perché l`economia italiana non cresce?

RISORSE presenta il ciclo di conferenze che si terrà agli inizi
della prossima primavera a Treviglio. Il titolo del ciclo sarà:
PERCHÉ L’ECONOMIA ITALIANA NON CRESCE?
È fuori dubbio che la nostra economia, da lungo tempo, non cresce. Infatti,
sommando fasi di bassa, di bassissima crescita e di recessione otteniamo, sul
medio-lungo periodo, un risultato preoccupante. È anche diventato uno stereotipo
parlarne. Tant’è che, a lungo andare, molti indulgono al fatalismo o ai sensi di
colpa e di inferiorità rispetto ad altri paesi. Così però non se ne fa di strada.
Lasciate da parte la retorica e l’autoflagellazione, RISORSE vorrebbe far
luce sul fenomeno della mancata crescita economica, scomponendolo nelle sue
fasi, confrontando queste con le fasi di forte sviluppo, cercandone i motivi.
Di certo non partiamo da zero. Qualche ipotesi euristica l’abbiamo
individuata. Nelle prime due conferenze del ciclo vorremmo capire il contesto da
cui partire nell’indagine. Nelle ultime due cercheremo di individuare le cause
della mancata crescita.
PRIMA CONFERENZA – L’economia italiana dagli anni cinquanta ad oggi
Come si presentano le ‘radiografie’ delle fasi economiche, dei tassi di crescita,
della distribuzione del PIL tra i tre settori economici, della quantità di forza lavoro
in essi occupata, così come della quantità della popolazione attiva e della
disoccupazione? Quali erano e quali sono i leader dei settori industriali? Quale fu
il ruolo dell’impresa pubblica? Che quadro si offre circa i livelli di produttività
raggiunti, la redditività delle imprese, il numero delle imprese per numero di
addetti? E come stanno le cose in termini di distribuzione del reddito? L’interesse
maggiore andrebbe rivolto all’andamento di queste grandezze negli ultimi 25
anni.
SECONDA CONFERENZA – Il debito pubblico: fatti e misfatti
Il debito pubblico è stato ed è notoriamente un fattore di prima grandezza per
l’economia italiana. Solitamente viene visto come una cosa altamente negativa,
soprattutto da quando, nel lontano 1991-92, ha raggiunto il 100% del PIL. Spesso
viene considerato come la causa di tutti i nostri guai. È proprio così? La
conferenza offrirà una storia ragionata su come e perché si è formato. Sarà
decisivo individuarne le fasi e mettere in correlazione la dinamica del debito sia
con i tassi d’interesse reali che con i livelli di tassazione. Ancora: il debito
pubblico ha nuociuto agli investimenti privati? Se sì, quando e in che misura? Da
ultimo andrà considerata la sua sostenibilità nella fase della lira e in quella
dell’euro.
TERZA CONFERENZA – Bassa produttività: le cause interne
In cima a tutte le analisi critiche sta di solito il lamento sulla bassa crescita della
produttività del capitale e del lavoro nel nostro Paese. Bassa produttività che viene
ricondotta a queste carenze strutturali: nanismo delle imprese, scarsità di leader di
settore a livello europeo o mondiale, inefficienze nella formazione del personale,
1
deficit nel management, poca ricerca e sviluppo, sfasatura tra l’offerta e la
domanda di lavoro ai livelli alti (licei, istituti tecnici, università). Ma viene anche
sottolineato l’effetto deleterio della flessibilizzazione del mercato del lavoro
(istituzionalizzazione e diffusione del precariato, lavoro interinale ecc.) che
avrebbe depresso la produttività. Come stanno le cose?
QUARTA CONFERENZA – Crisi e bassa produttività: le cause esterne
Che effetti hanno avuto invece i fattori esterni (esogeni, come li chiamano gli
economisti) sulla nostra economia? Fattori esterni sono quelli che compongono la
cornice del quadro economico: le dimensioni della spesa pubblica, le
privatizzazioni, o meglio, il passaggio da un’economia mista (quale era la nostra
dal dopoguerra fino a metà degli anni ottanta, in cui si affiancavano il capitale
privato e quello pubblico nella gestione del settore industriale e dei servizi) ad un
capitalismo rigorosamente privatizzato, il passaggio da un regime a cambi
regolabili ad un regime a cambi fissi, o addirittura all’unione monetaria europea,
lungo tutto il processo di creazione dell’Eurozona.
2