CAPITOLO 9 STATO E MERCATO I BENI PUBBLICI Un bene pubblico puro soddisfa i seguenti requisiti: • Non rivalità: la quantità di un bene pubblico consumata da ciascun consumatore è uguale per tutti, ed equivale all’intero ammontare prodotto. Qy = qy1 = qy2 = qy3 = … = qyn • Non escludibilità: se il bene pubblico viene offerto non è possibile escludere alcun consumatore. LA CLASSIFICAZIONE DEI BENI Beni Rivali Beni escludibili Beni non escludibili Beni privati Beni non rivali Beni di club (cibo, vestiario, servizi (spettacoli dal vivo, TV via cavo) alla persona) Beni comuni Beni pubblici (riserve di pesce, legna in montagna) (qualità dell’aria, fari, illuminazione pubblica) IL FREE RIDING Poiché è impossibile escludere dal consumo, i singoli consumatori non hanno un incentivo a contribuire con una quota equa al costo di produzione di tali beni. Il fallimento di mercato associato alla presenza di beni pubblici pone due problemi: 1. Il finanziamento della produzione del bene. 2. Il livello di produzione ottimo del bene. IL FINANZIAMENTO Una possibile soluzione consiste nel cedere ad una organizzazione pubblica la facoltà di obbligare al pagamento dei costi del bene pubblico, mediante tassazione. Il ruolo imprescindibile dello Stato riguarda il prelievo delle risorse per il finanziamento della produzione (per ovviare al free riding), non la produzione stessa, che può essere comunque assicurata da un’impresa privata. LA PRODUZIONE DEI BENI PUBBLICI Supponiamo che il problema del finanziamento sia stato risolto grazie alla potestà impositiva dello Stato. A quanto ammonta la quantità ottimale di bene pubblico da produrre? Partiamo ricordando la condizione di ottimo per un generico consumatore a, che deve produrre e consumare due beni x e y. Equazioni (9.4) e (9.5), pag. 221 LA PRODUZIONE DEI BENI PUBBLICI SMT(x,y) = SMS(x,y) CM y CM x ∂U = ∂U ∂y ∂x Cosa succede se il bene y è un bene pubblico (non rivale e non escludibile)? Per il consumatore a, il SMS(x,y) rappresenta quanto è disposto a sacrificare del bene privato x per ottenere in cambio una certa quantità del bene pubblico y (disponibilità a pagare per y). Quanto viene prodotto y, viene generata una esternalità, dato che lo stesso ammontare y può essere consumato da tutti gli altri consumatori. Se definiamo con s la società nel suo complesso SMTa(x,y) = SMSa(x,y) < SMSs(x,y) In un mercato competitivo, la quantità di bene pubblico prodotta è inferiore a quella Pareto-ottimale. Consideriamo una economia composta da due individui, a e b. Dobbiamo produrre una certa quantità di bene pubblico y e delle quantità di beni privati xa e xb. L’ammontare complessivo di beni privati prodotti è X= xa + xb Definiamo la frontiera delle possibilità produttive nella sua forma implicita F(X,y) = 0 Ciascuno dei due individui a e b ha una funzione di utilità definita nel bene privato e nel bene pubblico U(xa,y), U(xb,y) Costruiamo una funzione di benessere sociale, che tenga conto del benessere di entrambi Ψ[U(xa,y), U(xb,y)] Il problema di ottimo diventa Max Ψ[U(xa,y), U(xb,y)] s.t. F(X,y) = 0 Costruiamo il Lagrangiano (xa,xb,y,λ) = Ψ[U(xa,y), U(xb,y)] - λF(X,y) Calcoliamo le condizioni del primo ordine ∂L ∂Ψ ∂U a ∂F ∂X = −λ =0 ∂xa ∂U a ∂xa ∂X ∂xa ∂L ∂Ψ ∂U b ∂F ∂X = −λ =0 ∂X ∂xb ∂xb ∂U b ∂xb ∂L ∂Ψ ∂U a ∂Ψ ∂U b ∂F = + −λ =0 ∂y ∂U a ∂y ∂U b ∂y ∂y ∂L = F ( X , y) = 0 ∂λ Notiamo che, poiché X = xa + xb ∂Q ∂Q = =1 ∂xa ∂xb Se ricaviamo il moltiplicatore di Lagrange da ciascuna, e eguagliamo i termini ∂Ψ ∂U a ∂Ψ ∂U b ∂Ψ ∂U a ∂Ψ ∂U b + ∂U a ∂y ∂U b ∂y ∂U a ∂xa ∂U b ∂xb = = ∂F ∂F ∂F ∂y ∂X ∂X L’ultima eguaglianza ci dice che ∂Ψ ∂U a ∂Ψ ∂U b = ∂U a ∂xa ∂U b ∂xb Il guadagno marginale di benessere associato al consumo del bene privato X deve essere uguale per tutti i consumatori. Se così non fosse, sarebbe possibile riallocare X tra i consumatori in modo da massimizzare il benessere sociale. Se ora lavoriamo con la prima eguaglianza ∂Ψ ∂U a ∂Ψ ∂U a ∂U a ∂Ψ ∂U b ∂y + ∂U a ∂Ψ ∂U b ∂xa ∂U b ∂F ∂y ∂y = ∂U b ∂F ∂X ∂xb Cioè ∂U a ∂U b ∂F ∂y ∂y ∂y + = ∂U a ∂U b ∂F ∂xa ∂xb ∂X •Il primo termine è il SMS per il consumatore a. •Il secondo termine è il SMS per il consumatore b. •Il termine a destra del segno di eguale è il SMT tra il bene pubblico e il bene privato •Quindi la condizione di ottimo Paretiano è SMSa + SMSb = SMT Mentre con beni privati la condizione di ottimo è SMS1 = SMS2 = SMS3 = … = SMSn = SMT Quando abbiamo la presenza di un bene pubblico la condizione di ottimo diventa SMS1 + SMS2 + SMS3 + … SMSn = SMT In corrispondenza di un ottimo Paretiano • Per un bene privato, i consumatori ne consumano quantità diverse allo stesso prezzo. • Per un bene pubblico, i consumatori ne consumano una quantità identica (ad esempio, difesa nazionale) ma pagano prezzi diversi (diverse disponibilità a pagare). • Possiamo legare il concetto di SMS(xi,y) a quello di prezzo di riserva per il bene pubblico y, al prezzo del bene pubblico stesso py. • Poniamo come numerario il prezzo di X, pX = 1. • Quando massimizza l’utilità, il consumatore singolo pone SMS(xi,y) = py/pX. • Se px = 1, SMS(xi,y) = py. • Per un bene pubblico, la somma dei prezzi di riserva restituisce il prezzo che la società nel suo complesso desidera pagare per avere il bene pubblico. y SMS(y,x) = - dy/dx Curva di indifferenza x SMS(y,x) Saggio marginale di sostituzione x Per il bene privato in equilibrio deve valere la condizione SMSa = SMSb = SMT MRS(y,xa) MRS(y,xb) SMSa 10 Consumatore a MRS(y,X) SMT SMSb xa 8 Consumatore b xb 18 Mercato per X X • Quindi a consuma 10, b consuma 8 e il mercato domanda nel complesso 18 unità del bene privato. • Supponiamo che per il consumatore a il SMS(xa,y) sia 4, e il SMS(xb,y) del consumatore b sia 1. • Dato il numerario, pX = 1, vale py/pX = 4 = SMSa e py/pX = 1 = SMSb. • Il consumatore a paga 4 Euro per una unità del bene pubblico, il consumatore b paga 1 euro, ma entrambi consumano lo stesso ammontare. MRS(xa,y) 4 MRSa y MRS(xb,y) 1 MRSb y MRS(X,y) 5 MRT MRSa + MRSb y LE ESTERNALITA’ Vantaggi o costi generati su altri soggetti da un’attività economica. •Esternalità di produzione o consumo. •Esternalità positive o negative. Esempio: una fabbrica che, producendo, provoca inquinamento ambientale. Come internalizzare una esternalità? •Introducendo un’imposta •Attribuendo diritti di proprietà •Introducendo un sistema di incentivi •Introducendo una norma Vediamo il caso di un’importa di Pigou Attribuzione dei diritti di proprietà Il termovalorizzatore e l’azienda agricola. Per il termovalorizzatore, all’aumentare dell’inquinamento si riduce il costo di produzione del Kilowattora. Per l’impresa agricola, all’aumentare dell’inquinamento aumenta il costo di produzione delle mele. Il termovalorizzatore ha costi marginali di produzione crescenti, cioè la produzione di un megawatt aggiuntivo costa di più rispetto al precedente. Il ricavo marginale (prezzo) derivante dalla vendita di ogni megawatt è costante e pari a 105 euro. La produzione di megawatt provoca un’esternalità negativa di 20 euro per ogni megawatt prodotto, cioè arreca all’azienda agricola produttrice di mele un danno quantificabile in 20 euro per ogni megawatt prodotto dal termovalorizzatore. Nel caso in cui il termovalorizzatore fosse costretto a internalizzare il costo dell’esternalità, la produzione ottima sarebbe pari a 2 megawatt e il suo profitto sarebbe pari a 20 euro. In questo caso, nessun danno sarebbe imposto all’azienda agricola produttrice di mele e il surplus complessivo sarebbe quindi pari a 20 euro. La produzione di 2 megawatt è quindi il livello socialmente efficiente. Supponiamo che i i diritti di proprietà siano attribuiti all’azienda agricola produttrice di mele. Quindi il termovalorizzatore non può produrre elettricità se non acquista dei diritti a inquinare dall’azienda agricola. Il termovalorizzatore sarà disposto ad acquistare diritti fintantoché il profitto che ricava dalla produzione di un megawatt aggiuntivo è maggiore del prezzo del diritto a inquinare. Dall’altra parte, l’azienda agricola sarà disposta a vendere diritti d’inquinamento fintantoché il prezzo del diritto è maggiore del danno causato dalla produzione di un megawatt. Il profitto marginale del primo megawatt venduto è pari a 35 euro, quello del secondo è pari a 25 euro, quello del terzo è pari a 15 euro e quello del quarto è pari a 5 euro. L’azienda agricola è disposta a vendere ogni diritto se riceve un prezzo di almeno 20 euro. Pertanto, il termovalorizzatore acquisterà diritti d’inquinamento per produrre 2 megawatt di elettricità. Infatti, non conviene acquistare diritti d’inquinamento per produrre il terzo megawatt poiché dovrebbe sborsare un prezzo di almeno 20 euro a fronte di un beneficio di soli 15 euro. L’effettivo prezzo di ogni diritto d’inquinamento sarà compreso tra 20 e 25 euro e dipenderà dal potere contrattuale delle parti in causa. Il livello di produzione raggiunto è quello socialmente efficiente. LE ASIMMETRIE INFORMATIVE Situazione in cui il livello di utilità di un agente (che è definito il “principale”) dipende, in misura non irrilevante, dalle decisioni di un altro agente (che a sua volta è definito “agente”) che detiene informazioni non condivise con il principale. Due principali tipologie di svantaggio del principale: • la prima si realizza quando l’agente è in grado di nascondere le informazioni rilevanti prima dell’avvio dello scambio – SELEZIONE AVVERSA • la seconda si manifesta quando l’agente è in grado di occultare le informazioni dopo aver definito le condizioni dell’accordo di scambio – AZZARDO MORALE IL MERCATO DEI BIDONI Immaginiamo che sul mercato ci siano solo due tipi di autovettura usata: le automobili cattive (bidoni) e le automobili buone (gioielli). Supponiamo inoltre che le percentuali di bidoni e di gioielli presenti sul mercato sia nota e sia pari rispettivamente a 2/3 e 1/3 del totale delle autovetture usate. Per completare il nostro mercato ipotizziamo infine che siano a tutti noti i valori di riserva, rispettivamente dei compratori e dei venditori. IL MERCATO DEI BIDONI Nel nostro caso ipotizzeremo che per chi cerca un’auto usata, il valore di riserva VRCB = X euro per un bidone, mentre per i venditori sia VRVB = (X - e) . Analogamente, il valore di riserva per un’auto buona è VRCG = Y euro per i compratori, e VRVG = (Y - k) euro per i venditori, con X < Y e con e > 0, k > 0. IL MERCATO DEI BIDONI Date queste ipotesi, nel caso in cui né i compratori né i venditori fossero in grado di sapere con certezza se una data auto è un bidone oppure una gioiello, il valore atteso di una generica automobile usata sarà pari a VAC = (2/3)X + (1/3)Y per i compratori VAV = (2/3)(X - e) + (1/3)(Y - k) per i venditori. Poiché VAC > VAV il mercato potrà funzionare senza alcun problema generando un prezzo di equilibrio p* nell’intervallo VAC ≥ p* ≥ VAV indipendentemente dai valori di e e di k. IL MERCATO DEI BIDONI Cosa succede se i venditori sono in grado di sapere con certezza se una data auto è una bidone oppure un gioiello, mentre i compratori no (asimmetria informativa)? La conseguenza di questo nuovo contesto informativo sarebbe il fallimento del mercato delle auto buone. La merce cattiva scaccia la merce buona, e il mercato delle auto usate di buona qualità scompare. IL MERCATO DEI BIDONI Notiamo che, poiché i consumatori sono incerti sulla qualità, per loro vale VAC = (2/3)X + (1/3)Y Da cui segue che X < VAC < Y Poiché VAC è un prezzo di riserva, i consumatori sono disposti ad acquistare ad un prezzo uguale o inferiore, ma mai superiore. Venditore Qualità dell’auto Prezzo di offerta Compratore Bidone X Accetta Gioiello Y Rifiuta Bidone Y Rifiuta Gioiello Y Rifiuta Onesto Disonesto AZZARDO MORALE Supponiamo che l’utilità che un consumatore estrae dalla propria abitazione si pari a Ua e che esista il rischio che la casa sia danneggiata da un incendio. Ipotizziamo inoltre, per il momento, che la probabilità che si generi un incendio sia nota e pari a p (con 0 < p < 1), ne discende che possiamo ipotizzare che l’utilità attesa della casa per il consumatore, Va, dipenda dal valore commerciale Ya della casa diminuito del valore k del danno subito, moltiplicato per la probabilità che la casa vada danneggiata: Va = p(Ya – k) + (1 – p)Ya. AZZARDO MORALE Se p = 0,1, Va = 0,1(Ya – k) + 0,9Ya. A questo punto il consumatore potrà decidere di ridurre il rischio comprando un’assicurazione che lo risarcirà dell’intero valore k in caso d’incendio. AZZARDO MORALE Il valore netto della casa assicurata, al netto del premio della polizza assicurativa q, Ya – q, deve essere uguale almeno al valore della casa senza assicurazione Ya – q ≥ Va Proviamo ora a calcolare il valore del premio q. La compagnia assicuratrice sa che, affinchè qualcuno sia disposto a comprare l’assicurazione, deve valere la condizione appena posta. AZZARDO MORALE Poiché conosciamo Va, otteniamo q = 0,1k Il premio assicurativo è uguale al valore a rischio (cioè al rimborso del danno ponderato per il rischio). Se il premio fosse superiore, nessuno si assicurerebbe. Se il premio fosse inferiore, per quel tipo di abitazione, quel tipo di evento, in media l’assicurazione non avrebbe risorse sufficienti per pagare gli assicurati. AZZARDO MORALE Supponiamo che il proprietario della casa si sia già assicurato. Il suo hobby preferito è costruire fuochi d’artificio artigianali, soprattutto se illegali. Seguire il suo hobby gli procura un valore aggiuntivo, diciamo A, ma aumenta il rischio di incendio della casa dal 10% al 20%. AZZARDO MORALE Il valore della casa per il proprietario è Ya + A – q che è sicuramente superiore di Va. L’assicurato ha un incentivo ad adottare comportamenti vantaggiosi per sé anche se aumentano il rischio del danno assicurato. D’altro canto, ora il pagamento atteso per la compagnia assicurativa è 0,2k, e quindi il premio standard non è più sufficiente. L’assicurazione deve alzare il premio, q’ = 0,2k. Ma nessun cliente con hobby pericolosi è disposto a pagare il nuovo premio. Per chi non rischia, il premio ottimale è q = 0,1k. Se la compagnia vuole coprirsi da comportamenti rischiosi dei propri clienti, pone il premio a q’. Solo i proprietari rischiosi compreranno le assicurazioni: gli assicurati cattivi scacciano gli assicurati buoni.