TRACCIA n. 3 - Liceo Classico "Tacito"

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LICEO CLASSICO STATALE “G. C. TACITO”
TERNI
XXIV OLIMPIADE DELLA FILOSOFIA
Anno Scolastico 2015/2016
Tema: L'alterità
Selezione d'Istituto
18 febbraio 2016
TRACCIA N. 3
Jürgen Habermas (1929), nel ribadire il valore del progetto universalistico di matrice illuministica, che
attribuisce alla ragione umana una fondamentale funzione normativa, si oppone a coloro che, nel dibattito
contemporaneo, tessono l'elogio della differenza irriducibile all'unità.
«La diffidenza postmoderna contro un universalismo che assimilerebbe e livellerebbe tutto in maniera
irrispettosa fraintende il senso di questa morale. Nel suo zelo polemico questa diffidenza fa sparire proprio
quella struttura relazionale di alterità e differenza che solo un beninteso universalismo è in grado di far
valere. […] L'eguale riconoscimento per chiunque non concerne chi è simile a noi, bensì la persona dell'altro
(degli altri) nella sua specifica diversità. E la responsabilità solidale per un altro visto come “uno di noi” si
riferisce in realtà al “noi” flessibile di una comunità che – riluttante verso ogni forma di sostanzialità – estende
sempre “più in là” i suoi porosi confini. […] Inclusione qui non significa accaparramento assimilatorio, né
chiusura contro il diverso. Inclusione dell'altro significa piuttosto che i confini della comunità sono aperti a
tutti: anche – e soprattutto – a coloro che sono reciprocamente estranei e che estranei vogliono rimanere».
(J. Habermas, L'inclusione dell'altro, trad. it. di L. Ceppa, Feltrinelli, Milano 2008, p. 9)
I sostenitori del relativismo culturale – tra i quali Gianni Vattimo (1936) – condannano invece
nell'universalismo un pregiudizio illuministico, cioè l'espressione di una visione del mondo storicamente
condizionata, e considerano l'idea di una ragione umana universale come una forma raffinata e insidiosa di
imperialismo culturale e di etnocentrismo dogmatico, rivendicando piuttosto l'irriducibile differenza di
individui, popoli e culture.
«Non solo nei confronti con altri universi culturali (il “terzo mondo”, per esempio) ma anche al proprio interno,
l'Occidente vive una situazione esplosiva, una pluralizzazione che appare irresistibile, e che rende
impossibile concepire il mondo e la storia secondo punti di vista unitari […]. Qui l'emancipazione consiste
piuttosto nello “spaesamento”, che è anche, e nello stesso tempo, liberazione delle differenze, degli elementi
locali, di ciò che potremmo chiamare complessivamente il “dialetto”. Caduta l'idea di una razionalità centrale
della storia, il mondo della comunicazione generalizzata esplode con una molteplicità di razionalità “locali” minoranze etniche, sessuali, religiose, culturali o estetiche – che prendono la parola, finalmente non più
tacitate e represse dall'idea che ci sia una sola forma di umanità vera da realizzare, a scapito di tutte le
peculiarità, di tutte le individualità effimere, contingenti».
G. Vattimo, La società trasparente, Garzanti, Milano 2000, pp.13, 17.
A partire dai testi, il candidato esamini il tema dell'alterità, problematizzando e argomentando, anche
con opportuni riferimenti alle proprie conoscenze ed esperienze di studio.
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