PRIMO PIANO astenia Un senso di debolezza generalizzato appare tra le sintomatologie più comuni lamentate dai pazienti che si rivolgono al medico di base o al farmacista. di Chiara Chiodini farmacista 32 nuovo Collegamento astenia UN DEBOLE PER TE “Astenos”, per gli antichi greci, era la condizione di essere “senza forza”. Oggi, l’astenia può essere suddivisa in due stati più specifici: l’astenia vera e l‘astenia percepita. L’astenia vera, o neuromuscolare, è caratterizzata da una condizione in cui la forza esercitata dai muscoli è inferiore a quella prevista, come è possibile osservare in presenza di distrofia muscolare. L’astenia percepita, invece, descrive una particolare condizione dove il soggetto accusa più fatica del normale per esercitare una determinata quantità di forza, ma la forza muscolare reale è normale, come avviene nel caso della sindrome da affaticamento cronico. Spesso, tale senso di debolezza, che non ha nessun riscontro oggettivo dal punto di vista neuromuscolare, appare inspiegabile; e, se da un lato porta il medico a formulare diverse ipotesi, dall’altro, induce il paziente alla snervante attesa di una diagnosi definitiva. I pazienti affetti da astenia eviden- PRIMOPIANO astenia ziano episodi di sonnolenza e svogliatezza durante il giorno, problemi legati ai movimenti e alla coordinazione, mancanza di energie, di appetito e di memoria. Generalmente l’astenia è destinata a risolversi in due o tre settimane con una semplice rassicurazione e senza la necessità di intervenire farmacologicamente; in alcuni casi, però, l’astenia può rappresentare un sintomo iniziale di molte malattie anche gravi. E’ pertanto corretto cercare subito di escluderne l’eventuale presenza. I perché della stanchezza Diverse sono le cause responsabili dell’astenia, fra queste si ricordano le cause fisiologiche, patologiche e psicologiche. Cause fisiologiche e psicologiche Le cause fisiologiche rappresentano una naturale difesa dell’organismo da stress molto elevati a cui esso è sottoposto. Si possono osservare, ad esempio, nei pazienti che non riposano a sufficienza: la mancanza totale o parziale di sonno, infatti, debilita completamente il corpo e la mente. Anche i soggetti sottoposti a stress lavorativi molto intensi possono manifestare episodi prolungati di astenia. È la cosiddetta “sindrome del burn out”, che rappresenta una vera e propria forma di esaurimento o logorio derivante dalla natura di alcune mansioni professionali. Questa sindrome è stata osservata per la prima volta negli Stati Uniti in persone che svolgevano diverse professioni d’aiuto, quali infermieri, medici, insegnanti, assistenti sociali, poliziotti, operatori di ospedali psichiatrici, operatori per l’infanzia. Da ultimo, anche la cosiddetta “sindrome della primavera” si manifesta con stanchezza, mancanza di forze e indolenza. Se l’astenia, però, dura da più di due mesi, non diminuisce col riposo, non aumenta con lo sforzo e nel corso della giornata, potrebbe rappresentare una forma di ansia, depressione o somatizzazione. Cause patologiche: una visione d’insieme Le cause patologiche dell’astenia sono molteplici e si distinguono in: infettive, neurologiche, endocrine, infiammatorie, reumatologiche, genetiche, metaboliche, causate da uno squilibrio elettrolitico o indotte dall’utilizzo di diverse classi farmacologiche. Nella popolazione adulta, alcune condizioni, come l’abuso di alcol l’utilizzo di alcuni farmaci, la presenza di infezioni o la comparsa di disordini neurologici rappresentano una causa comune di astenia. Tra i farmaci, va evidenziato come l’utilizzo di steroidi possa determinare una debolezza muscolare diffusa. Anche le infezioni sono una causa importante di debolezza. Gli agenti infettivi associati maggiormente all’instaurarsi dell’astenia includono il virus influenzale e il virus di Epstein-Barr. La sindrome da immunodeficienza umana, o HIV, è, invece, una causa poco comune di debolezza generalizzata, ma la sua importanza aumenta considerevolmente in pazienti che ne presentano la sintomatologia o fattori di rischio associati. Le condizioni neurologiche che possono favorire una notevole affaticabilità includono le malattie cerebrovascolari, come l’ischemia e la presenza di ematomi subdurali o epidurali, i disordini della mielina, quali la sclerosi multipla e la sindrome di Guillain-Barré e i disordini neuromuscolari, quali la miastenia gravis e il botulismo. Miopatie meno comuni includono le patologie determinate da sindromi endocrine, infiammatorie, reumatologiche ed elettrolitiche. Fra le sindromi endocrine, la malattia tiroidea rappresenta la causa più frequente di astenia. Tra i disordini reumatologici che causano debolezza, ricordiamo il lupus sistemico e l’artrite reumatoide, che possono manifestarsi in soggetti di ogni fascia di età. Squilibri nella concentrazione ematica di potassio rappresentano, invece, la causa più comune di miopatie elettrolitiche. Infine, cause più rare di debolezza muscolare includono miopatie genetiche (distrofie muscolari e miotoniche) e metaboliche (difetti mitocondriali). CAUSE DETERMINANTI L’ASTENIA Malattia di Addison Anemia Ansia Chemioterapia Sindrome dell’affaticamento cronico Dolore cronico Stile di vita sedentario Disidratazione e disordini elettrolitici Depressione Diabete Fibromialgia Malattie cardiache Ipotiroidismo Infezioni (quali influenza, virus di Epstein-Barr, HIV, epatite C, tubercolosi) Medicine Narcotici Sindrome paraneoplastica Gravidanza/Postpartum Malattie polmonari Malattie renali Disordini del sonno nuovo Collegamento 33 L’astenia come sintomo Come precedentemente descritto, l’astenia generale può essere un sintomo di diverse malattie croniche logoranti. Fra queste si ricordano: Insufficienza cardiaca L’astenia può essere la prima espressione di uno scompenso cardiaco. Quando la pompa cardiaca non funziona in modo fisiologico, infatti, il sangue che fornisce nutrienti ed ossigeno non circola come dovrebbe nel corpo e, di conseguenza, l’organismo appare astenico. Neoplasie Un’astenia inspiegabile, con mancanza di appetito che giunge all’anoressia nasconde spesso una neoplasia, una leucemia o un linfoma. Anemia L’anemia è una delle cause più frequenti di astenia e colpisce le donne in età mestruale, dopo un parto, oppure i soggetti affetti da perdite ematiche croniche dal tubo digerente. L’anemia, inoltre, si manifesta spesso anche nei pazienti affetti da tumore. Anche l’insufficienza renale provoca anemia attraverso la diminuzione dell’eritropoiesi e la riduzione della sopravvivenza dei globuli rossi, causate, a loro volta, dalla ridotta produzione di eritropoietina. Compromissione delle ghiandole surrenali La compromissione di tali ghiandole determina una forte astenia ed è spesso causata da malattie infettive soprattutto virali. Diabete mellito L’astenia è il sintomo principale del diabete mellito. Nelle persone affette da diabete, il pancreas produce una 34 nuovo Collegamento quantità insufficiente di insulina, non la produce affatto, oppure le cellule non rispondono all’insulina prodotta dal pancreas. Come conseguenza, la concentrazione del glucosio nel sangue aumenta al di sopra dei livelli normali; inoltre, questo zucchero viene filtrato dai reni ed eliminato dall’organismo. Il corpo perde in questo modo la sua principale fonte di energia, pur essendoci paradossalmente un eccesso di glucosio nel sangue. CAUSE INFETTIVE E NEUROLOGICHE DETERMINANTI DEBOLEZZA MUSCOLARE INFETTIVE Virus di Epstein-Barr HIV Influenza Astenia e depressione La depressione e l’astenia sono spesso parte di un circolo vizioso e si alimentano a vicenda, rendendo difficile determinare dove l’una finisca e l’altra incominci. Gli stati depressivi, infatti, sono molto frequenti nella popolazione; la maggior parte di essi è mascherato e si manifesta semplicemente con qualche sintomo comune all’astenia, quale senso di debolezza diffusa, intorpidimento, disturbi del sonno e svogliatezza. Malattia di Lyme Meningite (scatenata da molteplici agenti) Poliomielite Rabbia Sifilide Toxoplasma NEUROLOGICHE SLA Disordini cerebrovascolari Infarto Ematomi subdurali/epidurali Disordini della mielina Sebbene i ricercatori abbiano a lungo sospettato che la depressione e l’astenia siano condizioni fra loro associate, la natura del loro rapporto non è stata, ad oggi, del tutto chiarita Un recente studio compiuto dall’OMS su 3200 pazienti, monitorati per un anno, e pubblicato sulla rivista Psychosomatic Medicine, ha dimostrato come i soggetti affetti da Sindrome di Guillain-Barré Sclerosi multipla Neoplasie Disordini neuromuscolari Botulismo Sindrome miastenica di Lambert-Eaton Miastenia gravis Intossicazione da organofosfati Radiculopatie Spondilosi cervicale Malattia degenerativa del disco Danni alla colonna vertebrale Atrofia muscolare spinale CURARE L’ASTENIA COME SINTOMO depressione abbiano una probabilità quattro volte maggiore di sviluppare episodi di astenia e i soggetti che soffrono di eccessivo affaticamento presentano il triplo di possibilità in più di sviluppare stati depressivi. Tale studio suggerisce che astenia e disordini psicologici legati a un evento depressivo siano, almeno parzialmente, sovrapponibili e manifestino differenti fattori di rischio. “Si può forse comprendere come una persona stanca possa, con il tempo, sentirsi psicologicamente in difficoltà a causa della sua condizione, mentre il contrario appare più difficile da spiegare”, scrive il ricercatore Pertos Skapinakis, direttore medico presso l’Università di Ioannina in Grecia Esaminando il ruolo dell’attività fisica, i ricercatori sostengono come l’esercizio fisico possa essere un fattore importante nel contribuire a spiegare l’associazione tra le due condizioni. “E’ ormai universalmente riconosciuto come l’attività fisica abbia un effetto protettivo sulla depressione”, scrive Skapinakis. “E’ stato anche suggerito come l’inattività possa avere un ruolo fondamentale nel determinare l’insorgenza di astenia cronica”. Infine, l’astenia appare come un sintomo molto pronunciato anche Se l’astenia si manifesta come sintomo di una malattia maggiore, qualsiasi tentativo d’intervento per ridurla apparirà solamente come un palliativo; il trattamento della patologia maggiore permetterà la cura anche della sintomatologia astenica ad essa correlata. L’astenia evidenzia episodi di sonnolenza e svogliatezza durante il giorno, mancanza di energie, di appetito e di memoria. Da ultimo anche la cosiddetta “sindrome della primavera” nelle meteoropatie. Il fenomeno della sensibilità ai cambiamenti del tempo, infatti, è caratteristico dei soggetti ansiosi e labili sotto l’aspetto neurovegetativo. L’astenia come effetto collaterale L’astenia appare anche come un effetto indesiderato comune a diverse classi di farmaci. La tabella a lato riassume i principali farmaci e narcotici responsabili dell’insorgenza dell’astenia. Fra essi ricordiamo l’interferone, utilizzato per la terapia di alcune malattie virali e tumorali, i corticosteroidi, farmaci ad azione antiinfiammatoria, aritipiretica e immunosoppressiva, e le penicilline, antibiotici in grado di inibire la crescita dei batteri interferendo con la sintesi della loro parete. 38 nuovo Collegamento Riconoscere l’astenia La diagnosi è susseguente a una visita molto accurata. Il medico deve dapprima valutare se il disturbo astenico peggiora con l’attività e migliora col riposo, evenienza possibile nelle cause organiche; se, viceversa, le forze non mancano nel movimento e nella ricreazione della mente, allora si può ipotizzare una causa di pertinenza psichiatrica o psicologica. Nell’anamnesi devono essere presi in considerazione la presenza di febbre, un eventuale calo ponderale, dispnea, dolori, disturbi del sonno, sonnolenza diurna, pallore, ittero, iperprolattinemia ed epatosplenomegalia. L’anamnesi farmacologica è tesa a valutare l’eventuale assunzione da parte del paziente di psicofarmaci, antistaminici, analgesici, diuretici e ipotensivanti in genere. FARMACI E NARCOTICI CHE POTREBBERO CAUSARE DEBOLEZZA MUSCOLARE Amiodarone Agenti antitiroidei: metimazolo, propiltiouracile Farmaci antiretrovirali: zidovudina, lamivudina Agenti chemioterapici Cimetidina Cocaina Corticosteroidi Derivati dell’acido fibrico: gemfibrozil Interferone Leuprolide acetato Antinfiammatori non steroidei Penicillina Sulfonammidi Statine Occorre indagare, inoltre, su possibili e pregresse malattie virali o su repentini cambiamenti nello stile di vita dell’individuo. È opportuno, inoltre, evidenziare eventuali disturbi nutrizionali: bulimia, anoressia, dimagrimenti. È inoltre auspicabile osservare se il paziente manifesta segni riconducibili a una sindrome depressiva. Il medico richiederà generalmente alcuni esami strumentali, quali una radiografia del torace e un ECG, e diversi esami ematochimici, quali la misurazione di VES, transferrina, emocromo, sideremia, calcemia e glicemia, un test sulla funzionalità renale e sull’HIV. Infine, per la diagnosi di diverse miopatie è consigliabile effettuare una biopsia. La valutazione patologica del tessuto muscolare si focalizza su analisi istologiche, istochimiche, biochimiche e genetiche. Curare lo stress con l’omeopatia Solo se l’astenia è effettivamente priva di cause organiche è possibile curarla con gli oligoelementi o con l’omeopatia. Per stabilire la terapia più valida, il medico omeopata deve conoscere l’orario in cui si presenta la stanchezza, i fattori climatici scatenanti ed i fattori emotivi che la migliorano o la peggiorano. In generale, il medico prescriverà la brionia in caso di stanchezza mattutina, o l’arsenico album, nel caso tale affaticabilità sia accompagnata da angoscia o stati ansiosi. La sulfur è invece indicata per la stanchezza pomeridiana, spesso associata ad una sensazione di vuoto allo stomaco. Infine, il natrum muriaticum è utile ai soggetti che presentano stanchezza serale e parallela incapacità ad addormentarsi a causa di cattivi pensieri. I rimedi fitoterapici Numerose sono le piante considerate, dalla tradizione erboristica, come efficaci rimedi antistanchezza. In particolare, si ricorda l’eleuterococco, chiamato anche ginseng siberiano. Si tratta di una pianta adattogena, antistress e defatigante, utile nell’astenia, durante la convalescenza, nell’esaurimento psico-fisico e nello stress. A dosi eccessive, l’assunzione di tale rimedio può dar luogo a diversi effetti collaterali, quali cefalea, tensione e insonnia. È consigliabile non utilizzare l’eleuterococco nelle patologie acute, in presenza di febbre, nelle terapie con anticoagulanti e in caso di diabete. Per questi motivi, prima della somministrazione, è auspicabile il consiglio del medico o del farmacista. Anche il ginseng è una pianta antistress, in grado di stimolare l’attività delle ghiandole surrenali e riequilibrare il sistema nervoso. La somministrazione di dosaggi considerati terapeutici per lunghi periodi può dare luogo ad effetti simili a quelli dati da una dose eccessiva di corticoidi; per questo motivo, in genere il ginseng viene somministrato per brevi periodi ed a intervalli regolari. Infine, il fieno greco appare come un tonico e un ricostituente naturale, utilizzato soprattutto in caso di anemia e nei periodi di convalescenza. Nelle donne gravide, però, può aumentare le contrazioni uterine. COSA FARE IN CASO DI STRESS LAVORATIVO E CAMBI DI STAGIONE? In presenza di sindrome da “burn out” e di stanchezza dovuta al cambio di stagione appare utile mantenere orari lavorativi ragionevoli e concedersi numerose pause durante lo svolgimento della propria attività. Altrettanto utile appare coricarsi e svegliarsi sempre nei medesimi 40 nuovo Collegamento orari per mantenere un buon ritmo circadiano, concedersi pasti serali frugali, in modo da non appesantire la digestione, ed evitare l’assunzione di caffè o alcolici nel dopocena. Dedicarsi a hobbies gratificanti e momenti di autentica libertà aiutano a evitare episodi acuti di stanchezza.