La seconda rivoluzione industriale 30/10/2012 prof.ssa Gualtieri Giuseppina 30/10/2012 prof.ssa Gualtieri Giuseppina Si prendano ora in considerazione le conseguenze della II rivoluzione industriale sulla cultura ed il dibattito ideologico . A questo proposito si rimanda agli approfondimenti del libro di testo,A. GIARDINA, G. SABATUCCI, V. VIDOTTO, Nuovi profili storici, II vol, p. 655, H. SPENCER, L’evoluzionismo sociale. Questo dibattito ideologico, d’altra parte, aiuta anche a inquadrare il clima ideologico in cui collocare l’età dell’imperialismo e il cambiamento degli scenari della politica europea. 30/10/2012 L’inasprimento della politica estera delle nazioni, l’aggressività economica, e la propaganda bellicistica che inaugurano l’età dell’imperialismo. A questo proposito si rimanda all’approfondimento dello storico J. Eaton, Economia politica, Einaudi Torino 1950 prof.ssa Gualtieri Giuseppina 30/10/2012 prof.ssa Gualtieri Giuseppina L’età dell’imperialismo 30/10/2012 prof.ssa Gualtieri Giuseppina 30/10/2012 prof.ssa Gualtieri Giuseppina 30/10/2012 prof.ssa Gualtieri Giuseppina J. Eaton, Economia politica (1949) L’imperialismo secondo la teoria marxista. Le guerre commerciali tra gruppi monopolistici privati. Eaton dimostra in questa sua opera il nesso intercorrente tra la forma di produzione capitalistica e l’imperialismo. L’imperialismo è un particolare stadio dello sviluppo del capitalismo e che Lenin definisce capitalismo monopolistico. I caratteri che contraddistinguono l’imperialismo vengono sussunti in 5 punti essenziali: 1) La concentrazione della produzione e del capitale (divisione del lavoro e sua specializzazione ad un grado irraggiungibile dalle piccole fabbriche che così vengono assorbite dalle grandi, monopolistiche) 2) La fusione tra capitale bancario e capitale industriale e il formarsi di un’oligarchia finanziaria che detiene le sorti economiche e politiche del mondo (questo sviluppo del capitale finanziario ha prodotto grandi cambiamenti nella struttura e nel carattere della classe capitalistica r quindi nella società nel ssuo insieme. Un gruppo relativamente piccolo ha concentrato nelle sue mani il controllo sopra la maggior parte del sistema economico e domina tutte le altre parti della popolazione, le masse lavoratrici ecc… vi sono inoltre dei legami molto stretti tra questi banchieri da un lato e dall’altro l’amministrazione dello stato attraverso clubs relazioni familiari essi sono in rapporto con i leaders dei partiti borghesi) 3) La grande esportazione di capitali (mentre la I Riv. Industriale esportava merci) 4) Il sorgere di associazioni monopolistiche internazionali di capitalisti che si ripartiscono il mondo. 5) La spartizione della terra tra le più grandi potenze capitalistiche con l’asservimento della politica di ogni paese all’interesse dei grandi gruppi monopolistici. Ciò che infatti bisogna che teniate a mente è che questa ristrutturazione imperialistica dell’economia è la risposta alla grande depressione del 1873. Depressione, questa, causata da una crisi di sovrapproduzione. Quindi la domanda che dovete porvi, e che insieme ci poniamo anche per capire anche la crisi di questi anni, è come risolvere una crisi di sovrapproduzione? Le scelte protezionistiche della maggior parte dei Paesi europei ebbero come obbiettivo la protezione, appunto, delle economie locali, con il conseguente restringimento del mercato su cui immettere le merci prodotte. La scelta conseguente a questa prima, fu l’espansione colonialistica e dunque imperialistica. Cioè la conquista, tramite guerre, di paesi in Africa dove poter esportare le merci sovraprodotte in patria. 30/10/2012 prof.ssa Gualtieri Giuseppina La conquista di nuove terre ebbe un’altra nefasta ripercussione. Quando infatti non rimane più alcun pezzo di terra da conquistare, la naturale evoluzione dell’imperialismo sarà la guerra tra potenze per la conquista degli imperi altrui. L’imperialismo della II Rivoluzione industriale porterà direttamente allo scoppio della Prima guerra mondiale. Ma ecco qui una sinossi delle teoria di Eaton: “ Il monopolio non elimina la concorrenza. Essa assume forme più violente che consistono nelle spietate guerre commerciali tra gruppi monopolistici rivali, sia in ambito nazionale che internazionale. Guerre queste che possono arrivare a vere e propri conflitti armati poiché gli apparati monopolistici si servono dell’apparato dello stato nel tentativo di portare nuovi territori e nuovi governi sotto la loro influenza ed eliminare i loro rivali con la forza delle armi. La concentrazione industriale è accompagnata dalla concentrazione bancaria. Le banche raccolgono specie di redditi in denaro e li mettono a disposizione dei capitalisti, trasformando il capitale liquido inattivo in capitale liquido attivo, cioè produttore di profitto. In tal modo esse acquistano una posizione di eccezionale importanza in tutto il processo di industrializzazione, influendo sui singoli capitalisti, controllandoli e indirizzandoli. Si perviene così alla fusione tra capitale bancario e capitale industriale, accentrato nelle mani di poche persone (oligarchia finanziaria) che dominano tutte le altre parti della popolazioni, le masse lavoratrici, il ceto medio e i capitalisti minori, e tendono ad esportare i capitali verso i paesi coloniali e le aree sottosviluppate capaci di garantire grossi profitti. Così si giunge ad una vera e propria divisione del mondo in sfere di influenza. Ma non per questo l’imperialismo supera le sue contraddizioni, che anzi divengono più acute. Infatti gli antagonismi delle potenze imperialistiche si risolvono necessariamente con la guerra, perché non v’è altro mezzo per redistribuire le aree del mondo secondo il mutare dei rapporti di forze delle grandi potenze imperialistiche e dei principali gruppi monopolistici, 30/10/2012 prof.ssa Gualtieri Giuseppina Per quanto riguarda le masse popolari, l’imperialismo significa fame, oppressione politica e guerra. Mentre i popoli vedono aggiungersi allo sfruttamento di cui erano vittime il nuovo giogo dell’occupazione straniera. Vero è che l’imperialismo, a detta dei marxisti, rappresenta il capitalismo nel proprio letto di morte. Le sue contraddizioni si esprimono infatti in forma sempre più acuta e pesante, per cui esistono in tutto il mondo, a detta di Lenin, “tutte le condizioni per il raggiungimento del socialismo”. 30/10/2012 prof.ssa Gualtieri Giuseppina