LE PERITONITI BILIARI Giovanni Docimo con la collaborazione di Roberto Ruggiero, Simona Gili III Divisione di Chirurgia – Seconda Universita’ di Napoli Indice 1.0Scopo ..........................................................................................3 2.0Descrizione...................................................................................3 2.1Generalità...................................................................................... ....................3 La peritonite è una flogosi del peritoneo e quindi del cavo peritoneale nelle sue componenti viscerale e parietale. La superficie del peritoneo è di circa 2 mq e si comporta come una membrana semi permeabile che consente un trasporto bidirezionale di acqua, elettroliti e piccole molecole..............................................3 Le noxe patogene capaci di determinare irritazione peritoneali sono molteplici; pur tuttavia la risposta del peritoneo è piuttosto costante. ..................................3 In funzione della gravità del quadro clinico possono determinarsi ripercussioni a livello sistemico...................................................................... ................................3 3 In rapporto alla estensione si possono suddividere in:...........................................3 diffuse o generalizzate: interessamento flogistico di quasi tutta la cavità addominale per contaminazione massiva o per deficit dei meccanismi di difesa;.3 localizzate o circoscritte: reazione di difesa locale in grado di circoscrivere l’ infezione (appendicite, diverticolite) portando alla formazione di ascessi endoaddominali;................................................................................ .....................3 pelviperitoniti: circoscritte allo scavo pelvico, secondarie ad infezione dell’utero o degli annessi (endometrite settica post-abortiva, salpingite suppurata). ..........3 L’ estensione è condizionata da:............................................................................3 eziologia della peritonite; ......................................................................................3 natura e sede della lesione determinante; ............................................................3 capacità di difesa organica..................................................................... ................4 In rapporto all’evoluzione si possono suddividere in:.............................................4 1 acute 4 croniche......................................................................................... .........................4 il decorso è in genere sempre acuto, immediato o a distanza di qualche ora dall’evento causale, con evoluzione in alcuni casi verso lo shock settico ipovolemico o verso insufficienze multiple di organo (MOF)..................................4 le peritoniti croniche sono rare: tubercolare, peritoniti settiche diffuse cronicizzate, pancreatite necrotico emorragica, peritonite incapsulante ad eziologia varia (tubercolosi, ascite cronica, neoplasia, idiopatica).........................4 2.2Eziologia........................................................................ ....................................4 Dal punto di vista eziologico si possono distinguere due principali tipi di peritonite:..................................................................................... ..........................4 Primitiva: rientrano in questo gruppo le forme in cui non si rilevano focolai infettivi riferibili a organi endo addominali né tanto meno contaminazioni dall’esterno. Sono questi i casi di pazienti affetti da cirrosi epatica scompensata nei quali è il liquido ascitico ad infettarsi, in assenza talvolta di una noxa patogena identificabile, o i casi di competenza pediatrica nei quali il neonato va incontro ad una peritonite acuta in presenza di una infezione extraddominale;....4 Secondaria: comprende la quasi totalità delle forme che si manifestano nell’adulto. Le principali cause e modalità di infezione del cavo peritoneale sono: 4 Perforazione di organo cavo...................................................................................4 Ulcera peptica;................................................................................................... .....4 Diverticolite;.......................................................................... .................................4 Neoplasia perforata;.................................................................... ...........................4 Evoluzione gangrenosa di appendicite o colecistite acuta.....................................5 3.0 Peritonite Biliare (Coleperitoneo)..................................................5 3.1Manifestazioni cliniche................................................................................... ....6 3.2Diagnosi................................................................................................ .............6 3.3Accoglienza in reparto .............................................................. ........................7 3.4Trattamento medico........................................................................................ ...7 3.5Trattamento chirurgico......................................................................................8 8 3.6Post operatorio................................................................................................... 8 .................................................................................................................. ...8 4.0Abbreviazioni..............................................................................10 5.0Riferimenti/Bibliografia................................................................10 2 1.0 Scopo Descrivere il protocollo per la diagnosi e terapia chirurgica delle peritoniti con particolare interesse alle peritoniti biliare. 2.0 Descrizione 2.1 Generalità La peritonite è una flogosi del peritoneo e quindi del cavo peritoneale nelle sue componenti viscerale e parietale. La superficie del peritoneo è di circa 2 mq e si comporta come una membrana semi permeabile che consente un trasporto bidirezionale di acqua, elettroliti e piccole molecole. Le noxe patogene capaci di determinare irritazione peritoneali sono molteplici; pur tuttavia la risposta del peritoneo è piuttosto costante. In funzione della gravità del quadro clinico possono determinarsi ripercussioni a livello sistemico. In rapporto alla estensione si possono suddividere in: • diffuse o generalizzate: interessamento flogistico di quasi tutta la cavità addominale per contaminazione massiva o per deficit dei meccanismi di difesa; • localizzate o circoscritte: reazione di difesa locale in grado di circoscrivere l’ infezione (appendicite, diverticolite) portando alla formazione di ascessi endoaddominali; • pelviperitoniti: circoscritte allo scavo pelvico, secondarie ad infezione dell’utero o degli annessi (endometrite settica post-abortiva, salpingite suppurata). L’ estensione è condizionata da: • eziologia della peritonite; • natura e sede della lesione determinante; 3 • capacità di difesa organica. In rapporto all’evoluzione si possono suddividere in: • acute • croniche il decorso è in genere sempre acuto, immediato o a distanza di qualche ora dall’evento causale, con evoluzione in alcuni casi verso lo shock settico ipovolemico o verso insufficienze multiple di organo (MOF). le peritoniti croniche sono rare: tubercolare, peritoniti settiche diffuse cronicizzate, pancreatite necrotico emorragica, peritonite incapsulante ad eziologia varia (tubercolosi, ascite cronica, neoplasia, idiopatica). 2.2 Eziologia Dal punto di vista eziologico si possono distinguere due principali tipi di peritonite: • Primitiva: rientrano in questo gruppo le forme in cui non si rilevano focolai infettivi riferibili a organi endo addominali né tanto meno contaminazioni dall’esterno. Sono questi i casi di pazienti affetti da cirrosi epatica scompensata nei quali è il liquido ascitico ad infettarsi, in assenza talvolta di una noxa patogena identificabile, o i casi di competenza pediatrica nei quali il neonato va incontro ad una peritonite acuta in presenza di una infezione extraddominale; • Secondaria: comprende la quasi totalità delle forme che si manifestano nell’adulto. Le principali cause e modalità di infezione del cavo peritoneale sono: o Perforazione di organo cavo Ulcera peptica; Diverticolite; Neoplasia perforata; 4 Evoluzione gangrenosa di appendicite o colecistite acuta o Estensione peritoneale di processo flogistico endoaddominale Colecistite acuta; Appendicite acuta; Pancreatite acuta; Ileite acuta; Salpingite acuta; Raccolte ascessuali intraddominali: o Sofferenza ischemica intestinale Infarto intestinale; Strozzamento erniario; Volvolo o Traumatica Lesioni viscerali per ferite penetranti; Traumi chiusi con contusioni viscerali o lesioni da scoppio; 3.0 Perforazioni in corso di esami endoscopici. Peritonite Biliare (Coleperitoneo) Intensa reazione infiammatoria del peritoneo dovuta a contatto con la bile, della quali i sali biliari rappresentano la componente più irritante. Il coleperitoneo si può realizzare con diversi meccanismi: Come complicanza chirurgica: lesione iatrogena in corso di colecistectomia oppure deiscenza di sutura o di una anastomosi delle vie biliari; Filtrazione di bile da sovradistensione delle vie biliari ostruite; In seguito a puntura percutanea del fegato o delle vie biliari. 5 La bile riversata in peritoneo è inizialmente sterile ma si infetta molto facilmente, determinando la comparsa di una peritonite settica biliare, altre volte lo è sin dall’inizio. 3.1 Manifestazioni cliniche • Dolore: è il segno più precoce che, nelle fasi iniziali, risulta localizzato e indirizza verso una probabile diagnosi; • Chiusura dell’ alvo a gas e feci: si tratta di un ileo paralitico dovuto all’arresto della peristalsi indotto da un riflesso inibitorio intestinale con conseguente paralisi delle anse intestinali; • Vomito e contrattura della parete addominale: possono comparire in fase avanzata; • Ittero ingravescente; • Febbre. 3.2 Diagnosi • Anamnesi: attenta valutazione dei sintomi, le caratteristiche del dolore, la modalità di insorgenza, il tipo di dolore e la sua irradiazione; • Esame obiettivo (varia in funzione del quadro clinico e dell’entità della fistola biliare): 1. Ispezione: ipomobilità dell’addome con gli atti del respiro, incremento del dolore con la tosse, respiro costale; 2. Palpazione: addome contratta con iniziale difesa; 3. Ascoltazione: riduzione o assenza di rumori peristaltici; • Esami ematochimici: leucocitosi, aumento dell’ Hct, deficit elettrolitici, alterazione dell’equilibrio acido-base, alterazione delle prove di coagulazione, alterazione degli indici di funzionalità epatica e renale, alterazione degli indici di colestasi; • Radiologia: RX diretta addome in ortostatismo e RX torace (talvolta sollevamento emidiaframmi, di rado livelli idroaerei; 6 • Ecografia: consente di verificare una eventuale dilatazione delle vie biliari intra ed extra epatiche, verificare l’integrità o eventi anomalie delle vie biliari, individuare la presenza di una raccolta sottoepatica, di verificare se questa sia drenata o se interessi altri recessi addominali (docce parietocoliche, Douglas), eventuale apposizione di drenaggio per via percutanea; • Paracentesi, • Colangio-RMN o Tc spirale; • ERCP: a scopo sia diagnostico che terapeutico: eventuale sfinterotomia, estrazione calcoli, posizionamento di endoprotesi • PTC: in casi selezionati, in di caso di ittero ingravescente o di insuccesso di ERCP 3.3 Accoglienza in reparto Il paziente giunge in reparto dove viene accolto dal medico e dall’infermiere di reparto che provvederanno a : a) Valutare le condizioni generali, b) Monitorare i parametri vitali, c) Rilevare la temperatura cutanea, d) Posizionare un catetere vescicale, e) Posizionare un catetere venoso centrale, f) Posizionare un sondino naso-gastrico, 3.4 Trattamento medico Il trattamento medico ha lo scopo di equilibrare il paziente, correggendo eventuali squilibri idro-elettrolitici e di instaurare una adeguata terapia medica preparandolo alla esecuzione di manovre diagnostiche endoscopiche. Nel frattempo il Medico di reparto compila la cartella clinica. 7 Nel caso di fistole a bassa portata (<300 ml) è possibile un trattamento conservativo che si basa su: • Digiuno assoluto; • Terapia di supporto mediante infusione endovenosa di liquidi e elettroliti; 3.5 • Antibioticoterapia; • Farmaci inibitori di pompa (omeprazolo, pantoprazolo, ecc) • Somatostatina o Octreotide Trattamento chirurgico I principi fondamentali del trattamento chirurgico del coleperitoneo comprendono: • Riparazione fistola biliare ed eventuale derivazione bilio-digestiva oppure apposizione di Tubo a T di Kehr; 3.6 • Toilette peritoneale; • Drenaggio peritoneale; Post operatorio A. RIENTRO IN REPARTO Il paziente viene accolto dal Medico e dall’ Infermiere di reparto che provvederanno a: 1. Valutazione generale delle condizioni. 2. Controllare i parametri vitali, azzeramento ed annotazione dei livelli e di alcune caratteristiche (drenaggi addominale, urine, SNG) 3. Controllo della terapia praticata e bilancio idrico 4. Prescrizione dei controlli per le prime 24 h.: P.A. e polso ogni 6 ore, emocromo a 6-8 ore dall’ rientro in reparto, controllo del dolore ed eventuale integrazione terapia antalgica prescritta 8 5. Impostare la fluidoterapia con soluzione salina e glucosata al 5% (110 ml\h.) 6. Prescrivere la prosecuzione dell’antibiotico-terapia iniziata in sala operatoria e prescrivere le analisi (emocromo e biochimica completa) per la mattina successiva 7. richiedere la consulenza di FKT respiratoria • nota: gli esami ematochimici vengono richiesti sulla base della valutazione clinica giornaliera B. I giornata post-operatoria Mobilizzazione del paziente Digiuno assoluto Bilancio idrico Controllo ferita chirurgica Inizio FKT respiratoria C. II giornata post-operatoria Tutto come B D. III giornata post-operatoria . Tutto come B E. IV giornata post-operatoria . Rimozione SNG Rimozione catetere vescicale Continua monitoraggio diuresi Per il resto tutto come B F. V giornata post-operatoria . Sospensione antibiotico-terapia se apiressia da almeno 48 h Inizia dieta liquida oppure digiuno assoluto in assenza di valida canalizzazione a feci e a gas. In quest’ultimo caso clistere evacuativo. 9 Controllo ecografico vie biliari. Per il resto tutto come B G. VI giornata post-operatoria Riduce fluido terapia Per il resto tutto come B H. VII giornata posto-operatoria Si alimenta I. VIII giornata post-operatoria Può essere dimesso. Viene preparata la lettera di dimissione che viene consegnata al paziente insieme alla dieta elaborata dal servizio di nutrizione. Il controllo post-operatorio viene programmato a 7 giorni dalla dimissione 4.0 Abbreviazioni P.A.: Pressione Arteriosa F.C. : Frequenza Cardiaca F.R. : Frequenza Respiratoria S.N.G.: Sondino Naso Gastrico Hct: Ematocrito N.P.T.: Nutrizione Parenterale Totale FNK: Fisiocinesiterapia ERCP: pacreato colangiografia retrograda endoscopica PTC: Col angiografia Percutanea Endoscopica 5.0 Riferimenti/Bibliografia R. Tufano et al, Emergenze Medico-Chirurgiche,UTET 330-332 Renzo Dionigi Chirurgia Masson Pag 570-575 Gallone, Galliera: Chirurgia. Settima edizione. Casa editrice ambrosiana. 2005: cap. 42 10 11