575 Casistica Recenti Prog Med 2012; 103: 575-577 Localizzazione cardiaca di linfoma non-Hodgkin in soggetto HIV positivo affetto da cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva Barbara Demarchi1, Marco Foppoli2, Rachele Contri1, Alberto Margonato1 Riassunto. È descritto un caso di linfoma diffuso a grandi cellule a immunofenotipo B (DLBCL) con localizzazione cardiaca in un soggetto HIV positivo affetto da cardiomiopatia ipertrofica. La sequenza temporale di diagnosi, impostazione terapeutica e risultato clinico finale evidenzia l’importanza di una diagnosi precoce che non può prescindere da un elevato indice di sospetto in questa tipologia di pazienti (sintomatologia aspecifica in soggetto HIV positivo) da parte del medico di Medicina Generale. Cardiac involvement by non-Hodgkin’s lymphoma in an HIVpositive patient with hypertrophic obstructive cardiomyopathy. Parole chiave. Cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva, HIV, linfoma. Key words. HIV, hypertrophic obstructive cardiomyopathy, lymphoma. Introduzione asintomatico, non aveva storia di eventi sincopali, aritmie ipercinetiche ventricolari né familiarità per morte improvvisa, ai successivi controlli cardiologici non erano stati presi altri provvedimenti. Si segnala, circa due mesi prima dell’accesso in Pronto Soccorso, un evento sincopale con contestuale riscontro di recidiva di fibrillazione atriale a lenta risposta ventricolare, non sottoposta a cardioversione in considerazione del riscontro di atriomegalia sinistra. In quell’occasione, nel tentativo di ridurre il gradiente al tratto di efflusso ventricolare sinistro, era stata introdotta disopiramide 300 mg die, sospeso l’atenololo (bradiaritmia) e impostata terapia anticoagulante con warfarin. Alla visita in Pronto Soccorso, il paziente risulta eupnoico a riposo (satO2 98% in aria ambiente), febbrile (38,2 °C), normoteso. All’auscultazione cardiaca si segnala un soffio olosistolico d’intensità 3/6 ubiquitario (segno inequivocabile di persistenza di gradiente ostruttivo significativo e di insufficienza mitralica associata). Nella norma la restante obiettività toraco-addominale. L’elettrocardiogramma evidenzia fibrillazione atriale ad elevata risposta ventricolare (130 battiti/minuto) condotta con blocco di branca sinistra (già noto). Agli esami di laboratorio si evidenzia un’elevata lattico-deidrogenasi (2338 U/L), associata ad emocromo, funzionalità renale ed epatica sostanzialmente nella norma. La radiografia del torace mostra un discreto ingrandimento dell’ombra cardiaca. Si esegue quindi un ecocardiogramma color Doppler che documenta la presenza di versamento pericardico di entità moderata, ubiquitario, in assenza di segni di tamponamento cardiaco, associato a materiale iperecogeno adeso al pericardio viscerale a livello della parete libera del ventricolo e dell’atrio di destra; gradiente all’efflusso ventricolare sinistro di 75 mmHg, insufficienza mitralica moderata da movimento sistolico anteriore del lembo anteriore, pressioni polmonari normali (figure 1 e 2 a pagina seguente). La localizzazione cardiaca primitiva di linfoma è un evento raro che si verifica quando la neoformazione coinvolge esclusivamente il cuore e/o il pericardio, oppure la massa principale è localizzata a livello cardiaco. Presentiamo il caso di un soggetto HIV positivo e affetto da cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva con una voluminosa massa neoplastica a localizzazione cardiaca e pericardica, nel contesto di un linfoma non-Hodgkin disseminato. Descrizione del caso Un uomo di 50 anni si presenta in Pronto Soccorso per comparsa da pochi giorni di febbre, tosse secca, dispnea per sforzi lievi e dolore retrosternale urente. Da tre giorni assume, su consiglio del medico curante, antibioticoterapia con amoxicillina-acido clavulanico, con modesto beneficio. Da circa 6 anni il soggetto risulta HIV positivo (HIV+) ed è attualmente in terapia anti-retrovirale secondo schema HAART. All’ultimo controllo effettuato 4 mesi prima, i linfociti T CD4+ erano 311/microL e la viremia era negativa. È inoltre affetto da cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva, la cui diagnosi risale a circa 7 anni prima in occasione della comparsa di fibrillazione atriale, poi sottoposta con successo ad ablazione transcatetere. Nonostante l’assunzione di atenololo 100 mg/ die, persiste una grave ostruzione al tratto di efflusso ventricolare sinistro già in condizioni basali (gradiente sistolico 150 mmHg) con movimento sistolico anteriore del lembo anteriore mitralico condizionante insufficienza mitralica di grado severo. Dato che il paziente era Summary. Cardiac onset of a diffuse large B-cell lymphoma (DLBCL) in a HIV+ patient with hypertrophic obstructive cardiomyopathy. The sequence of diagnosis, therapeutical planning and final outcome underlines the importance of an early diagnosis that cannot be conceived without an increased attention in this clinical setting (aspecific symptoms in an HIV positive subject) by the General Practitioner. 1Unità Operativa di Cardiologia, Dipartimento Cardiotoracico; 2Unità Tumori Linfoidi, Unità Operativa di Medicina Oncoematologica, Dipartimento di Oncoematologia, Ospedale San Raffaele, IRCCS, Milano. Pervenuto il 25 gennaio 2012. 576 Recenti Progressi in Medicina, 103 (12), dicembre 2012 Figura 1. Ecocardiogramma color Doppler, proiezione 4 camere: versamento pericardico ubiquitario più evidente a livello della parete laterale del ventricolo sinistro e posteriormente all’atrio destro. Figura 2. Ecocardiogramma color Doppler, proiezione sottocostale: è evidente la massa tondeggiante di tessuto linfatico a livello del solco atrio-ventricolare destro. Il paziente viene quindi ricoverato presso la nostra struttura. Stante la HIV positività, si effettuano ricerche sierologiche e microbiologiche volte ad evidenziare un’eventuale natura infettiva opportunistica del versamento pericardico. La ricerca di antigene aspergillare, criptococco, Herpes virus (1 e 2, EBV, HHV8), citomegalovirus, virus influenzale H1N1, risulta negativa se si eccettua il riscontro di EBV-DNA plasmatico ad elevato titolo (10 x 10^6 copie/ml). I linfociti T CD4+ sono 228/microL, pari al 19% dei linfociti circolanti. Inoltre, nel sospetto clinico di una malattia linfoproliferativa, si eseguono TC-PET total body, RMN cuore ed encefalo, rachicentesi diagnostica e biopsia osteomidollare con mieloaspirato. La RMN cardiaca mostra una grossolana massa modicamente captante contrasto a morfologia irregolare, con diametro trasverso di 7,4 cm, antero-posteriore di 4 cm e cranio-caudale di circa 9 cm, che occupa il solco atrio-ventricolare destro inglobando la coronaria destra (che appare comunque pervia), estendendosi anteriormente alla parete libera basale e media del ventricolo destro e alla parete anteriore dell’atrio destro. Queste risultano indissociabili dalla lesione stessa, marcatamente ipocinetiche, verosimilmente infiltrate; cranialmente la massa descritta giunge a contatto con la parete aortica a livello del seno di Valsalva di destra. Sono inoltre documentabili una analoga massa a livello del mediastino superiore, lateralmente e a sinistra dell’arco aortico, con diametri di 7 x 4 x 7,5 cm e una componente tessutale dello spessore massimo di 3 cm all’interno del solco atrio-ventricolare sinistro, inglobante l’arteria circonflessa dalla sua origine fino al tratto distale. Evidenti adenopatie precarenali (4,5 cm), sottocarenali e fra i vasi epiaortici (2,3 cm) e discreto versamento pericardico (spessore 2,5 cm). La tomoscintigrafia PET total body documenta una marcata captazione a livello del tessuto mediastinico descritto in RMN ed a livello delle pareti atriale e ventricolare di destra, nonché del solco atrio-ventricolare sinistro e destro. Ulteriori accumuli linfonodali a numerose stazioni sopra- e sotto-diaframmatiche e a numerosi organi parenchimatosi (polmone, surrene, pancreas, rene, funicolo spermatico). Le captazioni descritte risultano del tutto coerenti con le localizzazioni documentabili in TAC. La biopsia evidenzia una invasione midollare pari al 60-70% del midollo emopoietico da parte di una popolazione linfocitaria di taglia intermedia-grande risultante immunoreattiva per CD20, CD10 e bcl-2, negativa per CD3m, CD34, ciclina D1, bcl-6, MUM-1 e TdT. La RMN encefalo risulta sostanzialmente negativa. Tuttavia, alla rachicentesi si dimostra la presenza di una popolazione linfocitaria atipica, monoclonale e immunofenotipicamente coerente con quella invadente il midollo emopoietico. Posta quindi la diagnosi istologica di linfoma diffuso ad alto grado a immunofenotipo B [caratteristiche intermedie tra linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) e linfoma di Burkitt], si è proceduto alla somministrazione di terapia steroidea e chemioterapia sistemica ad alte dosi in regime di urgenza oncologica, associate a trattamento del sistema nervoso centrale mediante rachicentesi medicate, accettando inevitabilmente i rischi connessi con la concomitante cardiomiopatia ipertrofica e con il versamento pericardico. Successivamente alla chemioterapia, peraltro, le condizioni di compenso cardiocircolatorio si sono mantenute buone. Alla terapia in corso (disopiramide 300 mg/die) sono stati aggiunti atenololo 100 mg e verapamil 80 mg/die con buon controllo della risposta ventricolare e azzeramento del gradiente al tratto di efflusso ventricolare sinistro. Contestualmente, è scomparsa la sintomatologia dispnoica. Nei giorni successivi si è quindi osservata una risposta al trattamento chemioterapico, con progressiva riduzione del versamento pericardico fino alla sua scomparsa, riduzione dimensionale dell’infiltrazione cardiaca (documentazione ecocardiografica), nonché delle adenopatie e delle localizzazioni multi-organo. Migliorato anche il quadro neurologico di rallentamento psico-motorio sopravvenuto durante la fase diagnostica, a riprova di una verosimile risposta anche a livello del sistema nervoso centrale. Tuttavia, in coincidenza con la fase di nadir ematologico, il paziente ha sviluppato una polmonite da germe opportunista (Pseudomonas), rapidamente complicatasi con ARDS e shock settico. Nonostante il trasferimento in ambiente rianimatorio e l’opportuna terapia di supporto, si è quindi assistito alla comparsa di una grave insufficienza multi-organo con conseguente exitus. B. Demarchi et al.: Localizzazione cardiaca di linfoma non-Hodgkin in soggetto HIV positivo affetto da cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva Discussione Il caso sopra descritto si presta ad alcune interessanti considerazioni emato-oncologiche e cardiologiche, ma anche di medicina di base. Dal punto di vista emato-oncologico, se è pur vero che le localizzazioni infiltrative cardiache di linfoma sono un evento piuttosto raro1-5, si deve tuttavia considerare la sempre più frequente comparsa, specialmente nei soggetti HIV+, di malattie linfoproliferative pauci- o asintomatiche fino al raggiungimento di disseminazione extranodale multiorgano. A tale osservazione non è probabilmente estraneo il diffondersi della terapia anti-retrovirale (HAART), in grado di controllare la viremia da HIV e di mantenere per lungo tempo un’ottima qualità di vita libera da complicanze infettive opportunistiche. Quando la malattia linfoproliferativa prende comunque il sopravvento e diventa sintomatica, essa è spesso assai diffusa e interessa anche organi infrequentemente coinvolti. Nel caso in questione, è evidente che la presenza dell’immunodepressione correlata al virus HIV deve essere considerata quale fattore assai importante nel definire il rischio terapeutico correlato all’inevitabile nadir ematologico6. In effetti, si deve rilevare che l’exitus non è correlabile alla temuta perforazione cardiaca da oncolisi massiva, né a complicanze funzionali cardiache, ma allo shock settico e al suo rapidissimo evolversi in un’insufficienza multi-organo fatale. Quest’ultimo evento, peraltro, non può essere considerato del tutto indipendente dalla pre-esistente cardiomiopatia ipertrofica. In un soggetto affetto da concomitante cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva, i sintomi che configurano il quadro clinico tipico della pericardite acuta quali il dolore toracico, la dispnea e l’aritmia possono essere identici a quelli causati dalla cardiomiopatia7. La comparsa di fibrillazione atriale ha rappresentato un segno di peggioramento emodinamico della cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva8 e non la conseguenza della pericardite o dell’infiltrazione neoplastica del miocardio. L’evento principale che ha indotto successivamente il paziente ad una valutazione urgente è stato la comparsa di dispnea per sforzi lievi, mai accusata in passato nonostante il quadro ecocardiografico impegnativo, da attribuirsi pertanto principalmente alla frequenza cardiaca elevata. La successiva comparsa di shock settico ha comportato una riduzione sia del pre-carico che del post-carico, condizioni che di per sé provocano un incremento del gradiente al tratto di efflusso nella cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva7. La sopraggiunta controindicazione alla somministrazione dei farmaci cardiologici (atenoloIndirizzo per la corrispondenza: Dott. Barbara Demarchi Ospedale San Raffaele, IRCCS Dipartimento Cardiotoracico Unità Operativa di Cardiologia Via Olgettina, 60 20132 Milano E-mail: [email protected] lo/verapamil) a causa dell’ipotensione correlata allo shock, l’impossibilità di assumere terapia per via orale (disopiramide) e la necessità di ricorrere alle amine per il sostegno del circolo, hanno determinato la ricomparsa del gradiente ed un’ulteriore riduzione della portata cardiaca. Conclusioni Nella pratica medica sul territorio, la presenza di una HIV positività dovrebbe innalzare l’indice di sospetto per una patologia linfoproliferativa anche in presenza di sintomatologia aspecifica a carico di organi non usualmente coinvolti in tali malattie. Alcuni esami, quali ad esempio l’ecocardiogramma color Doppler, possono risultare risolutivi nel giungere ad una diagnosi precoce ed a una incidenza determinanate sulla prognosi finale9. Bibliografia 1. Stakos DA, Xatseras DI, Boudoulas H. Cardiac lymphoma. Eur Heart J 2006; 27: 1538. 2. Hsueh SC, Chung MT, Fang R, et al. Primary cardiac lymphoma. J Chin Med Assoc 2006; 69: 169-74. 3. Khan NU, Ahmed S, Wagner P, et al. Cardiac involvement in non-Hodgkin’s lymphoma: with and without HIV infection. Int J Cardiovasc Imaging 2004; 20: 477-81. 4. Lopez-Guillermo A, Colomo L, Jimenez M, et al. 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Eur Heart J 2003; 24: 1965-91. 8. 2011 ACCF/AHA Guideline for the diagnosis and treatment of hypertrophic cardiomyopathy: executive summary; a report of the American College of Cardiology Foundation/American Heart Association task force on practice guidelines. Circulation 2011; 13, 124: 2761-96. 9. Sigel K, Dubrow R, Silverberg M, et al. Cancer Screening in patients infected with HIV. Curr HIV/AIDS Rep 2011; 8: 142-52. 577