III CONGRESSO NAZIONALE CORTE DI GIUSTIZIA POPOLARE PER IL DIRITTO ALLA SALUTE DI FEDERANZIANI DIPARTIMENTO DOLORE Dolore cronico, una vera e propria malattia che affligge il 26% degli italiani Il dolore inteso non come sintomo ma quale vera e propria malattia complessa affligge il 20% degli europei e il 26% degli italiani, con un impatto sui Sistemi sanitari del vecchio continente pari a 300 miliardi di euro l’anno. In Italia circa 15 milioni di persone sono affette da dolore cronico ma solamente nel 10% dei casi il dolore è legato ad una malattia oncologica. Il più delle volte, esso è dovuto a patologie vertebrali, artrosi, cefalea, neuropatie periferiche e, direttamente o indirettamente, a forme tumorali. Paziente oncologico: il dolore è il sintomo prevalente nel 75% dei ricoveri. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riferisce un’incidenza del 30-40% nella fase iniziale della malattia e del 60-80% nella cosiddetta “fase terminale” in tutte le forme di neoplasie. Peraltro, nel 3070% dei pazienti possono essere presenti due o più dolori, indipendenti l’uno dall’altro. Dolore post-operatorio: nel 30-70% dei pazienti che si sono sottoposti ad intervento chirurgico sono presenti due o più dolori, indipendenti l’uno dall’altro. Altre cause: l’artrosi in Italia colpisce il 18% della popolazione generale (19-60 anni) e l’80% degli over 60; è la causa più importante di dolore tra le malattie articolari. Tra costi diretti e indiretti, il costo sociale riconducibile al dolore da artrosi è di oltre 2000€ l’anno per paziente. Per quanto riguarda il trattamento farmacologico, nel periodo 2009-2013 Italia, Francia, Spagna e Portogallo hanno registrato nel complesso un aumento dei consumi di oppioidi forti (gold standard per il trattamento del dolore moderato-severo) pari al 15%, contro un +8% dei paesi del nord Europa, dove l’impiego di questi farmaci resta comunque più elevato. Nonostante tale incremento percentuale, nel 2013 la spesa per gli oppiacei è stata comunque inferiore di 4 volte rispetto a quella per i Fans. In Italia, tra le principale classi farmacologiche prescritte per le patologie osteoarticolari, il 72% è costituito da FANS, l’11% da analgesici non narcotici, il 3% dagli steroidi sistemici e un altro 3% dai miorilassanti. Il 6% comprende una serie di altri rimedi, di cui il 41% è rappresentato dall’acido ialuronico ad alto peso molecolare. Il dolore cronico non è, come spesso viene considerato, sia dai pazienti che dai medici, parte ineludibile della malattia, da accettare e sopportare: è, invece, un problema che la persona deve gestire e superare, supportata dal sostegno che gli specialisti del settore sono tenuti a garantire. Oltre ad essere un diritto fondamentale dell’individuo, quello di condurre una vita libera dal dolore persistente, è necessario considerare che ogni anno vengono persi almeno 3 milioni di ore lavorative per problemi riconducibili al dolore cronico e questo comporta costi complessivi enormi per tutto il sistema sociale e produttivo. La prima cosa fondamentale da realizzare è una corretta informazione dei pazienti sui loro diritti: si rileva una generalizzata ignoranza circa l’esistenza di un diritto specifico relativo alle cure per il dolore loro attribuito dalla legge n. 38 del 2010. Nonostante le campagne di informazione che la stessa legge prevedeva e che, a vari livelli, sono state organizzate, risulta che meno del 30% della popolazione è informata sul tema. La necessità è, quindi, quella di implementare l’informazione.