Mimma Ferrante e Maurizio Karra Obiettivo Penisola Iberica A N TE PR IM A Camperando tra Spagna e Portogallo CLICCA QUI SE TI INTERESSA QUESTO VOLUME Introduzione L nome: una di esse è il Paese Basco, situato nella parte nord-orientale, fino a comprendere anche una piccola parte del territorio francese oltre il confine dei Pirenei, il cui maggiore centro è Bilbao, dove si parla una lingua non neolatina; un’altra è la Catalogna, con capitale Barcelona, che si trova nella parte sud-orientale e che deborda anch’essa in una porzione di territorio francese; e l’ultima è la Galizia, che si trova nella zona nordoccidentale, la cui lingua e cultura soprattutto lungo le coste ha subito forti influenze dai celti. L’ordinamento dello Stato è quello della monarchia costituzionale, mentre la maggioranza della popolazione è cattolica. Lo stato spagnolo ha anche una spina nel fianco all’interno del suo territorio, la rocca di Gibilterra, situata nella parte sudoccidentale del Paese, ad est della baia di Algeciras, quasi di fronte alle coste marocchine, che è membro del Commonwealth britannico, ed è direttamente dipendente dalla corona inglese. Il Portogallo è situato nell’estremità sud-occidentale del continente europeo, confina solo con la Spagna e occupa circa un sesto della Penisola Iberica, oltre ai territori insulari di Madeira e delle Azzorre, nove isole vulcaniche che sono tra le poche colonie rimaste dopo l’epoca d’oro dei conquistatori portoghesi. Si tratta di uno stato relativamente A N TE PR IM A a Penisola Iberica chiude a sud-ovest il continente europeo; da un punto di vista politico, oltre un piccolissimo territorio occupato dal Principato di Andorra, i 4/5 sono occupati dal regno di Spagna e la restante parte dalla repubblica del Portogallo. La Spagna, a sua volta, comprende anche alcuni territori insulari, quelli delle Baleari e quelli delle Canarie. La Spagna, che confina a ovest con il Portogallo e a est con la Francia, è tra i paesi più montuosi del continente europeo; oltre a un grande altipiano centrale, la Meseta, che ha un’altezza media superiore ai 600 metri, il suo territorio è solcato dai monti Cantabrici a nord, dalla Sierra Morena a sud, dai monti Iberici e dai Pirenei ad est. Il suo nome è antichissimo e deriva dal fenicio i-sephan-im che significa la costa dei conigli. A causa dell’alternarsi di praterie e catene montuose anche i contrasti climatici si susseguono, dal versante atlantico con le temperature fresche e ventilate a quello mediterraneo quasi bruciato dalla persistente luce del sole. Ma i contrasti sono notevoli anche tra le varie porzioni di territorio, dato che la Spagna annovera, oltre alla Castiglia che occupa buona parte del territorio centrale e in cui si parla lo spagnolo che tutti conosciamo, anche altre nazioni al suo interno, dotate di lingua e cultura auto- 8 CLICCA QUI SE TI INTERESSA QUESTO VOLUME piccolo, le cui coste sono affacciate sull’Oceano Atlantico, dalle acque talmente fredde che è sconsigliato farvi il bagno anche in piena estate. La natura e l’ambiente danno vita ad una notevole varietà di panorami, dalle selvagge scogliere dell’Algarve, regione situata nella parte meridionale del paese, alle colline ondulate scandite da boschi delle regioni settentrionali. L’ordinamento è quello di una repubblica parlamentare e la religione è cattolica, con una partecipazione attiva dei fedeli e la presenza di numerosi santuari, che danno vita a ferventi pellegrinaggi come quello che ha per meta Fátima, che vede arrivare 10 milioni di pellegrini l’anno. Tra le curiosità che riguardano questa piccola nazione ai confini dell’Europa vi è quella di annoverare il maggior numero di mulini ad acqua e a vento funzionanti del continente europeo; non meno interessante è la spiegazione del modo di dire: “fare i portoghesi”, che si identifica con l’approfittare di qualcosa senza pagarla; questa espressione risale al ‘700, quando l’Ambasciata del Portogallo a Roma per festeggiare un evento aveva organizzato una recita al teatro Argentina e per assistervi bastava presentarsi a teatro e dichiararsi portoghesi; fu così che molti ne approfittarono pur non essendo portoghesi, e da allora questa nomea rimase addosso agli incolpevoli portoghesi. A N TE PR IM A schi e Iberi, a questi nel VI secolo a.C. si mescolarono i Celti, mentre lungo la costa mediterranea si stabilirono fin dall’VIII secolo a.C. colonie di fenici e di greci. Nel III secolo a.C. arrivarono i romani e l’intera penisola subì un profondo processo di romanizzazione che diede all’impero romano due imperatori, Traiano e Adriano. Anche il cristianesimo si sviluppò fin dall’inizio, tanto che nel 333 si contavano 19 vescovi locali. Alla caduta dell’impero romano la penisola iberica venne invasa dai visigoti, il cui dominio durò fino all’VIII secolo, quando all’orizzonte comparvero gli arabi che, attraverso lo Stretto di Gibilterra, penetrarono rapidamente nel territorio, fino a raggiungere la Francia. Così, tra l’800 e l’anno Mille, ebbe inizio un periodo di grande splendore della civiltà araba in Spagna, contrassegnato da una notevole fioritura economica, culturale e artistica. Soltanto il nord della nazione restò roccaforte dei cristiani, con la costituzione di vari regni, come quello delle Asturie, di Castiglia e Leon, di Navarra e di Aragona, che lottarono contro gli arabi con alterne vicende, fino a che il dominio dei mori si ridusse al solo regno di Granada. A fine ‘400 i due maggiori regni cristiani erano quelli di Castiglia e d’Aragona che nel 1479 vennero riuniti in una sola corona grazie al matrimonio di Isabella di Castiglia e di Ferdinando II d’Aragona, dando vita a un regno che segnò l’età aurea della storia spagnola, dato che non solo i musulmani furono definitivamente Un po’ di storia Nel paleolitico gli abitanti della Penisola Iberica si divisero tra Ba9 CLICCA QUI SE TI INTERESSA QUESTO VOLUME quando il re designato Juan Carlos di Borbone è salito al potere. Nel 1979 il Paese Basco e la Catalogna ottennero ampie autonomie di governo e nel 1986 la Spagna, insieme al Portogallo, è entrata nel Mercato Comune Europeo. La storia del Portogallo si mescola con quella della Spagna fino all’anno Mille, quando venne costituita la Contea del Portogallo sotto il governo di Enrico di Borgogna; alla sua morte la moglie Teresa si ribellò alla sovranità del re di Leon che nel 1143 dovette riconoscere ad Alfonso I il titolo di re del Portogallo. Sotto il suo regno vennero sconfitti i musulmani e vennero ampliati i confini con progetti di conquista sotto i regni dei suoi discendenti. Durante il XIV secolo i sovrani portoghesi diedero impulso alla marineria e iniziarono le spedizioni atlantiche che provocarono un forte sviluppo economico nel Paese lusitano. Il periodo d’oro delle esplorazioni, con relative conquiste di territori, ebbe inizio nel 1415 con la conquista di Ceuta, seguita da spedizioni nell’Atlantico e lungo la costa occidentale africana. In questo periodo si estinse la casata di Borgogna ed iniziò a regnare la casata di Aviz che fino al 1585 garantì il periodo più glorioso della storia portoghese, grazie all’esplorazione marittima favorita dalla borghesia cittadina che ammassò incredibili tesori in patria, al punto che Lisbona divenne uno dei massimi empori del commercio internazionale, soppiantando per importanza Venezia e... (continua) A N TE PR IM A cacciati dal Paese, ma la guerra si trasferì nell’Africa settentrionale, dove vennero conquistate le città di Tripoli, Algeri e Tunisi, mentre la corona spagnola si assicurava anche il Mezzogiorno d’Italia. E, come se tutte queste vittorie non bastassero, la scoperta di Cristoforo Colombo nel 1492 del continente americano non potè che essere la premessa dell’impero coloniale spagnolo nelle nuove terre d’oltremare. Seguirono i due lunghi regni di Carlo I e di Filippo II, durante i quali si raggiunse l’apogeo delle conquiste spagnole, dando vita ad “un regno in cui non tramontava mai il sole”. Ma già sotto Filippo II iniziò il declino, con la perdita della flotta, che segnò il tramonto del potere marittimo spagnolo. Nei secoli seguenti la nazione fu impegnata nelle guerre contro la Francia, i Paesi Bassi e il Portogallo e, dopo la fine della dinastia asburgica, giunse al potere Carlo III di Borbone e all’inizio dell’800 Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone. Seguì la rivoluzione, con la proclamazione della repubblica e della prima costituzione liberale europea; quindi i sollevamenti contro la restaurata dinastia borbonica che tra ulteriori sollevamenti e restaurazioni reali si prolungò fino all’inizio del ‘900. Nel 1931 venne proclamata la repubblica cui nel 1936 si contrappose la sollevazione militare da parte del generale Francisco Franco che realizzò una dittatura continuata fino alla sua morte, avvenuta nel 1975, 10 CLICCA QUI SE TI INTERESSA QUESTO VOLUME La Penisola Iberica dall’A alla Z Vocabolario minimo per il viaggio fra Catalogna, Andalusia, Castiglia, Paese Basco, Asturie e Portogallo. Ossia, tutto quello che avreste voluto sapere sulla Spagna e sul Portogallo, ma che non avete mai osato chiedere A: Azulejos L’arte degli azulejos in Portogallo parte da un tempo lontano, fin dalla conquista araba della nazione, avvenuta un po’ prima dell’anno Mille. Il termine stesso azulejo, che deriva dal nome arabo az-zulay, cioè pezzetto di terracotta, testimonia come l’impulso iniziale a decorare le mattonelle derivi dalla civiltà araba; ma in seguito questa tecnica decorativa, usata per rivestire pavimenti e pareti, si sviluppò sia in Spagna che in Portogallo, dove dal XV secolo divenne una delle più importanti manifestazioni artistiche e decorative, passando dal disegno geometrico moresco ai panorami, alle navi e alle scene di arte sacra derivanti dalla maiolica italiana, con aggiunta di altri colori, oltre al classico blu, come il giallo e il verde. Nel periodo barocco l’azulejo si fuse con la cosiddetta tahla dourada, cioè con il legno dorato che fa da cornice ad altari e dipinti, mentre dal 1850 cominciò ad essere usato industrialmente come rivestimento di intere facciate di abitazioni, come ben testimoniano i palazzi del centro di Lisbona e in particolare del quartiere dell’Alfama. Ai giorni nostri l’arte dell’azulejo continua ad ispirare i temi decorativi anche di artisti moder- A ni, come dimostrano alcune stazioni della metropolitana della capitale portoghese. Insomma si tratta di un’arte in evoluzione, che sembra non conoscere battute d’arresto e che ha consegnato alla storia notevoli esempi artistici. A N TE PR IM B: Bastone del pellegrino Il bastone, insieme alla conchiglia e alla zucca, a mo’ di borraccia per l’acqua, sono i simboli dei pellegrini che da centinaia di anni si trovano a percorrere a piedi, ma anche in bici o a cavallo, il “Camino de Santiago”, un percorso lungo circa 850 chilometri che si snoda nel nord della Spagna, dai Pirenei a Santiago di Compostela, dove si trova la tomba dell’apostolo Giacomo; questi tre elementi garantiscono a ognuno dei pellegrini uno strano ed etereo alone di sacralità. La conchiglia – che è anche il simbolo stesso di tutto l’itinerario, e che come tale accompagna i pellegrini lungo tutto il tracciato con un’apposita segnaletica ai bordi delle strade o dei sentieri da percorrere - è il simbolo della fede e del coraggio che li anima nell’affrontare questo viaggio trascendentale; il quale solo alla fine si concretizza e prende consistenza nella visione dell’approdo 16 CLICCA QUI SE TI INTERESSA QUESTO VOLUME ri che si alternano nella tauromachia. Gli animali utilizzati per una corrida provengono tutti da allevamenti specializzati (ganaderías), la maggior parte dei quali si trovano in Andalusia e nell'Estremadura, le regioni spagnole a più forte tradizione taurina. All'inizio della corrida si presentano nell’arena varie persone che verranno coinvolte a vario titolo nel successivo “spettacolo”, sfilando in un corteo davanti al pubblico. Entrano per primi due alguaciles o alguacilillos, araldi a cavallo in costume che chiedono simbolicamente al giudice della corrida le chiavi della porta da dove usciranno i tori. Poi si fanno avanti i tre toreri, seguiti dalle rispettive cuadrillas composte di due picadores a cavallo, tre banderilleros e quindi gli incaricati di ritirare il corpo del toro dopo che questo sarà stato sacrificato. Ogni toreada è suddivisa in tre parti, i cosiddetti tercios. Nella prima parte (tercio de varas) il toro esce dalla porta del toril, mentre il torero ne studia le mosse e ne valuta la potenza e l’astuzia. Per provocare le cariche del toro, egli utilizza il capote, un grande drappo di tela di colore rosso o rosa acceso all’esterno e giallo all’interno. È il turno quindi dei picadores che a cavallo contengono l'assalto del toro con una lancia. A questo punto, i peones si occupano, con i capotes, di distrarre il bovino, consentendo l'uscita di scena a cavalli e cavalieri. Nella seconda parte (tercio de banderillas) i tre banderilleros (o, in alcuni casi, il torero stesso) provocano con... (continua) A finale a Santiago, nella grande Basilica in cui riposano le spoglie di San Giacomo il Maggiore. Tutti e tre questi oggetti – il bastone, la conchiglia e la zucca come borraccia – sono in vendita lungo tutto il percorso del Camino, come simboli del pellegrinaggio o come semplici souvenir. Ed è sostanzialmente impossibile non portarne a casa uno come ricordo visitando anche una sola delle città che si trovano lungo l’itinerario. A N TE PR IM C: Corrida La corrida è una forma di tauromachia la cui storia e le cui regole si perdono nei secoli. Ovviamente fa parte delle tradizioni della Spagna, anche se forme simili di tauromachia si svolgevano nell’antichità presso i greci e i romani. E per quanto le associazioni animaliste abbiano prepotentemente fatto sentire la propria voce per impedire il perpetuarsi delle corride, questi spettacoli rimangono ancora oggi nel cuore degli spagnoli, da nord a sud, tranne che nella Catalogna dove una legge di iniziativa popolare l’ha messa al bando dal 2012; e così molti turisti che si recano in Spagna non vogliono perdersi almeno una volta nella vita questo (macabro) spettacolo dal vivo in una delle tante Plaza de Toros presenti nelle città piccole e grandi di Spagna. Le regole della corrida sono più o meno le stesse da secoli, anche se vi possono essere varianti anche piccole da caso e caso. In genere in una corrida ci sono tre toreri e sei to- 17 CLICCA QUI SE TI INTERESSA QUESTO VOLUME Sulle orme degli antichi pellegrini Il Camino de Santiago: suggestioni e atmosfere di un itinerario sacro che si sviluppa nella Spagna settentrionale e le cui origini risalgono al primo millennio, quando la fine del mondo sembrava prossima A per campagne brulle e silenziose e per tanti piccoli centri; solo poche sono le grandi città del “Camino”, e tra esse Burgos e Leon, oltre che Santiago de Compostela, la città nata in onore - e per il culto - dell’Apostolo San Giacomo Maggiore (Santiago), evangelizzatore della Spagna. A N TE PR IM A nche ai giorni nostri vi sono degli itinerari che rappresentano dei veri e propri pellegrinaggi che vanno intrapresi, se non con lo stesso spirito e con l'intenzionalità che animavano i pellegrini medievali, quando la fine del mondo sembrava prossima, quantomeno con una certa “apertura” alle questioni esistenziali che investono sia il mondo laico che quello religioso. Uno di questi è sicuramente il “Camino de Santiago”, che si conclude a Santiago de Compostela, una città che va intesa non come una meta, una delle tante mete che può destare la curiosità o l’interesse del turista itinerante, ma appunto come l’ultima tappa di un lungo pellegrinaggio che ancora oggi, all’inizio del terzo millennio, viene effettuato - singolarmente o a coppie o a piccoli gruppi – a piedi o in bicicletta e solo marginalmente con altri mezzi più moderni come un camper, ripercorrendo tuttavia come in passato sentieri e strade percorse da quei pellegrini medievali. L’itinerario detto anche “Ruta Jacobea”, si estende dal Col de Somport o dal passo di Ibaneta a Roncisvalle (ambedue sui Pirenei al confine tra la Francia e la Spagna) fino a Santiago de Compostela, in Galizia, per un totale di 850 chilometri, passando Storia e leggenda si mescolano per quanto riguarda la sua vita: quel che è certo è che a un certo punto egli giunse sulle coste della Galizia per la sua opera di evangelizzazione e qui re51 CLICCA QUI SE TI INTERESSA QUESTO VOLUME pellegrinaggi dal resto della Spagna (erano gli anni in cui gli arabi dominavano gran parte del suo territorio), aiutata anche dai monaci di Cluny che si assunsero il compito di propagandare il culto dell’apostolo e il pellegrinaggio verso il luogo della sua sepoltura, dapprima nella vicina Francia e poi nel resto d’Europa. Il “Camino de Santiago” ebbe modo così di aggiungersi ai pellegrinaggi agli altri luoghi santi per eccellenza della cristianità, come Roma e Gerusalemme, standardizzandosi attraverso un percorso sistematico che generò la nascita di ospizi, chiese e interi villaggi lungo le strade che i pellegrini dovevano percorrere, al fine di favorirne l’alloggio e l’assistenza; e la sua fama esplose ben presto grazie alla pubblicazione di vere e proprie guide, fra cui il “Liber Sancti Jacobi” dell’abate... (continua) A N TE PR IM A stò alcuni anni per poi far ritorno in Palestina dove trovò la morte a causa della condanna di Erode che nell’anno 43 ne ordinò la decapitazione. I suoi discepoli ne prelevarono la notte seguente il corpo e lo riportarono proprio in Galizia, cioè nei luoghi che lo avevano visto in vita attivo protagonista dell’evangelizzazione cristiana. Qui la sua tomba rimase incognita fino all’anno 813, allorquando un eremita la scoprì seguendo l’apparizione e la caduta di una pioggia di stelle (Campus stellae). Sulla sua tomba fu subito edificato, per volontà del re delle Asturie Alfonso II il Casto, un primo santuario. All’inizio furono solo i cristiani dei paesi vicini a giungere in quel luogo per pregarvi, ma pian piano la stessa monarchia asturiana, rendendosi conto dei benefici che sarebbero derivati alla corona, promosse i primi 52 CLICCA QUI SE TI INTERESSA QUESTO VOLUME Suggestioni moresche Viaggio nella caliente Andalusia, magico punto di incontro tra cristianesimo e islam, fra suggestive atmosfere medievali ed esotiche eredità moresche D frono agli abitanti riparo dal caldo incombente. Sì, perché è proprio questo il paesaggio tipico dell’Andalusia, che pure è una terra bagnata sia dal Mediterraneo che dall’Atlantico e che deve proprio alle sue coste il boom turistico che negli ultimi anni ha garantito il suo maggiore sviluppo economico. Ma, se il turismo del mare ha completamente snaturato, con la costruzione di innumerevoli complessi alberghieri e migliaia di abitazioni di villeggiatura, l’ambiente costiero e i ritmi della vita quotidiana della sua gente, assai meno devastante è stato l’impat- A N TE PR IM A avanti allo sguardo si allunga una terra scandita dai mille contrasti, in cui un panorama brullo, arso dal sole, si dipana fra mille tonalità, dall’ocra al porpora, rimandando a scenari da film western, lungo canyon e pietraie desolate, sotto una temperatura “caliente” per diversi mesi all’anno; in mezzo a questo scenario, a volte quasi desertico, si susseguono, però, distese sterminate di uliveti che con le loro macchie argentee fanno da contrappunto ai tipici villaggi bianchi, in cui solo le candide mura delle abitazioni of- 99 CLICCA QUI SE TI INTERESSA QUESTO VOLUME quando i re cattolici Isabella e Ferdinando riuscirono a portare a compimento la Reconquista Cristiana, riappropriandosi di tutte le “terre del paradiso” che gli emiri arabi avevano precedentemente occupato. Da allora sono trascorsi oltre cinquecento anni, ma l’impronta araba che caratterizza i magnifici monumenti, così come le case comuni, costruite intorno a freschi patii con fontane zampillanti e azulejos decorati, rimanda un po’ ovunque, nelle città più famose come nei paesi meno monumentali, indietro a suggestioni islamiche tutte da scoprire. IM A to del “moderno” su tutta la regione all’interno, dove ancora oggi si conserva immutato quell’insieme di peculiarità che ne ha fatto per secoli il vero punto di incontro tra due continenti, l’Europa e l’Africa, che sembrano protendersi una verso l’altra grazie alle vicine Colonne d’Ercole di mitica memoria. E’ proprio questa l’Andalusia che merita di essere esplorata, fra città famosissime come Granada, Cordoba e Siviglia e villaggi polverosi e anonimi, offrendo al visitatore e al turista attento peculiarità che la rendono unica nel continente europeo, come la sua affascinante impronta moresca che ne fa una sorta di approdo africano in terra d’Europa: ciò è dovuto alla dominazione musulmana che ne ha plasmato gli aspetti più reconditi per ben otto secoli, dall’inizio dell’VIII fino al XV secolo, Cordoba, capitale di Al-Andalus A N TE PR Un itinerario sull’Andalusia non può non iniziare da Cordoba, dichiarata Patrimonio... (continua) L’interno della Moschea-Cattedrale di Cordoba 100 CLICCA QUI SE TI INTERESSA QUESTO VOLUME Incanto lusitano Alla scoperta del Portogallo meridionale, con promontori rocciosi a picco sull’Oceano, affascinanti cittadine, vestigia romane e castelli medievali, e della capitale Lisbona C Africa e anche in oriente, in quel periodo fra la fine del ‘500 e l’inizio del ‘700 che i portoghesi di oggi ricordano come il più grande e certamente irripetibile della loro storia. A N TE PR IM A ome tutte le terre di confine, anche il Portogallo, la nazione europea posta più a occidente del continente, e per questo identificata nel passato con le parole finis terrae, ha per lungo tempo pagato con il suo forzato isolamento socio-economico e anche culturale il prezzo della sua posizione geografica, cosa che per molti sta anche alla base del carattere tipico dei suoi abitanti, avvezzi più a crogiolarsi nella solitudine e nella malinconia che a essere allegri e “attivi”. Questo non ha impedito nell’antichità che le sue coste fossero terra di conquista per fenici, romani (che con il nome di Lusitania ne fecero una fiorente colonia), visigoti e arabi, popoli tutti che erano evidentemente attratti dal clima mite anche d’estate, dall’abbondanza delle acque e quindi dalla fertilità della terra; e ha semmai dato impulso a partire dal ‘500 all’epopea della scoperta del “Nuovo Mondo”, grazie a esploratori come Enrico il Navigatore, Bartolomeu Diaz, Vasco de Gama, tanto per citare i più famosi. A loro si deve la potenza che raggiunse nei due secoli successivi il Portogallo, nazione che era naturalmente protesa verso l’oceano e verso occidente, grazie all’acquisizione di numerose colonie nel sud America, in Le splendide scogliere dell’Algarve Provenendo dal sud della Spagna, una volta superato il confine portoghese sulla E.1, la prima regione con cui si entra in contatto è quella dell’Algarve, caratterizzata da suggestive spiagge e scenografiche scogliere 116 CLICCA QUI SE TI INTERESSA QUESTO VOLUME ferte dei pescatori, e la Cappella di Nostra Signora degli Afflitti, teatro delle preghiere delle donne per i loro uomini lontani impegnati nelle battute di pesca durante i giorni di tempesta. Il capoluogo dell’Algarve, Faro, è a soli 8 chilometri, separato dal mare aperto da una laguna. Dopo essere stata insediamento romano, la città fu rifondata dagli arabi e poi conquistata da Dom Alfonso III nel 1249. La città vecchia è racchiusa dalla cerchia muraria di età araba ed incornicia la Sè, la Cattedrale che è stata costruita sui resti di un tempio romano, di una chiesa visigota e di una moschea, a testimonianza della stratificazione storica di cui è stato protagonista l’abitato. Il complesso, di impronta romanica, è stato più volte modificato e ai giorni nostri di originale resta solo la torre-portico della facciata. IM A perennemente battute dai venti atlantici. Meno di 50 chilometri e il richiamo del mare costringe a deviare sulla strada costiera per raggiungere la cittadina di Olhão, circondata da lunghi banchi di sabbia e al centro del Parque Natural da Ria Formosa. N TE PR Panorama di Olhão. In basso la chiesa di Nostra Signora del Rosario A L’abitato è di impronta moresca, con il caratteristico quartiere del porto caratterizzato da case bianche squadrate e addossate le une alle altre, con chiaro riferimento ai borghi della costa marocchina con cui la cittadina ha sempre intrattenuto rapporti commerciali; questi ultimi hanno il loro punto di forza nella pesca del tonno e delle acciughe, usate per l’industria conserviera locale. Tra le chiese più importanti vi è quella di Nostra Signora del Rosario, risalente al ‘600 e costruita grazie alle of- La Cattedrale di Faro Non meno interessante è il Palazzo Vescovile del ‘700, con patio e interni caratterizzati da interessanti azulejos, mentre la zona della laguna che si estende lungo la costa del Sotavento è protetta dal Parco Naturale di Ria Formosa, compreso tra una successione di lunghe e strette isola sabbiosa parallele alla... (continua) 117 CLICCA QUI SE TI INTERESSA QUESTO VOLUME Rapsodia in bianco e blu Un affascinante itinerario nel Portogallo centro-settentrionale, tra città famose come Coimbra e Porto e piccoli borghi impreziositi dai magnifici azulejos che adornano le facciate di palazzi e chiese D l’Oceano Atlantico, ma anche dalle onnipresenti facciate di case e di chiese arricchite dai magnifici azulejos, tipici di questa terra, che con poche pennellate di blu su fondo bianco catturano splendide scene di impronta sacra, così come suggestivi scenari di navi in viaggio verso il nuovo mondo o semplicemente opulente nature morte. D’altro canto una delle caratteristiche più marcate dell’arte in Portogallo è data proprio dagli azulejos, i pezzetti di terracotta dipinta che dal XV secolo fino ai giorni nostri hanno con- A N TE PR IM A i ogni viaggio intrapreso è facile che rimanga in particolare un’emozione, un colore, uno scenario sospeso nelle brume della nostra memoria; qualcosa che poi, magari a distanza di tempo, si ripresenta regalandoci ancora nuove sensazioni, cristallizzate forse in una semplice visione, veloce come un battito di ciglia… E’ quanto accade a chi si ritrova immerso nello scenario del Portogallo del nord, scandito non soltanto dal bucolico paesaggio sospeso tra le colline, i fiumi e Gli azulejos, una caratteristica comune della decorazione parietale del Portogallo 133 CLICCA QUI SE TI INTERESSA QUESTO VOLUME Estremadura, a meno di 200 chilometri da Lisbona, di aspetto medievale, che è racchiusa da un’imponente cortina muraria che ingloba il Castello manuelino del XVI secolo e a cui si accede attraverso la Porta da Vila, decorata da una splendida combinazione di azulejos. TE PR IM A tribuito a decorare facciate, tetti, pareti, scalinate, in una profusione di disegni cristallizzati per lo più nei due onnipresenti colori, il bianco e il blu, al punto che il ricordo più vivo di un viaggio da queste parti è proprio il binomio di questi due colori, che crea una personalissima combinazione, quasi una rapsodia che accompagna indissolubilmente le atmosfere di questo angolo di mondo. Sulle onde di questi colori andiamo allora alla scoperta della nazione più occidentale d’Europa, tra borghi fortificati, castelli medievali densi di storia, antiche e prestigiose università e tante, tante facciate incrostate di azulejos; seguiteci e non ve ne pentirete… A N Un momento della festa legata al “Mercato Medievale” di Óbidos Qui dal 14 al 24 luglio di ogni anno ha luogo il pittoresco “Mercato Medievale”, che riporta indietro nel tempo ogni angolo della cittadina, con le sue stradine acciottolate, le casette in pietra accarezzate dalla buganvillea, le piccole piazze che si aprono qua e là nel tessuto urbano, come la più bella, praca Santa Maria, su cui si innalza la chiesa omonima, con un bel portale rinascimentale e un interno rivestito da azulejos del ‘600. In... (continua) Tra borghi murati e solenni santuari da Óbidos a Fátima Non capita spesso che nell’ambito di un itinerario accada di viaggiare non solo nello spazio, ma anche nel tempo: è quanto succede invece recandosi a metà luglio a Óbidos, cittadina murata situata nel nord della 134 CLICCA QUI SE TI INTERESSA QUESTO VOLUME (continua) ...mondiale, sistemate in una notevole atmosfera da fortezza medievale. Di fronte vi è la cosiddetta Domus Municipalis, anch’essa risalente al XII secolo, a pianta pentagonale, caratterizzata da un insieme di archi di impronta romanica, il cui uso originario non è ancora chiaro, accanto alla quale si innalza la chiesa di Santa Maria del XVII secolo, che ospita un pregevole retablo dorato. minate come sono in un sereno scenario di campi... (continua) Le nostre soste A N TE PR IM A Óbidos: AA in rua de Ginàsio, accanto all’antico acquedotto (GPS N. 39.35620 – E. -9.15690); Peniche: PS nel parcheggio... ... ... ... ... Alcobaça: PS nel parcheggio... ... ... ... ... Batalha: AA accanto allo... ... ... Fátima: AA all’interno dei... ... ... Coimbra: PS nel... ... ... ... ... Porto: PS nel parcheggio... ... ... ... ... ... Guimarães: PS nel parcheggio... ... Bragança: AA sotto il... ... ... Il portale della chiesa di Santa Maria a Bragança L’ultimo sguardo sul Portogallo lo si può cogliere dagli spalti della cortina muraria dove, tra un merlo e l’altro, il cielo blu cobalto fa da contrappunto alle casette costruite ai piedi della cittadella, che appaiono quasi come un plastico per bambini, disse144 CLICCA QUI SE TI INTERESSA QUESTO VOLUME A N TE PR IM A La Collana Le Vie del Camper è composta da guide scritte da giornalisti di turismo che sono prima di tutto camperisti e si rivolgono, pertanto, a un pubblico di viaggiatori in camper e a chi ama il turismo in libertà. La guida “Obiettivo Penisola Iberica” si compone di sette itinerari alla scoperta della Spagna e del Portogallo, dalla Catalogna al Camino de Santiago, dalla Castiglia alla Mancha, dall’Andalusia a Lisbona e alla regione del Douro. Gli itinerari sono corredati da una piantina che ne delinea il percorso e dalle soste camper con coordinate GPS, e sono preceduti da un’introduzione con informazioni storiche, sociali e logistiche e da altri approfondimenti contenuti nella sezione intitolata La Penisola Iberica dalla A alla Z. Della stessa collana: • “Obiettivo Camper” • “Obiettivo Alpi: Svizzera e Austria” • “Obiettivo Balcani occidentali” • “Obiettivo Balcani orientali” • “Obiettivo Benelux” • “Obiettivo Francia” • “Obiettivo Germania” • “Obiettivo Gran Bretagna e Irlanda” • “Obiettivo Italia Centrale” • “Obiettivo Italia Meridionale” • “Obiettivo Italia Nord-occidentale” • “Obiettivo Italia Nord-orientale” • “Obiettivo Mitteleuropa” • “Obiettivo Polonia e Rep. Baltiche” • “Obiettivo Sardegna e Corsica” • “Obiettivo Scandinavia” • “Obiettivo Sicilia” e ”Obiettivo Palermo” Euro 24,00 CLICCA QUI SE TI INTERESSA QUESTO VOLUME