Politica Economica Avanzata Lezione 18 A.A. 2009-2010 Il paradigma schumpeteriano e il ruolo delle politiche di bilancio anticicliche sulla crescita. • Non c’e’ perfetta dicotomia tra politica di breve periodo (stabilizzazione) e politica di lungo periodo (crescita). • I legami vanno oltre quelli secondo cui la stabilità macroeconomica favorisce la crescita. • In che modo la politica di stabilizzazione di breve periodo può incidere sulla crescita? A.A. 2009-2010 La politica economica di stabilizzazione e la crescita di lungo periodo. Quali legami? Vi sono diversi possibili canali che legano le politiche di stabilizzazione alla crescita 1. La politica economica di breve periodo influisce sugli aggregati macroeconomici importanti per la crescita economica. • • • • Idea: si verifica empiricamente se le variabili macroeconomiche direttamente legate alle politiche di stabilizzazione (es: deficit pubblico, inflazione, ecc...) hanno un impatto sulla crescita. Utilizzando dati per vari paesi, la stima degli effetti di inflazione, saldo di bilancio, tasso di cambio reale, apertura commerciale, economia sommersa per il periodo 1960-2000 mostra che i segni dei coefficienti su misure di crescita (es crescita PIL pro-capite) sono quelli attesi. MA escludendo i paesi con valori estremi delle variabili macro (es: inflazione maggiore del 30% , deficit di bilancio oltre 12% PIL) la relazione non è più significativa! Quindi, visto che i valori degli aggregati macroeconomici per Europa e USA sono nella media, questi non sembrerebbero influenzare significativamente la crescita A.A. 2009-2010 2. Le politiche macroeconomiche attenuano gli effetti degli shock e del ciclo economico. • Secondo il modello tradizionale, la volatilità aumenta il risparmio per motivi precauzionali ma anche riduce la domanda di investimento se il tasso di rendimento al netto del premio per il rischio diminuisce. • Il risultato finale sulla crescita nel modello tradizionale dipende allora dall’effetto che domina: quello del risparmio o quello dell’investimento. • Inoltre l’effetto (negativo) della volatilità (shocks e ciclo economico) sugli investimenti cattura solo una parte dell’effetto della volatilità sulla crescita. • Quindi il modello tradizionale secondo cui la crescita passa dal risparmio e dall’investimento racconta solo parte della storia. A.A. 2009-2010 3. Le politiche economiche di breve periodo sostengono gli investimenti delle imprese durante le recessioni Visione schumpeteriana “[Recessions] are but temporary. They are means to reconstruct each time the economic system on a more efficient plan” (Schumpeter 1934) A.A. 2009-2010 • Recessioni: meccanismo detergente/pulizia (cleansing mechanism): corregge inefficienza, incoraggia le imprese a riorganizzare, innovare, riallocarsi. Vengono eliminate le imprese che non sono in grado di farlo. • Se le imprese potessero sempre avere sufficiente accesso al credito in modo da potersi riorganizzare, passare a nuove attività, mercati ecc… • Se i lavoratori potessero ugualmente avere sufficiente credito per riallocarsi la migliore raccomandazione sarebbe che il governo non intervenisse e che si lasciassero operare i mercati A.A. 2009-2010 • MA… i mercati finanziari sono imperfetti e esistono vincoli di liquidità • Le fonti di finanziamento non sono perfettamente sostituibili (non vale il teorema Modigliani-Miller) A.A. 2009-2010 Vincoli di liquidità e razionamento del credito Fig. 1 costo finanz. D3 C2 D2 D1 E C1 I1 I2 I3 I4 I5 A.A. 2009-2010 I6 Investimenti • Supponiamo che le imprese debbano scegliere tra investimenti di breve periodo e investimenti di lungo periodo in R&S. • L’investimento in R&S implica che le imprese sopravvivano ai vincoli di liquidità che si generano durante la recessione • Ipotizziamo che per coprire i costi di liquidità le imprese utilizzino: cash flow (autofinanziamento) e prestiti. • Se non vi fossero vincoli di liquidità, e il valore dell’innovazione fosse sufficientemente elevato, le imprese potrebbero prendere a prestito in misura pari al valore netto dei guadagni futuri attesi. la volatilità dei guadagni o dei profitti non influirebbe sulle innovazioni. A.A. 2009-2010 Ma, • se la capacità di prendere a prestito è proporzionale ai profitti correnti e in recessione i profitti correnti diminuiscono • In recessione il credito diminuisce aumenta il numero di imprese con vincoli di liquidità • La stessa anticipazione di possibili recessioni scoraggia investimenti di lungo periodo (R&S) • Inoltre, il fattore di proporzionalità tra profitti e credito dipende dallo sviluppo del mercato del credito • Il fattore di proporzionalità è tanto maggiore quanto maggiore è grado di sviluppo finanziario dell’economia. A.A. 2009-2010 I vincoli creditizi sono maggiore in un contesto di basso sviluppo finanziario: il fattore di proporzionalità tra prestiti e profitti è direttamente proporzionale allo sviluppo finanziario A.A. 2009-2010 • Se esistono vincoli creditizi una recessione forzerà un numero di imprese a tagliare gli investimenti in innovazione per sopravvivere a shock di liquidità. • La politica economica di bilancio (di breve periodo, di stabilizzazione) dovrebbe avere quindi il compito di ridurre questi effetti negativi della recessione. • Es: Aumentare gli investimenti pubblici per sostenere la domanda; sussidiare le imprese private aumentando la loro liquidità e permettendo di sopravvivere allo shock senza compromettere le innovazioni e gli investimenti di lungo periodo in R&S; diminuire la tassazione. • Minore è il grado di sviluppo finanziario maggiori i vincoli creditizi e quindi maggiore l’effetto e la rilevanza delle politiche di bilancio. A.A. 2009-2010 Secondo questo approccio le politiche di stabilizzazione devono essere quindi sufficientemente anticicliche per consentire alle imprese di mantenere gli investimenti di lungo periodo. In questo lavoro Aghion e Howitt sostengono che le politiche sono complessivamente più contro cicliche in Usa che in Europa e che questo potrebbe essere un ulteriore elemento che determina la divergenza di produttività. Due domande: Come si misura l’entità della rispondenza al ciclo delle politiche economiche? Qual è l’effetto moltiplicativo (tramite le innovazioni) della politica fiscale? A.A. 2009-2010 La rispondenza al ciclo della politica economica 1. Stabilizzatori automatici 2. Politiche discrezionali o una tantum 3. Regole fiscali A.A. 2009-2010 STABILIZZATORI AUTOMATICI E SALDO DI BILANCIO DELLO STATO Gli stabilizzatori automatici sono quei meccanismi che modificano il reddito disponibile in modo automatico al variare del reddito. Gli stabilizzatori automatici principali sono: la tassazione progressiva del reddito, i sussidi di disoccupazione e altri trasferimenti automatici. La stabilizzazione del reddito avviene generando minori entrate e maggiori spese statali in fasi cicliche negative e viceversa, maggiori entrate e minori spese statali in fasi cicliche positive. IL SALDO DI BILANCIO PUBBLICO VARIA AL VARIARE DEL REDDITO E TALE VARIAZIONE E’ IN PARTE AUTOMATICA. La variazione automatica del saldo di bilancio indica l’operare degli stabilizzatori automatici A.A. 2009-2010 POLITOCHE DISCREZIONALI E SALDO DI BILANCIO DELLO STATO Gli interventi discrezionali sono manovre di politica fiscale decise di volta in volta. Ad esempio, sono manovre discrezionali i decreti anti-crisi decisi dal governo Italiano e da altri governi in questo periodo. IL SALDO DI BILANCIO PUBBLICO VARIA AL VARIARE DEL REDDITO ANCHE IN RISPOSTA A MANOVRE DISCREZIONALI. Una parte del saldo di bilancio è sostanzialmente invariante al variare del reddito (saldo strutturale) Di quanto varia precisamente il saldo di bilancio al variare del reddito ? A.A. 2009-2010 Partiamo dalla definizione di saldo di bilancio e ipotizziamo una tassazione in parte autonoma e in parte progressiva: tm è l’aliquota media Consideriamo innanzitutto la variazione automatica del saldo: S = T-G = T + t m ⋅ Y-G ∂S ∂tm ∂G = ⋅ Y + tm ∂Y ∂Y ∂Y ∂t ∂U ∂S Y = tm m ⋅ + 1 - s ∂Y ∂ Y t Y ∂ m ∂S ∂U = tm (1 + εtm ) - s Y ∂Y ∂ dove : s = sussidio di disoccupazione medio U = disoccupazione A.A. 2009-2010 Aggiungiamo ora anche l’eventuale politica discrezionale, sia dal lato delle entrate che dal lato della spesa: ∂S ∂U ∂T ∂Gdiscr = tm (1 + εtm ) − s + − ∂Y ∂Y ∂Y ∂Y Per semplicità indichiamo con σ la variazione del saldo al variare del reddito: ∂S ∂U = tm (1 + εtm ) − ∂Y ∂Y ∆S = σ ⋅ ∆Y ∂T ∂Gdiscr s + − ∂Y ∂Y A.A. 2009-2010 =σ Il livello del reddito è scomponibile in reddito potenziale e deviazione da tale potenziale; questa deviazione misura il ciclo economico ed è denominata OUTPUT GAP. Analogamente la variazione del reddito è scomponibile in crescita potenziale e variazione dell’output gap OG = Y − YP YP dove YP = PIL potenziale Il prodotto o output potenziale YP di un'economia è il valore del PIL che si otterrebbe se tutti i fattori della produzione fossero utilizzati al loro livello di pieno impiego ovvero al loro potenziale Y YP OG<0 OG>0 A.A. 2009-2010 L’output gap serve anche ad ottenere la componente ciclica del saldo di bilancio. Tale componente è infatti proporzionale all’output gap dove il paramentro(coefficiente) di proporzionalità dipende dalla rispondenza automatica delle entrate e della spesa al ciclo economico: output gap = OG = Y −Y P YP Per l' Italiai valoristimatidi rispondenza di entratee spesasono: Sciclico = (εR − εG) ⋅ OG = (0.49 − (−0.02)) ⋅ OG = 0.5 ⋅ OG Saldo di bilancio = Sciclico + Suna tantum + Sstrutturale componente ciclica + componente una tantum + componente strutturale A.A. 2009-2010 Rispondenza del saldo all’output gap ITALIA εR = 0.49 εG = -0.02 A.A. 2009-2010 ε = 0.50 LA TASSAZIONE PROGRESSIVA E’ UN IMPORTANTE STABILIZZATORE AUTOMATICO DEL REDDITO A.A. 2009-2010 Programma di stabilità dell’Italia Output gap * 0.5 =componente ciclica del saldo di bilancio Indebitamento netto - componente ciclica = saldo di bilancio corretto per il ciclo A.A.–2009-2010 Saldo di bilancio corretto per il ciclo misure una tantum = saldo strutturale • Le regole fiscali impongono dei vincoli al saldo di bilancio in percentuale al PIL • In UE il Patto di Stabilità e Crescita impone: – Deficit/PIL=(G-T)/Y<=3% (salvo casi eccezionali) – Deficit strutturale (obiettivo a medio termine) attorno al pareggio – Debito/PIL<= 60% A.A. 2009-2010 • Secondo Aghion e Howitt le politiche di stabilizzazione sono complessivamente più anti-cicliche in Usa che in Europa • Visione più generale (es: J.P Fitoussi) secondo cui le regole fiscali hanno impedito un adeguato sostegno alla domanda. A.A. 2009-2010 A.A. 2009-2010 La stima degli effetti delle politiche di bilancio (contro)cicliche sulla crescita • Dati panel da 17 paesi OCSE, nel periodo 19652001; • Analisi focalizzata su un sottoinsieme di paesi “ragionevoli” per i quali non si prevedrebbe alcun effetto delle politiche! • Regressioni dei minimi quadrati a due stadi in cui: – 1°stadio: Deficit primario = f(output gap,…) indicatore di (pro-ciclicità) – 2°stadio: Crescita PIL pro capite = f(indicatore d i pro ciclicità, indicatore di sviluppo finanziario, interazione delle due variabili) A.A. 2009-2010 Primo stadio: Indicatore di (pro-ciclicità) per FR e UK. Nota: il valore del parametro indica anti-ciclictà se negativo, pro-ciclicità se positivo Secondo stadio: Indicatore di (pro-ciclicità) riduce significativamente il tasso di crescita del PIL pro-capite A.A. 2009-2010 Effetto sulla crescita delle componenti di spesa Categorie di spesa: (i) investimenti pubblici; (ii) spese per la difesa, quali parte di (i); (iii) sussidi diretti alle imprese private; (iv) consumi statali; (v) previdenza sociale. Per ciascuna categoria si calcolano regressioni di primo stadio della variabile corrispondente sul divario di output per ciascun paese, da cui si ricava il corrispondente coefficiente di ciclicità; Nella regressione di secondo stadio, la crescita del PIL pro capite è regredita su quel coefficiente di ciclicità, sullo sviluppo finanziario, e l’interazione fra questi. A.A. 2009-2010 A.A. 2009-2010 A.A. 2009-2010 Confrontando i risultati sulla crescita degli investimenti pubblici con del consumo pubblico, si evidenzia che: • gli investimenti anti-ciclici vanno ad aumentare notevolmente la crescita a bassi livelli di sviluppo finanziario, con correlazioni fortemente negative e significative tra la crescita della produttività e la ciclicità ritardata degli investimenti pubblici. Il coefficiente di interazione con la misura di sviluppo finanziario è positivo evidenziando che l’effetto degli investimenti è minore in presenza di elevato sviluppo finanziario. • Il consumo pubblico non ha nessun effetto sulla crescita. • Complessivamente possiamo concludere che l’effetto delle politiche di bilancio sulla crescita è importante e dipende da: – Le componenti della spesa pubblica che vengono attivate – La anti o pro-ciclicità della manovra – Lo svlippuo del sistema finanziario privato A.A. 2009-2010