Adolescenza, condotte autolesive Mauro Ferrara Condotte autolesive, adolescenti: un passato romantico? “…le automutilazioni erano il modo con cui esprimevano la loro indipendenza, la loro autonomia, la loro libertà personale. Un atto da padroni, insomma … una forma elegante di controllo del loro ambiente sociale. Attraverso il loro atto, potevano provocare e controllare l’intervento degli adulti” Ross, McKay 1979 Condotte autolesive: un presente globalizzato Adolescenti ricoverati 2005 SWAP-200-A: profilo multidimensionale ricavato dalla combinazione di 7 fattori di personalità patologica (indice di funzionamento sano; stile autocritico/inibito; evitante; narcisistico; istrionico; disforico con disregolazione emotiva; antisociale/psicopatico) 50 adolescenti (tra 14 e 18 anni) con diagnosi DSM IV di Disturbo di Personalità Dimensione “disregolazione emotiva” trasversale alle diverse diagnosi di Disturbo di Personalità Qual è la frequenza dei comportamenti autolesivi negli adolescenti con diagnosi di Disturbo di Personalità? Adolescenti ricoverati 2005 Variabili Autolesive - Cluster B DSM IV 100,0% Prevalenza della “dimensione” autolesiva in adolescenti ricoverati con diagnosi di Disturbo di Personalità TS dannos rischios 90,0% 80,0% 70,0% 60,0% 50,0% 40,0% 30,0% 20,0% 10,0% rc DS M na r ist DS M bo DS M an t rd 0,0% DS M (Ferrara, Cirigliano, Micocci, Terrinoni, Williams, 2006) Diagnosi e condotte autolesive . Condotte autolesive in ospedale Inpatients adulti: prevalenza di pazienti con self-harm ricorrente compresa tra il 30-61% (Nixon MK, 2002) “Trends in the Inpatient Mental Health Treatment of Children and Adolescents in US Community Hospitals Between 1990 and 2000” (Case et al, 2007): la prevalenza di condotte autolesive nei minori ricoverati negli USA è passata dal 3.2 al 4.7 nel decennio 1990-2000 Adolescenti in ospedale Adolescenti help-seeker: il 60-80% presenta condotte autolesive (Nock, Prinstein, 2004) Adolescenti ricoverati: prevalenza di condotte autolesive del 30-40% (Darche,1990) Il 47% degli inpatients adolescenti dichiarano di aver effettuato almeno un atto autolesivo (Klonsky, 2007) Selezione per gravità: nei Reparti si concentrano gli adolescenti con condotte più frequenti e/o più gravi Tendenza al contagio tra pazienti Incremento delle richieste di ricovero di adolescenti con NSSI 7 6 5 4 ANNO 2012 3 ANNO 2013-GIUGNO 2 1 0 NSSI AS MDD Richieste per Disturbi dell’umore nello stesso periodo stabili Di cosa parliamo? Distruzione o alterazione intenzionale di tessuti corporei. Include: tagliarsi, bruciarsi, colpirsi, mordersi…senza l’intento di morire Solo dagli anni ‘80 il fenomeno viene studiato al di fuori delle popolazioni “istituzionalizzate” Il problema a crescita più rapida nella popolazione adolescente? Fenomeno in espansione a partire dagli anni ‘60 nella popolazione generale: 0.4% nel 1983, 0.7% nel 1988…1-4% (USA), 4.6-6.6% (UK) Grande fluttuazione di prevalenza nella popolazione adolescente: tra il 12 e il 35% (differenze significative rispetto a definizione, metodi, strumenti) Prevalenza femminile marcata, fino al 97% in alcuni studi: anche questo è un dato molto discusso e in rapida cambiamento Dopo i 25 anni la frequenza decresce in tutte le statistiche Popolazione Adolescente 2000: 7-14% (Muhelenkamp & Gutierrez,) 2007: 13-23,2 (Muhelenkamp & Gutierrez,) 2013: 13-36% (Klonsky et al., 2014; Zetterqvist) Età d’esordio: 12-14 aa. (Klonsky, 2007) “A cry for help? Largest ever study of self-harm” Università di Oxford, Settembre 2006 Oltre 6000 teenagers, 15 -16 anni 11% delle ragazze, 3% dei ragazzi avevano sperimentato almeno un comportamento autolesivo nell’ultimo anno Solo il 13% degli episodi avevano portato a una visita medica Tre campioni non clinici da tre paesi: Italia, USA, Olanda 1862 adolescenti. Età media 15.7 Prevalenza molto simile nei tre campioni: 24% almeno 1 episodio nell’ultimo anno Fattori associati: depressività, vittimizzazione sociale e problemi familiari simili nei 3 gruppi, ma nel campione USA l’associazione con l’uso di sostanze è più alta Un disturbo trans-nazionale, almeno nella nostra cultura, che si associa, con sfumature diverse, con altre forme di trasgressione/ricerca di omologazione. Le similitudini pesano molto più delle differenze Un fenomeno “age-limited”? Ragazzi e ragazze che si fanno male Dopo i 20 anni la frequenza decresce in tutte le statistiche Un fenomeno nuovo, oppure l’attenzione si è focalizzata ora su qualcosa che è sempre esistito? I modi con cui si esprime il malessere giovanile dicono sempre molto sulle trasformazioni culturali in atto: i Disturbi Alimentari e gli anni ‘60 e ‘70 Le “epidemie” in adolescenza sono indicatori della plasticità delle interazioni vulnerabilitàambientesviluppo Dal conflitto tra generazioni al primato del corpo: la mentalizzazione del corpo Fragilità del senso di Sé e instabilità identitaria in uno scenario che richiede continui adattamenti Ansia sociale e ridotte competenze sociali in un mondo che esige l’accettazione e l’adattamento al gruppo come forma imprescindibile di “normalità” L’adeguatezza dell’aspetto fisico e la padronanza dell’interazione con i coetanei come “visti di ingresso” per il gruppo “Marchiare” il corpo Tatuaggi, piercing, branding, cutting, impianti… Lesioni deliberate in forma socialmente esibita e rivendicata Lo scopo, almeno in parte, è estetico In alcuni casi viene ricercata l’esperienza per se stessa Riti di passaggio? Lesioni corporali accompagnano i riti iniziatici in molte società tradizionali La “marchiatura” fisica sottopone il giovane all’approvazione del gruppo Il dolore è parte integrante del passaggio ed è altrettanto necessario del segno La pelle e il corpo: dove privato e pubblico si ricongiungono “Salvarsi la pelle” Le Breton “Sacrificando una piccola parte di sé nel dolore, nel sangue, l’individuo si sforza di salvare l’essenziale; infliggendosi un dolore controllato, lotta contro una sofferenza infinitamente più intensa. Per salvare la foresta, bisogna sacrificarne una parte” Una tecnica di sopravvivenza Una liturgia intima Il “contagio” L’imitazione è un meccanismo comune e funzionale in adolescenza: anche l’imitazione di comportamenti “rischiosi” L’imitazione/identificazione all’interno del gruppo adolescente ha una funzione di sostegno identitario Il desiderio di “influenzare” gli altri, riceverne attenzione e riconoscimento è una motivazione frequentemente riportata dagli autolesionisti Il “contagio” Autolesionismo e sottoculture giovanili I modelli negativi Cutters ecc. ecc. Emo? La rete Sylvia Plath Cut Che brivido/ Il pollice invece della cipolla/La cima via di netto/Eccetto che per un piccolo/Sportello/Di pelle, un cappelluccio/Smorto/Poi quel velluto rosso Perché le donne? Il modo di “farsi male” è diverso: la grande maggioranza delle donne autolesioniste “si taglia” Esiste una sicura associazione tra condotte autolesive e disturbi alimentari (anoressia, bulimia) L’associazione con una storia di abuso è significativa, anche se controversa: non rende ragione dell’”epidemia” Idee “ingenue” sulle condotte autolesive Nel campo professionale: coincidenza con la sindrome borderline Viene comunque colto il valore comunicativo del comportamento “Richiesta d’aiuto” Atteggiamento manipolatorio Appartenenza a sottoculture giovanili, moda, imitazione “Gli autolesionisti non provano dolore” Il dolore La metà dei giovani che praticano condotte autolesive dicono di non provare alcun dolore; un terzo circa afferma di provare un leggero dolore L’esempio del carcere Uno stato di tranquillo malessere “Non mi sento” Molti adolescenti che si fanno male dicono di “non sentirsi reali”, di sentirsi “vuoti o evanescenti”, o di non sentirsi affatto “Meglio il dolore del nulla” Da stati emotivi intollerabili (vuoto, vergogna..)alla depersonalizzazione al tentativo di ritrovare una sensazione di esistenza Un atto di padronanza su di sé? Le incisioni, le escoriazioni, i graffi, le bruciature sono praticate sull’avambraccio e sul polso sinistri: i luoghi del corpo più facilmente accessibili e che per questo simboleggiano il controllo esercitato su di sé Si cerca di controllare il corpo e le emozioni, piuttosto che le relazioni “Farsi male” e stati emotivi Tensione interna, sensazione di vuoto e solitudine, vergogna, sensazione di vicolo cieco, bisogno di punirsi, “sentire” qualcosa (anche il dolore), mostrare/dimostrare Il problema è l’intensità degli stati emotivi e l’incapacità di esprimerli L’altro problema è che farsi male funziona, almeno per un po’ “Farsi male” e regolazione affettiva Strategia per regolare stati emozionali di eccessiva intensità Soffrire nel corpo fa meno male che “soffrire nella testa” Farsi male “materializza” una sofferenza psichica, illudendo di padroneggiarla Un modello integrato: Nock 2010 Modalità di regolare lo stato emotivo e le esperienze sociali in presenza di un evento stressante Una risposta aspecifica allo stress (verosimilmente age-related) è ipotizzabile I fattori neurobiologici in gioco sono poco conosciuti L’Autoaggressività è agita perché è un metodo regolazione influenzare efficace emotiva in modo per o la può desiderato l’ambiente circostante Incremento del rischio verso l’NSSI: predisposizione genetica verso la disregolazione affettiva/cognitiva Fattori Specifici che portano un soggetto a scegliere l’NSSI (modellazione sociale, autopunizione, maltrattamenti durante l’infanzia, ambiente familiare ostile e ipercritico) Modello Integrato di Nock Fattori di vulnerabilità Intrapersonali Fattori di Rischio Distali Regolazione delle esperienze affettive NSSI Fattori Motivazionali Specifici Reazione allo Stress: Evento scatenante: stato di ipo/iper eccitazione, o uno stato di ingestibilità delle richieste sociali Fattori di vulnerabilità Interpersonali X •Social learning Hypothesis •Autopunishment Hypothesis •Social signaling Hypothesis •Pragmatic Hypotesis •Pain Analgesia/opiate Hypothesis •Implicit Identification Hypothesis Regolazione delle situazioni sociali Regolazione affettiva, mentalizzazione Regolazione affettiva “Insieme di processi attraverso cui gli individui influiscono su quali emozioni avere, quando averle e come esprimerle” (Gross, 1999) “La regolazione affettiva caratterizza la capacità adulta di essere consapevole dei propri stati interni mentre li si sperimenta, di organizzarli e di esprimerli a parole” (Fonagy) Mentalizzazione? Neurobiologia e condotte autolesive Il sistema degli oppioidi endogeni: dolore e attaccamento Neurotrasmissione e regolazione affettiva Neuroimmagini e regolazione affettiva (nel Disturbo Borderline) Neurosviluppo in adolescenza Oppioidi endogeni Oppioidi endogeni nei Disturbi Mentali Alterazioni del sistema oppioide sono stati associati anche sperimentalmente ai disturbi in cui il comportamento autolesivo è un sintomo (Disturbo Borderline di Personalità e Disturbi dello Spettro Autistico) Le caratteristiche di “addiction” delle condotte autolesive sono evidenti L’ipoalgesia o analgesia porta a considerare il sistema oppioide Carenza di oppioidi nella sindrome borderline? Un ruolo degli oppioidi endogeni è teorizzato da decenni, ma con scarse evidenze empiriche Resistenza o indifferenza al dolore nel BPD Tassi elevati di abuso di oppiacei in questi pazienti Elevata frequenza di diagnosi borderline nei pazienti che richiedono trattamenti con buprenorfine Pz. Borderline che assumono oppiacei dicono di sentirsi eutimici piuttosto che euforici I pazienti cercano di curarsi tagliandosi? Carenza di oppioidi e comportamento sociale Dagli studi su animali emerge che una ridotta funzione degli oppioidi ha a che fare con le carenze nei comportamenti relativi all’attaccamento Le cure e il conforto offerti dalla madre al piccolo sono mediati anche dal sistema degli oppioidi Nei modelli animali il sistema degli oppioidi partecipa alla regolazione delle reazioni emotive e alla risposta allo stress Panksepp et al., Neuroscience Biobehavior Research 4:473-487, 1986 New & Stanley, Am J Psychiatry 167:883-885, 2010 Carenza di oppioidi e comportamento sociale dei borderline L’intimità con altre persone nel corso della vita sembra essere una sfida, un campo di battaglia e una “strategia” autodistruttiva per i borderline più che una fonte di soddisfazione Questa carenza potrebbe essere collegata anche alla difficoltà di costruire un’alleanza terapeutica New & Stanley, Am J Psychiatry 167:883-885, 2010 Carenza di oppioidi: autolesionismo e comportamento sociale Gli oppioidi partecipano non solo alla regolazione della risposta al dolore Gli oppioidi endogeni facilitano il funzionamento sociale normale nelle persone sane Carenze di oppioidi endogeni potrebbero essere collegate alla quasi onnipresente disfunzione sociale dei borderline (“fame” di relazioni, reazione eccessiva alla perdita) Kennedy et al., Arch Gen Psychiatry 53:1199-1208, 2006 “Opioid-deficit model” Neurotrasmissione centrale oppioide alterata, deficit di oppioidi circolanti? Recenti evidenze che nella sindrome borderline ci sia una disfunzione centrale nel sistema (con una misurazione diretta di binding recettoriale durante uno stato emotivo negativo indotto) Prossin et al., Am J Psychiatry 167:925-933, 2010 Questa linea di ricerca mette il sistema oppioide al centro di un modello biologico del disturbo borderline: autodistruttività/disregolazione affettiva/alterazione pervasiva nel fuzionamento interpersonale e nelle relazioni di intimità Nature Neuroscience - 10, 1103 - 1109 (2007) “ The serotonin transporter in emotion regulation and social cognition” Turhan Canli1, 2 & Klaus-Peter Lesch3 La neurotrasmissione serotoninergica è implicata in una serie di funzioni (regolazione emotiva, attività motoria, alimentazione, sonno…) ed è stata chiamata in causa in tutti i disturbi che comportano la disregolazione di queste funzioni Il gene che codifica per il trasportatore della serotonina (5HTT) contiene una porzione regolatrice dell’espressione genica Questo gene potrebbe avere un ruolo chiave in un modello genexambiente che spieghi l’interazione tra vulnerabilità ed eventi di vita (anche traumatici) in tutti i disturbi che comportano un’alterazione del comportamento sociale Serotonina, aggressività, comportamento sociale Rete frontolimbica, serotonina “La rete frontolimbica sembra essere centrale per la disfunzione emotiva dei borderline” Schmahl and Bremner, J Psych Re 40:419-427, 2006 Le stesse aree cerebrali sono studiate dal punto di vista della trasmissione serotoninergica disfunzionale (associata all’aggressività e all’impulsività dei borderline) Neuroimmagini e regolazione affettiva CORTECCIA PREFRONTALE: REGOLAZIONE DALL’ALTO IN BASSO Amigdala/Giro del cingolo PROCESSI RIFLESSIVI/AUTOMATICI: REGOLAZIONE DAL BASSO IN ALTO impl1234 La rete frontolimbica “La rete frontolimbica sembra essere centrale per la disfunzione emotiva dei borderline” Schmahl and Bremner, J Psych Re 40:419-427, 2006 Questa rete è composta da: giro del cingolo, corteccia cingolata anteriore (ACC) corteccia orbitofrontale (OFC) corteccia dorsolaterale prefrontale (DLPC) ippocampo amigdala Corteccia Mediale Prefrontale Amigdala Ipotalamo Ippocampo Corteccia Orbitale Prefrontale Talamo impl1234st Accumbens Giro del cingolo La rete frontolimbica nei borderline Neuroimmagini strutturali: volume ridotto di ippocampo, amigdala e giro del cingolo? Molti limiti e molte controversie: campioni poco numerosi, inclusione di pazienti in trattamento farmacologico, età, presenza di comorbidità – soprattutto PTSD e depressione- metodologie poco confrontabili, stimoli e tasks molto diversi da uno studio e l’altro, stato emotivo Failure of Frontolimbic Inhibitory Function in the Context of Negative Emotion in Borderline Personality Disorder Am J Psychiatry 164:1832-1841, December 2007 CONCLUSIONS: These findings suggest specific frontolimbic neural substrates associated with core clinical features of emotional and behavioral dyscontrol in borderline personality disorder. “Fronto-limbic inhibition model” Il ridotto controllo inibitorio da parte della PFC mediale nel contesto di emozioni negative sarebbe un fattore chiave per spiegare la disregolazione affettiva nei borderline Neuroimmagini funzionali, risultati molto controversi: attivazione anomala dell’amigdala, de-attivazione anomala del giro del cingolo in risposta a stimoli emotivi, attivazione anomala della corteccia visiva nei compiti di “processamento” degli stimoli visivi sgradevoli… I pazienti bordeline non sembrano usare le regioni delegate al controllo cognitivo dgli stati emotivi allo stesso modo delle persone sane Koenigsberg et al., Biological Psychiatry 66:854-863, 2009 Neuroimmagini e “pain sensitivity” Kraus et al., 2010: se chiamati a “immaginare” le proprie reazioni a una situazione di stimolo specifica (evento stressante-descrizione di un comportamento autolesivo) i pazienti con condotte autolesive mostrano un pattern di attivazione molto diverso dai controlli Neuroimmagini funzionali Tutti gli studi recenti vanno nella direzione del’iperreattività di strutture limbiche nei pazienti con condotte autolesive, in presenza o meno di Personalità Borderline Dati troppo sparsi e disomogenei Neurosviluppo e adolescenza Adolescenza e cambiamento Il tempo dei cambiamenti non lineari: nel corpo, nel cervello, nel comportamento Risk taking, novelty seeking, social priorities Il tempo in cui vediamo un picco di esordio di: schizofrenia, disturbi dell’umore, disturbi alimentari, uso di sostanze Circa il 70% delle morti adolescenti sono conseguenza di comportamenti rischiosi Neurosviluppo e adolescenza Precoce attivazione di alcuni cambiamenti neurocomportamentali, lento sviluppo di aspetti neurocognitivi (che prosegue ben oltre il periodo puberale) Potenziale dis-sincronia tra diverse componenti dello sviluppo cerebrale Neuroimmagini e cervello adolescente F-MRI: strumento più diretto per indagare relazioni tra strutture e funzioni Nell’insieme, gli studi di F-MRI mostrano che in adolescenza si attivano aree più diffuse rispetto all’adulto durante compiti che richiedono decision-making e controllo cognitivo DTI: strumento ancora in gran parte potenziale per lo studio di tratti specifici di sostanza bianca Neuroimmagini e cervello adolescente MRI: Il cervello raggiunge a 6 anni il 90% del volume che ha nell’adulto Studi longitudinali: i cambiamenti nella sostanza grigia seguono un pattern “U-inverted”, con una variabilità da regione a regione Lo sviluppo dei nuclei della base ha un andamento simile La sostanza bianca si sviluppa con un andamento lineare Brain Development in Healthy Children/Adolescents Longitudinal and Cross-Sectional Data (243 Scans from 145 Subjects) Frontal Gray Matter Volume in 240 220 200 4 6 8 10 12 14 Age in years 16 18 20 22 Teen brain Modificazioni progressive nel volume della sostanza grigia Neurosviluppo in adolescenza Gli adolescenti, in rapporto sia ai bambini che agli adulti, mostrano: ridotto controllo cognitivo, propensione a scelte e azioni rischiose e maggiore sensibilità alle informazioni di tipo emotivo La risposta a stimoli emotivi negli adolescenti è simile a quella dell’adulto in condizioni di “risposta passiva” (riconoscimento di espressioni facciali), ma il controllo sul comportamento è fortemente influenzato dall’affettività Emozioni When reading emotion, teens (left) rely more on the amygdala, while adults (right) rely more on the frontal cortex. Deborah Yurgelon-Todd, 2000 Enhanced activity in amygdala in adolescents relative to children & adults (when approaching negative information) 10 15 20 25 30 “Accumbens activity is correlated with risky behavior” Galvan et al 2006 Developmental Science Accumbens e PFC BUT similar to children in prefrontal activity. 800 No. of Voxels 700 * 600 500 400 300 200 100 0 Children Adolescents Adults Lateral Orbital Frontal Cortex Volume of Activity 800 No. of Adolescents are similar to adults in volume of accumbens activity Nucleus Accumbens 700 600 500 400 * 300 200 100 0 Children Adolescents Adults “Decision making” L’adolescenza è caratterizzata dalla propensione a prendere decisioni “rischiose” Il processo di “decision making” è scomponibile in diversi sotto-processi: queste diverse componenti sono al centro degli studi sul cervello adolescente negli ultimi anni Il processo di “decision making” sembra essere modulato da fattori “sociali” (la presenza e il giudizio di altri adolescenti), più che in altre epoche della vita Decision making “Social brain” “Social brain”: l’influenza dei pari Influenza sui comportamenti prosociali Influenza sul risk-taking “Social evaluation” “Resistenza” all’influenza dei pari: correlata allo sviluppo di aree cerebrali (PFC?) Sensibilità al rifiuto sociale: coinvolgimento della VLPFC? Differenze tra i generi? “Dramatic developmental changes in prefrontal and subcortical regions during adolescence” Focus has typically been on prefrontal cortex (PFC) Subcortical limbic regions involved in motivational behavior Sowell et al 1999 Nature Neuroscience Neurosviluppo e adolescenza Nel modello attuale il funzionamento bottom-up delle regioni sottocorticali e quello top-down delle regioni di controllo vanno considerati insieme Traiettorie di sviluppo diverse: le regioni limbiche si sviluppano prima delle strutture di controllo corticali Nei bambini i due sistemi sono immaturi, nell’adulto sono maturi allo stesso livello In condizioni di salienza emozionale, nell’adolescente il sistema limbico prende il sopravvento Maturation I cambiamenti non lineari in adolescenza riflettono lo sviluppo differenziale tra strutture sottocorticali e strutture prefrontali di controllo accumbens/amygdala prefrontal cortex Adolescence Le differenze individuali nella risposta a eventi positivi o negativi mettono alcuni adolescenti a rischio di sviluppi psicopatologici o di comportamenti disfunzionali anche age-limited Definizioni e classificazioni Karl Menninger nel 1938, primo tentativo di classificazione e una profezia: “…un giorno gli psichiatri differenzieranno l'automutilazione dalle forme di autodistruzione acute e totali” Self-injury, self-harm, deliberate self-harm, intentional self-harm, self-mutilation, selfcutting, parasuicide, non-fatal suicidal behavior, self-inflicted violence… Definizioni e classificazioni Pattison e Kahan 1983: “deliberate self-harm syndrome”, basata su tre aspetti (diretto/indiretto, episodico/ripetitivo, rischio di letalità) Favazza 1990:“Self injurious behavior”- SIB. Distinto in 3 sottotipi: maggiore, stereotipato, superficiale/moderato (compulsivo; impulsivo, episodico o ripetitivo) SIB - Self injurious behavior SIB maggiore: automutilazioni importanti, associati a Disturbi Mentali gravi o con una connotazione religioso/rituale SIB stereotipato: associato a RM, autismo, malattie genetiche (autostimolazione?) SIB moderato o superficiale, episodico o ripetitivo. Il rapporto con le diagnosi psichiatriche è molto controverso: Dist. Borderline, PTSD, D.Dissociativo, D. del controllo degli impulsi, D. alimentari SIB compulsivo Frequentemente associato a condotte ossessive Comprende la tricotillomania, il procurarsi escoriazioni in risposta alla percezione di imperfezioni nella pelle, l’onicofagia SIB impulsivo episodico Occasionale Manca l’ideazione intrusiva sul comportamento autolesivo Non ci si identifica come “autolesionista” o con l’appartenenza a gruppi culturali particolari Il comportamento episodico può diventare ripetitivo: si chiamano in causa le teorie anche biologiche - sull’”addiction” SIB impulsivo ripetitivo Superficiale (tagli o scarificazioni sugli avambracci) Ruminazione sul comportamento autolesivo anche al di fuori del comportamento stesso Autoidentificazione, appartenenza e ricerca di contatto con i “simili” Risposta riflessa a ogni genere di stress, anche positivo C’è bisogno di una diagnosi specifica? Negli ultimi 20 anni, molti Autori hanno segnalato l’opportunità di classificare il comportamento autolesivo ripetititivo come “Disturbo del controllo degli impulsi NAS” (Favazza and Rosenthal, 1993; Kahan and Pattison, 1984; Miller, 1994) “Sindrome da autolesionismo ripetitivo” Disturbo del controllo degli Impulsi NAS? Pensieri ricorrenti di danneggiare il proprio corpo e incapacità di resistervi Crescente senso di tensione immediatamente precedente l’impulso Successiva sensazione di gratificazione e benessere Non associata a intento suicidario DSM 5 – Razionale per una nuova diagnosi (Shaffer, Jacobson 2009) Nel DSM IV TR i comportamenti autolesivi sono uno dei criteri per la diagnosi di Disturbo Borderline Le evidenze recenti dimostrano che questi comportamenti non sono patognomonici della diagnosi “Borderline”, né necessariamente espressione di uno scopo suicidario La proposta tiene conto delle controversie relative alla diagnosi di Disturbo di personalità in adolescenza, della frequenza con cui queste condotte si incontrano nella clinica, della mancanza di una storia di tentato suicidio Una nuova entità diagnostica dovrebbe promuovere lo sviluppo di interventi specifici e di linee guida di intervento DSM 5 – NSSI Sezione III: Conditions for further study 5 o più episodi autolesivi superficiali nell’ultimo anno, per scopi non sociali/estetici Assenza di intenzionalità suicidaria Obiettivi e aspettative: sollievo rispetto allo stato di tensione interna (negative feeling), ricerca di uno stato emotivo opposto, tentativo di risolvere una difficoltà interpersonale Il comportamento raggiunge il suo scopo. Ripetizione, dipendenza DSM 5 – NSSI Sezione III: Conditions for further study Associazione con: pensieri/sentimenti negativi, tensione prima del comportamento, pensieri ricorrenti sul comportamento Non è un comportamento con scopi sociali/estetici Disagio e impairment significativi Esclusione di altri Disturbi Mentali Workshop 28.06.2013 A favore della diagnosi Migliora la comunicazione e la ricerca La mancanza di diagnosi può significare inaccessibilità delle risorse terapeutiche La diagnosi favorisce la sperimentazione di modalità di trattamento specifiche Un disturbo che vive (tra le altre cose) del silenzio tra generazioni e dell’eccesso di comunicazione (appartata, segreta) all’interno del gruppo adolescente Contro la diagnosi La diagnosi ha implicazioni prognostiche ed etiche: lo stigma E’ corretto (e utile) distinguere l’autolesionismo con e senza intenzionalità suicidaria? “Non-suicidal” potrebbe essere interpretato come “non abbastanza grave” DSM 5 – Suicidal Behavior Disorder Sezione III: Conditions for further study Un tentativo di suicidio negli ultimi 24 mesi La diagnosi non è riferibile alla sola ideazione o progettazione L’atto non è stato compiuto nel corso di uno stato di coscienza alterato Non ha uno scopo religioso o politico DSM5 – Suicidal vs. Nonsuicidal? Rate per 100,000 20TH CENTURY CHANGES IN YOUTH SUICIDE RATES U N I T E D S T A T E S , A G E S 15–24 Year Anderson 2002, CDC Wonder 2003, USDHEW 1956, Vital Statistics U.S. 1954–1978 Suicidio Condotte autolesive Condotte autolesive e suicidio Gli studi degli anni ‘60 e ‘70 erano focalizzati sulla ricerca di precursori del suicidio Molti studi successivi hanno cercato di dimostrare come gran parte delle condotte autolesive si distingua dagli atti con un’intenzionalità suicidaria Una storia di condotte autolesive è tuttavia presente in più di 1/3 dei suicidi completati Studi prospettici: negli adulti che sono stati adolescenti autolesionisti il rischio di suicidio è circa 30 volte quello della popolazione (Cooper et al., 2005) Una dicotomia fuorviante? Self-harm vs. NSSI - 2014 NSSI secondo il DSM5: un costrutto che proviene soprattutto dagli USA Il paradosso dell’esclusione delle condotte di avvelenamento o di abuso di farmaci: più del 60% degli adolescenti che “si tagliano” passano a un altro metodo in tempi brevi (follow up>12 mesi) “Deliberate self-harm”, “Self-harm” nella letteratura nordeuropea Se il costrutto “NSSI” fosse solido, ci si dovrebbe aspettare una distribuzione bimodale dell’intenzionalità suicidaria tra tutti i pazienti che “si fanno male” Ambiguità dell’intenzionalità suicidaria… Distribuzione continua dell’intenzionalità suicidaria Follow-up 3-10 anni. >5000 sgg., 10-18 aa. “..il self-cutting negli adolescenti che arrivano ai servizi è associato a esiti suicidari più degli avvelenamenti” Condotte autolesive e suicidio Nock et al., 2006: “ …il 70% degli adolescenti con condotte autolesive riportano almeno un atto con intenzionalità suicidaria” Alcuni adolescenti iniziano a farsi male per allontanare il pensiero del suicidio? Uno studio sugli inpatients: premesse I Reparti per adolescenti sono confrontati sempre più frequentemente con pazienti autolesionisti Identificare i pazienti a rischio di suicidio è da sempre un obiettivo per la psichiatria dell’adolescenza, ma è obiettivo prioritario per i Reparti e per i servizi che trattano pazienti “gravi” Uno studio sugli inpatients: premesse Da questa popolazione - selezionata per gravità - possiamo trarre informazioni che integrino quelle che otteniamo dai pz. meno gravi e dallo studio di fenomeni diffusi? Uno studio sugli inpatients: obiettivi prevalenza di NSSI negli adolescenti ammessi in Reparto frequenza e modalità dell’autolesionismo autolesività e genere autolesività e fasce di età autolesività e diagnosi in Asse II eventuale presenza di eventi stressanti associati alle condotte autolesive autolesività e sintomi depressivi autolesività e atteggiamento verso la morte Campione – 12 mesi Pazienti con condotte autolesive all’ammissione o che abbiano presentato comportamenti autolesivi episodici o ripetitivi nei 12 mesi precedenti il ricovero (K-SADS PL screening) Dal campione sono stati esclusi pazienti con diagnosi di Ritardo Mentale/ Disturbi dello Spettro Autistico/Disturbi dello Spettro Schizofrenico/Patologie organiche Strumenti K-SADS PL: screening per le condotte autolesive e i tentativi di suicidio Deliberate Self-Harm Inventory (DSHI) Repetitive Self-Harm Questionnaire (RSQ) Diagnosi di Personalità: SCID-II Inventario degli eventi stressanti e traumatici della vita(adattamento italiano del Life Stressor Checklist-Revised) Children’s Depression Inventory –CDI Multi-Attitude Suicide Tendency Scale (MAST) MAST- Multi-attitude suicide tendency scale (Orbach, 1991) La MAST è una “self-report scale” di 30 items che esplora l’atteggiamento verso la vita e la morte in adolescenza Fattori: 1. Attrazione per la vita 2. Repulsione per la vita 3. Attrazione per la morte 4. Repulsione per la morte Utilità clinica nella valutazione del rischio suicidario confermata per 3 fattori su 4 Risultati Condotte autolesive significative: 52 adolescenti (37 F, 15 M. Età: 12-19) Il 46,1% dei pazienti avevano commesso almeno un tentativo di suicidio nei 12 mesi precedenti il ricovero I life-events negativi non sembrano influire sull’espressività e sulla frequenza degli atti autolesivi Modalità e frequenze autolesive non sono influenzate dal genere Risultati I soggetti maggiormente a rischio per gravità degli atti (sia per tipologia che per numerosità delle ferite) si collocano nella fascia più giovane del campione (13-15 anni) Sintomi depressivi sono presenti nel 53,8% nel campione con SIB 2 adolescenti su 3 soddisfano la diagnosi di Disturbo Borderline di Personalità 1 su 3 soddisfa anche i criteri per il Disturbo Oppositivo-Provocatorio/Disturbo della Condotta La diagnosi di Disturbo Dirompente non influenza modalità e frequenza degli atti autolesivi Condotte autolesive: caratteristiche Frequenza Modalità Autolesive 70% dei soggetti: Condotte autolesive ripetitive Tagli (88.8%) 30% dei soggetti: Condotte episodiche Interferenza processi di cicatrizzazione(50.0%) Graffi (57.7%) Oggetti appuntiti (42.3%) Scarificazioni(44,8%) Condotte autolesive e atteggiamento verso la morte ATTEGGIAMENTO VERSO LA MORTE: GLI ADOLESCENTI RICOVERATI 4 3,5 3 2,5 SIB e TS 2 1,5 1 0,5 0 1 2 3 4 4 3,5 3 2,5 SIB senza TS 2 1,5 1 0,5 0 1 2 3 4 Condotte autolesive e atteggiamento verso la morte Un basso punteggio nella dimensione “Attrazione alla Vita” correla significativamente con la presenza di modalità multiple e con la frequenza degli atti Non c’è differenza significativa rispetto all’atteggiamento verso la morte tra chi ha già compiuto un TS e gli altri I punteggi del CDI correlano con la frequenza di condotte autolesive e presenza di modalità multiple Più che “flirtare con la morte” questi ragazzi sembrano “non agganciarsi” alla vita, transitando da stati di malessere solitario ad agiti anche molto pericolosi Una “nicchia” psicopatologica particolare? Disregolazione comportamentale – sentimenti depressivi sottosoglia – condotte autolesive – ridotta attrazione per la vita anedonia NSSI in Inpatients Disregolazione comportamentale Sentimenti depressivi sottosoglia NSSI ripetitivo multiplo Ridotta attrazione per la vita Anedonia MDD NSSI Nssi Severo AS Appunti In una parte degli adolescenti che arrivano ai servizi i comportamenti autolesivi precedono i tentativi di suicidio: strutturazione progressiva dell’intenzionalità suicidaria? Negli adolescenti “gravi”, comportamenti autolesivi e intenzionalità suicidaria si sommano e si sovrappongono: l’atteggiamento verso la morte è lo stesso, che si abbia già varcato oppure no la soglia del tentativo di suicidio Terapia Dialettico -comportamentale (DBT) Ideata da M. Linehan come trattamento ambulatoriale per pazienti di sesso femminile con condotte parasuicidarie • Supportata da numerosi dati empirici, oggi viene utilizzata in setting diversi , in pazienti con Disturbo di Personalità Borderline e comorbilità in Asse I e II E’ inclusa nelle Linee Guida dell’American Psychiatric Association (2001) e nelle Linee Guida NICE (2009) tra le terapie “Evidence Based” per il trattamento del BPD Terapia manualizzata Fondata su Strategie di Cambiamento Accettazione Validazione Tecniche di Mindfullness FORTE COMPONENTE PSICOEDUCATIVA La DBT si è dimostrata efficace in: • Riduzione degli Agiti autolesivi • Riduzione dei drop-out •.Riduzione del ricorso all’ospedalizzazione •Incremento delle abilità psicosociali • Riduzione del burn-out degli operatori Mentalization-Based Treatment for Self-Harm in Adolescents: a randomized controlled trial (Roussouw and Fonagy, Dic. 2012) Ricerca su Adolescenti NSSI (AS/NO AS) 2 Campioni di soggetti 12-17aa TAU: “Treatment as Usual” (intervento individuale, terapia di supporto, terapia cognitivo-comportamentale, terapia familiare, controlli psichiatrici) MBT-A: “Trattamento basato sulla Mentalizzazione”, derivato dall’elaborazione della tecnica di Bateman e Fonagy (2004) Efficacia: Riduzione a breve, medio e lungo termine del NSSI significativamente maggiore rispetto al TAU Lady Lazarus L’ho rifatto/un anno ogni dieci/ ci riesco/..morire è un’arte/ come ogni altra cosa/io lo faccio in modo eccezionale…ammetterete che ho la vocazione