07.1GALLI 21-03-2008 9:35 Pagina 16 daldiariodiunhead hunter Roberta Galli I manager e il private equity Opportunità e rischi per la vita aziendale durante questa innovativa fase di finanziamento “C’è stato un passaggio di proprietà, è entrata una struttura di private equity, stanno mettendo nuovi manager”. “Sto valutando un incarico a termine da parte di un fondo”. “Vorrei un nuovo lavoro e non mi dispiacerebbe anche entrare nel capitale”. egli ultimi anni mi sono trovata spesso davanti a queste affermazioni e un recente convegno cui ho partecipato mi ha fornito l’occasione per affrontare il tema con qualche sistematicità. Il convegno era focalizzato sul private equity e affini, con un occhio particolare al mondo della media impresa, che rappresenta un universo dimensionalmente importante e insieme ancora poco “frequentato” da queste innovative forme di finanziamento: una delle aree toccate ha riguardato le conseguenze di queste situazioni di cambiamento sul lavoro manageriale. Le valutazioni conclusive sono state che in diversi casi le opportunità di lavoro aumentano, per ragioni e con N Roberta Galli ha lavorato nel marketing, organizzazione e sviluppo in azienda (Exportex e La Rinascente). Nel 1973 è passata alla consulenza con lo Studio Ambrosetti e nel 1979 ha fondato la R. Galli & Partners, società di ricerca e selezione di manager, nella quale è tuttora partner operativo. 16 䡵 DIRIGENTE 3|2008 meccanismi di cooptazione diversi. 1° caso: “metto persone di mia fiducia” È questa una scelta molto frequente nei casi di passaggi di quote di maggioranza, non solo nella figura del direttore generale, ma spesso anche del controller (voglio essere garantito sui numeri…), e anche di altre direzioni di funzione, indipendentemente dall’esistenza in struttura di figure valide. Si tratta del tipico caso in cui il nuovo inserimento viene deciso non tanto e non solo sulla base di una competenza professionale, ma soprattutto sulla base di un rapporto di fiducia; tipiche e positive sono le operazioni di Mbo, mentre le degenerazioni del sistema vanno sotto il nome di cordata. 2° caso: un’acquisizione porta spesso a un riposizionamento strategico Deve cioè affrontare una discontinuità: questo richiede competenze nuove non esistenti nella società e quindi porta all’assunzione di manager di competenza specifica in grado di apportare rapidamente nella neo-acquisita un know how che sarebbe troppo lungo costruire dall’interno. Le società di executive search sono frequentemente chiamate a intervenire in quanto in grado di garantire le competenze di settore richieste (ricordo ad esempio un recente caso in cui un’azienda grafica doveva far evolvere la funzione commerciale da una vendita di puro prodotto a una decisamente focalizzata sul servizio e ha dovuto attingere al mercato del lavoro esterno). 3° caso: si inseriscono funzioni prima inesistenti nella loro interezza Tipiche le funzioni di logistica integrata e di controllership, che spesso nella gestione familiare e in genere nella pmi non esistono in quanto tali, o meglio alcune delle attività che in esse sono normalmente ricomprese vengono svolte da altre funzioni base (ad esempio alcune attività della logistica affidate a chi fa acquisti e produzione, mentre per controllo di gestione spesso si intende la contabilità). 4° caso (molto frequente): le operazioni di riorganizzazione spesso conseguenti al passaggio di proprietà Ad esempio, l’imprenditore, e magari anche alcuni membri della famiglia, escono dalla gestione operativa e le attività che prima svolgevano in prima persona devono essere riallocate, oppure si sceglie una struttura per funzioni al posto di una per aree di business o viceversa. Questo porta alla costruzione di una nuova organizzazione, con possibilità di crescita per personale interno o inserimenti dal mercato del lavoro esterno. Le opportunità di cui sopra meritano qualche riflessione. La prima è che i manager devono accettare e soprattutto condividere anche approcci diversi al proprio la- 07.1GALLI 21-03-2008 9:35 Pagina 17 CONTRATTO DIRIGENTI TERZIARIO OVER 50 voro, come il concetto di un lavoro fisiologicamente per progetto, quindi legato al risultato e a un arco temporale, senza aspettative di un lavoro per la vita. Da questo consegue probabilmente anche una diversa strutturazione dei compensi, che se coerenti dovrebbero premiare soprattutto il risultato rispetto alla parte fissa e anche incentivare modalità contrattuali più vicine al temporary management. Ma consegue anche l’esigenza di una diversa relazione con il mercato del lavoro da parte dei manager, più consapevole, più flessibile, concettualmente più vicina al mestiere dell’imprenditore, cioè di chi quotidianamente si confronta con il suo mercato e la sua concorrenza, si mantiene costantemente aggiornato, sa effettuare e gestire azioni di self marketing. In proposito, un amico consulente del settore suggeriva che chi cerca lavoro, oltre a inviare il curriculum ai soliti head hunter dovrebbe anche seguire vie nuove. Ad esempio, essendo a conoscenza di quali aziende nel proprio mercato di riferimento stanno attraversando o potrebbero attraversare nel breve periodo evoluzioni di vertice (passaggi generazionali o crisi finanziarie), le pongono al centro del loro interesse, studiano le possibilità di intervento e di loro iniziativa contattano advisor finanziari, cercando di favorire iniziative di private equity che se positive non potranno che vedere tali persone in posizioni centrali. Questa, che è sostanzialmente un’operazione di totale valorizzazione del proprio patrimonio personale di esperienza e di know how, è il massimo esempio di un approccio imprenditoriale anche nella ricerca di un lavoro: non per niente l’evolu- zione compiuta di questo approccio è l’effettiva partecipazione del manager alla proprietà, cioè i casi di management buy out o management buy in. Questa capacità è più facilmente reperibile nelle funzioni che sono, come dire, fisiologicamente esposte al mercato, prime fra tutte le funzioni marketing and sale, mentre altre funzioni, tipicamente la produzione, ma anche le staff varie ecc., di solito sono trainate e non trainanti. INTERESSANTE PER LA FASCIA DEGLI OVER 45/50 Infine, mi sembra che questo tipo di mercato possa essere di particolare interesse per la fascia degli over 45/50, che come tutti sappiamo rappresenta un segmento di mercato in grande crisi ma anche una risorsa non valorizzata, con conseguenze negative non solo sul piano del sociale ma anche di perdita di opportunità per lo sviluppo delle imprese. La conferma viene anche da alcuni dati emersi dalla ricerca di Manageritalia di fine 2006 su questa fascia di età: il 68% di dirigenti e quadri di recente assunzione è stato assunto per la necessità da parte dell’azienda di acquisire competenze non presenti, mentre il 29% è stato assunto a seguito di rinnovamento nei vertici aziendali. Certo, questo percorso non è una ricetta valida erga omnes, nel senso che non tutti possono fare il manager in questi contesti. Servono professionalità ampie, consolidate, a tutto tondo, oltre naturalmente a quelle attitudini e doti personali che rendono sempre più la figura manageriale un “unicum”. Una Commissione per la ratifica degli incentivi al reimpiego dei dirigenti over 50 privi di occupazione Tra l’Unione regionale lombarda del commercio, delturismo e dei servizi e Manageritalia è stato sottoscritto un verbale d’accordo che assegna alla Commissione paritetica per la composizione delle vertenze individuali le competenze per le ratifiche delle assunzioni agevolate per i dirigenti privi di occupazione. Il rinnovo del ccnl per i dirigenti del terziario del 23 gennaio 2008 ha infatti introdotto, all’art. 8, delle deroghe alle condizioni minime contrattuali al fine di favorire la ricollocazione dei dirigenti privi di occupazione che abbiano un’età non inferiore a 50 anni compiuti. Tali deroghe consistono: 䡵 nella riduzione del minimo contrattuale mensile fino a un massimo del 20% per il primo anno di lavoro, fino al 10% per il secondo e fino al 5% per il terzo anno; 䡵 nell’applicazione per il primo anno dello stesso trattamento previsto per i dirigenti di prima nomina (Dpn); 䡵 nell’individuazione di una retribuzione variabile da concordarsi tra le parti all’atto dell’assunzione e calcolata in misura non inferiore al 50% del minimo contrattuale di volta in volta applicato nel triennio. Gli accordi sulla retribuzione variabile possono usufruire delle eventuali agevolazioni di legge in materia di decontribuzione e defiscalizzazione, ma la loro mancata convalida per il tramite delle Commissioni paritetiche territoriali rende inapplicabili tutte le agevolazioni previste. Per il testo integrale dell’accordo: www.manageritalia.it >> download documenti >> Servizi >> Contratti >> Accordo Unione commercio Manageritalia 3/3/2008. DIRIGENTE 3|2008 䡵 17