MONOSSIDO DI CARBONIO L’ossicarbonismo è un tecnopatia dovuta a inalazione di CO. CO, monossido di carbonio, è un gas incolore, inodore, insapore, è leggero, diffonde rapidamente, è infiammabile: mescolato con aria può dare origine ad una miscela esplosiva. Qualora, bruciando sostanze contenenti carbonio - la cui normale combustione arriva fino a CO2 non si abbia sufficiente disponibilità di O2, dalla combustione incompleta si libera CO. Un accumulo di CO si verifica dunque nelle seguenti evenienze. 1) autorimesse, gallerie, interno di veicoli - CO proveniente dai tubi di scappamento 2) fumi di macchine a carbon fossile - locomotive 3) fumi di altoforni - fonderie, forni per ceramiche, etc. 4) gas che si sprigionano da esplosioni di mine 5) gas illuminante - max rischio professionale 6) incendi (pericolo anche per i pompieri) 7) gas d'ambienti industriali. CO ha per Hb un'affinità 200-300 volte maggiore dell'O2, e, legandosi con essa, forma HbCO, composto notevolmente stabile, incapace di trasportare O2, dando così origine ad un anossia anemica. Tale anossia è ulteriormente aggravata dal fatto che, in presenza di HbCO, anche la residua HbO2 risulta meno dissociabile. La terapia iperbarica si basa sul fatto che in presenza di grandi quantità di O2, è possibile dissociare Hb da CO (che viene escreto chimicamente immodificato con l'aria espirata) e Hb è di nuovo in grado di formare HbO2. SINTOMATOLOGIA Intossicazione acutissima: - perdita della coscienza - paralisi generale - morte per inalazione di dosi elevatissime di CO le vittime conservano la postura che avevano al momento della morte, la loro cute presenta col. rosso-ciliegia chiaro, dovuto all'HbCO ematica. 2) Intossicazione acuta con: - sintomi del SNC: cefalea intensa e pulsante (frontale e temporale), vertigini, nausea con vomito (rischio di polmonite "ab ingestis"), ronzii auricolari, sonnolenza-sopore-coma, midriasi e miosi, eccitazione motoria, simile all'ebbrezza alcolica, etc. - sintomi dell'app. cardiocircolatorio: vasodilatazione periferica, tachicardia, extrasistoli, ipotensione, rischio di angina pectoris e d'infarto, all'ECG: basso voltaggio all'attivazione onde T. - Altri sintomi: cute rosso-ciliegia chiaro, chiazze eritematose (simili a quelle causate da ustioni), vescicole; respiro rapido e superficiale, ipo o iper-termia, per alterazioni dei centri termoregolatori ipotalamici, lesioni renali, con conseguenti oliguria, albuminuria, ematuria, etc., iperglicemia, glicosuria. Se l'intossicato acuto sopravvive, possono residuare postumi generalmente a carico del SNC (parkinsonismo, polineuriti, confusione mentale, etc.), e del CUORE (aritmie, crisi anginoidi, etc.). 3) OSSICARBONISMO CRONICO: causato da ripetute inalazioni di CO in quantità elevate, ma non tanto da produrre intossicazioni croniche. Sarebbe caratterizzato da una "triade sintomatica": 1) CEFALEA: frontale, occipitale, o diffusa 2) ASTENIA: soprattutto agli arti inferiori 3) VERTIGINI Poiché nell'uomo, CO si combina con Hb quasi completamente, tale legame è completamente reversibile, molti autori tendono a negare l'esistenza di un ossicarbonismo cronico, inteso come accumulo di CO nell'organismo. In realtà l'ossicarbonismo cronico dovrebbe essere interpretato come la somma degli effetti di lievi intossicazoni acute da CO. Può essere utile, per la diagnosi il DOSAGGIO di CO, a) nell'ambiente: non più delle 100 parti/milione, di aria inspirata giornalmente, per 8 ore. b) nel sangue: in cui, normalmente, sono presenti 0,4-0,6% cc. di CO proveniente dall'est.(fumatori, etc.), o di produzione endogena (sopr. catabolismo di Hb). TERAPIA: sottrarre immediatamente l'intossicato ad ulteriore esposizione a CO (ricordando che anche i soccorritori possono andare incontro a rischi, e che, per la protezione non bastano le comuni maschere antigas, ma occorrono respiratori ad ossigeno, maschere con filtri per CO, etc.); somministrare repentinamente O2 puro e CARBOGENO - miscela di O2 con 5% di CO2 che stimola chimicamente i centri del respiro, camera iperbarica. Nei casi d'urgenza si ricorre alla respirazione artificiale. Nei casi più gravi si possono praticare trasfusioni di sangue: seguono poi riposo e cure sintomatiche, etc.