SPECIE ANIMALI ALLOCTONE IN ITALIA: E’ UN PROBLEMA TOSSICOLOGICO? Franca Davanzo1, Fabrizio Sesana1, Tiziana Della Puppa1, Giscardo Panzavolta1, Rossella Moroni1, Marco Calori1, Maurizio Bissoli1, Marcello Ferruzzi1, Rossana Borghini1, Tania Giarratana1, Angelo Travaglia1, Francesca Assisi1, Paola Moro1, Paolo Severgnini1, Ilaria Rebutti1, Valeria Dimasi1, Antonella Pirina1 & Maria Laura Colombo2 1) Centro Antiveleni di Milano, Ospedale Niguarda Ca’ Granda, Milano 2) Dipartimento Scienza e Tecnologia del Farmaco, Università di Torino INTRODUZIONE MATERIALI E METODI Il contatto accidentale con animali autoctoni alle nostre latitudini è relativamente raro e difficilmente esita in un grave avvelenamento. Al contrario, le esposizioni a specie alloctone, benché estremamente rare, comportano gravi rischi per la salute, a causa delle difficoltà nel porre la diagnosi e nell’ impostare un idoneo trattamento. Presso il Centro Antiveleni (CAV) di Milano viene utilizzata una procedura standard per registrazione, classificazione ed archiviazione delle consulenze tossicologiche. Nel periodo 1 gennaio 2005 - 31 dicembre 2007 sono giunte al CAV 173.832 richieste di consulenza. Dall’ archivio sono state estratte quelle relative all’esposizione a morsi, punture e contatti con tossine animali attraverso tutte le vie di esposizione. Di tutti i casi che hanno interessato l’uomo, quelli causati dalle specie alloctone costituiscono lo 0,56% (n=15). RISULTATI Delle consulenze richieste dall’intero territorio nazionale, quelle relative a morsi, punture e/o contatti con tossine animali ammontano al 2,05% (n=3.568) delle esposizioni. Di questi, il 75,4% (n=2.691) ha coinvolto l’uomo, lo 0,52% (n=39) gli animali domestici e il 23,5% (n=824) era relativo a richiesta di informazioni. Il 59,01% (n=1.588) ha riguardato il genere maschile. I sintomi erano presenti nel 60,88% (n=1.295) dei casi. La fascia di età più a rischio è quella compresa tra 0 e 10 anni, che corrisponde al 19,93% (n=535) delle esposizioni totali; in questa fascia rientra il 21,7% (n=340) del genere maschile e il 19,16% (n=191) del femminile. Segue la fascia di età compresa tra i 31 e i 40 anni, che registra il 14,67% (n=394) delle esposizioni: di queste, il 14,6% (n=229) interessa il genere maschile e il 16,15% (n=161) il femminile. Classi di età (anni) Maschi 59% Femmine 37% Valutazione del rischio tossicologico No. % No. % 340 21,67 191 19,16 4 3,36 535 19,93 179 11,41 59 5,92 2 1,68 240 8,94 21-30 178 11,34 99 9,93 2 1,68 279 10,39 31-40 229 14,6 161 16,15 4 3,36 394 14,67 41-50 165 10,52 124 12,44 4 3,36 293 10,91 51-60 188 11,98 115 11,53 2 1,68 305 11,36 61-70 115 7,33 85 8,53 _ _ 200 7,45 71-80 101 6,44 45 4,51 2 1,68 148 5,51 28 1,04 nn 11 0,7 17 1,71 _ _ 63 4,02 101 10,13 99 83,19 263 9,8 1569 100 997 100 119 100 2685 100 I luoghi indicati per eseguire la terapia sono: ospedale nel 68,7% (n=1.857); extraospedale nel 23,7% (n=642). Nessuna terapia è stata consigliata nel 7,6% (n=206). E’ bene precisare che, nei contatti con specie alloctone, la terapia in ambito ospedaliero è stata del 100% dei casi a causa della gravità del quadro clinico. 26% 69% 24% 4% 6% 1% Non tossicità Non correlazione anamnesi/clinica; reazione allergica; non eseguita valutazione Tossicità accertata o non esclusa Tot. % Terapia 70% nn No. 11-20 Tot. Per la valutazione del rischio sono stati considerati: l’animale implicato, il tempo intercorso tra l’esposizione e la richiesta di consulenza, l’età del soggetto, i segni e i sintomi presentati. I risultati evidenziano: intossicazione accertata o non esclusa nel 70% (n=1.892); non tossicità o probabile non tossicità nel 26,4% (n=713); non relazione di causalità nel 3,6% (n=102). F % 0-10 >80 Non noti 4% M No. Intraospedaliera Extraospedaliera Terapia non necessaria Non correlazione anamnesi/clinica Le terapie eseguite in Ospedale comprendono: disinfezione locale (41,89%; n=777); cortisone (21,35%; n=396); antibiotici (20,75%; n=385); antisiero specifico (20,59%; n.382). Le terapie eseguite fuori Ospedale comprendono: cortisone (31,36%; n=201); disinfezione locale (27,61%; n=177); antibiotici (25,74%; n=165). Le vie di esposizione sono rappresentate da: morso o puntura (81,5%; n=1981); contatto cutaneo (9,1%; n=222); via mucosa 1,52% (n=37); contatto oculare 0,29% (n=7); altro, che comprende anche l’ ingestione 7,6% (n=184). 2005 2006 % No. % No. % No. % 82,64 9,81 1,64 _ 5,91 669 74 9 4 78 80,22 8,87 1,08 0,48 9,35 655 70 15 3 59 81,67 8,73 1,87 0,37 7,36 1981 222 37 7 184 81,49 9,13 1,52 0,29 7,57 Tot. 91 100 87 100 88 100 266 100 Luogo di esposizione Via di esposizione Non noto Altro Comunità 81,49% Ambiente sanitario Morso-puntura Scuola Posto pubblico Cutanea 0,29% 1,52% % No. % No. % 9,7 58 9,05 238 9,54 Prevenzione assorbimento CVA Lavaggio cutaneo Lavaggio oculare 5 17 6 0,27 0,92 0,32 3 7 2 0,47 1,09 0,31 8 34 8 0,32 1,36 0,32 Tecniche depurative Diuresi forzata 3 0,16 _ _ 3 0,12 Terapia sintomatica Antibiotici Cortisonici Disinfezione locale Antiaritmici Idratazione Protezione mucosa Anti H1 Anti H2 Sedativi Omeostasi Na/K Omeostasi Ca Altro 385 396 777 7 124 8 131 32 6 3 1 173 20,75 21,35 41,89 0,38 6,68 0,43 7,06 1,73 0,32 0,16 0,05 9,33 165 201 177 4 3 28 81 5 _ _ _ 105 25,74 31,36 27,61 0,62 0,47 4,37 12,64 0,78 _ _ _ 16,38 550 597 954 11 127 36 212 37 6 3 1 278 22,04 23,92 38,22 0,44 5,09 1,44 8,49 1,48 0,24 0,12 0,04 11,14 Terapia antidotica Siero botulino Siero serpenti O2 NBO Altro 5 382 1 4 0,27 20,59 0,05 0,22 _ 1 _ 2 _ 0,16 _ 0,31 5 383 1 6 0,2 15,34 0,04 0,24 5 4 4 12 0,27 0,22 0,22 0,65 _ _ _ _ _ _ _ _ 5 4 4 12 0,2 0,16 0,16 0,48 0,2% 2,0% 0,5% 0,8% 47,9% 46,9% Ambiente domestico PROVENIENZA GEOGRAFICA delle RICHIESTE di CONSULENZA (numero di richieste nel triennio analizzato) Totale n=2496 No. 0,1% Spazio aperto Oculare Mucosa Casi non ospedalizzati n=641 0,9% 0,8% Lavoro 7,57% Altro 9,13% 180 Rianimazione cardiopolmonare Intubazione Supporto ventilatorio Sostituti plasmatici Amine simpaticomimetiche tot No. 657 78 13 0 47 Casi ospedalizzati n=1855 Attesa/Osservazione 2007 Via di esposizione Morso-puntura Cutanea Mucosa Oculare Altro Spazio aperto e ambiente domestico sono i luoghi a maggior rischio: coprono rispettivamente il 47,9% (n=1273) e il 46,9% (n=1246) delle esposizioni totali. Altri luoghi dove avviene il contatto comprende il luogo: di lavoro (2%; n=53); pubblico (0,8%; n=21); scolastico (0,5%; n=13); sanitario (0,2%; n=4); di comunità (0,1%; n=2). <50 50-100 101-200 201-500 >500 CASI CLINICI COSTRITTORI Boa Constrictor NEUROTOSSICI Dendroaspis Viridis (mamba verde) NECROTIZZANTI INNOCUI Crotalus Atrox (serpente a sonagli) NON TOSSICI MA PERICOLOSI Iguana Iguana Lampropeltis Triangulum (falso corallo) Hermodice Carunculata * Pitone Reale Bungarus Fasciatus: disegno eseguito dal bambino dopo l’incidente occorso al nonno ATTENZIONE !!! Serpente corallo VELENOSO *1° caso autoctono in Italia nel 2007 CONCLUSIONI La presenza di Bungarus Fasciatus lontano dal suo areale naturale (il contatto è avvenuto nei boschi della Toscana) può cogliere impreparati anche gli escursionisti più esperti. Anche il mare, per effetto del probabile riscaldamento globale, presenta dei pericoli: dal 2007 sono comparse, nella casistica del CAV di Milano, le prime segnalazioni di esposizioni a Hermodice Carunculata che, sebbene presente sulle coste africane del Mediterraneo, non era mai stata oggetto di segnalazione con presenza di sintomi clinici. Si riscontra, inoltre, un aumento della frequenza dei contatti ,con quadri clinici più gravi rispetto all’atteso ,con meduse, mai identificate nella categoria tassonomica di appartenenza. In conclusione, è necessario porre molta attenzione a tali avvenimenti, che sono spia o di comportamenti pericolosi o di modificazioni ambientali. I casi riferiti hanno evidenziato come, sul nostro territorio, esistano concrete possibilità di incontrare specie animali alloctone capaci di provocare patologie la cui gravità è legata non solo alla specie, ma anche alla difficoltà di instaurare trattamenti idonei in tempi brevi. Quando la causa è un serpente esotico, i sieri utili al trattamento sono di difficile reperimento. A nostro parere, merita un commento la legge che permette a taluni soggetti (rettilari, centri di ricerca,…) il commercio e la detenzione di esemplari vivi di mammiferi e rettili selvatici, che possono costituire pericolo per la salute e l’incolumità pubblica, ma non obbliga chi ha in gestione questi animali a munirsi del siero specifico all’atto dell’importazione; ai privati commercio e detenzione sono vietati (legge n.150 del 7 febbraio 1992; D.L. del Ministero dell’ambiente n. 697200 del 18 maggio 1992): nonostante ciò, il commercio illegale è in aumento. Ci si attende, n futuro, un aumento dei casi soprattutto relativi agli animali marini, a causa del presunto incremento della temperatura media dell’acqua e conseguentemente all’arrivo, nel Mediterraneo, di specie alloctone. BIBLIOGRAFIA www.centroantiveleni.org; Vet Hum Toxicol. 2003 Aug;45(4):214-6.; Clin Toxicol (Phila). 2008 Apr 7:1-5.; Presse Med. 2004 Dec 18;33(22):1582-4. ; Proc Natl Cad Sci U S A. 2008 Mar 25;105(12):4582-6; Ann Fr Anesth Reanim. 2008 Apr;27(4):289-91; www.flickr.com