Lettera di rigetto dello smembramento del PAI-PJ (Programma di Attenzione Integrale al Paziente Giudiziario, sofferente di disturbo psichico) Da diciassette anni Il Tribunale di Giustizia di Minas Gerais (TJMG), attraverso il PAI-PJ, ha iniziato un’attività, fino allora inedita, insieme con i pazienti psichiatrici che hanno commesso un crimine. Si è cercato di rendere possibile, ai pazienti stessi un futuro, al di fuori della reclusione e segregazione sociale, nel riconoscimento della loro cittadinanza. Il PAI-PJ promuove un’articolazione di più reti, collegando cure, responsabilità e legami sociali. Ha ottenuto, dalla sua creazione, ottimi risultati nella riduzione e nella prevenzione della violenza, con indici di ricadute, praticamente, uguali a 0. Attraverso il PAI-PJ sono transitati circa 6000 persone in regime di misura di sicurezza; oggi queste persone sono state prese in carico dalla rete pubblica della sanità. Durante i primi 10 anni il programma si è realizzato solo nella provincia di Belo Horizonte e successivamente, anche in ragione del riconoscimento internazionale della sua metodologia, si è esteso a tutto lo stato di MInas Gerais, per merito della equipe degli Articolatori di Rete. Si tratta di professionisti che accompagnano i pazienti, le loro famiglie nel percorso di cura, fornendo, altresì, orientamenti alle autorità giudiziarie per le decisioni processuali. Con il licenziamento degli Articolatori della Rete, che rappresentano più del 40% delle risorse umane del progetto, circa 900 casi improvvisamente cesseranno di essere sostenuti, determinando gravi conseguenze cliniche, sociali e giuridiche per queste persone. La disgregazione delle cure a questi cittadini compromette la logica d’impegno costruita in modo articolato con la rete della sanità, per ciascuno dei pazienti seguiti dal programma. Per queste ragioni, le entità che sottoscrivono questo documento domandano al Tribunale della Giustizia di interrompere immediatamente questa risoluzione e convocano gli attori pubblici responsabili, tutta la società civile, per cercare una via di uscita, la più ragionevole, per garantire in modo legittimo, sostenibile ed effettivo la continuità delle azioni condotte in questa politica di impegno per il paziente giudiziario, sofferente di disturbo psichico.