Il problema del sistema è la produttività : ecco come

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Economia: così si cambia il passo di marcia
Il problema del sistema è la produttività : ecco come può essere risolto
16/01/2016
Ormai sono 15 anni (quindici!) che si parla di declino dell’Italia. Dino Pinelli, István P. Székely e Janos Varga sono tre economisti che lavorano per l’Ue
e hanno individuato nella produttività il fattore attorno al quale ruotano le possibilità di ripresa per l’economia italiana e, aggiungiamo noi, anche per quella
friulana. Da 15 anni la produttività in Italia decresce dello 0,3% all’anno. Ciò è dovuto sia al fatto che qui, rispetto ad altri Paesi industrializzati, abbiamo
una quota molto bassa di laureati, sia ad annose questioni come i tempi della giustizia e i costi di burocrazia e lavoro.
Cosa si sta facendo in Friuli su questo fronte? “Abbiamo un sistema - dice Giovanni Da Pozzo, presidente della Camera di commercio di Udine - fermo
da decenni che richiede riforme, anche se qualcosa si è mosso. Come ridurre tempi e costi per aprire un’azienda? Le associazioni di categoria, a cui
spetta il compito di portare proposte per risolvere i problemi delle aziende, stanno facendo il loro. Sappiamo, però, che le risposte della politica non
sono rapide. Auspico che nel 2016 siano stabiliti per la pubblica amministrazione tempi certi e chiarezza nelle risposte da dare agli imprenditori”.
Secondo Adriano Luci, vicepresidente della Popolare di Cividale ed ex presidente di Confindustria Udine, “non bisogna scaricare le colpe su altri.
L’augurio per il 2016 è che gli imprenditori tornino a investire per migliorare operatività aziendale e produttività. Se un’azienda non investe, invecchia.
Ciò vale anche per il Paese, che ha infrastrutture obsolete da riammodernare. Per quanto riguarda la Banca di Cividale, questo è un momento
rivoluzionario. Credo che si debbano istituire alleanze per essere più forti: sono convinto che, in questo caso, 1+1 faccia 3”.
Cosa può fare l’Università di Udine per formare i giovani friulani affinché trovino facilmente lavoro? “L’ateneo - spiega il professor Stefano Miani - cerca
di dare un approccio culturale alla formazione, non si occupa dell’addestramento professionale. Il problema è che il sistema economico italiano, specie le
Pmi, è molto frammentato e spesso si ritiene, sbagliando, che non serva assumere un laureato. Se gli studenti si accorgono che chi studia non è premiato,
allora è normale che decidano di emigrare. E a farlo sonoi più bravi”. Per Gianluca Scelzo di Copernico Sim, “i giovani devono abbandonare l’idea del
posto fisso e orientarsi all’imprenditorialità. L’università italiana è buona, ma non forma gli studenti alla professione lavorativa. Manca una connessione tra
mondo del lavoro e quello universitario”.
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Data Pubblicazione
16/01/2016