Pedagogia Generale Derivata dal Fine Dell

PEDAGOGIA GENERALE – MODULO A
Pedagogia Generale Derivata dal Fine Dell’Educazione
• Pedagogia generale derivata dal fine dell’educazione •
Generale: Rivolta
a tutti. Implica anche
l’esistenza di una
pedagogia “speciale”
Senso di
conseguenza
Fine, scopo ultimo, inteso come fondamento,
inoltre è da notare la chiara distinzione tra
pedagogia ed educazione annunciata
immediatamente.
Il testo viene scritto da Herbart nel 1806, contesto di grande rivoluzione pedagogica, (affrontano questo
tema grandi filosofi come Locke e Rousseau) filosofica (Kant) e storica (rivoluzione francese).
Herbart, nella sua vasta filosofia si oppone fortemente alla corrente idealista, in particolare Kant. Nel 1794
si iscrive all’università di Iena, una delle principali dell’epoca ed è allievo di Fichte, col quale collabora alla
“dottrina della scienza”, dove viene affrontato il tema del fondamento del sapere. “come conosciamo?”
L’io di Herbart non è stabile ed eterno, ma muta,
diviene nel tempo. (da qui l’importanza della formazione)
per Herbart la conoscenza è
l’esposizione dell’io; il
fondamento dell’io pone il
non-io
Herbart intende la pedagogia come disciplina che si occupa di definire le norme, i principi, che occorre
seguire per procedere nella formazione degli individui, così da ottenere risultati apprezzabili. Il destinatario
di questo testo sono gli educatori. Herbat riconosce l’importanza dell’educazione dei genitori, ma punta alla
formazione di educatori professionisti.
La finalità enunciata già nel titolo sta a sottolineare la riflessione pratica, quindi etica, posta alla base della
costruzione per l’intera pedagogia.
L’opera non presenta una prefazione, ma poco prima dell’uscita l’autore scrive una auto recensione che
pone all’inizio dello scritto, dicendo che avrebbe potuto farne le veci.
Qui afferma subito la necessità di trasformare l’arte dell’educare in scienza (come dice anche Kant).
Pedagogia come scienza significa avere enunciati, leggi, che devono essere rispettate sempre, universali.
Per fare questo, Herbart pone alla base della pedagogia la filosofia, stando ben attento a sottolineare che la
filosofia è però molto vasta e diversa (idealismo, empirismo ecc), quindi accostata alla filosofia riconosce
l’importanza fondamentale della psicologia, dove ammette che egli, essendo ancora la psicologia un campo
nuovo e inesplorato, non sa ancora in che modo e in quale misura va applicata. Nonostante questa
ammissione si evince che in realtà Herbart ha già in mente una primordiale idea di psicologia applicata alla
pedagogia, che approfondirà con vari scritti qualche anno dopo.
La pedagogia scientifica viene fatta derivare da Herbart da un particolare ramo della filosofia, ovvero la
metafisica.
Ontologia
Si potrebbe infatti fare un semplice schema dove si pone come punto A la metafisica e una linea non retta
che porta al punto B, ovvero l’etica:
A
B
Metafisica
Conoscere l’essere
specifico che si
deve educare
Metodologia
Etica
dell’educazione
(linea non retta per
intendere che il
percorso educativo non è mai uguale)
La pedagogia quindi si può dividere in due parti:
Etica: Intento dell’educatore
Per Herbart il ruolo dell’educatore è fondamentale,
è inteso come uomo pensante e riflessivo, ma
anche pratico, ovvero che sappia utilizzare
il proprio sapere. Deve avere inoltre il
“tatto pedagogico”, cioè la sensibilità e
La capacità di giudizio.
psicologica: variabilità del soggetto e quindi
del metodo o possibilità
Herbart sottolinea di nuovo la differenza tra l’arte
dell’educazione (pratica educativa) e la pedagogia
vera e propria (scienza dell’educazione), quella cioè
che segue le norme e le regole
Nell’auto recensione Herbart si chiede in quanto autore quale modello avrebbe dovuto seguire per la
stesura di questo libro, che ha l’audacia di stabilire una pedagogia generale di riferimento.
Propone tre modelli:
1: Rousseau nell’Emilio
2: Scomposizione
3: Deduzione da principi filosofici
1: Nell’Emilio, Rousseau lascia svolgere l’educazione sotto gli occhi dei lettori e spiega solo successivamente
cosa fare. È necessaria una regressione per delucidare il pensiero
Ragazzo di cui Rousseau
filosofico di Rousseau: Egli crea la concezione di “contrattualismo”,
Segue la formazione,
ovvero ritiene che l’uomo abbia stipulato in uno stato di incoscienza
dalla nascita al matrimonio
un “contratto sociale”, per avvantaggiarsi l’uno con l’altro. Questa
necessità nasce per la natura malvagia della società, che corrompe
l’uomo che nasce invece buono per natura.
Rousseau descrive lo sviluppo di Emilio allevato nel suo sviluppo naturale. Questa è una educazione
negativa, ovvero quell’educazione dove l’educatore interviene il meno possibile, limitando le azioni del
ragazzo e preservandolo da esperienze nocive alla propria moralità. (per questo Rousseau non introduce
Emilio nella società, considerandolo corruttrice di moralità)
Herbart esclude questo primo metodo anzitutto perché considera lo sviluppo dello spirito subordinato a
quello del corpo. Mentre il primo non è spontaneo, non ha legami temporali e sistematici, come invece
quelli del corpo, prevedibili e suddivisibili per fasi. Le capacità, le abilità, lo spirito dunque dell’individuo si
sviluppano senza fasi e in modo continuativo.
Inoltre reputa troppo dispendioso di tempo e sacrificio tale metodo. Rousseau infatti dedica la sua vita
intera al solo Emilio, seguendolo in tutte le fasi della crescita. Ma se così fosse servirebbe un educatore per
ciascun nascituro, il che è impossibile.
Per Herbart l’educazione non deve essere frustrante né per l’uno, né per l’altro.
2: Scomporre il lavoro nelle sue parti più costitutive, sottolineando ciò di cui si deve tener cura
contemporaneamente e con continuità.
Educazione Fisica
Trattare quindi separatamente ogni parte della pedagogia.
Educazione Estetica
Educazione Intellettuale
Educazione Morale
Ecc.
Herbart scarta anche questo secondo metodo, perché l’educazione è una e una soltanto, che va presa nella
sua interezza, poiché ogni singola parte è strettamente connessa con l’altra. Non può quindi essere trattata
in alcun modo separatamente, si favorirebbe altrimenti l’idea che tali parti facciano riferimento a
determinate capacità dello spirito già distinte tra loro.
3: Dedurre l’intera educazione da principi filosofici, senza lasciarsi condizionare dal tempo e dalla
successione degli eventi.
Herbart afferma che lo scrittore che sceglierà questo terzo metodo stabilirà un pessimo rapporto con i suoi
lettori, che si chiederanno immediatamente da quale sistema dovrebbe dedurre una teoria pedagogica.
“la mia pedagogia non ha la superbia per passare da un capolavoro speculativo”, dice Herbart.
Il filosofo/pedagogista spiega infatti la struttura adottata per la propria opera, che paragona ad un
“giardino francese”, cioè suddivisa in due parti speculari. L’autore infatti utilizza una costruzione quasi
geometrica per la divisione dei capitoli e le parti che li compongono.
• INTRODUZIONE •
Herbart pone come soggetto primario la concezione generale (che l’educatore ha della pedagogia),
necessaria prima dell’inizio dell’educazione e che non deve essere determinata dalle esperienze personali,
ma che deve rispettare principi e regole (si ribadisce il concetto di pedagogia come scienza).
L’autore torna a parlare di Rousseau discostandosi nuovamente dalla pedagogia di quest’ultimo, ripetendo
il concetto che tale educazione ha un prezzo troppo caro per l’educatore, in quanto sacrifica una grande
porzione di vita per seguire costantemente l’allievo.
Herbart stavolta affronta anche la pedagogia di Locke, che nel 1693 aveva scritto un’opera sull’educazione
indirizzata però esclusivamente all’aristocrazia.
“per formare un giovane gentiluomo, è necessario
che l’educatore sia lui stesso educato e sappia
mantenere l’allievo all’interno delle convenzioni
necessarie all’età.
(Rousseau invece
tendeva ad evitare il
contatto sociale)
Inizialmente Herbart spreca parole di grande rispetto per Locke, dicendo che egli spiega in modo eccelso
come doversi comportare in contesti mondani, senza addirittura poter aggiungere alcunché alle sue opere.
Critica però il contesto aristocratico, dei padri che si illudono che per educare al meglio i propri figli bisogni
istruirli alla mondanità, facendo passare per pazzi i filosofi, predicanti o poeti.
Distrugge la teoria di Locke dicendo che non è il mondo a dover dettare la legge sull’individuo, bensì il
contrario: il soggetto dovrà esprimere la propria individualità e dovrà lasciar spazio al proprio gusto.
L’allievo deve fare esperienze giuste per la sua età, senza essere limitato. Questo però dovrà essere
concordato con la giusta educazione.
Impegnare totalmente l’interesse (sempre in senso pedagogico e istruttivo) sviluppando il pensiero e lo
spirito nelle ere dell’educazione, così da rendere quello (l’oggetto dell’interesse) il vero svago, facendo
apparire tutti gli altri giochi “meschini”, perdendo valore.
Dimensioni educative
Libri
Cose sensibili
Il compito dell’educazione non può essere deciso semplicemente dall’esperienza personale, per quanto
tutti si sentono in diritto di poter parlare e tutti si sentono in grado di essere educatori.
Herbart critica i pedagogisti suoi contemporanei in quanto insoddisfatto dei risultati riscontrabili negli
uomini.
L’esperienza da sola non basta, poiché altrimenti non ci sarebbe critica, invece necessaria e riferente
sempre a principi generali che facciano da esame al proprio operato.
Per rendere l’idea che ha in mente, paragona la pedagogia alla medicina, dove si tramanda l’esperienza di
tutti i medici, di tutta la storia medica secondo precisi principi. Quindi il giudizio ed i riscontri costruiti in
anni ed anni di esperienza, ma non individuale, bensì collettiva.
Esperienza dell’umanità
A questo punto Herbart non può non criticare fortemente Schelling, che nel suo trattato sulla natura parla
anche della medicina, affermando che si basa su “filosofemi”, ovvero ipotesi filosofiche senza passare per la
medicina sperimentale.
Per Herbart la pedagogia nasce dalla filosofia, ma auspica che si renda autonoma da essa.
Pedagogia:
derivata dall’etica
Etica:
viene chiarita dalla pedagogia
La pedagogia deve contribuire a creare un suo metodo, senza che la filosofia determini tale campo.
Connessione tra pedagogia e filosofia:
Arrivare alla pedagogia da principi filosofici
Risalire ai principi filosofici dalla pedagogia
Herbart inizia a parlare dell’individuo come essere particolare. Uno schema semplice per ridurre la
metafisica di Herbart in rapporto a questo concetto, potrebbe essere il seguente:
Reale non contraddittorio
Dato
Particolare
Gli errori educativi per Herbart nascono solamente per basi scientifiche errate o mancanza di basi
scientifiche. Per accedere al particolare è necessaria la psicologia, che infatti è, per Herbart, la prima
scienza dell’educazione. Essa è necessaria perché descrive a priori i meccanismi che si rivelano nell’uomo
(come l’affettività, o l’emotività).
“l’individuo può essere solo trovato e mai dedotto”
Herbart ammette nuovamente di non possedere una psicologia di base definita, scientifica, ma parla
dell’”intuito psicologico”, di cui tutti gli uomini sono dotati e che possono applicare.
3 concetti fondamentali per un buon educatore:
1) La pedagogia è la scienza di cui l’educatore ha bisogno per sé stesso
Per essere un buon educatore, si devono conoscere i principi della pedagogia ed essere formato da
essa.
2) Ma egli deve anche possedere una scienza da poter comunicare agli altri
Un buon educatore deve avere anche delle conoscenze personali e specialistiche da poter
comunicare agli altri oltre la pedagogia. (matematica, storia, letteratura ecc,)
3) Io confesso di non aver nessun concetto di educazione senza istruzione come pure, per lo meno
in questo scritto, non riconosco nessuna istruzione che non educhi.
Qui Herbart anticipa la grande connessione tra educare ed istruire.
Per l’educatore è indifferente, nel procedimento educativo, l’attività lavorativa che il giovane sceglierà.
Educare infatti significa aprire porte, suscitare interesse, così da dare più possibilità e maggior giudizio al
giovane educato. La formazione del lavoro non è infatti uno scopo primario, anzi, Herbart considera
sbagliato far affacciare al mondo del lavoro o porre d’innanzi una scelta un giovane prematuramente.
C’è prima di questo un lungo percorso formativo che deve affermare il carattere del giovane che sia così
facilitato nell’agire.
da
Pensieri
a
da
a
sentimenti
principi e modi di agire
Etici, che guidano le azioni
non esiste una facoltà del sentimento
senza il pensiero:
Dall’esperienza a una sfera sentimentale.
L’elaborazione dell’esperienza attraverso la formazione dei pensieri = Scopo dell’educatore.
Formazione del “cerchio dei pensieri”:
Frutto di calcolo nell’educazione, attività non dovute al caso.
Herbart critica gli insegnanti/educatori della sua epoca, affermando che molti non sanno nulla; altri pur
sapendo la materia didattica non conoscono i principi pedagogici per poter insegnare e costruire il
bambino. Nonostante le loro mancanze, questi insegnanti si dedicano al proprio lavoro con molto zelo,
quindi l’unica cosa che possono fare è quella di “appropriarsi” dei sentimenti del fanciullo con rimproveri,
mortificazioni o lodi, impedendo così la formazione del carattere.
Fermezza interiore che si forma con la volontà, da cui poi dipende la decisione
Governo Dei Fanciulli
Prevenzione: ordine e disciplina (non ancora una educazione formativa).
Minaccia = Prima forma di ogni governo (1° espediente dell’educatore).
Nature forti:
Nature deboli:
Ostinate o caparbie che
nonostante la minaccia
non cambiano il proprio carattere
nature talmente deboli da non riuscire a considerare
tale minaccia perché sopraffatte dai desideri (piaceri).
Herbart vede questa tipologia comunque
produttiva al fine dell’educazione, per
l’autonomia
Fa parte della “leggerezza infantile” che
Herbart guarda con molta preoccupazione.
Alla minaccia va accostata un’altra norma, la sorveglianza.  fa parte del “prevenire”, non dell’educazione
vera e propria.
Sorvegliare continuamente un giovane è gravoso sia
per il sorvegliante che per il sorvegliato.
Disturba l’allievo dal fine propositivo dell’educazione, priva della libertà e inoltre nel momento in cui la
sorveglianza viene interrotta il fanciullo è esposto a gravi minacce sentendosi libero. Infine la sorveglianza
impedisce la presa di coscienza dell’individuo.
Così come la sorveglianza continua ed esasperata è negativa, così anche l’assenza di sorveglianza risulta un
eccesso che rende impossibile la sana educazione di un carattere forte.
Carattere = Agire conforme alle proprie volontà.
Dipendenti
Autorità e amore = compensazione alla sorveglianza e alla minaccia.
Autorevolezza, specie
nella figura paterna
affetto e sicurezza,
specie nella figura materna
in quell’epoca la divisione dei sessi era ben marcata, quindi la donna (che non
lavorava) era vista come la prima educatrice.
Educazione:
Ruolo vero e proprio dell’educatore, in quanto è professionalmente preparato.
(maggior competenze: maggior precisione dei genitori)
Governo: Spetta ai genitori, che possiedono caratteristiche appropriate per natura.  Herbart dice che i
genitori si liberano di questo peso ben volentieri, demandando il compito all’educatore (sbaglio). Spetta
quindi all’educatore anche tale ruolo. (ad esempio in una classe è necessario stabilire ordine e disciplina)
Capitolo “Educazione Vera e Propria” (P.40)
Qual è la legittimità dell’educazione? Quando si può affermare che un fanciullo è stato formato o
deformato? Il fine è la giustificazione, l’obiettivo. Altrimenti il turbare un animo infantile sarebbe la
peggiore delle arti. Il fine è quello di legittimarsi agli occhi del fanciullo divenuto adulto, che non dovrà
avere nulla da rimproverare all’educatore. Queste speranza giustifica le lacrime che gli farà versare.
“Un giorno mi ringrazierai” dice l’educatore al bambino che piange..
Herbart si pone il dubbio se, dunque, sarebbe meglio non educare affatto, visto il rischio che l’educatore
fallisca peggiorando l’individuo.
Noi amiamo l’educazione, i fanciulli, e con essi l’uomo.
Multilateralità dell’interesse = Uno degli interessi dell’educazione
Sviluppare interessi molteplici
Non uno strumento di cui l’educazione deve avvalersi, ma lo
è formare un uomo completo.
Scopo stesso dell’apprendimento.  Vitalità dell’intelletto
questi “molti lati” devono essere
sviluppati in modo equilibrato, quindi uno sviluppo armonico di tutte le energie.
Molti lati = conciliati sulla persona che deve manifestare un carattere forte e rivolto alla moralità.
In contrapposizione con unilateralità (competenze prettamente specifiche come nel mondo del lavoro) e
con la volubilità.
Uomo multilaterale: Uomo che possiede una cultura generale.
Obiettivi dell’educazione
Obiettivi necessari
[(correttezza del carattere e della moralità)
Ogni uomo deve essere formato con un
carattere sano e forte seguendo i principi
etici. Senza questo l’educazione è priva di
significato]
Quel fine che non può essere trascurato,
l’obbligatorietà . Oggetto specifico dell’educatore
che mai può ignorare.
Obiettivi possibili
Né il giovane, né l’insegnante possono
predeterminare gli interessi o le inclinazioni
del fanciullo, costituite dalle scelti particolari
come l’indirizzo lavorativo. Per questo è
importante possedere una multilateralità
dell’interesse, ovvero una cultura generale,
ampia. Molte sorgenti per la vita dello spirito.
Educazione (Sentimento, volontà  la volontà dell’uomo obbedisce a principi etici)
Percorso in base al quale l’educatore mette in atto le strategie che devono promuovere quelle qualità che
egli auspica che il ragazzo debba fare propri.
Istruzione (ragione, intelligenza)
Processo per cui due individui interagiscono con un 3°elemento  le competenze e i contenuti disciplinari.
L’istruzione presuppone contenuti disciplinari (matematica, storia ecc.) che devono essere appresi, ma
come? Non basta padroneggiare una disciplina, bisogna saperla trasmettere.
Herbart sviluppa una “psicologia dell’apprendimento”:
1° fase: Per conoscere qualcosa bisogna anzitutto immergersi nell’oggetto che si ha di fronte. =
approfondimento.
2° fase: Sollevarsi dell’immersione nell’oggetto, riassumerlo e contemplarlo, così da padroneggiare
l’oggetto appreso = Riflessione.
Gradi dell’apprendimento.
1° Grado  ANALISI = Esposizione dell’oggetto = L’insegnante deve presentare l’oggetto su cui verte la
lezione in tutti i suoi lati particolari.
2°Grado  ASSOCIAZIONE = Es:Associazione del colore dell’oggetto con altri oggetti = Una volta
scomposto l’oggetto, queste scomposizioni possono a loro volta costituire un oggetto, rendendo possibili
delle associazioni
3°Grado  Sistema = Assegnazione della associazione di un sistema = Es: assegnare all’insieme dei colori
un determinato sistema, ad esempio l’arcobaleno, quindi un ordine sistematico.
4°Grado  Metodo = Verifica = Capacità dell’allievo di sapersi muovere metodicamente all’interno del
sistema. La verifica è necessaria dopo i 3 gradi di apprendimento. Es: soluzione di un problema, parte attiva
dello studente davanti ad un quesito, come il saper creare il colore verde da altri colori (giallo + blu).
L’articolazione dei 4 gradi tocca una sfera psicologica da dove infatti vengono derivati.
Nei primi 3 gradi l’allievo è inattivo o passivo (solo esteriormente, poiché l’intelletto è attivo, ma l’oggetto è
più focale rispetto al soggetto).
Concetto dell’interesse
L’energia per l’apprendimento di ogni uomo è limitata. Quindi è necessario selezionare alcune tematiche
che andranno approfondite. Quando un individuo però si accanisce unilateralmente su un solo argomento
perde l’interesse per gli altri argomenti, laddove invece dovrebbe volgere a più interessi, altrimenti si
distorcerebbe la propria personalità.
Interesse: manifestazione dell’attività interiore.
Herbart si concentra sull’attività (che implica impegno azione e che suscita l’appetito) solo in quanto
osservazione come essenza costitutiva e non in vista dei risultati.
Interesse e appetito (P.64)
Interesse (1) + Giudizio Estetico (2) + Appetito (3) + Volere (4) ≠ Indifferenza
Non disponde
dell’oggetto,ma
ne dipende
desiderio
desiderio messo in atto =
realizzabilità
Gradi dell’interesse e dell’appetito
1°GradoNotare = approfondire un particolare [interesse]
2°GradoAspettare = ci si aspetta che l’oggetto dell’interesse rispetti determinate caratteristiche.
L’aspettativa si manifesta nel presente, l’oggetto che ha provocato interesse lo ha fatto subito, l’attesa
invece è una proiezione del futuro [giudizio estetico]
3°GradoEsigere = Dopo l’attesa, esaurita la pazienza intrinseca nell’aspettare, entra in gioco il desiderare,
l’esigere, ovvero la brama di un qualcosa dirompente, ma senza gli organi per la realizzazione di ciò che è
bramato ben disposti [Appetito]
4°GradoAgire = Dopo la brama dell’oggetto, una volta che gli organi si pongono al servizio del soggetto, si
entra nella sfera dell’agire, ovvero adoperarsi per compiere il desiderio. (l’azione è una prerogativa di un
carattere forte, l’agire è inadeguato al fanciullo, poiché il carattere non è ancora formato, ma c’è un tipo di
agire idoneo ai fanciulli, ovvero quello dei tentativi, fondamentale per apprendere ed imparare) [Metodo]
1/2
=
APPROFONDIMENTO
Chiarezza + associazione
3/4 = RIFLESSIONE
Sistema + Metodo
Tranquillo
Interesse + Giudizio estetico
Progressivo
Appetito + Volontà
Presente
Futuro
Notare + Aspettare
INTERESSE
Esigere + Agire
APPETITO
OGGETTI DELL’INTERESSE MULTILATERALE (p.66)
(si occupa di stati d’animo e non di oggetti. Bisogna promuovere la volontà e l’interesse del soggetto)
Conoscenza:
Si occupa di oggetti. Riproduce un’immagine mentale di un oggetto.
Oggetto = immobile  percezione in sé della cosa.
Oggetti della conoscenza = Natura e umanità  Mondo che viene conosciuto.
Oggetti conosciuti = inesauribili  il sapere è sempre all’inizio.
Conoscenza del molteplice = offerta dall’esperienza (empirica), rapporti (estetici). Conformità del
molteplice alle leggi.
Ricondurre la molteplicità delle esperienze
ad una sola legge = procede di pari passo
con le esperienze.
“giudizio conoscitivo = L’oro è giallo”
oggetto
oggetto conoscitivo
Dato dall’esperienza
“questo quadro è bello”
oggetto
sensazione personale soggettiva quindi
non più un concetto conoscitivo ma
emozionale
Partecipazione:
Si occupa di sentimenti. Partecipare ai sentimenti altrui.
Sentimento = in movimento  mai statico, l’animo accompagna il suo corso condividendo i sentimenti
Sentimenti = moti dell’animo umano
Egoismo  Opposto alla partecipazione = incuranza dei sentimenti altrui.
I sentimenti devono sempre essere moderati e ricondotti alla ragione.
Partecipazione dell’umanità = fa che l’individuo prenda parte a sentimenti provati da altre persone.
Partecipazione alla società = simpatia o compassione per interi popoli (come ad esempio solidarietà dopo
un cataclisma o una guerra)
Partecipazione religiosa = partecipazione con l’essere Supremo. Educazione di tipo sentimentale e non
confessionale. Insegnamento non dogmatico (no catechismo), ma partecipazione del destino umano nei
confronti di questa dimensione.
L’infante deve rapportarsi in principio e in tal senso con i genitori, specie nei primi anni di vita, dove li vede
onnipotenti e onniscienti (qualità che poi si attribuiscono a Dio).
Premessa per la 1° istruzione religiosa = nucleo familiare.
L’Istruzione (p.69)
“Promuovere tramite l’occhio dei sensi, l’occhio dello spirito”
Questo capitolo si apre con una forte critica verso Rousseau, il quale vedeva la natura come un Eden al
quale tener ancorato il bambino il più possibile  uomo a riparo dalla società che lo corrompe.
Per Herbart è necessario avere un equilibrio tra interesse umanistico e naturalistico  combinare natura e
cultura (intesa come esperienza dell’umanità)
Esperienza + contatto umano = necessarie per l’istruzione.  essere noiosa è il più grave degli errori
Non ci da che
un frammento del tutto
unilaterale e limitato a ciò che
circonda il bambino.  è compito dell’istruzione ampliare.
Gradi dell’istruzione:
[Legame dove ogni dimensione si collega a quella successiva]
PRIMA:
Punto di partenza
DOPO:
Come proseguire e articolare
ULTIMO:
Come concludere
Herbart predilige come libro didattico l’Odissea, che considera un grande capolavoro occidentale, perché le
vicende di Odisseo coinvolgono e fanno partecipare il lettore con le proprie avventure e disavventure.
Herbart divide l’istruzioni in 3 tipi: Descrittiva, analitica e sintetica.
Descrittiva: Si inserisce nell’ambito in cui il fanciullo si muove: l’insegnante deve descrivere al fine di
rendere sensibile tutto ciò che circonda il giovane (chiarezza)
Analitica: Generale = ciò che ci circonda; parti costitutive = Scomposizione de generale; Note = Analisi delle
parti costitutive
Sintetica: Conduce a termine l’intero edificio di istruzione sottoforma di pensiero (Sintesi)
Materia dell’istruzione
Scienze = Contenuti disciplinari
Disarmonia nell’istruzione ≠ obiettivo dell’educazione
Come appare la materia?  Cose + forme + segni
Cose: Oggetti che fanno parte della nostra esperienza. Sono le complessioni date da quelle note e che
consideriamo come singole, distinguibili.
Forme: Sono ciò che io estraggo dalla cosa, ma non deve essere confusa dalla cosa stessa. Non sono né
Platoniche (belle, giuste, ecc), né come quelle Kantiane (l’essenza in sé); ma in senso puramente
geometrico, come riconoscimento degli oggetti, percezione della differenza, delle qualità caratteristiche
delle cose. Non è importante la geometria, ma imparare a vedere e distinguere la natura.
Segni: Il mondo in cui non possiamo avere esperienze (come gli argomenti storici), le conoscenze che
arrivano tramite un mezzo: i segni (della lingua o della matematica). I segni sono un mezzo importante, ma
anche un peso per l’istruzione, che rischia di essere pedante e troppo sicura dei libri (surrogati della vita
stessa, con poca esperienza diretta e con poco contatto con la natura). Inoltre le lingue sono tante e
dispersive, quindi quale lingua insegnare? Quale prediligere? (Herbart da molta importanza al greco e al
latino, perché mettono in diretto contatto col mondo classico, che è la base della cultura contemporanea).