RESILIENZA Resilienza

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RESILIENZA
Resilienza
In fisica la resilienza € la capacit• dei materiali di resistere agli urti. In biologia la resilienza € la capacit• di
auto-ripararsi dopo un danno. In ecologia tanto pi‚ un ecosistema € dotato di variabilit• dei fattori
ambientali, tanto pi‚ le specie che vi appartengono sono dotate di un’alta resilienza.
Nelle scienze umane, in psicologia e in sociologia, questo concetto pu„ essere ritrovato in diversi ambiti tutti
accomunati dall’identificare la resilienza con una specifica capacit• umana di resistere agli ‘urti’ della vita
senza spezzarsi e mantenendo o potenziando le proprie risorse, che connota in particolare alcune persone.
Secondo alcuni autori la resilienza sarebbe una caratteristica diffusa nel genere umano, quasi trasmessa a
livello di dna; secondo altri la resilienza deriverebbe da uno specifico tessuto di legami di attaccamento.
Ci„ su cui comunque la maggioranza degli autori concorda € che questa caratteristica sia sviluppabile e
allenabile. Gi• Seneca sosteneva che ‘le difficolt• rafforzano la mente, cos‚ come il lavoro irrobustisce il
fisico’. Dall’antichit• cos† alla modernit•, ancora oggi vi sono diversi detti diffusi nella cultura generale
come il seguente ‘ci„ che non distrugge rafforza’. Nella stragrande maggioranza dei casi, una reazione
resiliente dipende dalla specificit• del soggetto che incontra nel suo percorso di vita alcune esperienze e,
talvolta, a partire da alcuni fattori di rischio.
Le ricerche hanno evidenziato che di fronte a grandi stress non tutti sviluppano manifestazioni sintomatiche.
Ad esempio da una ricerca relativa alle persone sopravvissute all’evento che ha coinvolto le Torri Gemelle in
America, € emerso che solo una percentuale di quelle persone ha sviluppato una sindrome da stress posttraumatico.
Esistono numerose testimonianze di persone che riescono a superare anche esperienze devastanti come
quelle dei campi di concentramento o le vittime di violenza.
Vi sono eventi ed esperienze esterni o interne lungo il percorso di vita di ognuno di noi e le possibilit• di
risposta dipendono da numerosi fattori.
Di fronte a eventi esterni catastrofici come un terremoto o uno tzunami, di fronte alla perdita di una persona
cara, di fronte alla morte di un figlio, di fronte a malattie gravi, incidenti inaspettati, eventi imprevedibili
della propria vita, di fronte alla perdita del lavoro, ma anche di fronte a ferite interne, quando ci troviamo di
fronte alla frustrazione per aver fallito un traguardo che ci eravamo prefissati, di fronte allo stress e al dolore,
di fronte alla solitudine, di fronte al risentimento quando ci sentiamo trattati ingiustamente, la risposta ci pu„
arrivare dall’interno.
Noi esseri umani possediamo in potenza, delle risorse, dei doni, dei talenti che non ci sono sempre noti.
Talvolta per scelta, come quando si decide di scalare l’Everest, talvolta per caso, come quando ci si trova in
un evento non prevedibile, a livello psichico, fisiologico e spirituale si attiva o attiviamo delle risorse, delle
capacit•, una di queste € la resilienza, una risorsa o un set di risorse che ci consente di superare l’impasse, di
resistere, di ricostruirsi e di riprendere il flusso della vita.
Questa capacit• come un motore di ricerca interno consente di riorganizzare anche l’esistenza grazie
all’avvio di progetti di vita capaci di integrare luci e ombre, sofferenza e forza, vulnerabilit• e coraggio,
risorse interne e reti esterne fisiche, sociali, fattori di rischio e fattori protettivi riuscendo ad affrontare gli
eventi stressanti, superarli e continuare a svilupparsi, aumentando le proprie risorse con una nuova
riorganizzazione di vita e ristabilendo un equilibrio.
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Caratteristiche della persona resiliente
Da un punto di vista psicologico, il dibattito sull’origine della resilienza € significativo e trasversale nei
contesti di indagine, dal mondo dello sport, del lavoro, dei disastri naturali, dell’emergenza, del trauma.
In sintesi concordiamo qui con la caratterizzazione della resilienza come quella che ha una doppia natura, di
tratto, quindi disposizionale, e di processo. A questa caratterizzazione affianchiamo anche delle variabili di
contesto. Dagli studi sulle persone resilienti sono emerse infatti numerose caratteristiche.
Una persona resiliente € una persona ottimista, che tende a leggere gli eventi negativi come momentanei e
circoscritti, ritiene di possedere un ampio margine di controllo sulla propria vita e sull’ambiente che lo
circonda, € fortemente motivato a raggiungere gli obiettivi che si € prefissato, tende a vedere i cambiamenti
come una sfida e un’opportunit• piuttosto che come una minaccia e che di fronte a sconfitte e frustrazioni €
capace di non perdere comunque la speranza. Da una ricerca realizzata nel 1995 da W. Hauser in relazione
ad un gruppo di atleti di livello olimpionico, € emerso che i risultati degli atleti nelle gare correlano in modo
significativo con le loro caratteristiche psicologiche rispetto a quelle fisiologiche come ad esempio il
‘massimo consumo di ossigeno’. Ovvero per riuscire in queste gare atletiche € pi‚ importante essere
resilienti che non solo resistenti fisicamente.
E’ un vero talento colui che per prima cosa € abile nel fronteggiare stress e difficolt• e in seconda battuta
colui che € specificamente forte nella sua disciplina. I sistemi di selezione attuali degli atleti nel mondo dello
sport ad esempio premiano solo il secondo aspetto trascurando il primo e questa € una delle ragioni della
scarsit• dei campioni.
Secondo Anaut essere resilienti non significa essere individui invulnerabili, inaccessibili alle emozioni e alla
sofferenza. La persona resiliente non € un super eroe che mantiene sempre la propria immagine, ma € una
persona comune dotata di molte qualit•, che pu„ per„ andare incontro a rotture di resilienza e a depressioni.
La resilienza non € cio€ una caratteristica costante e presente sempre allo stesso modo nel tempo. In una
persona dotata di qualit• resilienti possono comunque esserci dei momenti e situazioni troppo faticose o
dolorose da sopportare. In linea con Anaut anche un altro autore Cyrulnik sostiene che questi individui
trovano anche strategie per recuperare le forze e quindi superare le avversit•.
Molti autori concordano nel concepire la resilienza come una funzione psichica che si modifica nel tempo in
relazione ai vissuti, alle esperienze e con il modificarsi dei processi mentali ad essa sottesi.
Vi possono infatti essere capacit• resilienti di tipo neurofunzionale con la riattivazione di alcuni circuiti,
capacit• resilienti di tipo affettivo che correlano positivamente con i propri valori, il senso del proprio s‡ e la
socializzazione, e capacit• resilienti di tipo cognitivo rispetto alle quali il soggetto fa leva sulle porpore
capacit• intellettive simbolico-razionali. Da queste considerazioni si pu„ dedurre che una resilienza adeguata
sia il risultato dell’integrazione di elementi libico-istintivi, affettivi, emotivi e cognitivi.
La persona "resiliente" pu„ essere considerata quella che ha avuto uno sviluppo psicoaffettivo e
psicocognitivo sufficientemente integrati, sostenuti dall'esperienza, da capacit• mentali sufficientemente
valide, dalla possibilit• di poter giudicare sempre non solo i benefici, ma anche le interferenze emotivoaffettive che si realizzano nel rapporto con gli altri.
Andrea Canevaro in “Bambini che sopravvivono alla guerra”definisce la resilienza come “la capacit• non
tanto di resistere alle deformazioni, quanto di capire come possano essere ripristinate le proprie condizioni di
conoscenza ampia, scoprendo uno spazio al di l• di quello delle invasioni, scoprendo una dimensione che
renda possibile la propria struttura”. La resilienza € comunque una capacit• che pu„ essere appresa e che
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riguarda prima di tutto la qualit• degli ambienti di vita, in particolare i contesti educativi, qualora sappiano
promuovere l’acquisizione di comportamenti resilienti.
Dimensioni e componenti della resilienza
Usare le proprie capacit• di resilienza aiuta nell’uscire da situazioni critiche e a rialzarsi, consente di fare
fronte scoprendosi pi‚ forti e migliori di prima.
Secondo una ricerca del 2000 di Trabucchi relativa agli atleti la resilienza sarebbe formata da 4 dimensioni,
meglio da 4 aspetti cognitivi: senso di controllo, tolleranza alla frustrazione, capacit• di ristrutturazione
cognitiva, attitudine alla speranza.
Secondo una ricerca del 1996 di Burns vi sarebbero invece quattro aree all’interno delle quali sarebbero
individuabili altre dimensioni. Le aree sono relative all’autonomia, alla capacit• di problem solving, alle
abilit• sociali, ai propositi per il futuro.
Dal racconto personale di chi a diverso titolo ha dovuto confrontarsi con eventi e situazioni di vita singolari
emerge che mantenere speranza e motivazione di fronte alle avversit• € fondamentale per sviluppare
resilienza; emerge che il mantenere il proprio impegno e ricorrere alla propria determinazione e alle proprie
capacit• di coping, preservare il proprio senso del S‡ e mantenere speranza e orientamento ottimistico al
futuro sviluppa resilienza; emerge che aumentare comunque il senso del controllo e della propria
autoefficacia, fare leva sul proprio senso dello humor e riuscire a trovare nuovo senso e significato agli
eventi rende le cose sopportabili, anche quando ci si trova a fare un giro all’inferno.
La si pu„ attivare, allenare e sviluppare
Gli antichi connotavano il tentare di risalire sulle imbarcazioni rovesciate con il verbo ‘resalio’ dal latino
iterativo di “salio” forse per descrivere la qualit• di chi non perde la speranza e continua a lottare contro le
avversit•, e resiste. Andare avanti senza arrendersi, nonostante le difficolt•, di resistere fronteggiando.
La capacit• di resistere allo stress, di superare gli ostacoli e di rimanere motivati nel perseguire i propri
obiettivi € necessario oggi come allora.
Oggi ci sono anche strumenti e professionalit• che in questo possono aiutare. Diventare psicologicamente pi‚
resistenti € possibile. Questa competenza passa in primo luogo dalla capacit• di gestire lo stress, che € a sua
volta sviluppabile, e dalla capacit• di gestire le emozioni.
In generale non c’€ molta consapevolezza di queste possibilit•. In parte questo deriva da pressioni e ragioni
esterne a noi, la fiorente industria di antidepressivi, eccitanti, e anabolizzanti, punta sulla diffusione di
molecole che aiutano ad “affrontare” la vita piuttosto che favorire lo sviluppo di resistenza psicologica e
fisica delle persone. In realt• interventi psicologici e sportivi mirati allenano molto pi‚ anche ad affrontare
eventi particolari della vita che possono colpire tutti indistintamente.
Ma € anche una questione interna, a volte ci si mostra come deboli e inermi, come vittime perch‡ questo
permette di non impegnarsi a fondo, permette di non assumersi le proprie responsabilit• manifestandosi agli
altri con lagne.
Ma la resilienza non € una condizione che si raggiunge o un prodotto da assumere, la resilienza € un
processo, la si costruisce lottando.
Il mondo del lavoro, il mondo dello sport, a volte il mondo familiare, estremizza le situazioni di stress
premiando secondo parametri discutibili. Ogni persona dunque ha la necessit• di caratterizzarsi per prima
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cosa come una persona capace di governare le difficolt•, qualcuno capace di affrontare un problema dietro
l’altro a misurarsi con tutti i tipi di disagio, e a reggere a stress anche estremi. Un individuo molto resiliente
o un super uomo? Chiunque € “costruito” per reggere e affrontare le avversit•. Anche nello sport di solito si
identifica l’atleta come la persona che ha maggiori qualit• fisiche che ha prestante fisicamente e non come la
persona che ha qualit• mentali. Eppure nello sport, come nella vita, gli atteggiamenti e le caratteristiche
psicologiche contano tanto quanto i muscoli.
Importante allora € potenziare i muscoli mentali come e tanto quanto quegli fisici.
La possibilit• di trasformare un evento critico e destabilizzante in motore di ricerca personale € ci„ che
permette a persone e interi gruppi umani di riorganizzare positivamente la propria vita di fronte a traumi e
tragedie. La possibilit• di trasformare un evento doloroso in un processo di apprendimento e di crescita
implica e si basa sulla capacit• di riorganizzare il proprio percorso di vita e di progettare nuovi scenari.
Una situazione di crisi genera cambiamenti, un’ipotetica frattura con il passato.
Lo scenario e lo sfondo si trasformano improvvisamente: un parziale o prolungato allentamento dalle proprie
abitudini, la modificazione dei tempi lavorativi, sociali, di attivit•, l’incontro con nuove persone, la perdita o
la difficolt• di mantenere vecchi legami.
Sviluppare delle strutture e delle strategie cognitive e relazionali che permettano di riannodare i fili del
passato, del presente e futuro, secondo la prospettiva della resilienza € possibile. E’ fattibile potenziando le
risorse ancora disponibili, favorendo lo sviluppo di quelle latenti e aiutando la persona a riconnettersi con un
ambiente fisico, mentale, temporale e spaziale che temporaneamente ha dovuto abbandonare.
Ci sono caratteristiche e fattori protettivi sviluppabili, percorsi che permettono l’avvio di processi positivi
quando incontrano situazioni e condizioni di vita inaspettate.
Non esiste un'unica e sicura risposta alle domande della vita, ma di certo c’€ la possibilit• di rispondere o
venirne fuori attivando la propria resilienza e rialzandosi.
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