compromessa al massimo grado, a livello di estrema gravità. I tre valori intermedi indicano un lieve, medio e grave bisogno di risposte individualizzate e inclusive. Gli alunni che non presentano BES avranno il punteggio zero in tutte le voci, gli alunni con BES avranno un profilo vario con valori positivi in una o più voci. Il primo passo è l’identificazione precoce e in tempo utile degli alunni con BES al fine di definire le risorse aggiuntive di inclusione e di individualizzazione se non di tutti gli alunni almeno della maggior parte. attraverso lo screening, tanto il Consiglio di classe, quanto il D.S. sono consapevoli, con giusto anticipo, dell’identificazione precisa dei vari alunni con BES e di ognuno di essi, il profilo individuale della composizione del suo specifico Bisogno Educativo Speciale. Il secondo passo è la programmazione delle risorse necessarie per avviare un’efficace politica inclusiva. Il terzo passo (in termini di “prodotto atteso” da questo screening) è la definizione del <peso> in termini di BES presentato dalle singole classi in modo da poterle confrontare tra loro. Questa operazione è fondamentale per equilibrare la composizione delle classi in modo da non avere classi con un peso eccessivamente elevato o minore in termini di BES. Riepilogando: ICF: Modello Bio-Psico-Sociale ICF-CY: classificazione internazionale del funzionamento; della disabilità e della salute PERCHE’ ICF-CY? Sistema classificatorio sensibile alle caratteristiche: fisiche, sociali, psicologiche Obiettivi di ICF-CY: Descrivere il funzionamento dei bambini e degli adolescenti; tenendo conto dei cambiamenti associati alla crescita e allo sviluppo e di come essi sono diverse da quelle degli adulti ICF organizza le informazioni in due parti PARTE 1: si occupa del PARTE 2: si occupa dei Fattori contestuali Funzionamento e Disabilita’ Ogni parte è composta da 2 componenti Perché l’ICF a scuola??? Affinare i processi di integrazione degli alunni con disabilità e, più in generale, degli alunni con Bisogni Educativi Speciali In cosa l’ICF può affinare i processi di integrazione o Lettura della condizione complessiva della persona o Punti di debolezza ma anche di forza o Lettura del contesto o Fattori ambientali che creano barriere o Piano personalizzato elaborato sulla base del Modello ICF Come identificare gli alunni con BES?? Attraverso una griglia di screening che contenga i seguenti indicatori: 1. condizioni fisiche 2. strutture corporee 3. funzioni corporee 4. capacità personali 5. competenze scolastiche 6. contesto ambientale 7. contesto personale Che fare?? Responsabilità pedagogico-didattica rispetto alla delega biomedica: il Consiglio di classe, la scuola nella sua autonomia, nella sua competenza professionale è in grado di valutare un soggetto con BES senza che abbia alle spalle una certificazione, una diagnosi clinica, un qualche documento che indichi un problema. A questo punto, la norma dice che il Consiglio di classe, anche in assenza di documentazione su ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche esprime e valuta la difficoltà. Cosa significa “ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche”? Fondate su due questioni: 1. punto: fondamento antropologico: bisogna fondarla bene dal punto di vista pedagogico di persona condivisa. Qui l’ICF è lo strumento che il Consiglio di classe deve utilizzare in quanto ci dà un’idea di funzionamento umano (come su illustrato) per dire che quell’alunno ha un problema perché qualche elemento del suo funzionamento che sia il corpo, che siano le sue attività personali, che sia il contesto personale, ambientale, la sua partecipazione ovvero l’intreccio di quegli elementi dà un problema. In definitiva, fondamento antropologico cioè un’idea di persona che dei campi che interagiscono tra loro. 2. punto: fondamento sul concetto di problematicità: quando diventa problematico? Non quando dà fastidio al docente ma quando al soggetto, all’alunno stesso crea un problema. Qui il concetto di problematicità resta legato ai tre criteri su citati ovvero: il danno, l’ostacolo, lo stigma sociale. Il Consiglio di classe individua preventivamente gli alunni con BES nelle tre grandi sotto-categorie: disabilità; disturbi evolutivi specifici (DSA e/o i deficit del linguaggio, dell’attenzione e dell’iperattività ADH) svantaggio socio-economico, linguistico, culturale (altre tipologie di deficit o disturbo, non altrimenti certificate) Individuati gli alunni con BES, si porrà la domanda: Il/i problema/i rilevato/i può/possono essere affrontato/i e almeno in parte risolto/i dalla scuola? Bisogna intervenire solo su quei problemi dei quali possiamo riconoscere le cause che possono essere affrontate sul piano educativo e didattico e solo (almeno in parte) sugli effetti di cause esterne alla scuola e che è compito di altri cercare e risolvere Elaborare un percorso individualizzato e personalizzato per alunni con BES, attraverso la redazione di un Piano Didattico Personalizzato (PDP), che serva come strumento di lavoro in itinere per gli insegnanti ed abbia la funzione di documentare alle famiglie le strategie di intervento programmate, ovvero attivare un progetto temporaneo e reversibile attraverso: percorso di conoscenza delle difficoltà del funzionamento attraverso intervista all’alunno e alla famiglia attivazione di risorse: compagni di classe, collaboratori scolastici, famiglie, amici (risorse informali), psicologo, neuropsichiatra, assistente sociale, assistente educatore, mediatore linguistico (risorse formali) individualizzazione dell’intervento ed educazione speciale inclusione 1. STEP Sezione di partenza rilevata Alunno Motivata e costruttiva Attiva Adeguata Selettiva Inadeguata Saltuaria/scarsa Costante e perseverante Costante Adeguato Superficiale Parziale Scarso/inesistente Completa Soddisfacente Essenziale Inadeguata Problematica Corretto Adeguato Non sempre corretto Problematico comportamento Corretto e corretto responsabile Documentazione significativa Segnalazioni da operatori dei servizi sociali Segnalazioni da parte della famiglia Informazioni particolari Partecipazione alla vita scolastica impegno/motivazione socializzazione Valutazione delle abilità trasversali lettura Ascolto/comprensione Produzione scritta Completa/o Corretta/o Adeguata/o Parziale/acquisita/o in parte Inadeguata/o/non acquisita/o Produzione orale/comunicazione Osservazione Registrazione/memorizzazione Osservazione e correlazione Ordinamento spaziotemporale Ordinamento Classificazione Seriazione Coordinazione senso-motoria e oculo-manuale Trattamento e manipolazione dei materiali Rielaborazione Analisi e sintesi Metodo di studio Conoscenze ed abilità disciplinari Complete Acquisite Adeguate Parzialmente acquisite Non acquisite Area linguistica Area tecnico-scientifica Area artistico-musicale Area motoria 2. STEP Il Consiglio di Classe/Team programma gli interventi/attività/laboratori per migliorare/recuperare le carenze e i problemi individuati come bisogni educativi speciali. Ogni docente si impegna per quanto riguarda la sua area disciplinare e per quanto riguarda gli obiettivi trasversali ad “attivare” quanto programmato e nei tempi previsti. Uno sfondo rilevante è quello delle azioni didattiche e delle strategie rivolte intenzionalmente allo sviluppo e all’apprendimento.In questo sfondo, le persone (docenti, educatori, genitori e tutte le varie figure significative) cercano di facilitare lo sviluppo di competenze, per cui bisogna cercare di costruire una solida struttura concettuale e metodologica che interconnetta e metta in relazione i diversi piani di azione. Nell’agire educativo – didattico quotidiano, qualunque siano gli obiettivi da conseguire, bisogna muoversi sui seguenti quattro piani che si interconnettono e si influenzano a vicenda: 1. relazione con l’alunno 2. dimensione affettiva (delle emozioni, degli stati d’animo e dei sentimenti) 3. dimensione didattica organizzata in concrete attività orientate da una metodologia 4. gestione “microscopica”, molecolare delle dinamiche di comunicazione e mediazione didattica rispetto all’apprendimento di obiettivi specifici (processi di mediazione nella micro dinamica di insegnamento/apprendimento) Cosa deve contenere il PDP? analisi della situazione dell’alunno L’analisi della situazione dell’alunno deve riportare le indicazioni fornite da chi ha redatto la segnalazione, quelle pervenute dalla famiglia e i risultati del lavoro di osservazione condotto a scuola. Deve rilevare le specifiche difficoltà che l’allievo presenta ed anche i suoi punti di forza. livello degli apprendimenti obiettivi e contenuti d’apprendimento per ciascun alunno Nelle diverse discipline o nei diversi ambiti di studio vanno individuati gli effettivi livelli di apprendimento, che devono essere rilevati con le modalità più idonee a valorizzare le effettive competenze dell’allievo superando le sue specifiche difficoltà Per ciascuna disciplina o ambito di studio vanno individuate le abilità e le conoscenze fondamentali che l’allievo deve acquisire, affinché sia mantenuta la validità effettiva del corso di studi ma al contempo assicurando un volume di lavoro compatibile con le specifiche modalità di funzionamento di un allievo con BES METODOLOGIE – MISURE COMPENSATIVE E DISPENSATIVE Per ciascuna disciplina o ambito di studio vanno individuate le metodologie più adatte ad assicurare l’apprendimento dell’allievo in relazione alle sue specifiche condizioni. Per ciascuna disciplina o ambito di studio vanno individuati gli strumenti compensativi e dispensativi necessari a sostenere l’allievo nell’apprendimento valutazione Andranno specificate le modalità attraverso le quali si intende valutare i livelli di apprendimento nelle diverse discipline o ambiti di studio. Dovrà essere ad esempio esplicitamente esclusa la valutazione della correttezza ortografica e sintattica per gli allievi disgrafici o disortografici obiettivi minimi ed esami assegnazione dei compiti a casa e rapporti con la famiglia Per ogni disciplina andranno pertanto individuate le modalità che consentano di appurare l’effettivo livello di apprendimento Gli obiettivi minimi che questi alunni devono raggiungere in ogni materia sono identici a quelli dei compagni, così come stabilito nelle programmazioni disciplinari curricolari. Le indicazioni per questi alunni sono relative all’adozione di strumenti compensativi e dispensativi, di modalità differenti di verifica e valutazione, che afferiscono ai modi, ma non alla sostanza. In ogni caso le prove scritte e orali devono essere uguali a quelle dei compagni e non differenziate (semplificate o equipollenti). Nella programmazione personalizzata dovranno essere indicate le modalità di accordo tra i vari docenti e con la famiglia in ordine all’assegnazione dei compiti a casa: •come vengono assegnati (con fotocopie, con nastri registrati, ...); •- in quale quantità vengono assegnati (tenere conto che i ragazzi con BES sono lenti e fanno molta più fatica degli altri, quindi occorre selezionare gli aspetti fondamentali di ogni apprendimento); •- con quali scadenze vengono assegnati, evitando sovrapposizioni e sovraccarichi; •- con quali modalità possono essere realizzati, se quelle consuete risultano impossibili o difficoltose. Firma del PDP e legge sulla privacy Alla stesura del PDP deve far seguito il contatto con la famiglia, alla quale sarà proposta la firma del documento. Con l’apposizione della firma la famiglia deve essere consapevole che autorizza il Consiglio di Classe ad utilizzare tutti gli strumenti indicati per il raggiungimento del successo scolastico dell’alunno e che si impegna a procurarglieli e farglieli usare. Quanto su espresso ed esplicitato trova forza nel fatto che: la Direttiva 27/12/2013 e la C.M. del 08/03/2013 estendono a tutti gli alunni con BES quanto disposto dalla Legge 170/2010 per gli alunni DSA: adattamenti metodologici e didattici, strumenti compensativi e misure dispensative redazione del piano didattico personalizzato. Inoltre, sono rilevanti queste ultime precisazioni: •A seconda della gravità del problema il trattamento differenziato sarà più o meno evidente, ma comunque non occultabile. Questo deve essere chiarito fin dall’inizio. Se la famiglia non vuole che siano rese palesi le difficoltà dello studente o insiste perché non si riveli alla classe la condizione del figlio, lo deve dichiarare ed essere consapevole delle conseguenze. Rifiutando l’adozione delle misure indicate nel PDP per il successo scolastico si assume anche la responsabilità di un suo eventuale insuccesso. •La diagnosi di DSA rientra nei dati sensibili secondo la normativa sulla privacy, quindi, senza l’autorizzazione della famiglia, non si può rendere noto ad altri (compresi i compagni) questa condizione, a meno che non sia lo stesso alunno a farlo. RIEPILOGANDO Strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi speciali: • Piano educativo individualizzato P.E.I. per alunni con certificazione di disabilità • Piano educativo personalizzato P.E.P. ovvero PDP (piano didattico personalizzato) per alunni con certificazione di Disturbi specifici dell’apprendimento (dislessia, discalculia…) • Piano didattico personalizzato per alunni con disturbi specifici non esplicitati nella legge 170/10, ma richiamati dalla circolare 8/13 ( deficit da disturbo dell’attenzione, iperattività, funzionamento cognitivo limite……anche non certificati) (dott.ssa Maria Giovanna Lucchesi) Va tenuto presente che il PDP è uno strumento diverso dal PEI PEI previsto dalla L.104/92 per gli alunni con disabilità, consente di predisporre una programmazione individualizzata e/o differenziata PDP C.M. 4099 del 05/10/2004, C.M. 28/05/2009, C.M.4089 del 15/06/2010, L. 170 del 08/10/2010, D.M.5669 del 12/07/2011 consente di diversificare le metodologie, i tempi e gli ausili didattici per l’attuazione della progettazione curricolare prevista per la classe di appartenenza, modalità didattiche personalizzate con attività di recupero individualizzate. Non sempre si tratta di alunni certificati • Si tratta di alunni con difficoltà per i quali dobbiamo realizzare un piano didattico personalizzato al fine di garantire anche a loro il successo formativo. • il modello ICF (international classification of functioning, disability and health) dà indicazioni in tal senso. • tali alunni possono avere difficoltà specifiche in ambiti diversi da quello relativo alla salute o alla fisicità Tutti i docenti hanno il dovere della presa in carico collegiale dei BES anche “ove non sia presente certificazione clinica o diagnosi” (circ. 8/13) PDP: Il Consiglo di Classe/team in relazione ai bisogni educativi e alla situazione di partenza dell’alunno programma i seguenti interventi didattici ed educativi Partecipazione alla vita scolastica Organizzazione di lavoro di gruppo Coinvolgimento dell’alunno nella fase dell’organizzazione del lavoro Schematizzare il percorso di ricerca/strutturare il percorso per obiettivi raggiungibili Creare occasioni di interazione verbale/non verbale Organizzare forme di tutoraggio Organizzazione dello spazio classe Impegno/motivazione Controllo dell’uso corretto e costante del diario Gratificare i progressi a scopo di rinforzo Far verbalizzare le difficoltà incontrate nel rispettare tempi e modalità di esecuzione Socializzazione: attivazione di……………………………. Lavoro di gruppo Laboratori teatro Incarichi di responsabilità verso compagni più deboli/in difficoltà Comportamento Conoscenza e comprensione guidata del regolamento di disciplina Stesura di un contratto relativo a comportamenti-obiettivo Incarichi di responsabilità verso compagni più deboli/in difficoltà Abilità trasversali Lettura Semplificazione dei contenuti Esercizi sull’uso del vocabolario Esercitazioni guidate con schemi e suggerimenti Schede di comprensione strutturate Discussione guidata sul testo Scelta di testi motivanti nel contenuto e negli obiettivi …………………………………………….. ………………………………………… ……………………………………….. Ascolto e/o Comprensione: Scelta di testi motivanti nel contenuto e negli obiettivi Discussione guidata sul testo ascoltato Far verbalizzare le difficoltà incontrate nell’ascolto Esercizi strutturati/schede di comprensione Esercizi per comprendere le istruzioni di lavoro/consegne Esercitazioni guidate con schemi e suggerimenti Produzione scritta: Contenuto: esercitazione guidata con schemi e suggerimenti Esercizi di ortografia/grammatica/ lessico Alunno verifica/valutazione Alunno verifica/valutazione Predisposizione di scaletta per la stesura di testi diversi Invito a tenere un diario personale Produzione orale/ comunicazione: Arricchimento del “vocabolario personale” tramite esercizi sul lessico Discussione guidata con rispetto dei tempi d’intervento Frequenti verbalizzazioni di esperienze del vissuto personale Uso di facilitatori per esposizione dei contenuti (parole chiave, immagini..) Capacità di osservare Lettura di immagini attraverso esercizi guidati Proiezione di video e successivo lavoro con schede individualizzate Lavoro personale e di gruppo (osservazione e descrizione di oggetti) Capacità operativo/creative: Laboratorio di………………………………………………. Assegnazione di lavori particolari (per facilitare le sue potenzialità creative) Lavori di gruppo ·Attività strutturate per apprendere una semplice procedura progettuale Uso del computer Inserimento in attività di:…………………………… Conoscenze ed abilità disciplinari Area linguistica ·Schede individualizzate………………………… Esercizi e verifiche graduati…………………… Semplificazione dei contenuti proposti…………. Frequenti ritorni sui contenuti affrontati ·Ricerche guidate Area tecnico - scientifica Esercitazioni guidate con schemi per……………… Esercizi adattati per il recupero di…………………. Semplificazione dei contenuti di…………………… Laboratorio di informatica Favorire l’apprendimento attraverso l’uso degli strumenti di misura e il disegno Promuovere l’apprendimento attraverso l’esperienza Area artistico musicale ·Esercitazioni guidate con schemi per……………….. Esecuzione di semplici performance/ lavori legati all’esperienza personale Laboratorio di……………………………… Attività di…………………………………… Area motoria: Attività ludico-sportive motivanti Rispetto delle consegne e delle regole di gioco Esercizi personalizzati per migliorare la coordinazione motoria Giochi di squadra Partecipazione a……………………… Interventi di tipo trasversale: Coinvolgimento in momenti e attività interdisciplinari (progetti pluridisciplinari) Sviluppo della predisposizione a/di…………………… Ricerche guidate Uso del computer /internet Esercizi di “problematizzazione” e conseguente ricerca di soluzioni Alunno verifica/valutazione Metodo di studio/autonomia Guidare l’alunno a organizzare i tempi dedicati allo studio Fornire scalette per raggruppare i concetti in schemi grafici Migliorare la motivazione attraverso frequenti gratificazioni Esercizi strutturati e condivisi con l’alunno Esercizi per comprendere le istruzioni di lavoro/consegne Far verbalizzarle difficoltà incontrate nello svolgimento dei compiti assegnati Alunno verifica/valutazione ALTRI TIPI DI INTERVENTO TRAMITE OPERATORI ESTERNI /FAMIGLIA: STRUMENTI COMPENSATIVI Legenda: ·*A = attivato A + = obiettivo raggiunto A- + = obiettivo parzialmente raggiunto A- = obiettivo non ancora raggiunto 5. STEP Il Consiglio di classe/team verifica e valuta l’efficacia degli interventi programmati e di conseguenza prosegue o modifica e/o amplia la tipologia di interventi. La verifica andrà effettuata almeno ogni 2 mesi. 6. STEP • Al termine di ogni quadrimestre il GLI incontrerà i coordinatori/docenti delle classi con alunni con BES (anche quelli che non fanno parte del gruppo) per una verifica e valutazione su quanto fatto e sui risultati degli interventi relativi agli alunni con disabilità/ con DSA/ con altri bisogni speciali. Coinvolgimento forte dell’istituzione scolastica: “GLI” (Gruppo di Lavoro per l’Inclusione) Il GLI è il cuore, il motore di tutto il progetto di inclusività. Organo nuovo che va costituito bene e senza fretta perché è l’organo strategico e centrale di tutta l’operazione ed ha compiti assolutamente impegnativi. Costituzione del GLI Il GLI è un gruppo allargato che non comprenderà solo i docenti di sostegno, ma anche funzioni strumentali, docenti disciplinari, assistenti educativi – culturali- sociali, psicologo dell’Istituto (se presente).. Si propone di: consentire il pieno diritto all’istruzione e formazione di tale tipologia di studenti garantendone l’integrazione e l’inclusione definire pratiche condivise “alleanza educativa” tra tutto il personale della scuola per favorire una responsabilità condivisa e collettiva per avere una vera inclusione scolastica facilitare l’ingresso a scuola e sostenere gli alunni nella fase di adattamento al nuovo ambiente promuovere qualsiasi iniziativa di comunicazione e collaborazione tra scuola ed Enti territoriali. Compito del GLI Predisporre un piano di intervento per gli alunni con disabilità Predisporre un piano di intervento per gli alunni con DSA Predisporre un piano di intervento per gli alunni con DDAI (disturbi di attenzione e iperattività – inglese ADHD) Coordinarsi con i vari consigli di classe/team per stendere un piano di intervento per gli alunni con BES non certificati o certificabili. Nello specifico: a) trattamento di tutte le questioni relative a tutti gli alunni con BES certificati e non b) raccolta e rilevazione dei bisogni educativi di tutti i consigli di classe e tenuta attenta della documentazione delle varie progettazioni c) focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/ metodologia di gestione delle classi d) rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola cioè deve in atto procedure di autovalutazione sul tema dell’inclusività e) raccolta delle proposte di tutti i consigli di classe, dei vari gruppi di lavoro operativi f) programmazione dell’utilizzo funzionale delle risorse presenti nella scuola (laboratori, strumenti, risorse umane..) per la realizzazione di un progetto condiviso con i docenti e le famiglie, servizio socio sanitari g) elaborazione del piano annuale dell’inclusività (PAI) che andrà all’Ufficio Scolastico Provinciale per avere la negoziazione delle risorse aggiuntive per l’anno successivo. Ruolo e compiti del docente referente per gli alunni con BES Il docente referente favorisce la relazione con la famiglia e con gli eventuali operatori sociosanitari e assistenziali. Cura in particolare: a) la stesura del PDP concordato tra docenti, famiglia ed eventuali altri operatori b) le relazioni ed il coordinamento del Consiglio di classe con la famiglia per quanto riguarda la comunicazione del PDP, dei risultati, della valutazione promuovendo coinvolgimento e collaborazione c) l’adozione delle misure è collegiale. Il docente referente è garante di quanto concordato nel PDP ed aggiorna il Consiglio di classe sul percorso dello studente. Indicazioni operative cadenza delle riunioni del GLI orari di svolgimento delle riunioni utilizzo del FIS per incentivare economicamente i partecipanti stipula di accordi con soggetti esterni PIANO ANNUALE per L’INCLUSIVITA’ Il PAI (piano annuale per l’inclusività) predisposto dal GLI e approvato dal Collegio dei docenti non deve essere un adempimento burocratico ma uno strumento che possa contribuire ad accrescere la consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e trasversalità dei percorsi inclusivi in relazione alla qualità dei “risultati” educativi, per creare un contesto educante dove realizzare concretamente la scuola “per tutti e per ciascuno”. Le difficoltà di apprendimento in età evolutiva sono divisibili in: disturbi non specifici dell’apprendimento (DNSA) disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) I DNSA si riferiscono ad una disabilità ad acquisire nuove conoscenze e competenze non limitate ad uno o più settori specifici delle competenze scolastiche ma estesa a tutta l’esperienza scolastica sottesa da varie cause. I DSA riferiscono ad una specifica difficoltà nell’imparare a leggere, a scrivere, fare di conto senza che altri settori dello sviluppo siano compromessi. Per i DNSA si individuano tre ordini di elementi casuali: 1. Biologico disturbi neurologici (paralisi cerebrali infantili, epilessia) deficit sensoriali (visivi, uditivi) malattie croniche invalidanti (insufficienza renale cronica, malattie oncologiche, anomalie cromosomiche, fragilità, lesioni…) 2. Psicopatologico ritardo mentale lieve ed il ritardo maturativo deficit dell’attenzione e dell’iperattività (ADHD o DDAI) psicosi depressione disturbi d’ansia disturbi della personalità 3. Socio-pedagogico a) carenze di stimoli educativi e culturali della famiglia e dell’ambiente di appartenenza Dette carenze si manifestano con “scarse capacità di…” ed afferiscono agli ambiti e azioni qui di seguito riportati: Contestuali ed ambientali (barriere architettoniche, pregiudizi, famiglia problematica, contesti sociali devianti, difficoltà socio economiche, ambienti deprivati/devianti, scarsità di servizi, pregiudizi e ostilità culturali) Contestuali personali (problemi emozionali, bassa autostima, scarsa motivazione, stili attributivi distorti, problemi di comportamento, difficoltà nell’identità e nel progetto di sé) In uno o più di questi ambiti si può generare un BES specifico che poi interagirà con gli altri ambiti producendola situazione globale e complessa di questo alunno. ovviamente, il peso dei singoli ambiti varierà da alunno ad alunno anche all’interno di una stessa condizione biologica originaria o contestualmente ambientale. Per i DSA possono concorrere alcune componenti causali: a) fattori genetici: disturbo della migrazione dei neuroni, ectopia delle circonvoluzioni cerebrali b) fattori acquisiti: una sofferenza cerebrale precoce rallenta la velocità di maturazione, ne può conseguire un rallentamento dei processi di apprendimento e dello sviluppo delle abilità di lettura: neonati pretermine di basso peso neonati a termine con asfissia trauma cranico arresto cardiorespiratorio focolaio epilettico c) fattori biologici costituzionali: ectopie corticali dell’emisfero sinistro. Neuroimmagini (PET e RM funzionali) dimostrano alterazioni funzionali in specifiche aree corticali: alterazioni funzionali in aree corticali sx che processano il linguaggio verbale ipoattivazione delle aree occipito – temporale sx deficit del sistema di elaborazione visiva. Criteri sui quali si basa una diagnosi di DSA: 1. compromissione dell’abilità specifica 2. intelligenza nella norma 3. assenza di disturbi psichiatrici importanti 4. assenza di disturbi sensoriali 5. assenza di disturbi neurologici