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LA SALUTE
a cura di Pompeo Pindozzi
Conoscere il cuore
per vivere meglio
GRAVITA’
Le malattie
cardiovascolari
rappresentano
la prima causa di morte
nella popolazione
dei Paesi occidentali
ANGINA STABILE
ANGINA INSTABILE
INFARTO MIOCARDIO
LE PIU’ COMUNI MALATTIE DEL CUORE
Sono l’angina e l’infar to le patologie più frequenti a carico del
cuore. Sono un milione e mezzo gli Italiani colpiti da queste
malattie, raggruppate sotto il nome di “cardiopatia ischemica”, e
caratterizzate da un insufficiente appor to di sangue a livello cardiaco.
Come è noto, le malattie cardiovascolari rappresentano la prima
causa di mor te nella popolazione dei Paesi occidentali: in Italia, su
242.000 persone che ogni anno muoiono di queste patologie,
quasi il 30% (28.9%, 70.000 circa) dei decessi è dovuto all'infar to
miocardico, la più grave tra le manifestazioni della sindrome
coronarica acuta provocata dalla cardiopatia ischemica, con un
tasso di 187 mor ti ogni 100.000 abitanti. In un anno, inoltre, sono
circa 160.000 le persone che hanno un attacco ischemico al cuore.
Cos’e’? La cardiopatia ischemica indica tutte le sindromi (insieme
di sintomi) che dipendono da una sofferenza del muscolo cardiaco
(miocardio) causata da un appor to insufficiente di sangue rispetto
al quantitativo necessario in quel momento.
Le varie forme di cardiopatia ischemica, pur avendo lo stesso
meccanismo, possono evolvere da forme più lievi ad altre di maggiore
gravità (figuro).
Qual è la differenza tra infarto ed angina? L’angina è
caratterizzata da una sofferenza (ischemia) del muscolo cardiaco
non sufficientemente irrorato. L’ischemia è transitoria e reversibile;
consiste in una temporanea interruzione del flusso di sangue
ossigenato al cuore; i sintomi durano pochi minuti e si possono
alleviare con il riposo o con i farmaci.
L’infarto è un’interruzione totale del flusso del sangue al cuore,
i cui sintomi durano più di 15 minuti, non scompaiono con il
riposo o con i farmaci ed una par te del muscolocardiaco incomincia
a morire, E’, quindi, una condizione stabile e irreversibile. Ciò
che determina il punto di passaggio fra ischemia e infar to è la
durata dell'assenza di flusso; infatti, il muscolo cardiaco riesce a
tollerare l’assenza di irrorazione per un tempo limitato (meno
di 30 minuti), al di là del quale comincia ad andare in necrosi, a
morire.
Quali sono i meccanismi? Nella maggioranza dei casi, l’ischemia
si determina a fronte di un’attività fisica (angina stabile o da sforzo)
o di uno stress emotivo, quando l’aumento della necessità di
sangue da par te del cuore non può essere soddisfatto a causa dei
restringimenti (stenosi) prodotti all’interno delle ar terie coronarie
alla malattia aterosclerotica.
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obiettivo sicurezza
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L’infarto e l’angina:
come possono
distinguersi
Invece l’infarto è generalmente creato dal formarsi di un coagulo
di sangue (trombo) in corrispondenza di vaso cardiaco ostruito
dalla placca aterosclerotica, con conseguente blocco del flusso di
sangue al tessuto.
La forma di angina “instabile” è, come l’infar to, dovuta ad un
trombo, ma esprime la fase iniziale del processo trombotico,
prima che si abbia una completa ostruzione del vaso: la malattia,
definita “instabile” per la caratteristica imprevedibilità ed instabilità
del quadro clinico. può quindi evolver si ver so l’infar to vero e
proprio o essere risolta instaurando una terapia immediata che
eviti l’ingrandimento del trombo e dissolva i coaguli già presenti.
Come si fa a distinguerle? Per distinguere le varie forme
della cardiopatia ischemica ci si basa sul quadro clinico, sull’elettrocardiogramma e sui risultati di alcuni esami del sangue, che
evidenziano se vi è stato un danno permanente al muscolo cardiaco.
Ulteriori esami come l’ecografia del cuore possono chiarire la
gravità del danno dovuto all’infar to sulla funzione cardiaca. Per
decidere se è necessario procedere ad un inter vento per riaprire i
vasi ostruiti sono spesso necessari esami più invasivi, ad esempio
la coronarografia (inserimento da sveglio di sondini dalla gamba
per filmare i vasi sanguigni del cuore).
SINDROMI CORONARICHE ACUTE:
COME RICONOSCERLE
Per ‘sindrome coronarica acuta’ si intende il complesso di manifestazioni imputabili generalmente alla rottura di una placca aterosclerotica a livello delle coronarie, con conseguente trombosi
vascolare e riduzione del flusso sanguigno miocardico. L’entità
dell’occlusione determina la gravità della manifestazione.
E’ necessario distinguere tra angina instabile, cioè un insieme di
sintomi che caratterizzano un quadro clinico, pur acuto, e infar to
vero e proprio, segnalato dall’aumento nel sangue di par ticolari
sostanze marcatrici (indici di necrosi miocardica, che rilevano la
mor te del tessuto muscolare privo di appor to sanguigno).
L’aiuto
dell’elettrocardiogramma
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L’ ELETTROCARDIOGRAMMA
In caso di infar to, la gravità del danno al cuore può essere stabilita
da alcune caratteristiche dell’elettrocardiogramma (ECG).
L’infar to più pericoloso si verifica se il trombo occlude completamente e stabilmente il vaso e l’ECG mostra il cosiddetto
‘sopraslivellamento ST’. Se invece il trombo chiude parzialmente
o temporaneamente il lume coronarico, il decorso clinico è
meno prevedibile e può sfociare in un altro tipo d’infar to (senza
alterazioni elettrocardiografiche) oppure nell’angina instabile.
Angina instabile e infar to miocardico senza alterazioni elettrocardiografiche vengono raggruppati spesso in un’unica entità, poiché
condividono i meccanismi patogenetici relativi all’instabilità della
placca e all'attivazione piastrinica reversibile. L’infar to miocardico
con sopraslivellamento del tratto ST è invece considerato un’entità a par te, per la quale valgono le linee guida sul trattamento
dell’infar to miocardico acuto.
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L’angina:
campanello d’allarme
I SINTOMI
L’angina pectoris: si manifesta con un dolore intenso e transitorio
al torace (dai 5 ai 15 minuti), in corrispondenza del cuore,
descritto come una sensazione di pressione, peso, costrizione.
Spesso associato a sudore e capogiri si può diramare alle spalle,
alle braccia oppure solo a un braccio - spesso quello sinistro - al
collo e alla mandibola. E’ un campanello d’allarme per l’infar to
miocardico. Gli attacchi durano per lo più 1-3 minuti: nel loro
corso, l’ECG presenta anomalie.
Angina stabile. Può verificarsi dopo sforzi fisici prolungati, ma
anche a riposo; anche le emozioni violente possono scatenare un
accesso. In queste situazioni il muscolo cardiaco richiede più ossigeno,
che non arriva in quantità sufficiente. In questi casi, definiti di
‘angina stabile’, si ha una manifestazione di attacco ischemico di
angina se il lume di una delle tre ar terie coronariche principali è
occluso per circa il 75%.
Angina instabile. Si tratta di una seconda forma d’angina; pur
essendo meno grave dell’infar to è caratterizzata dall’imprevedibilità e instabilità del quadro clinico: da qui il termine ”instabile”.
In assenza di terapie adeguate può por tare all’insorgenza dell’infar to. Si deve tenere conto della frequenza delle crisi dolorose,
dell’insorgenza del dolore sia per sforzi lievi sia a riposo. In questi
casi va tempestivamente consultato un cardiologo. Assieme
all’infar to è una delle principali manifestazioni della sindrome
coronarica acuta, una delle maggiori cause di mor talità nei Paesi
occidentali.
L’infarto del miocardio: il dolore è della stessa natura dell’angina ma dura più di 15 minuti (un’ora e anche più), non si
aggrava facendo movimento, non si allevia stando a riposo, né
assumendo trinitrato di glicerina - una sostanza a rapida azione
vasodilatatoria. Nei casi più gravi l’infar to può complicarsi fino al
collasso cardiocircolatorio e alla mor te.
Fonte: Intermedia
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