PRIMO
PIANO
astenia
Un senso di debolezza
generalizzato appare
tra le sintomatologie
più comuni lamentate
dai pazienti che si
rivolgono al medico
di base o
al farmacista.
di Chiara Chiodini
farmacista
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astenia
UN DEBOLE
PER TE
“Astenos”, per gli antichi greci, era
la condizione di essere “senza
forza”. Oggi, l’astenia può essere
suddivisa in due stati più specifici:
l’astenia vera e l‘astenia percepita.
L’astenia vera, o neuromuscolare, è
caratterizzata da una condizione in
cui la forza esercitata dai muscoli è
inferiore a quella prevista, come è
possibile osservare in presenza di
distrofia muscolare.
L’astenia percepita, invece, descrive una particolare condizione dove
il soggetto accusa più fatica del
normale per esercitare una determinata quantità di forza, ma la forza
muscolare reale è normale, come
avviene nel caso della sindrome da
affaticamento cronico.
Spesso, tale senso di debolezza,
che non ha nessun riscontro oggettivo dal punto di vista neuromuscolare, appare inspiegabile; e, se da
un lato porta il medico a formulare
diverse ipotesi, dall’altro, induce il
paziente alla snervante attesa di
una diagnosi definitiva.
I pazienti affetti da astenia eviden-
PRIMOPIANO astenia
ziano episodi di sonnolenza e svogliatezza durante il giorno, problemi
legati ai movimenti e alla coordinazione, mancanza di energie, di
appetito e di memoria. Generalmente l’astenia è destinata a risolversi in due o tre settimane con una
semplice rassicurazione e senza la
necessità di intervenire farmacologicamente; in alcuni casi, però,
l’astenia può rappresentare un sintomo iniziale di molte malattie
anche gravi. E’ pertanto corretto
cercare subito di escluderne l’eventuale presenza.
I perché della
stanchezza
Diverse sono le cause responsabili
dell’astenia, fra queste si ricordano
le cause fisiologiche, patologiche e
psicologiche.
Cause fisiologiche e psicologiche
Le cause fisiologiche rappresentano
una naturale difesa dell’organismo
da stress molto elevati a cui esso è
sottoposto. Si possono osservare,
ad esempio, nei pazienti che non
riposano a sufficienza: la mancanza
totale o parziale di sonno, infatti,
debilita completamente il corpo e la
mente. Anche i soggetti sottoposti a
stress lavorativi molto intensi possono manifestare episodi prolungati di
astenia. È la cosiddetta “sindrome
del burn out”, che rappresenta una
vera e propria forma di esaurimento
o logorio derivante dalla natura di
alcune mansioni professionali. Questa sindrome è stata osservata per la
prima volta negli Stati Uniti in persone che svolgevano diverse professioni d’aiuto, quali infermieri, medici,
insegnanti, assistenti sociali, poliziotti, operatori di ospedali psichiatrici, operatori per l’infanzia. Da ultimo,
anche la cosiddetta “sindrome della
primavera” si manifesta con stanchezza, mancanza di forze e indolenza. Se l’astenia, però, dura da più
di due mesi, non diminuisce col riposo, non aumenta con lo sforzo e nel
corso della giornata, potrebbe rappresentare una forma di ansia,
depressione o somatizzazione.
Cause patologiche:
una visione d’insieme
Le cause patologiche dell’astenia
sono molteplici e si distinguono in:
infettive, neurologiche, endocrine,
infiammatorie,
reumatologiche,
genetiche, metaboliche, causate
da uno squilibrio elettrolitico o
indotte dall’utilizzo di diverse classi
farmacologiche.
Nella popolazione adulta, alcune
condizioni, come l’abuso di alcol
l’utilizzo di alcuni farmaci, la presenza di infezioni o la comparsa di
disordini neurologici rappresentano
una causa comune di astenia.
Tra i farmaci, va evidenziato come
l’utilizzo di steroidi possa determinare una debolezza muscolare diffusa.
Anche le infezioni sono una causa
importante di debolezza. Gli agenti
infettivi associati maggiormente
all’instaurarsi dell’astenia includono
il virus influenzale e il virus di
Epstein-Barr. La sindrome da immunodeficienza umana, o HIV, è, invece, una causa poco comune di
debolezza generalizzata, ma la sua
importanza aumenta considerevolmente in pazienti che ne presentano la sintomatologia o fattori di
rischio associati.
Le condizioni neurologiche che
possono favorire una notevole affaticabilità includono le malattie cerebrovascolari, come l’ischemia e la
presenza di ematomi subdurali o
epidurali, i disordini della mielina,
quali la sclerosi multipla e la sindrome di Guillain-Barré e i disordini
neuromuscolari, quali la miastenia
gravis e il botulismo.
Miopatie meno comuni includono le
patologie determinate da sindromi
endocrine, infiammatorie, reumatologiche ed elettrolitiche.
Fra le sindromi endocrine, la malattia tiroidea rappresenta la causa più
frequente di astenia.
Tra i disordini reumatologici che
causano debolezza, ricordiamo il
lupus sistemico e l’artrite reumatoide, che possono manifestarsi in
soggetti di ogni fascia di età.
Squilibri nella concentrazione ematica di potassio rappresentano,
invece, la causa più comune di
miopatie elettrolitiche.
Infine, cause più rare di debolezza
muscolare includono miopatie
genetiche (distrofie muscolari e
miotoniche) e metaboliche (difetti
mitocondriali).
CAUSE
DETERMINANTI
L’ASTENIA
Malattia di Addison
Anemia
Ansia
Chemioterapia
Sindrome dell’affaticamento cronico
Dolore cronico
Stile di vita sedentario
Disidratazione e disordini elettrolitici
Depressione
Diabete
Fibromialgia
Malattie cardiache
Ipotiroidismo
Infezioni (quali influenza,
virus di Epstein-Barr, HIV,
epatite C, tubercolosi)
Medicine
Narcotici
Sindrome paraneoplastica
Gravidanza/Postpartum
Malattie polmonari
Malattie renali
Disordini del sonno
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L’astenia come
sintomo
Come precedentemente descritto,
l’astenia generale può essere un sintomo di diverse malattie croniche
logoranti. Fra queste si ricordano:
Insufficienza cardiaca
L’astenia può essere la prima
espressione di uno scompenso cardiaco. Quando la pompa cardiaca
non funziona in modo fisiologico,
infatti, il sangue che fornisce nutrienti ed ossigeno non circola come
dovrebbe nel corpo e, di conseguenza, l’organismo appare astenico.
Neoplasie
Un’astenia inspiegabile, con mancanza di appetito che giunge all’anoressia nasconde spesso una neoplasia, una leucemia o un linfoma.
Anemia
L’anemia è una delle cause più frequenti di astenia e colpisce le
donne in età mestruale, dopo un
parto, oppure i soggetti affetti da
perdite ematiche croniche dal tubo
digerente. L’anemia, inoltre, si
manifesta spesso anche nei
pazienti affetti da tumore. Anche
l’insufficienza renale provoca anemia attraverso la diminuzione dell’eritropoiesi e la riduzione della
sopravvivenza dei globuli rossi,
causate, a loro volta, dalla ridotta
produzione di eritropoietina.
Compromissione delle ghiandole
surrenali
La compromissione di tali ghiandole determina una forte astenia ed è
spesso causata da malattie infettive
soprattutto virali.
Diabete mellito
L’astenia è il sintomo principale del
diabete mellito. Nelle persone affette
da diabete, il pancreas produce una
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quantità insufficiente di insulina, non
la produce affatto, oppure le cellule
non rispondono all’insulina prodotta
dal pancreas. Come conseguenza,
la concentrazione del glucosio nel
sangue aumenta al di sopra dei livelli normali; inoltre, questo zucchero
viene filtrato dai reni ed eliminato dall’organismo. Il corpo perde in questo
modo la sua principale fonte di energia, pur essendoci paradossalmente
un eccesso di glucosio nel sangue.
CAUSE INFETTIVE
E NEUROLOGICHE
DETERMINANTI
DEBOLEZZA
MUSCOLARE
INFETTIVE
Virus di Epstein-Barr
HIV
Influenza
Astenia
e depressione
La depressione e l’astenia sono
spesso parte di un circolo vizioso e si
alimentano a vicenda, rendendo difficile determinare dove l’una finisca e
l’altra incominci. Gli stati depressivi,
infatti, sono molto frequenti nella
popolazione; la maggior parte di essi
è mascherato e si manifesta semplicemente con qualche sintomo comune all’astenia, quale senso di debolezza diffusa, intorpidimento, disturbi
del sonno e svogliatezza.
Malattia di Lyme
Meningite
(scatenata da molteplici agenti)
Poliomielite
Rabbia
Sifilide
Toxoplasma
NEUROLOGICHE
SLA
Disordini cerebrovascolari
Infarto
Ematomi subdurali/epidurali
Disordini della mielina
Sebbene i ricercatori
abbiano a lungo
sospettato che la
depressione e l’astenia
siano condizioni
fra loro associate,
la natura del loro
rapporto non è stata,
ad oggi, del tutto
chiarita
Un recente studio compiuto dall’OMS su 3200 pazienti, monitorati
per un anno, e pubblicato sulla rivista Psychosomatic Medicine, ha
dimostrato come i soggetti affetti da
Sindrome di Guillain-Barré
Sclerosi multipla
Neoplasie
Disordini neuromuscolari
Botulismo
Sindrome miastenica
di Lambert-Eaton
Miastenia gravis
Intossicazione
da organofosfati
Radiculopatie
Spondilosi cervicale
Malattia degenerativa
del disco
Danni alla colonna vertebrale
Atrofia muscolare spinale
CURARE L’ASTENIA
COME SINTOMO
depressione abbiano una probabilità quattro volte maggiore di sviluppare episodi di astenia e i soggetti
che soffrono di eccessivo affaticamento presentano il triplo di possibilità in più di sviluppare stati
depressivi. Tale studio suggerisce
che astenia e disordini psicologici
legati a un evento depressivo siano,
almeno parzialmente, sovrapponibili e manifestino differenti fattori di
rischio.
“Si può forse
comprendere come
una persona stanca
possa, con il tempo,
sentirsi
psicologicamente in
difficoltà a causa della
sua condizione, mentre
il contrario appare più
difficile da spiegare”,
scrive il ricercatore
Pertos Skapinakis,
direttore medico
presso l’Università
di Ioannina in Grecia
Esaminando il ruolo dell’attività fisica, i ricercatori sostengono come
l’esercizio fisico possa essere un
fattore importante nel contribuire a
spiegare l’associazione tra le due
condizioni. “E’ ormai universalmente riconosciuto come l’attività fisica
abbia un effetto protettivo sulla
depressione”, scrive Skapinakis. “E’
stato anche suggerito come l’inattività possa avere un ruolo fondamentale nel determinare l’insorgenza di astenia cronica”.
Infine, l’astenia appare come un
sintomo molto pronunciato anche
Se l’astenia si manifesta
come sintomo di una
malattia maggiore, qualsiasi
tentativo d’intervento per
ridurla apparirà solamente
come un palliativo; il
trattamento della patologia
maggiore permetterà la cura
anche della sintomatologia
astenica ad essa correlata.
L’astenia
evidenzia episodi
di sonnolenza
e svogliatezza
durante il giorno,
mancanza
di energie,
di appetito
e di memoria.
Da ultimo anche
la cosiddetta
“sindrome della
primavera”
nelle meteoropatie. Il fenomeno
della sensibilità ai cambiamenti del
tempo, infatti, è caratteristico dei
soggetti ansiosi e labili sotto
l’aspetto neurovegetativo.
L’astenia come
effetto collaterale
L’astenia appare anche come un
effetto indesiderato comune a
diverse classi di farmaci. La tabella
a lato riassume i principali farmaci e
narcotici responsabili dell’insorgenza dell’astenia. Fra essi ricordiamo
l’interferone, utilizzato per la terapia
di alcune malattie virali e tumorali, i
corticosteroidi, farmaci ad azione
antiinfiammatoria, aritipiretica e
immunosoppressiva, e le penicilline, antibiotici in grado di inibire la
crescita dei batteri interferendo con
la sintesi della loro parete.
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Riconoscere
l’astenia
La diagnosi è susseguente a una visita molto accurata. Il medico deve dapprima valutare se il disturbo astenico
peggiora con l’attività e migliora col
riposo, evenienza possibile nelle
cause organiche; se, viceversa, le
forze non mancano nel movimento e
nella ricreazione della mente, allora si
può ipotizzare una causa di pertinenza psichiatrica o psicologica. Nell’anamnesi devono essere presi in
considerazione la presenza di febbre,
un eventuale calo ponderale, dispnea,
dolori, disturbi del sonno, sonnolenza
diurna, pallore, ittero, iperprolattinemia
ed epatosplenomegalia.
L’anamnesi farmacologica è tesa a
valutare l’eventuale assunzione da
parte del paziente di psicofarmaci,
antistaminici, analgesici, diuretici e
ipotensivanti in genere.
FARMACI E NARCOTICI
CHE POTREBBERO
CAUSARE DEBOLEZZA
MUSCOLARE
Amiodarone
Agenti antitiroidei:
metimazolo, propiltiouracile
Farmaci antiretrovirali:
zidovudina, lamivudina
Agenti chemioterapici
Cimetidina
Cocaina
Corticosteroidi
Derivati dell’acido fibrico:
gemfibrozil
Interferone
Leuprolide acetato
Antinfiammatori non steroidei
Penicillina
Sulfonammidi
Statine
Occorre indagare, inoltre, su possibili
e pregresse malattie virali o su repentini cambiamenti nello stile di vita dell’individuo. È opportuno, inoltre, evidenziare eventuali disturbi nutrizionali:
bulimia, anoressia, dimagrimenti. È
inoltre auspicabile osservare se il
paziente manifesta segni riconducibili
a una sindrome depressiva.
Il medico richiederà generalmente
alcuni esami strumentali, quali una
radiografia del torace e un ECG, e
diversi esami ematochimici, quali la
misurazione di VES, transferrina,
emocromo, sideremia, calcemia e glicemia, un test sulla funzionalità renale e sull’HIV. Infine, per la diagnosi di
diverse miopatie è consigliabile effettuare una biopsia. La valutazione
patologica del tessuto muscolare si
focalizza su analisi istologiche, istochimiche, biochimiche e genetiche.
Curare lo stress
con l’omeopatia
Solo se l’astenia è effettivamente
priva di cause organiche è possibile
curarla con gli oligoelementi o con
l’omeopatia. Per stabilire la terapia
più valida, il medico omeopata deve
conoscere l’orario in cui si presenta
la stanchezza, i fattori climatici scatenanti ed i fattori emotivi che la
migliorano o la peggiorano.
In generale, il medico prescriverà la
brionia in caso di stanchezza mattutina, o l’arsenico album, nel caso tale
affaticabilità sia accompagnata da
angoscia o stati ansiosi. La sulfur è
invece indicata per la stanchezza
pomeridiana, spesso associata ad
una sensazione di vuoto allo stomaco.
Infine, il natrum muriaticum è utile ai
soggetti che presentano stanchezza
serale e parallela incapacità ad addormentarsi a causa di cattivi pensieri.
I rimedi fitoterapici
Numerose sono le piante considerate,
dalla tradizione erboristica, come efficaci rimedi antistanchezza. In particolare, si ricorda l’eleuterococco, chiamato anche ginseng siberiano. Si tratta di una pianta adattogena, antistress
e defatigante, utile nell’astenia, durante la convalescenza, nell’esaurimento
psico-fisico e nello stress. A dosi
eccessive, l’assunzione di tale rimedio può dar luogo a diversi effetti collaterali, quali cefalea, tensione e
insonnia. È consigliabile non utilizzare
l’eleuterococco nelle patologie acute,
in presenza di febbre, nelle terapie
con anticoagulanti e in caso di diabete. Per questi motivi, prima della somministrazione, è auspicabile il consiglio del medico o del farmacista.
Anche il ginseng è una pianta antistress, in grado di stimolare l’attività
delle ghiandole surrenali e riequilibrare il sistema nervoso. La somministrazione di dosaggi considerati
terapeutici per lunghi periodi può
dare luogo ad effetti simili a quelli
dati da una dose eccessiva di corticoidi; per questo motivo, in genere
il ginseng viene somministrato per
brevi periodi ed a intervalli regolari.
Infine, il fieno greco appare come
un tonico e un ricostituente naturale,
utilizzato soprattutto in caso di anemia e nei periodi di convalescenza.
Nelle donne gravide, però, può
aumentare le contrazioni uterine.
COSA FARE IN CASO DI STRESS LAVORATIVO
E CAMBI DI STAGIONE?
In presenza di sindrome da “burn
out” e di stanchezza dovuta al
cambio di stagione appare utile
mantenere orari lavorativi
ragionevoli e concedersi
numerose pause durante lo
svolgimento della propria attività.
Altrettanto utile appare coricarsi e
svegliarsi sempre nei medesimi
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orari per mantenere un buon ritmo
circadiano, concedersi pasti serali
frugali, in modo da non
appesantire la digestione, ed
evitare l’assunzione di caffè o
alcolici nel dopocena. Dedicarsi a
hobbies gratificanti e momenti di
autentica libertà aiutano a evitare
episodi acuti di stanchezza.