PEDAGOGIA GENERALE – MODULO A Pedagogia Generale Derivata dal Fine Dell’Educazione • Pedagogia generale derivata dal fine dell’educazione • Generale: Rivolta a tutti. Implica anche l’esistenza di una pedagogia “speciale” Senso di conseguenza Fine, scopo ultimo, inteso come fondamento, inoltre è da notare la chiara distinzione tra pedagogia ed educazione annunciata immediatamente. Il testo viene scritto da Herbart nel 1806, contesto di grande rivoluzione pedagogica, (affrontano questo tema grandi filosofi come Locke e Rousseau) filosofica (Kant) e storica (rivoluzione francese). Herbart, nella sua vasta filosofia si oppone fortemente alla corrente idealista, in particolare Kant. Nel 1794 si iscrive all’università di Iena, una delle principali dell’epoca ed è allievo di Fichte, col quale collabora alla “dottrina della scienza”, dove viene affrontato il tema del fondamento del sapere. “come conosciamo?” L’io di Herbart non è stabile ed eterno, ma muta, diviene nel tempo. (da qui l’importanza della formazione) per Herbart la conoscenza è l’esposizione dell’io; il fondamento dell’io pone il non-io Herbart intende la pedagogia come disciplina che si occupa di definire le norme, i principi, che occorre seguire per procedere nella formazione degli individui, così da ottenere risultati apprezzabili. Il destinatario di questo testo sono gli educatori. Herbat riconosce l’importanza dell’educazione dei genitori, ma punta alla formazione di educatori professionisti. La finalità enunciata già nel titolo sta a sottolineare la riflessione pratica, quindi etica, posta alla base della costruzione per l’intera pedagogia. L’opera non presenta una prefazione, ma poco prima dell’uscita l’autore scrive una auto recensione che pone all’inizio dello scritto, dicendo che avrebbe potuto farne le veci. Qui afferma subito la necessità di trasformare l’arte dell’educare in scienza (come dice anche Kant). Pedagogia come scienza significa avere enunciati, leggi, che devono essere rispettate sempre, universali. Per fare questo, Herbart pone alla base della pedagogia la filosofia, stando ben attento a sottolineare che la filosofia è però molto vasta e diversa (idealismo, empirismo ecc), quindi accostata alla filosofia riconosce l’importanza fondamentale della psicologia, dove ammette che egli, essendo ancora la psicologia un campo nuovo e inesplorato, non sa ancora in che modo e in quale misura va applicata. Nonostante questa ammissione si evince che in realtà Herbart ha già in mente una primordiale idea di psicologia applicata alla pedagogia, che approfondirà con vari scritti qualche anno dopo. La pedagogia scientifica viene fatta derivare da Herbart da un particolare ramo della filosofia, ovvero la metafisica. Ontologia Si potrebbe infatti fare un semplice schema dove si pone come punto A la metafisica e una linea non retta che porta al punto B, ovvero l’etica: A B Metafisica Conoscere l’essere specifico che si deve educare Metodologia Etica dell’educazione (linea non retta per intendere che il percorso educativo non è mai uguale) La pedagogia quindi si può dividere in due parti: Etica: Intento dell’educatore Per Herbart il ruolo dell’educatore è fondamentale, è inteso come uomo pensante e riflessivo, ma anche pratico, ovvero che sappia utilizzare il proprio sapere. Deve avere inoltre il “tatto pedagogico”, cioè la sensibilità e La capacità di giudizio. psicologica: variabilità del soggetto e quindi del metodo o possibilità Herbart sottolinea di nuovo la differenza tra l’arte dell’educazione (pratica educativa) e la pedagogia vera e propria (scienza dell’educazione), quella cioè che segue le norme e le regole Nell’auto recensione Herbart si chiede in quanto autore quale modello avrebbe dovuto seguire per la stesura di questo libro, che ha l’audacia di stabilire una pedagogia generale di riferimento. Propone tre modelli: 1: Rousseau nell’Emilio 2: Scomposizione 3: Deduzione da principi filosofici 1: Nell’Emilio, Rousseau lascia svolgere l’educazione sotto gli occhi dei lettori e spiega solo successivamente cosa fare. È necessaria una regressione per delucidare il pensiero Ragazzo di cui Rousseau filosofico di Rousseau: Egli crea la concezione di “contrattualismo”, Segue la formazione, ovvero ritiene che l’uomo abbia stipulato in uno stato di incoscienza dalla nascita al matrimonio un “contratto sociale”, per avvantaggiarsi l’uno con l’altro. Questa necessità nasce per la natura malvagia della società, che corrompe l’uomo che nasce invece buono per natura. Rousseau descrive lo sviluppo di Emilio allevato nel suo sviluppo naturale. Questa è una educazione negativa, ovvero quell’educazione dove l’educatore interviene il meno possibile, limitando le azioni del ragazzo e preservandolo da esperienze nocive alla propria moralità. (per questo Rousseau non introduce Emilio nella società, considerandolo corruttrice di moralità) Herbart esclude questo primo metodo anzitutto perché considera lo sviluppo dello spirito subordinato a quello del corpo. Mentre il primo non è spontaneo, non ha legami temporali e sistematici, come invece quelli del corpo, prevedibili e suddivisibili per fasi. Le capacità, le abilità, lo spirito dunque dell’individuo si sviluppano senza fasi e in modo continuativo. Inoltre reputa troppo dispendioso di tempo e sacrificio tale metodo. Rousseau infatti dedica la sua vita intera al solo Emilio, seguendolo in tutte le fasi della crescita. Ma se così fosse servirebbe un educatore per ciascun nascituro, il che è impossibile. Per Herbart l’educazione non deve essere frustrante né per l’uno, né per l’altro. 2: Scomporre il lavoro nelle sue parti più costitutive, sottolineando ciò di cui si deve tener cura contemporaneamente e con continuità. Educazione Fisica Trattare quindi separatamente ogni parte della pedagogia. Educazione Estetica Educazione Intellettuale Educazione Morale Ecc. Herbart scarta anche questo secondo metodo, perché l’educazione è una e una soltanto, che va presa nella sua interezza, poiché ogni singola parte è strettamente connessa con l’altra. Non può quindi essere trattata in alcun modo separatamente, si favorirebbe altrimenti l’idea che tali parti facciano riferimento a determinate capacità dello spirito già distinte tra loro. 3: Dedurre l’intera educazione da principi filosofici, senza lasciarsi condizionare dal tempo e dalla successione degli eventi. Herbart afferma che lo scrittore che sceglierà questo terzo metodo stabilirà un pessimo rapporto con i suoi lettori, che si chiederanno immediatamente da quale sistema dovrebbe dedurre una teoria pedagogica. “la mia pedagogia non ha la superbia per passare da un capolavoro speculativo”, dice Herbart. Il filosofo/pedagogista spiega infatti la struttura adottata per la propria opera, che paragona ad un “giardino francese”, cioè suddivisa in due parti speculari. L’autore infatti utilizza una costruzione quasi geometrica per la divisione dei capitoli e le parti che li compongono. • INTRODUZIONE • Herbart pone come soggetto primario la concezione generale (che l’educatore ha della pedagogia), necessaria prima dell’inizio dell’educazione e che non deve essere determinata dalle esperienze personali, ma che deve rispettare principi e regole (si ribadisce il concetto di pedagogia come scienza). L’autore torna a parlare di Rousseau discostandosi nuovamente dalla pedagogia di quest’ultimo, ripetendo il concetto che tale educazione ha un prezzo troppo caro per l’educatore, in quanto sacrifica una grande porzione di vita per seguire costantemente l’allievo. Herbart stavolta affronta anche la pedagogia di Locke, che nel 1693 aveva scritto un’opera sull’educazione indirizzata però esclusivamente all’aristocrazia. “per formare un giovane gentiluomo, è necessario che l’educatore sia lui stesso educato e sappia mantenere l’allievo all’interno delle convenzioni necessarie all’età. (Rousseau invece tendeva ad evitare il contatto sociale) Inizialmente Herbart spreca parole di grande rispetto per Locke, dicendo che egli spiega in modo eccelso come doversi comportare in contesti mondani, senza addirittura poter aggiungere alcunché alle sue opere. Critica però il contesto aristocratico, dei padri che si illudono che per educare al meglio i propri figli bisogni istruirli alla mondanità, facendo passare per pazzi i filosofi, predicanti o poeti. Distrugge la teoria di Locke dicendo che non è il mondo a dover dettare la legge sull’individuo, bensì il contrario: il soggetto dovrà esprimere la propria individualità e dovrà lasciar spazio al proprio gusto. L’allievo deve fare esperienze giuste per la sua età, senza essere limitato. Questo però dovrà essere concordato con la giusta educazione. Impegnare totalmente l’interesse (sempre in senso pedagogico e istruttivo) sviluppando il pensiero e lo spirito nelle ere dell’educazione, così da rendere quello (l’oggetto dell’interesse) il vero svago, facendo apparire tutti gli altri giochi “meschini”, perdendo valore. Dimensioni educative Libri Cose sensibili Il compito dell’educazione non può essere deciso semplicemente dall’esperienza personale, per quanto tutti si sentono in diritto di poter parlare e tutti si sentono in grado di essere educatori. Herbart critica i pedagogisti suoi contemporanei in quanto insoddisfatto dei risultati riscontrabili negli uomini. L’esperienza da sola non basta, poiché altrimenti non ci sarebbe critica, invece necessaria e riferente sempre a principi generali che facciano da esame al proprio operato. Per rendere l’idea che ha in mente, paragona la pedagogia alla medicina, dove si tramanda l’esperienza di tutti i medici, di tutta la storia medica secondo precisi principi. Quindi il giudizio ed i riscontri costruiti in anni ed anni di esperienza, ma non individuale, bensì collettiva. Esperienza dell’umanità A questo punto Herbart non può non criticare fortemente Schelling, che nel suo trattato sulla natura parla anche della medicina, affermando che si basa su “filosofemi”, ovvero ipotesi filosofiche senza passare per la medicina sperimentale. Per Herbart la pedagogia nasce dalla filosofia, ma auspica che si renda autonoma da essa. Pedagogia: derivata dall’etica Etica: viene chiarita dalla pedagogia La pedagogia deve contribuire a creare un suo metodo, senza che la filosofia determini tale campo. Connessione tra pedagogia e filosofia: Arrivare alla pedagogia da principi filosofici Risalire ai principi filosofici dalla pedagogia Herbart inizia a parlare dell’individuo come essere particolare. Uno schema semplice per ridurre la metafisica di Herbart in rapporto a questo concetto, potrebbe essere il seguente: Reale non contraddittorio Dato Particolare Gli errori educativi per Herbart nascono solamente per basi scientifiche errate o mancanza di basi scientifiche. Per accedere al particolare è necessaria la psicologia, che infatti è, per Herbart, la prima scienza dell’educazione. Essa è necessaria perché descrive a priori i meccanismi che si rivelano nell’uomo (come l’affettività, o l’emotività). “l’individuo può essere solo trovato e mai dedotto” Herbart ammette nuovamente di non possedere una psicologia di base definita, scientifica, ma parla dell’”intuito psicologico”, di cui tutti gli uomini sono dotati e che possono applicare. 3 concetti fondamentali per un buon educatore: 1) La pedagogia è la scienza di cui l’educatore ha bisogno per sé stesso Per essere un buon educatore, si devono conoscere i principi della pedagogia ed essere formato da essa. 2) Ma egli deve anche possedere una scienza da poter comunicare agli altri Un buon educatore deve avere anche delle conoscenze personali e specialistiche da poter comunicare agli altri oltre la pedagogia. (matematica, storia, letteratura ecc,) 3) Io confesso di non aver nessun concetto di educazione senza istruzione come pure, per lo meno in questo scritto, non riconosco nessuna istruzione che non educhi. Qui Herbart anticipa la grande connessione tra educare ed istruire. Per l’educatore è indifferente, nel procedimento educativo, l’attività lavorativa che il giovane sceglierà. Educare infatti significa aprire porte, suscitare interesse, così da dare più possibilità e maggior giudizio al giovane educato. La formazione del lavoro non è infatti uno scopo primario, anzi, Herbart considera sbagliato far affacciare al mondo del lavoro o porre d’innanzi una scelta un giovane prematuramente. C’è prima di questo un lungo percorso formativo che deve affermare il carattere del giovane che sia così facilitato nell’agire. da Pensieri a da a sentimenti principi e modi di agire Etici, che guidano le azioni non esiste una facoltà del sentimento senza il pensiero: Dall’esperienza a una sfera sentimentale. L’elaborazione dell’esperienza attraverso la formazione dei pensieri = Scopo dell’educatore. Formazione del “cerchio dei pensieri”: Frutto di calcolo nell’educazione, attività non dovute al caso. Herbart critica gli insegnanti/educatori della sua epoca, affermando che molti non sanno nulla; altri pur sapendo la materia didattica non conoscono i principi pedagogici per poter insegnare e costruire il bambino. Nonostante le loro mancanze, questi insegnanti si dedicano al proprio lavoro con molto zelo, quindi l’unica cosa che possono fare è quella di “appropriarsi” dei sentimenti del fanciullo con rimproveri, mortificazioni o lodi, impedendo così la formazione del carattere. Fermezza interiore che si forma con la volontà, da cui poi dipende la decisione Governo Dei Fanciulli Prevenzione: ordine e disciplina (non ancora una educazione formativa). Minaccia = Prima forma di ogni governo (1° espediente dell’educatore). Nature forti: Nature deboli: Ostinate o caparbie che nonostante la minaccia non cambiano il proprio carattere nature talmente deboli da non riuscire a considerare tale minaccia perché sopraffatte dai desideri (piaceri). Herbart vede questa tipologia comunque produttiva al fine dell’educazione, per l’autonomia Fa parte della “leggerezza infantile” che Herbart guarda con molta preoccupazione. Alla minaccia va accostata un’altra norma, la sorveglianza. fa parte del “prevenire”, non dell’educazione vera e propria. Sorvegliare continuamente un giovane è gravoso sia per il sorvegliante che per il sorvegliato. Disturba l’allievo dal fine propositivo dell’educazione, priva della libertà e inoltre nel momento in cui la sorveglianza viene interrotta il fanciullo è esposto a gravi minacce sentendosi libero. Infine la sorveglianza impedisce la presa di coscienza dell’individuo. Così come la sorveglianza continua ed esasperata è negativa, così anche l’assenza di sorveglianza risulta un eccesso che rende impossibile la sana educazione di un carattere forte. Carattere = Agire conforme alle proprie volontà. Dipendenti Autorità e amore = compensazione alla sorveglianza e alla minaccia. Autorevolezza, specie nella figura paterna affetto e sicurezza, specie nella figura materna in quell’epoca la divisione dei sessi era ben marcata, quindi la donna (che non lavorava) era vista come la prima educatrice. Educazione: Ruolo vero e proprio dell’educatore, in quanto è professionalmente preparato. (maggior competenze: maggior precisione dei genitori) Governo: Spetta ai genitori, che possiedono caratteristiche appropriate per natura. Herbart dice che i genitori si liberano di questo peso ben volentieri, demandando il compito all’educatore (sbaglio). Spetta quindi all’educatore anche tale ruolo. (ad esempio in una classe è necessario stabilire ordine e disciplina) Capitolo “Educazione Vera e Propria” (P.40) Qual è la legittimità dell’educazione? Quando si può affermare che un fanciullo è stato formato o deformato? Il fine è la giustificazione, l’obiettivo. Altrimenti il turbare un animo infantile sarebbe la peggiore delle arti. Il fine è quello di legittimarsi agli occhi del fanciullo divenuto adulto, che non dovrà avere nulla da rimproverare all’educatore. Queste speranza giustifica le lacrime che gli farà versare. “Un giorno mi ringrazierai” dice l’educatore al bambino che piange.. Herbart si pone il dubbio se, dunque, sarebbe meglio non educare affatto, visto il rischio che l’educatore fallisca peggiorando l’individuo. Noi amiamo l’educazione, i fanciulli, e con essi l’uomo. Multilateralità dell’interesse = Uno degli interessi dell’educazione Sviluppare interessi molteplici Non uno strumento di cui l’educazione deve avvalersi, ma lo è formare un uomo completo. Scopo stesso dell’apprendimento. Vitalità dell’intelletto questi “molti lati” devono essere sviluppati in modo equilibrato, quindi uno sviluppo armonico di tutte le energie. Molti lati = conciliati sulla persona che deve manifestare un carattere forte e rivolto alla moralità. In contrapposizione con unilateralità (competenze prettamente specifiche come nel mondo del lavoro) e con la volubilità. Uomo multilaterale: Uomo che possiede una cultura generale. Obiettivi dell’educazione Obiettivi necessari [(correttezza del carattere e della moralità) Ogni uomo deve essere formato con un carattere sano e forte seguendo i principi etici. Senza questo l’educazione è priva di significato] Quel fine che non può essere trascurato, l’obbligatorietà . Oggetto specifico dell’educatore che mai può ignorare. Obiettivi possibili Né il giovane, né l’insegnante possono predeterminare gli interessi o le inclinazioni del fanciullo, costituite dalle scelti particolari come l’indirizzo lavorativo. Per questo è importante possedere una multilateralità dell’interesse, ovvero una cultura generale, ampia. Molte sorgenti per la vita dello spirito. Educazione (Sentimento, volontà la volontà dell’uomo obbedisce a principi etici) Percorso in base al quale l’educatore mette in atto le strategie che devono promuovere quelle qualità che egli auspica che il ragazzo debba fare propri. Istruzione (ragione, intelligenza) Processo per cui due individui interagiscono con un 3°elemento le competenze e i contenuti disciplinari. L’istruzione presuppone contenuti disciplinari (matematica, storia ecc.) che devono essere appresi, ma come? Non basta padroneggiare una disciplina, bisogna saperla trasmettere. Herbart sviluppa una “psicologia dell’apprendimento”: 1° fase: Per conoscere qualcosa bisogna anzitutto immergersi nell’oggetto che si ha di fronte. = approfondimento. 2° fase: Sollevarsi dell’immersione nell’oggetto, riassumerlo e contemplarlo, così da padroneggiare l’oggetto appreso = Riflessione. Gradi dell’apprendimento. 1° Grado ANALISI = Esposizione dell’oggetto = L’insegnante deve presentare l’oggetto su cui verte la lezione in tutti i suoi lati particolari. 2°Grado ASSOCIAZIONE = Es:Associazione del colore dell’oggetto con altri oggetti = Una volta scomposto l’oggetto, queste scomposizioni possono a loro volta costituire un oggetto, rendendo possibili delle associazioni 3°Grado Sistema = Assegnazione della associazione di un sistema = Es: assegnare all’insieme dei colori un determinato sistema, ad esempio l’arcobaleno, quindi un ordine sistematico. 4°Grado Metodo = Verifica = Capacità dell’allievo di sapersi muovere metodicamente all’interno del sistema. La verifica è necessaria dopo i 3 gradi di apprendimento. Es: soluzione di un problema, parte attiva dello studente davanti ad un quesito, come il saper creare il colore verde da altri colori (giallo + blu). L’articolazione dei 4 gradi tocca una sfera psicologica da dove infatti vengono derivati. Nei primi 3 gradi l’allievo è inattivo o passivo (solo esteriormente, poiché l’intelletto è attivo, ma l’oggetto è più focale rispetto al soggetto). Concetto dell’interesse L’energia per l’apprendimento di ogni uomo è limitata. Quindi è necessario selezionare alcune tematiche che andranno approfondite. Quando un individuo però si accanisce unilateralmente su un solo argomento perde l’interesse per gli altri argomenti, laddove invece dovrebbe volgere a più interessi, altrimenti si distorcerebbe la propria personalità. Interesse: manifestazione dell’attività interiore. Herbart si concentra sull’attività (che implica impegno azione e che suscita l’appetito) solo in quanto osservazione come essenza costitutiva e non in vista dei risultati. Interesse e appetito (P.64) Interesse (1) + Giudizio Estetico (2) + Appetito (3) + Volere (4) ≠ Indifferenza Non disponde dell’oggetto,ma ne dipende desiderio desiderio messo in atto = realizzabilità Gradi dell’interesse e dell’appetito 1°GradoNotare = approfondire un particolare [interesse] 2°GradoAspettare = ci si aspetta che l’oggetto dell’interesse rispetti determinate caratteristiche. L’aspettativa si manifesta nel presente, l’oggetto che ha provocato interesse lo ha fatto subito, l’attesa invece è una proiezione del futuro [giudizio estetico] 3°GradoEsigere = Dopo l’attesa, esaurita la pazienza intrinseca nell’aspettare, entra in gioco il desiderare, l’esigere, ovvero la brama di un qualcosa dirompente, ma senza gli organi per la realizzazione di ciò che è bramato ben disposti [Appetito] 4°GradoAgire = Dopo la brama dell’oggetto, una volta che gli organi si pongono al servizio del soggetto, si entra nella sfera dell’agire, ovvero adoperarsi per compiere il desiderio. (l’azione è una prerogativa di un carattere forte, l’agire è inadeguato al fanciullo, poiché il carattere non è ancora formato, ma c’è un tipo di agire idoneo ai fanciulli, ovvero quello dei tentativi, fondamentale per apprendere ed imparare) [Metodo] 1/2 = APPROFONDIMENTO Chiarezza + associazione 3/4 = RIFLESSIONE Sistema + Metodo Tranquillo Interesse + Giudizio estetico Progressivo Appetito + Volontà Presente Futuro Notare + Aspettare INTERESSE Esigere + Agire APPETITO OGGETTI DELL’INTERESSE MULTILATERALE (p.66) (si occupa di stati d’animo e non di oggetti. Bisogna promuovere la volontà e l’interesse del soggetto) Conoscenza: Si occupa di oggetti. Riproduce un’immagine mentale di un oggetto. Oggetto = immobile percezione in sé della cosa. Oggetti della conoscenza = Natura e umanità Mondo che viene conosciuto. Oggetti conosciuti = inesauribili il sapere è sempre all’inizio. Conoscenza del molteplice = offerta dall’esperienza (empirica), rapporti (estetici). Conformità del molteplice alle leggi. Ricondurre la molteplicità delle esperienze ad una sola legge = procede di pari passo con le esperienze. “giudizio conoscitivo = L’oro è giallo” oggetto oggetto conoscitivo Dato dall’esperienza “questo quadro è bello” oggetto sensazione personale soggettiva quindi non più un concetto conoscitivo ma emozionale Partecipazione: Si occupa di sentimenti. Partecipare ai sentimenti altrui. Sentimento = in movimento mai statico, l’animo accompagna il suo corso condividendo i sentimenti Sentimenti = moti dell’animo umano Egoismo Opposto alla partecipazione = incuranza dei sentimenti altrui. I sentimenti devono sempre essere moderati e ricondotti alla ragione. Partecipazione dell’umanità = fa che l’individuo prenda parte a sentimenti provati da altre persone. Partecipazione alla società = simpatia o compassione per interi popoli (come ad esempio solidarietà dopo un cataclisma o una guerra) Partecipazione religiosa = partecipazione con l’essere Supremo. Educazione di tipo sentimentale e non confessionale. Insegnamento non dogmatico (no catechismo), ma partecipazione del destino umano nei confronti di questa dimensione. L’infante deve rapportarsi in principio e in tal senso con i genitori, specie nei primi anni di vita, dove li vede onnipotenti e onniscienti (qualità che poi si attribuiscono a Dio). Premessa per la 1° istruzione religiosa = nucleo familiare. L’Istruzione (p.69) “Promuovere tramite l’occhio dei sensi, l’occhio dello spirito” Questo capitolo si apre con una forte critica verso Rousseau, il quale vedeva la natura come un Eden al quale tener ancorato il bambino il più possibile uomo a riparo dalla società che lo corrompe. Per Herbart è necessario avere un equilibrio tra interesse umanistico e naturalistico combinare natura e cultura (intesa come esperienza dell’umanità) Esperienza + contatto umano = necessarie per l’istruzione. essere noiosa è il più grave degli errori Non ci da che un frammento del tutto unilaterale e limitato a ciò che circonda il bambino. è compito dell’istruzione ampliare. Gradi dell’istruzione: [Legame dove ogni dimensione si collega a quella successiva] PRIMA: Punto di partenza DOPO: Come proseguire e articolare ULTIMO: Come concludere Herbart predilige come libro didattico l’Odissea, che considera un grande capolavoro occidentale, perché le vicende di Odisseo coinvolgono e fanno partecipare il lettore con le proprie avventure e disavventure. Herbart divide l’istruzioni in 3 tipi: Descrittiva, analitica e sintetica. Descrittiva: Si inserisce nell’ambito in cui il fanciullo si muove: l’insegnante deve descrivere al fine di rendere sensibile tutto ciò che circonda il giovane (chiarezza) Analitica: Generale = ciò che ci circonda; parti costitutive = Scomposizione de generale; Note = Analisi delle parti costitutive Sintetica: Conduce a termine l’intero edificio di istruzione sottoforma di pensiero (Sintesi) Materia dell’istruzione Scienze = Contenuti disciplinari Disarmonia nell’istruzione ≠ obiettivo dell’educazione Come appare la materia? Cose + forme + segni Cose: Oggetti che fanno parte della nostra esperienza. Sono le complessioni date da quelle note e che consideriamo come singole, distinguibili. Forme: Sono ciò che io estraggo dalla cosa, ma non deve essere confusa dalla cosa stessa. Non sono né Platoniche (belle, giuste, ecc), né come quelle Kantiane (l’essenza in sé); ma in senso puramente geometrico, come riconoscimento degli oggetti, percezione della differenza, delle qualità caratteristiche delle cose. Non è importante la geometria, ma imparare a vedere e distinguere la natura. Segni: Il mondo in cui non possiamo avere esperienze (come gli argomenti storici), le conoscenze che arrivano tramite un mezzo: i segni (della lingua o della matematica). I segni sono un mezzo importante, ma anche un peso per l’istruzione, che rischia di essere pedante e troppo sicura dei libri (surrogati della vita stessa, con poca esperienza diretta e con poco contatto con la natura). Inoltre le lingue sono tante e dispersive, quindi quale lingua insegnare? Quale prediligere? (Herbart da molta importanza al greco e al latino, perché mettono in diretto contatto col mondo classico, che è la base della cultura contemporanea).