Il marketing si trasferisce su Internet,
l’Italia è in ritardo ma si sta adeguando
Gli investimenti di marketing finiscono in… rete. Attratte dalla possibilità di passare da una
comunicazione a senso unico a un dialogo bilaterale che privilegi l’interattività con il
consumatore, le aziende investono sempre di più sui new media.
Da una ricerca realizzata dall’Economist intelligence unit, in collaborazione con Google,
emerge infatti che gli investimenti su Internet avranno sempre più peso nel media
planning.
Nel 2004 solo il 3% affermava di impegnare oltre il 30% del budget sul web, mentre il 43%
degli intervistati non investiva affatto.
La previsione per i prossimi due anni è ribaltata: la percentuale dei big spender sale
all’11% e crolla al 2% la voce “non investo”.
Secondo le previsioni, entro il 2008 nelle risorse in marketing e comunicazione delle
aziende l’on-line farà un balzo in avanti registrando l’incremento più sostanziale (88%), a
seguire gli eventi dal vivo e le sponsorizzazioni (53%), anche la pubblicità tradizionale
tramite corrispondenza aumenterà del 39%.
Perdono posizioni nella classifica dei mezzi su cui investire le directories (tipo Pagine
gialle), gli elenchi telefonici, i piccoli annunci e i periodici (il 19% degli intervistati prevede
un taglio).
“Il marketing on-line permette agli specialisti del settore di creare esperienze interattive
con la marca al fine di indurre il consumatore all’azione”, spiega Brian Smith, ricercatore
dell’Economist intelligence unit.
Anche in Italia, i siti web dei principali quotidiani raggiungono ogni giorno milioni di utenti e
gli investimenti in termini di capitali e risorse umane che vengono dedicate a questo
mezzo sono sempre maggiori proprio perché si crede sempre di più nell’interattività con i
lettori.
Tutto questo va visto anche in termini di visibilità?
Non sempre, in quanto per gli esperti il problema non è conquistare uno spazio, ma
piuttosto pensare a un brand fruibile su diversi canali, offrendo così al consumatore
un’esperienza, un dialogo, un confronto che arricchisca le aziende e i consumatori.
Il futuro, probabilmente, sarà di creare una comunicazione on demand in modo che il
target possa usufruirne come, dove e quando vuole.
Fatto sta che anche in Italia si guarda avanti.
L’obiettivo dei prossimi due anni è di triplicare la quota dedicata agli investimenti che
riguardano Internet e arrivare quindi al 7-8% per raggiungere il livello degli altri Paesi
europei.
Enrico Leporati