PILASTRO DI ROZES - Via Costantini-Apollonio

PILASTRO DI ROZES – Via Costantini-Apollonio
Pilastro della Tofana di Rozes, 2820 m
Via Costantini – Apollonio (Parete Sudest)
Relazione di Saverio D’Eredità e Carlo Piovan
(vedi anche relazione in pdf e blog con le impressioni sul sito e blog Rampegoni.it)
Il pilastro di Rozès è senza dubbio la più imponente ed elegante struttura
rocciosa della parete sud della Tofana. La linea tracciata da Costantini ed
Apollonio su questa grandiosa colonna è di straordinaria logica ed eleganza,
sfruttando i punti deboli proprio nel cuore della parete. Un’impresa, per
l’epoca, straordinaria ed ancora oggi ammirevole per audacia ed intelligenza
che anticipa l’epoca delle direttissime pur mantenendo un rigoroso stile classico. La scalata si può dividere
in tre parti. La prima lungo le imponenti placche grigie del pilastro sfrutta una regolare fessura con
arrampicata molto bella ed elegante, la seconda vince la fascia giallastra in grande esposizione con il
superamento di due caratteristici tetti in artificiale, mentre la terza inizia con la famosa “Schiena di Mulo” si
svolge lungo diedri e camini regolari prima di uscire dalla parete con lungo traverso. Proprio la “Schiena di
Mulo” è probabilmente il tiro chiave della via, se non per la pura difficoltà senz’altro per il tipo di
arrampicata molto particolare e faticosa che alterna incastro ed opposizione in costante strapiombo, pur
agevolato da alcuni cordoni per azzerare. La chiodatura della via è sempre abbondante e nel complesso
sicura, nonostante si trovino ancora chiodi e cunei originali, mentre i due tetti si possono superare
abbastanza agevolmente con una seppur faticosa artificiale. La roccia è molto buona e a tratti consumata
nei passaggi chiave, solo nella parte finale qualche breve passaggio richiede attenzione.
Primi salitori: Ettore Costantini e Romano Apollonio, 14 luglio 1944.
Dati via: 600 m+100 m facili, 6° e A1, 8–9 h, roccia da buona a ottima (alcuni tratti levigati dall’uso) tranne
nel 15° tiro; NDA.
Accesso:
Dal Rifugio Dibona risalire la strada sterrata (segn. 403) in direzione del Rifugio Giussani. Raggiunta la
stazione della teleferica, prendere il sentiero che sale in direazione della parete sud della Tofana (segn. 442
- Ferrata Lipella). Raggiunta la base della parete costeggiarla in direzione del secondo pilastro fino ad una
targa nel centro della parete del Pilastro. Da qui rimontare brevemente a sx una corta cengia che porta
sotto un verticale diedro grigio. 0h40 dal rifugio.
Salita:
1)
Salire il diedro fino al suo termine, ove si esce a sinistra fino ad un pulpito dove sosta. 40 m; 4°, 5°;
2C, 2CF.
2)
Salire in verticale la soprastante placca grigia per pochi metri, obliquare verso destra prima e
traversare poi lungo la placca compatta, abbassandosi leggermente alla fine, arrivando nei pressi di
alcune grosse lame sotto la verticale del margine destro di un tetto giallo, dove si sosta. 25 m; 5°; 5C,
2CF.
3)
Salire verticalmente puntando al margine destro del tetto, superare un primo passo strapiombante e
proseguire per fessure giallastre, fin sotto il margine sinistro di un secondo tetto posto più alto. Salire
la strozzatura finale, quindi brevemente alla sosta 35 m; 4°, 5°, pp. 6°- ; 4C, 1 FR, 1CF.
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20)
Proseguire lungo la soprastante fessura verticale fino alla sosta. 25 m; 5°+ , 4°+; 4C, 2CF+CL.
Sempre lungo la fessura, qui più larga e appoggiata fino ad un comodo terrazzino circa 10 metri sotto
uno strapiombo fessurato. 30 m; 4°+, 4°; 2C, 2CF.
Salire verticalmente la fessura fino sotto il tetto, superarlo lungo una strozzatura, quindi proseguire
facilmente, guadagnando la prima cengia, fino ad una sosta alla base di un risalto di rocce grigie. 40
m; 5°, 6°-, 4°; 1C, 1CU, 1CF+spuntone.
Proseguire per facili rocce guadagnando un largo terrazzo, a destra di una caratteristica voragine,
(sosta intermedia). Affrontare il soprastante muro di rocce grigie, fino ad una cengia dove si sosta. 40
m; 4°, 4°+; 3CF.
A sinistra della sosta salire lungo una fessura obliqua fino ad una stretta cengia dove si sosta sotto il
primo tetto. 15 m; 5°; 2C, 3CF+ 1SF.
Superare il soprastante tetto; una volta usciti in verticale lungo una fessura fino alla sosta. 15 m; A1 e
6°-; 5C, 1S, 2CF.
Salire in verticale lungo la parete gialla seguendo l’andamento irregolare di una fessura fino alla sosta
successiva su piccolo ripiano. 20 m; 6°-; 6C, 3CF.
Proseguire sempre in verticale, fino ad una sosta (appesi) sotto la verticale del secondo tetto. 15 m;
6°; 5C, 4CF+1S.
Risalire il soprastante diedrino giallo portandosi sotto il tetto. Superarlo ed uscire per rocce più facili
alla seconda cengia. 20 m; 6°, A1, 5°-; 6C+1fittone, 1CLF.
Tiro chiave “Schiena di Mulo”. Salire il largo camino, con faticosa progressione, fino ad 1S con
cordone. Obliquare verso sinistra (cordoni) fin dove finisce una fessura orizzontale. Superare uno
strapiombo ed entrare in una nicchia. Nuovamente con breve passo verso sinistra portarsi sotto la
verticale di un diedro. Superare lo strapiombo iniziale (chiodi) e proseguire verticalmente lungo di
esso superando alcune strozzature. Dopo l’ultima strozzatura, dove le difficoltà diminuiscono (1C),
uscire a destra doppiando un spigolo. Sosta su un piccolo terrazzino. 40 m; 6°; 1S+cordone, 2CL, 1CU,
6C, 2CF.
Rientrare a sinistra dello spigolo e proseguire lungo lo stesso o nel camino a sx (continuazione della
fessura della “schiena di mulo”) raggiungendo un largo terrazzo sotto la verticale di un diedro
giallastro. 30 m; 4°; 2CF.
Superare interamente il soprastante diedro che in alto si allarga a camino (superare una sosta
intermedia su chiodi dentro il camino - poco utile). Quando questo si chiude uscire a sinistra (1CL) e
rientrare sul fondo superando una strozzatura per guadagnare un piccolo terrazzino dove si sosta. 40
m; 5°+, 5°, 4°+; 2C, 1 CL, 1CLF.
Traversare, con passo esposto, a destra doppiando lo spigolo, superare una placca grigia e proseguire
per rocce gialle, in parte friabili, fino alla sosta su terrazzino nei pressi di una nicchia gialla. 20 m; 5°,
4°+; 2C, 2CF.
Obliquare a destra, per facili rocce fino sotto delle placche grigie e risalirle fino ad una cengia, nei
pressi di una nicchia gialla. 25 m; 3°, pp. 4°; 1CL, 2CF.
Traversare lungamente verso sinistra, in grande esposizione, fino ad di un salto di rocce verticali
grigio–gialle. 40 m; 3°+; 1CLF.
Superare la soprastante corta parete, senza via obbligata, fino a guadagnare una cengia e per essa
verso sinistra entrare in un ampio catino–canale. 45 m; 4° poi 2°; sosta da attrezzare.
Proseguire per ghiaie e facili rocce fino sotto le soprastanti pareti, che chiudono il catino,
caratterizzate da delle torri staccate. Traversare facilmente verso destra ad un grande terrazzo
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(ometto). Superare la soprastante paretina (10 m, 3°+) ed entrare nuovamente in un largo canale
ghiaioso, che si supera fino alla cresta d’uscita.
Discesa:
Scendere verso N per traccia. Senza abbassarsi direttamente verso l'uscita del Primo Spigolo si prosegue
fino alla parete di Punta Marietta dove un pendio con canalini franosi ci permette di congiungerci alla
discesa dal Primo Spigolo (vedi Dolomiti Orientali 1, Itin. 034). In totale 1h30 fino al Rifugio Dibona.
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