6. FORZA DEVIANTE TERRESTRE. Una causa di spostamento della nave dalla rotta è la forza deviante terrestre o forza composta di Coriolis (detta anche di Ferrell). Tutti i mobili della Terra, venti, correnti, iceberg, navi, corpi balistici… si muovono in un sistema esso stesso in movimento, la Terra col suo moto rotatorio. Pertanto i mobili sono soggetti ad una forza apparente, non reale. Non si capirebbero i versi di rotazione del vento quando si avvicina al centro di una depressione: senso antiorario in latitudine. φ Nord, senso orario in φ Sud. Tale forza (studiata bene in Meteorologia) è ortogonale alla traiettoria istantanea del mobile: sulla sinistra nell’emisfero Sud, sulla destra nell’emisfero Nord, nulla all’equatore. La sua espressione è: Fd = M ⋅ (2Vρsenφ) (a) M massa del mobile (nave, nel nostro caso), V la sua velocità, ρ la velocità angolare terrestre (72,92 ⋅ 10 – 6 rad/s) φ la latitudine. La forza deviante Fd è massima ai poli. Alla forza Fd la nave oppone la resistenza traversale R: R = 0,5·KωAVt2 (b) K è il coefficiente di resistenza allo spostamento trasversale che avviene con velocità Vt; nel sistema MKS K ha il seguente valore numerico: K = 1,15; ω è la densità del mare; A è l’area della superficie laterale di carena (A = L⋅i, con L lunghezza ed i immersione). Sia α il coefficiente di finezza totale della nave, l la larghezza; M massa nave, è data da ωα(L⋅l⋅i). M2Vρsenϕ Dall’uguaglianza R = Fd si ricava Vt . Vt = (c) 0,5 KωA Dopo le sostituzioni delle espressioni e l’elisione dei termini comuni si ottiene: α ⋅ l ⋅ 2Vρsenϕ (d) 0,5 ⋅ 1,15 Eseguendo il rapporto Vt / V si ottiene il valore di tangente di δc (v. Fig. 11). Sostituendo il valore di ρ abbiamo l’espressione della deviazione di Coriolis δc : l ⋅ senϕ tang δc = 0,0159 ⋅ α ⋅ (e ) V Per le grandi navi, di T.S.L. > 60.000, si può assumere il valore medio α = 0,95 Per le navi medie, di T.S.L. comprese tra 60.000 e 10.000, si può assumere α = 0,80 l ⋅ senϕ l ⋅ senϕ tang δc = 0,0155 ⋅ (f) tang δc = 0,0142 ⋅ (g). V V Vt = l in metri; V in metri al secondo. L’angolo di deviazione δc aumenta con la larghezza l della nave, con il diminuire della velocità e con il crescere della latitudine φ. Seguono le formule algebriche di conversione (9.VII) e di correzione (10.VII): Pv = Rv - δc (9.VII) Rv = Pv + δc (10.VII) δc: + in φ Nord - in φ Sud. I Esempio: φ 45°N/S . Calcolare le Pv per seguire rotta 100°. La nave è grande (l = 58m) e procede con velocità 12 nodi (V = 6,17 m/s). I risultati sono: δc ± 2,3°. Pv = 97,7° in latitudine Nord Pv = 102,3° in latitudine Sud. II Esempio: φ 47°45', l = 20m, α = 0,70, V = 5,144m/s (10 nodi). Calcolare δc . Ris. 1,3°. III Esempio: una grande nave (l = 54 m) intende seguire Rv 300° con Veff 13 nodi in zona di φm 40°N - λ 170°E. C’è corrente e vento (ldr + 3°; lsc -1°). Calcolare la Pv. Risultati: δc + 2° Pv 296°. IV Esempio. Una nave media (l = 26m) in φ ∼60°S, procede con Pv 50° Vp 6 nodi in zona di vento e corrente contrastanti che non alterano gli elementi di moto. Determinare Rv. Risultati: δc = - 2,2° , Rv 47°,8 ; Veff 6,0044 nodi (6/cos δc) ∼ invariabile. La tabella dà δc per due navi di larghezza l 50 m (α 0,95) e 25 m (α 0,80, rigo sottostante). 172 CAP. VII 20 nodi 1°.1 13 nodi 1°.4 6 nodi 2°.1 0°.7 ----------1°.6 0°.9 ----------2°.0 1°.4 -------2°.9 1°.0 ----------1°.8 1°.3 ----------2°.3 1°.9 -------3°.3 1°.2 1°.5 2°.2 φ 20° -------φ 40° -------φ 60° Nota: nei calcoli le V vanno espresse in m/s. Fig. 11. Deviazione δc di Coriolis (φN). V Esempio. Calcolare il presumibile scarto dalla “rotta” dopo 12 ore di navigazione di una grande nave di 50 metri di larghezza che in latitudine intorno a 25° Sud procede con V 12,5 nodi e che trascura la δc Coriolis. Risultati: δc - 1°.6; (m = 150 miglia); scarto s = 4,2 miglia, circa, a sinistra. Notizie complementari. “Correva” l’anno 1959; la petroliera S.S. Veedol (65000 TSL) navigava dal Golfo Persico verso Delaware-Philadelphia, via Capo di Buona Speranza, con velocità economica 12,50 nodi (in un periodo di crisi del mercato dei noli). Nell’Atlantico i PN delle osservazioni stellari ai crepuscoli si susseguivano ogni 10-14 ore, ogni 11-13 ore… circa e tali PN risultavano tutti discosti dalla rotta, mediamente, di ∼ … 4; 3,5; 3; 2,5 … miglia sulla sinistra, via via che dal Capo la nave si avvicinava all’Equatore. Superata la Linea la tendenza s’invertì: … 2; 2,5; 3; 3,5; 4; 4,5 … miglia circa a dritta della rotta. Poiché ad ogni PN si correggeva la rotta per tenere conto della corrente e del vento, non si riuscì a dare un’interpretazione del singolare fenomeno. Nel 1966, in un convegno sulla Navigazione al Nautico “Cappellini” di Livorno conobbi l’egregio professore Mumolo al quale riferii quell’episodio di navigazione. La risposta fu: “non hai letto sulla rivista Navigation di qualche mese fa un articolo sulla “deriva” della supertanker Manhattan, un “mammut” che, grazie all’ausilio di rompighiacci aveva effettuato il primo transito tra banchisa e ghiacci del Canada e dell’Alaska, il fatidico passaggio a Nord-Ovest: deriva (Earth drift) di 3, 4 … gradi. I sistemi inerziali e quelli non inerziali. Nello studio della Fisica il I Principio della Dinamica, Principio d’Inerzia, dice: un corpo persevera nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme. Viene così commentato: se il corpo non è soggetto a forza la sua velocità vettoriale (modulo scalare e/o direzione) rimane costante. Tale principio vale solamente se il sistema di riferimento del corpo è fermo o dotato di moto rettilineo uniforme. Tale sistema X Y Z si chiama inerziale. La Terra, avendo il moto rotatorio intorno all’asse polare, è un sistema (x y z) non inerziale. Descrive un giro (360°, 2π) in 24 ore sideree; a cui corrispondono 900' in un’ora siderea e 902,5' in un’ora media, anche se per brevità diremo che la velocità angolare ρ è: 900'/h. Un osservatore al polo nord (e in generale in φ nord), osservando il moto apparente degli astri -orario- deduce che la Terra sta girando in senso antiorario; per l’osservatore al polo Sud la Terra gira in senso orario. La velocità periferica oraria di un punto della Terra è vφ = 900'⋅cosφ/h (sull’ellissoide 1' è ∼ 1 miglio); decresce con continuità dall’equatore ai poli: in φ 0° vφ = 900'; in φ 45° vφ 636'; in φ 90° vφ 0'. Diamo ora un cenno di spiegazione elementare al fenomeno della “forza” composta di Coriolis; ma lo studio esaustivo è nella Meccanica ed in Matematica superiore. Ci esprimiamo con un’astrattezza (pertanto chiediamo al lettore uno sforzo d’immaginazione): un primo osservatore, quello nel “sistema inerziale”, è lontano dalla Terra; un secondo osservatore è dalle parti del polo: Polo Nord (o Polo Sud), è nel sistema “non inerziale”. Per il polo transita un SCARROCCIO E DERIVA 173 corpo dotato di moto rettilineo uniforme; è diretto verso la Norvegia Settentrionale (o verso Capo Horn), proprio in direzione della stella Alnilam, ad esempio (Alnilam è stella “equatoriale”). L’osservatore “inerziale” constata, nel tempo, che la velocità vettoriale non cambia: la traiettoria del corpo è sempre parallela all’asse X del sistema ad esempio, verso Alnilam. Non pensa allo stesso modo il II osservatore, al polo. Egli, che mantiene lo sguardo verso la Norvegia, nota che la traiettoria del corpo sta deviando verso la Groenlandia; pensa che una forza lo sposti verso destra (o in Oceano Pacifico Meridionale, verso sinistra per l’osservatore al polo sud). Ma quando l’osservatore del Polo gira lo sguardo verso Alnilam, nota che il corpo procede sempre verso la stella, verso lo stesso punto dello spazio. Riconosce che ha ragione l’osservatore “inerziale“. Ecco perché la forza di Coriolis è apparente (“fittizia” dice il Prof. Stenner che nel suo libro di Meteorologia spiega con chiarezza l’ortogonalità della “forza” rispetto alla traiettoria). Quando con queste parole, più o meno, spiegavo tale fenomeno ai miei allievi, notavo che l’interesse di qualche studente volgeva verso una verifica: “ma se il corpo parte dall’equatore andando verso Nord o verso Sud? Non mi trovo, Prof.!” “Non dimenticare la premessa: astrattezza ed elementarità”. Sia chiaro che il polo è un punto speciale per l’osservazione, un punto fisso dello spazio (escludiamo, per semplicità, il moto di rivoluzione). “Comunque un ulteriore passo elementare si può fare; proviamoci”. Una nave parte dall’equatore con rotta Nord o Sud e con velocità v (oppure una massa d’aria dal limite della troposfera equatoriale segue il gradiente barico, verso Nord o verso Sud). Si segua la figura 12. Abbiamo già detto della diminuzione della velocità periferica dei punti della Terra dall’equatore ai poli. La nave, avanzando di φ in φ', tende per inerzia a conservare la precedente velocità, quella -maggiore- del punto terrestre precedente. Da qui il trascinamento verso Est: a destra in φ Nord a sinistra in φ Sud rispetto alla traiettoria meridiana iniziale. Analoghe considerazioni spiegano gli altri movimenti abbozzati nella figura 12 e riguardanti corpi che si muovono inizialmente lungo un arco di parallelo φ. Nei corpi che seguono, in entrambi gli emisferi, una traiettoria verso oriente si verifica la somma della velocità v con vφ, e volgono verso φ minori; in quelli che seguono una traiettoria verso occidente si verifica la differenza tra vφ e v, e volgono verso φ maggiori; entrambi deviano alla ricerca di equilibri ... (regimi, si dice nei venti, che non saranno proprio uguali nei due casi, verso levante e verso ponente, specialmente se i venti sono forti). È stata soltanto delineata una traccia di un problema interessante a cui lo studio della Meteorologia, con ulteriori considerazioni e approfondimenti, dà risposte esaurienti. Fig 12. Rotazione della terra e forza apparente; deviante: verso destra in φN , verso sinistra in φS.