Lezione 12
Flessibilità automatica di bilancio
Stabilizzatori automatici
Saldo strutturale
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Obiettivo
Richiamare elementi di macroeconomia relativi alle nozioni di  Stabilizzatori automatici
 Flessibilità automatica di bilancio
 Saldo strutturale utili per comprendere alcuni aspetti della disciplina del Patto di stabilità e per raccordare la lezione sulle Amministrazioni pubbliche con quella sul Bilancio dello stato e la legge di stabilità
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DETERMINAZIONE DEL LIVELLO DELL’ATTIVITA’ ECONOMICA
NEL MODELLO KEYNESIANO
•
•
•
•
Principio della domanda effettiva
Offerta elastica
Prezzi fissi
Non pieno utilizzo della capacità produttiva
Il livello del reddito dipende:
• dalle componenti autonome della domanda aggregata (investimenti, esportazioni, spesa pubblica)
• e dal moltiplicatore, che a sua volta dipende da:
– propensione al consumo
– aliquote fiscali
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DETERMINAZIONE DEL LIVELLO
DELL’ATTIVITA’ ECONOMICA (in economia chiusa)
Con tassazione fissa (T=T°)
Y = C + I+ G
C = cYD=c(Y‐T°)=cY‐cT°
1
Y = (I+G) Componenti autonome della domanda aggregata
1 – c
Moltiplicatore
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DETERMINAZIONE DEL LIVELLO
DELL’ATTIVITA’ ECONOMICA(in economia chiusa)
Con tassazione proporzionale a Y (T=T°+tY)
Y = C + I+ G
C = cYD=c(Y‐T)=c(Y‐T°‐ tY)=cY(1‐t)‐cT°
1
Y = (I+G) Componenti autonome della domanda aggregata
1 – c(1‐t)
Moltiplicatore
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FLESSIBILITÀ AUTOMATICA DEL BILANCIO
Un aumento nel livello dell’attività economica genera maggiori entrate.
Viceversa una sua caduta.
La flessibilità «automatica», cioè la variazione di entrate che si determina a prescindere da decisioni discrezionali di bilancio, ha importanti implicazioni.
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STABILIZZATORI AUTOMATICI
La prima: la presenza di «stabilizzatori automatici» corregge parzialmente l’effetto ciclico economico riducendo il valore del moltiplicatore.
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STABILIZZATORI AUTOMATICI
Y
Y=Y° + dA/(1‐c)
Y=Y° + dA/(1‐c(1‐t))
Y=Y°
Y=Y° ‐ dA/(1‐c(1‐t))
Y=Y° ‐ dA/(1‐c)
0
t0
t1
t2 t
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STABILIZZATORI AUTOMATICI
Un esempio:
• in assenza di stabilizzatori, con una propensione marginale al consumo pari al 72% , il moltiplicatore è pari a 3,57
• con parametri fiscali (aliquote) dell’ordine di grandezza di quelli dell’economia italiana di oggi, il moltiplicatore è pari a 1,72 9
FLESSIBILITÀ AUTOMATICA DEL BILANCIO E DISAVANZO
La seconda: dato che il saldo del bilancio pubblico D=G‐T(Y) è influenzato dal livello dell’attività economica (le entrate dipendono dal livello di Y), il disavanzo effettivo non può essere univocamente interpretato come indicatore di politica fiscale espansiva o restrittiva.
Ad esempio, un aumento del disavanzo è la conseguenza:  di un aumento discrezionale della spesa e/o di una riduzione discrezionale delle imposte (per dare un impulso espansivo all’economia);  o, viceversa, di una flessione del livello dell’attività economica (che in modo automatico ha fatto calare le entrate)?
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SALDO STRUTTURALE
Un disavanzo di bilancio può essere il segnale non di una politica fiscale espansiva, ma di una situazione in cui il Pil è al di sotto del livello potenziale (che implica minori entrate fiscali). Per distinguere le due possibili cause del disavanzo si calcola il saldo strutturale il saldo (disavanzo) che si avrebbe nel caso in cui il prodotto nazionale, Y, corrispondesse al prodotto potenziale (o di pieno impiego), Ypot. 11
SALDO DI BILANCIO EFFETTIVO E SALDO STRUTTURALE
D = G ‐ T T = T° + tY
D = G ‐ T° ‐ tY = f(Y)
Dstrutturale = G ‐ T° ‐ tYpot = f(Ypot)
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PRODOTTO POTENZIALE
Il calcolo del saldo strutturale richiede allora la stima del prodotto potenziale (Ypot)
il livello di prodotto nazionale che si potrebbe realizzare qualora si avesse un tasso di utilizzo della capacità produttiva vicino a quello massimo. Una grandezza non osservabile, che deve essere stimata.
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Una delle grandezze di riferimento per la manovra annuale di finanza pubblica, concordate in sede comunitaria, fa riferimento all’Obiettivo di medio termine (OMT), che utilizza un concetto analogo a quello del «saldo strutturale» calcolato con riferimento al prodotto potenziale, Ypot.
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ATTENZIONE: le diapositive che seguono non sono state presentate in aula e non sono da studiare; riassumono il metodo utilizzato in sede comunitaria per il calcolo del prodotto potenziale. 15
FUNZIONE DI PRODUZIONE
Per stimare il prodotto potenziale si parte dalla stima di una funzione di produzione aggregata
ad esempio di tipo Cobb‐Douglas
Y= Ka L (1‐a) TFP
Y output K capitale L input di lavoro
TFP produttività totale dei fattori.
Per ottenere Ypot è necessario calcolare e sostituire nell’equazione i valori potenziali/normali
di K, L e TFP.
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Stima dei valori potenziali di K, L e TFP
• K : si stima il capitale aggregato effettivo sulla base di una cumulata delle spese di investimento
• TFP, è il c.d. residuo di Solow della stima della funzione di produzione, che viene statisticamente elaborato per estrarre livelli “normali” di efficienza non influenzati da fattori ciclici; • L, l’offerta di lavoro potenziale è misurata in ore e calcolata sulla base della relazione:
L= P TP H (1‐nawru)
Ove P è la popolazione, TP il tasso di partecipazione della forza lavoro H il numero di ore lavorate. 17
Stima dei valori potenziali di K, L e TFP
Alla stima dei tre fattori, si aggiunge dunque un quarto, nawru
(non‐accelerating wage rate of unemployment) il tasso di disoccupazione compatibile con un’inflazione salariale stabile (non‐accelerating). Il valore delle ore potenziali è ridotto di (1‐nawru)
al fine rendere coerente la misura del prodotto potenziale con una situazione di stabilità del tasso di inflazione, seguendo le indicazioni sviluppate nell’ambito dell’analisi della curva di Phillips. 18
Stima dei valori potenziali di K, L e TFP
• Si tratta di stime oggetto di molte controversie nella letteratura economica e nell’analisi empirica.
• In tempi recenti punti di vista molto differenziati si sono manifestati in particolare nella stima di nawru. • Eventuali discordanze sui criteri di calcolo hanno conseguenze non trascurabili sulla misura del saldo e quindi degli aggiustamenti richiesti. 19
Stima del nawru
Ad esempio, una stima del nawru troppo elevata
(per l’Italia nel periodo 2014‐16 è intorno all’11%, non certo un tasso di disoccupazione “normale”) comporterebbe ceteris paribus:
• abbassamento della stima di Ypot e quindi • riduzione dell’output gap e del peso della componente ciclica e quindi • un disavanzo strutturale più elevato e • necessità di un aggiustamento più intenso. 20
Dove studiare
P. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, il Mulino, sesta edizione, 2015
APPENDICE al capitolo 6 «Stabilizzatori automatici, flessibilità automatica di bilancio saldo strutturale» pp. 365‐372,
con l’esclusione:
a) del modello con imposta indiretta sui consumi, sviluppato alle pp. 367‐8 e a p. 369
b) della metodologia usata dalla Ue per il calcolo del disavanzo strutturale (da p. 370, in fondo, a p.372)
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