Capitolo 5 Applicazioni della teoria delle linee di trasmissione 5.1 Analogia onda piana/linea di trasmissione Cosi’ come mostrato nel primo capitolo, l’andamento della tensione e della corrente lungo una linea di trasmissione e’ descritto dal sistema di equazioni differenziali ∂2 V (z, ω) + k 2 V (z, ω) = 0 , ∂z 2 ∂2 I(z, ω) + k 2 I(z, ω) = 0 , ∂z 2 dove k = ω p Leq Ceq , la cui soluzione generale risulta V (z) = V+ exp(jkz) + V− exp(−jkz) , V+ V− I(z) = exp(jkz) − exp(−jkz) , Z0 Z0 (5.1) (5.2) (5.3) (5.4) p con Z0 = Leq /Ceq . Si consideri ora un’onda piana che si propaga, parallelamente all’asse z con campo elettrico polarizzato linearmente lungo l’asse ~ = Ex x x, cioe’ E b, in un mezzo lineare, omogeneo ed isotropo, caratterizzato da una permittivita’ ε ed una permeabilita’ µ. Per tale onda il sistema di equazioni differenziali che ne regolano la propagazione risulta: ∂2 Ex (z, ω) + k 2 Ex (z, ω) = 0 , ∂z 2 ∂2 Hy (z, ω) + k 2 Hy (z, ω) = 0 , 2 ∂z 99 (5.5) (5.6) 100CAPITOLO 5. APPLICAZIONI DELLA TEORIA DELLE LINEE DI TRASMISSIONE – A.FRENI √ dove k = ω εµ. Soluzione generale di tale sistema risulta essere Ex (z) = E+ exp(jkz) + E− exp(−jkz) , E+ E− Hy (z) = exp(jkz) − exp(−jkz) , ζ ζ (5.7) (5.8) p dove ζ = µ/ε e E+ indica, per avere accordo con il sistema di riferimento convenzionalmente assunto per una linea di trasmissione, l’ampiezza dell’onda progressiva supposta propagarsi nel verso delle z negative. Confrontando le soluzioni (5.7)–(5.8) con le (5.3)–(5.4) e’ subito evidente che operando le sostituzioni Ex ↔ V , Hy ↔ I , µ ↔ Leq , ε ↔ Ceq , (5.9) e’ possibile studiare in modo equivalente il problema della propagazione di un’onda piana in un mezzo indefinito utilizzando la teoria delle linee di trasmissione. 5.2 Analogia onda piana/linea di trasmissione: incidenza ortogonale Si consideri ora il caso in cui un’onda piana, con campo elettrico polarizzato linearmente lungo x ed ampiezza E+ , incida ortogonalmente sul semispazio z < 0 (mezzo 2) avente caratteristiche elettriche e magnetiche diverse da quello di provenienza dell’onda (mezzo 1). In entrambi i semispazi e’ possibile descrivere la propagazione dell’onda tramite l’analogia delle linee di trasmissione precedentemente introdotta. In z = 0 e’ poi necessario imporre la continuita’ delle componenti tangenziali dei campi, cioe’ Ex1 (z)|z=0 = Ex2 (z)|z=0 , Hy1 (z)|z=0 = Hy2 (z)|z=0 , (5.10) (5.11) che si traduce nel richiedere V1 (z)|z=0 = V2 (z)|z=0 , I1 (z)|z=0 = I2 (z)|z=0 . (5.12) (5.13) Cio’ equivale a connettere in z = 0 le due linee che rappresentano la propagazione dell’onda piana in ciascun semispazio (Fig. 5.1). Nel caso in cui il mezzo 2 su cui incide l’onda piana sia costituito da un ~ = 0 si conduttore elettrico perfetto la condizione al contorno n b × E1 (z) z=0 5.2. ANALOGIA ONDA PIANA/LINEA DI TRASMISSIONE: INCIDENZA ORTOGONALE mezzo 1 z 101 mezzo 2 z Figura 5.1: Equivalenza onda piana/linea di trasmissione. traduce nell’imporre V1 (z)|z=0 = 0; cio’ equivale a considerare la presenza di un corto circuito in corrispondenza del piano conduttore elettrico. Analogamente, nel caso in cui il mezzo 2 sia costituito da un conduttore magnetico ~ perfetto la condizione al contorno n b × H1 (z) = 0 si traduce nell’imporre z=0 I1 (z)|z=0 = 0 e quindi considerare un circuito aperto in corrispondenza del piano magnetico. Esercizio 5.1 Un’onda piana monocromatica avente frequenza f = 2 GHz e ampiezza E+ = 1 V /m, proveniente dallo spazio vuoto, incide ortogonalmente su una lastra dielettrica (εr = 4) di spessore d = 1.875 mm che ricopre un piano perfettamente conduttore (Fig. 5.2). Si determini il modulo della densita’ di corrente sostenuta dal campo sul conduttore. Si consideri un sistema di coordinate cartesiano, avente origine sul piano conduttore, il cui asse z risulta ortogonale ad esso e rivolto nella direzione di provenienza dell’onda. L’esercizio richiede di valutare il modulo della densita’ di corrente elettrica superficiale J~s che scorre sul conduttore; tuttavia in corrispondenza dell’interfaccia lastra dielettrica/conduttore (z = 0) dovranno essere verificate le condizioni ~ = 0, n b×E z=0 ~ = J~s , n b×H z=0 per cui sara’ sufficiente valutare il campo magnetico tangenziale al piano conduttore elettrico perfetto a cui la corrente e’ direttamente legata. Per la geometria del problema il campo elettrico e magnetico risultano sempre appartenenti ad un piano parallelo alla superficie di separazione tra 102CAPITOLO 5. APPLICAZIONI DELLA TEORIA DELLE LINEE DI TRASMISSIONE – A.FRENI E+ p.e.c. z d Figura 5.2: Onda piana incidente su una lastra dielettrica (εr = 4) di spessore d = 1.875 mm che ricopre un piano perfettamente conduttore. ~ = Et b ~ = Htb i due mezzi (E t, H t × zb, b t · zb = 0) per cui, operando l’analogia p √ Et ↔ V , k = ω εµ ↔ k = ω Ceq Leq , s r µ Leq Ht ↔ I , ζ= ↔ Z= , ε Ceq e’ possibile studiare equivalentemente il circuito mostrato in Fig. 5.3. E’ evidente che l’ampiezza del campo magnetico tangente al conduttore, e quindi anche quella della densita’ di corrente superficiale, coincidono con l’ampiezza della corrente che scorre sul corto circuito. In particolare per una linea in corto circuito e’ possibile scrivere I(z) = Iu cos(kz) per cui I(d) = Iu cos(β1 d) ⇒ Iu = I(d) , cos(β1 d) dove nel tratto AA0 –BB 0 k = β1 = 2πf √ εr ' 83.78 . c Sara’ quindi nostro obiettivo valutare la corrente I(d) in funzione dell’ampiezza dell’onda incidente V0+ ≡ E+ . A tal fine e’ conveniente valutare l’impedenza che la linea chiusa in corto circuito presenta in corrispondenza dell’interfaccia vuoto/lastra dielettrica (sez. AA0 ), ZAA0 = jζ1 tan(β1 d) = j ζ0 tan(β1 d) = j0.079ζ0 , 2 5.2. ANALOGIA ONDA PIANA/LINEA DI TRASMISSIONE: INCIDENZA ORTOGONALE A 103 B Iu V0 + A' z B' d z' Figura 5.3: Circuito equivalente per la configurazione di Fig. 5.2 e considerare un nuovo sitema di riferimento z 0 parallelo al precedente e avente origine in corrispondenza di tale interfaccia. In tali ipotesi: V0+ V0+ 0 0 0 0 0 I(d) = I (z )|z0 =0 = exp(jk0 z ) [1 − Γ (z )] [1 − Γ0 (0)] , = ζ0 ζ 0 z 0 =0 dove Γ0 (0) = ZAA0 − ζ0 = exp(j2.99) . ZAA0 + ζ0 Quindi |Iu | = |I(d)| |V0+ | = |1 − Γ0 (0)| = 5.31 10−3 A , |cos(β1 d)| ζ0 |cos(β1 d)| da cui |Js | = 5.31 mA/m . Esercizio 5.2 Con riferimento alla configurazione dell’esercizio precedente si diano indicazioni sullo spessore e sulle caratteristiche elettriche e magnetiche del materiale con cui deve essere costruita la lastra che ricopre il piano perfettamente conduttore al fine di non avere onda riflessa nello spazio vuoto. 104CAPITOLO 5. APPLICAZIONI DELLA TEORIA DELLE LINEE DI TRASMISSIONE – A.FRENI E’ conveniente operare l’analogia onda piana/linea di trasmissione gia’ introdotta nell’esercizio precedente. Si puo’ subito notare che non e’ possibile dissipare potenza sul carico essendo questo costituito da un corto circuito. Per dissipare quindi la potenza associata all’onda incidente sara’ necessario supporre che la lastra sia costituita da un materiale con perdite caratterizzato da una permeabilita’ µ = µ1 − jµ2 ed una permittivita’ ε = ε1 − jε2 complesse. A causa della presenza delle perdite anche la costante di propagazione risultera’ complessa k = β − jα ed il modulo del coefficiente di riflessione, allontanandosi dal corto circuito, diminuira’ esponenzialmente secondo l’espressione |Γ(z)| = exp(−2αz). Per annullare l’effetto dell’onda riflessa dal piano conduttore sara’ quindi sufficiente dimensionare lo spessore d della lastra in modo che il coefficiente di riflessione all’interfaccia lastra/vuoto risulti cosi’ piccolo che la potenza associata all’onda riflessa sia inferiore, o al piu’ confrontabile, con quella dovuta al rumore. Anche se le perdite introdotte permettono di mascherare la riflessione introdotta dal piano conduttore, si avra’ sempre una riflessione all’interfaccia lastra/vuoto dovuta alla discontinuita’ nell’impedenza caratteristica dei due mezzi. Per ovviare sara’ necessario scegliere il materiale con cui realizzare la lastra in modo che questa presenti una impedenza caratteristica ζ1 pari a quella del vuoto, cioe’ ζ1 = ζ0 = 120π. Poiche’ tale impedenza risulta puramente reale sara’ necessario verificare la condizione di Heaviside ε2 /ε1 = µ2 /µ1 , da cui ζ1 = r ε1 µ1 + ε2 µ2 = 120π . ε21 + ε22 Agendo opportunamente sulla permittivita’ e la permeabilita’ della lastra e’ quindi possibile rimuovere anche l’effetto di discontinuita’ materiale all’interfaccia lastra/vuoto. 5.3 Analogia onda piana/linea di trasmissione: incidenza obliqua Si consideri il problema di un’onda piana, proveniente da un semispazio caratterizzato da una costante di propagazione k1 ed una impedenza caratteristica ζ1 (mezzo 1), incidente su un semispazio con costante di propagazione k2 ed impedenza caratteristica ζ2 (mezzo 2). Indicando con zb la normale al 5.3. ANALOGIA ONDA PIANA/LINEA DI TRASMISSIONE: INCIDENZA OBLIQUA 105 z (1) E_ ^ (1) k1 E_ ^ k'1 1 y 2 ^ k'2 (2) E_ (2) E_ ^ k2 Figura 5.4: Incidenza obliqua di una onda piana su un semispazio materiale: polarizzazione perpendicolare (caso T Ez ). piano di separazione tra i due mezzi e con b k1 la direzione di propagazione dell’onda piana incidente e’ possibile individuare un piano di incidenza di normale x b = zb × b k1 . Per una qualsiasi polarizzazione dell’onda piana e’ sempre possibile rappresentare il campo elettromagnetico associato come somma del campo di due onde piane, una avente campo elettrico perpendicolare al piano di incidenza (polarizzazione perpendicolare), l’altra caratterizzata da un campo elettrico parallelo a tale piano (polarizzazione parallela). L’onda polarizzata perpendicolarmente ha il campo elettrico sempre ortogonale alla normale zb per cui e’ anche denominata onda trasversa elettrica rispetto all’asse z (caso T Ez ). L’onda polarizzata parallelamente e’ invece caratterizzata da un campo magnetico ortogonale alla normale zb per cui e’ anche denominata onda trasversa magnetica rispetto all’asse z (caso T Mz ). 5.3.1 Polarizzazione perpendicolare (caso T Ez ) Si consideri un’onda piana incidente con campo elettrico diretto parallelamente all’asse x e direzione di propagazione b k1 = sin θ1 yb − cos θ1 zb , (5.14) dove θ1 e’ l’angolo che tale direzione forma con la normale zb (Fig. 5.4). In 106CAPITOLO 5. APPLICAZIONI DELLA TEORIA DELLE LINEE DI TRASMISSIONE – A.FRENI tali ipotesi il campo associato all’onda risultera’ (1) ~ i = E+(1) x E b exp(−jk1 b k1 · rb) = E+ x b exp(−jky1 y) exp(jkz1 z) , (5.15) (1) ~ i = − E+ cos θ1 yb + sin θ1 zb exp(−jky1 y) exp(jkz1 z) , ~i = 1b k1 × E H ζ1 ζ1 (5.16) con ky1 = k1 sin θ1 , kz1 = k1 cos θ1 . (5.17) La discontinuita’ piana tra i due mezzi in z = 0 origina un’onda piana riflessa avente direzione di propagazione e campo elettromagnetico b k10 = sin θ1 yb + cos θ1 zb , (5.18) (1) ~ r = E−(1) x E b exp(−jk1 b b exp(−jky1 y) exp(−jkz1 z) , (5.19) k10 · rb) = E− x (1) ~r = 1b ~ r = − E− − cos θ1 yb + sin θ1 zb exp(−jky1 y) exp(−jkz1 z) . H k10 × E ζ1 ζ1 (5.20) Quindi nel semispazio superiore (mezzo 1) il campo totale, somma dell’onda incidente e di quella riflessa, risulta: h i (1) (1) Ex1 (y, z) = + exp(−jky1 y) E+ exp(jkz1 z) + E− exp(−jkz1 z) , Hy1 (y, z) = − exp(−jky1 y) · (1) cos θ1 (1) cos θ1 · E+ exp(jkz1 z) − E− exp(−jkz1 z) , ζ1 ζ1 sin θ1 Ex1 (y, z) . Hz1 (y, z) = − ζ1 (5.21) (5.22) (5.23) Nel semispazio inferiore (mezzo 2) e’ invece presente un’onda diretta ed una riflessa la cui direzione di propagazione risulta rispettivamente b k2 = sin θ2 yb − cos θ2 zb , b k20 = sin θ2 yb + cos θ2 zb . (5.24) (5.25) 5.3. ANALOGIA ONDA PIANA/LINEA DI TRASMISSIONE: INCIDENZA OBLIQUA 107 Analogamente al semispazio superiore, le componenti del campo totale nel semispazio inferiore (mezzo 2) risultano: h i (2) (2) Ex2 (y, z) = + exp(−jky2 y) E+ exp(jkz2 z) + E− exp(−jkz2 z) , (5.26) Hy2 (y, z) = − exp(−jky2 y) · (5.27) (2) cos θ2 (2) cos θ2 exp(jkz2 z) − E− exp(−jkz2 z) , · E+ ζ2 ζ2 sin θ2 Hz2 (y, z) = − Ex2 (y, z) , (5.28) ζ2 dove ky2 = k2 sin θ2 e kz2 = k2 cos θ2 . All’interfaccia (z = 0) tra i due semispazi i campi soddisfano le condizioni di continuita’ delle componenti tangenziali Ex1 (y, z)|z=0 = Ex2 (y, z)|z=0 , Hy1 (y, z)|z=0 = Hy2 (y, z)|z=0 , ∀x, y , ∀x, y . (5.29) (5.30) Perche’ cio’ si verifichi per ogni valore della coordinata y dovra’ essere soddisfatta la condizione ky1 = ky2 = ky , (5.31) k1 sin θ1 = k2 sin θ2 . (5.32) ovvero la legge di Snell Inserendo la relazione (5.31) nelle (5.29), (5.30) e’ facile verificare che in z = 0 dovranno essere equivalentemente soddisfatte le relazioni (1) (1) E+ (1) (2) (2) E+ + E− = E+ + E− , cos θ1 (1) cos θ1 (2) cos θ2 (2) cos θ2 − E− = E+ − E− . ζ1 ζ1 ζ2 ζ2 (5.33) (5.34) Si considerino adesso due linee di trasmissione caratterizzate rispettivamente dai parametri: Linea 1 kz1 = k1 cos θ1 Z1 = ζ1 / cos θ1 = ωµ1 /kz1 (1) (1) V+ ≡ E+ (1) (1) V− ≡ E− Linea 2 kz2 = k2 cos θ2 Z2 = ζ2 / cos θ2 = ωµ2 /kz2 (2) (2) V+ ≡ E+ (2) (2) V− ≡ E− 108CAPITOLO 5. APPLICAZIONI DELLA TEORIA DELLE LINEE DI TRASMISSIONE – A.FRENI E immediato verificare che la tensione e la corrente su tali linee rappresentano, a meno del fattore exp(−jkyn y), le componenti del campo totale nel generico n–esimo semispazio: Exn (y, z) = exp(−jkyn y) Vn (z) , Hyn (y, z) = − exp(−jkyn y) In (z) , sin θn Vn (z) , Hzn (y, z) = − exp(−jkyn y) ζn (5.35) (5.36) (5.37) dove h i (n) (n) Vn (z) = V+ exp(jkzn z) + V− exp(−jkzn z) , " # (n) (n) V+ V− In (z) = exp(jkzn z) − exp(−jkzn z) . Zn Zn (5.38) (5.39) Inoltre, soddisfare le condizioni (5.33), (5.34) equivale a richiedere V1 (z)|z=0 = V2 (z)|z=0 , I1 (z)|z=0 = I2 (z)|z=0 , (5.40) (5.41) e cioe’ a connettere le due linee in z = 0. Se ne deduce che al fine di risolvere il problema di onda piana si possono equivalentemente studiare le due linee di trasmissione precedentemente definite poste in cascata. Esercizio 5.3 Un’onda piana proveniente dallo spazio vuoto, polarizzata perpendicolarmente ed avente ampiezza E+ = 1 V /m, incide su un semispazio dielettrico caratterizzato da una costante dielettrica εr = 4 formando un angolo θ1 = 30◦ rispetto alla normale all’interfaccia vuoto/dielettrico. Si determini l’ampiezza del campo elettrico nello spazio vuoto ad un’altezza h = λ0 /4 dall’interfaccia. Si consideri la configurazione di linee equivalenti mostrata in Fig. 5.5 in cui: kz1 = k1 cos θ1 , kz2 = k2 cos θ2 , (1) (1) Z1 = ζ1 / cos θ1 , Z2 = ζ2 / cos θ2 e V+ = 1 V ≡ E+ . Poiche’ il mezzo dielettrico e’ supposto indefinito per z → −∞, nella linea di impedenza Z2 non sara’ presente alcuna onda riflessa e la linea di impedenza Z1 puo’ essere considerata chiusa su un carico di impedenza Zu = Z2 . L’ampiezza dell’onda riflessa nella linea di impedenza 5.3. ANALOGIA ONDA PIANA/LINEA DI TRASMISSIONE: INCIDENZA OBLIQUA z (1) V+ h (1) E_ ^ k1 k z1 (1) E_ 0 k z2 (2) z z h z 0 Z1 y E_ 109 Z2 ^ k2 Figura 5.5: Incidenza obliqua di una onda piana, polarizzata perpendicolarmente al piano di incidenza, su un semispazio dielettrico e suo circuito equivalente. Z1 , ed equivalentemente l’ampiezza del campo elettrico riflesso nel semispazio vuoto, risulta (1) (1) (1) Z2 E− ≡ V− = V+ − Z1 = Z2 + Z1 (1) ζ2 / cos θ2 − ζ1 / cos θ1 (1) ζ2 cos θ1 − ζ1 cos θ2 = V+ = V+ . ζ2 / cos θ2 + ζ1 / cos θ1 ζ2 cos θ1 + ζ1 cos θ2 Facendo uso della legge di Snell, k1 sin θ1 = k2 sin θ2 , e’ possibile esprimere il cos θ2 in funzione dell’angolo θ1 come: s 2 p k 1 cos θ2 = 1 − (sin θ2 )2 = 1 − sin θ1 , k2 da cui kz2 = k2 s k1 1− sin θ1 k2 s 2 k1 Z2 = ζ2 / 1 − sin θ1 k2 = k2 2 r =q 1− εr1 (sin θ1 )2 , εr2 √ ζ0 / εr2 1− εr1 (sin θ1 )2 εr2 . 110CAPITOLO 5. APPLICAZIONI DELLA TEORIA DELLE LINEE DI TRASMISSIONE – A.FRENI Cio’ permette di scrivere l’ampiezza del campo elettrico riflesso nel semispazio superiore come q cos √ θ1 − √1 1 − εεr1 (sin θ1 )2 εr1 r2 (1) (1) (1) εr2 q E− ≡ V− = V+ = cos εr1 2 √ θ1 + √1 1 − (sin θ ) 1 εr2 εr1 εr2 q cos θ1 − εεr2 − (sin θ1 )2 r1 (1) q = V+ , 2 cos θ1 + εεr2 − (sin θ ) 1 r1 (1) (1) √ 1−√5 da cui, inserendo i dati del problema, E− = E+ 1+ = −0.382. 5 L’ampiezza del campo elettrico nel semispazio di provenienza dell’onda piana incidente ad un’altezza h = λ0 /4 dall’interfaccia risulta percio’ h i (1) (1) |Ex1 (y, z)||z=h = exp(−jky1 y) E+ exp(jkz1 h) + E− exp(−jkz1 h) = λ 2π λ 2π 0 0 = 0.67 V /m . cos θ1 − 0.382 exp −j cos θ1 = exp j λ0 4 λ0 4 5.3.2 Polarizzazione parallela (caso T Mz ) Si consideri ora un’onda piana incidente su un semispazio materiale avente campo magnetico diretto parallelamente all’asse x e direzione di propagazione b k1 = sin θ1 yb − cos θ1 zb , (5.42) dove θ1 e’ l’angolo che tale direzione forma con la normale zb (Fig. 5.6). Dualmente al caso di polarizzazione perpendicolare il campo totale nel generico n–esimo semispazio risulta: " # (n) (n) E− E+ exp(jkzn z) − exp(−jkzn z) , (5.43) Hxn (y, z) = exp(−jkyn y) ζn ζn Eyn (y, z) = exp(−jkyn y) · h i (5.44) (n) (n) · E+ cos θn exp(jkzn z) + E− cos θn exp(−jkzn z) , Ezn (y, z) = ζn sin θn Hxn (y, z) (5.45) dove (n) (n) H+ = E+ /ζn , kyn = kn sin θn , (n) (n) H− = −E− /ζn , kzn = kn cos θn . (5.46) (5.47) 5.3. ANALOGIA ONDA PIANA/LINEA DI TRASMISSIONE: INCIDENZA OBLIQUA (1) z E_ (1) H_ 111 ^ (1) k1 θ1 H_ θ1 ^ k'1 (1) E_ 1 y 2 ^ k'2 (2) H_ (2) H_ θ2 ^ θ2 k2 Figura 5.6: Incidenza obliqua di una onda piana su un semispazio materiale: polarizzazione parallela (caso T Mz ). Ponendo l’equivalenza (n) (n) (5.48) (n) V− (n) E− (5.49) (5.50) V+ ≡ E+ cos θn , ≡ cos θn , = kn cos θn , kzn Zn = ζn cos θn = kzn , ωεn (5.51) le eqn. (5.43)–(5.44) assumono la forma Hxn (y, z) = exp(−jkyn y) In (z) , Eyn (y, z) = exp(−jkyn y) Vn (z) , Ezn (y, z) = exp(−jkyn y)ζn sin θn In (z) , (5.52) (5.53) (5.54) dove h i (n) (n) Vn (z) = V+ exp(jkzn z) + V− exp(−jkzn z) , # " (n) (n) V− V+ exp(jkzn z) − exp(−jkzn z) . In (z) = Zn Zn (5.55) (5.56) Analogamente al caso di polarizzazione perpendicolare, imporre la continuita’ delle componenti tangenziali del campo all’interfaccia z = 0 tra i due 112CAPITOLO 5. APPLICAZIONI DELLA TEORIA DELLE LINEE DI TRASMISSIONE – A.FRENI z E_ (1) V+ H_ k z1 Z1 2 k z2 Z2 3 k z3 Z3 1 0 y = Figura 5.7: Onda piana incidente su uno strato dielettrico e suo circuito equivalente. semispazi Ey1 (y, z)|z=0 = Ey2 (y, z)|z=0 , Hx1 (y, z)|z=0 = Hx2 (y, z)|z=0 , ∀x, y , ∀x, y , (5.57) (5.58) equivale ad imporre V1 (z)|z=0 = V2 (z)|z=0 , I1 (z)|z=0 = I2 (z)|z=0 , (5.59) (5.60) e quindi a porre in cascata le due linee equivalenti. Esercizio 5.4 Un’onda piana proveniente dallo spazio vuoto avente polarizzazione parallela incide con un angolo θ1 = 30◦ su uno strato dielettrico di spessore d caratterizzato da una costante dielettrica relativa εr = 4. Si determini lo spessore d per cui non si ha onda riflessa nel semispazio di provenienza dell’onda. Si consideri la configurazione di linee equivalenti mostrata in Fig. 5.7 in cui, facendo uso della legge di Snell: kz1 = kz3 = k0 cos θ1 = 2π cos(π/6) , λ0 Z1 = Z3 = ζ0 cos θ1 = 120π cos(π/6) , 5.4. IL PROBLEMA DI N LINEE IN CASCATA kz2 = k2 cos θ2 = k0 √ 113 √ 2π p π 15 εr cos θ2 = εr − (sin θ1 )2 = , λ0 λ0 Z2 = ζ2 cos θ2 = √ ζ0 p εr − (sin θ1 )2 = 15π 15 . εr Per non avere onda riflessa nel semispazio di provenienza dell’onda incidente si dovra’ equivalentemente realizzare un trasformatore a mezz’onda e quindi imporre d = λz2 /2 dove con λz2 si e’ indicata la lunghezza d’onda nel tratto di linea di impedenza Z2 . Essendo 2π λ0 2λ0 = 2π √ = √ , kz2 π 15 15 √ lo spessore dello strato dielettrico risulta d = λ0 / 15 . λz2 = 5.4 Il problema di N linee in cascata Si vuole ora studiare il problema di N linee poste in cascata, o equivalentemente N strati piani su cui incide un’onda piana. A tal fine si prenda in considerazione un generico tratto di linea di lunghezza `n caratterizzato da una costante di propagazione kn ed una impedenza caratteristica Zn . Se con Vn+1 , In+1 e Vn , In si indicano la tensione e la corrente rispettivamente alla sezione z = 0 e z = `n (Fig. 5.8), dalla teoria generale delle linee di trasmissione e’ possibile scrivere: Vn = Vn+ exp(jkn `n ) + Vn− exp(−jkn `n ) , Vn+ Vn− In = exp(jkn `n ) − exp(−jkn `n , Zn Zn (5.61) (5.62) dove Vn+ Vn− 1 = Vn+1 + In+1 Zn ) , 2 1 = Vn+1 − In+1 Zn . 2 (5.63) (5.64) Sostituendo le eqn. (5.63)–(5.64) nelle (5.61)–(5.62), si ottiene: Vn = Vn+1 cos(kn `n ) + In+1 jZn sin(kn `n ) , j sin(kn `n ) + In+1 cos(kn `n ) . In = Vn+1 Zn (5.65) (5.66) 114CAPITOLO 5. APPLICAZIONI DELLA TEORIA DELLE LINEE DI TRASMISSIONE – A.FRENI n In Vn z I n+1 Zn Vn+1 0 jn Figura 5.8: Generico tratto n della cascata di N linee. Queste ultime relazioni possono essere convenientemente espresse in forma matriciale Vn+1 Vn , (5.67) = Tn In+1 In definendo la matrice di trasmissione cos(kn `n ) jZn sin(kn `n ) T n = j sin(kn `n ) . cos(kn `n ) Zn (5.68) Tale forma risulta utile nel caso in cui si consideri la connessione di N tratti di linea aventi caratteristiche diverse. Infatti per ognuno di essi e’ possibile, dopo aver valutato la corrispondente matrice di trasmissione, scrivere una relazione del tipo (5.67). Per i due generici tratti n–esimo e n+1–esimo adiacenti tra loro e’ possibile scrivere: Vn Vn+1 (tratto n–esimo) = Tn , (5.69) In In+1 Vn+1 Vn+2 (tratto n + 1–esimo) = T n+1 , (5.70) In+1 In+2 da cui risulta evidente Vn Vn+2 = T n T n+1 . In In+2 (5.71) Estendendo tale risultato al caso in cui si sia in presenza di N di tratti di linea connessi in cascata e’ possibile scrivere Vn Vn+N =T , (5.72) In In+N 5.4. IL PROBLEMA DI N LINEE IN CASCATA I Z 115 I N+1 A V Z Z Z VN+1 Zu A' Figura 5.9: Cascata di N tratti di linea con caratteristiche diverse. oppure Vn+N −1 Vn , =T In In+N (5.73) dove con T si e’ indicata la matrice risultante dal prodotto delle matrici di trasmissione caratterizzanti i singoli tratti di linea, cioe’ # "N −1 Y (5.74) T = T n+i . i=0 Esercizio 5.5 Si valuti il coefficiente di riflessione all’ingresso di una cascata di N tratti di linea terminata da un generico carico Zu . Il coefficiente di riflessione alla sezione AA0 e’ legato all’impedenza ZAA0 = V1 /I1 che la cascata degli N tratti di linea presenta a tale sezione dalla relazione: ΓAA0 = ZAA0 − Z0 . ZAA0 + Z0 La tensione V1 e la corrente I1 alla sezione AA0 risulta legata alla tensione VN +1 e alla corrente IN +1 sul carico dalla relazione t11 t12 VN +1 VN +1 V1 , = =T t21 t22 IN +1 IN +1 I1 dove # "Y N t11 t12 T = = Ti t21 t22 i=1 116CAPITOLO 5. APPLICAZIONI DELLA TEORIA DELLE LINEE DI TRASMISSIONE – A.FRENI A Z n-1 z B Zn A' Z BB' B' jn Figura 5.10: Due tratti di linea in cascata terminati su un carico ZBB 0 . e la matrice T i e’ definita come nell’eq. (5.68). L’impedenza Zu del carico e’ anche esprimibile come Zu = VN +1 /IN +1 da cui V1 t11 t12 Zu I = I1 t21 t22 1 N +1 e V1 = t11 Zu + t12 IN +1 , I1 = t21 Zu + t22 IN +1 . Ne segue che l’impedenza alla sezione AA0 e’ valutabile attraverso la relazione ZAA0 = t11 Zu + t12 V1 = I1 t21 Zu + t22 e da essa il coefficiente di riflessone richiesto. 5.5 Teoria delle piccole riflessioni Si consideri dapprima la configurazione schematizzata in Fig. 5.10. Indicato con ZBB 0 − Zn (5.75) Γn = ZBB 0 + Zn il coefficiente di riflessione di tensione alla sezione BB 0 , e’ possibile esprimere il coefficiente di riflessione subito a destra della sezione AA0 tramite la relazione Γ0n = Γn exp(−j2kn `n ) , (5.76) 5.5. TEORIA DELLE PICCOLE RIFLESSIONI 117 dove kn rappresenta la costante di propagazione nella linea di impedenza Zn . Il carico ZBB 0 si presenta equivalentemente alla sezione AA0 come una impedenza ZAA0 = Zn 1 + Γ0n , 1 − Γ0n (5.77) per cui il coefficiente di riflessione subito a sinistra della sezione AA0 puo’ essere espresso come: ΓAA0 Zn −Zn−1 + Γ0n ZAA0 − Zn−1 Zn (1 + Γ0n ) − Zn−1 (1 − Γ0n ) Zn +Zn−1 = = = . n−1 0 ZAA0 + Zn−1 Zn (1 + Γ0n ) + Zn−1 (1 − Γ0n ) 1 + ZZnn −Z Γ +Zn−1 n (5.78) Indicando con Γn−1 = Zn − Zn−1 , Zn + Zn−1 il coefficiente di riflessione alla sezione AA0 risulta Γn−1 + Γn exp(−j2kn `n ) . ΓAA0 = 1 + Γn−1 Γn exp(−j2kn `n ) (5.79) (5.80) Si supponga ora che la discontinuita’ tra le impedenze Zn−1 e Zn , cosi’ come tra le impedenze Zn e ZBB 0 , sia piccola e quindi sia valida la diseguaglianza |Γn−1 Γn | 1. In tali ipotesi al denominatore della eq. (5.80) e’ possibile trascurare rispetto all’unita’ il termine in cui appare la funzione esponenziale e quindi approssimare il coefficiente di riflessione alla sezione AA0 tramite l’espressione ΓAA0 ' Γn−1 + Γn exp(−j2kn `n ) . (5.81) Attraverso la relazione approssimata (5.81) la riflessione alla sezione AA0 puo’ essere interpretata come la somma della riflessione diretta alla sezione AA0 , dovuta alla discontinuita’ introdotta dalle differenti impedenze caratteristiche delle due linee di cui Γn−1 rappresenta il coefficiente di riflessione, e della riflessione dovuta al carico con la relativa variazione di fase, ed eventualmente di ampiezza, exp(−j2kn `n ) introdotta dal tratto di linea di impedenza Zn . Se ora si considera una cascata di N tratti di linea, cosi’ come schematizzato in Fig. 5.9, e si definisce Zn+1 − Zn per n = 0, 1, . . . , N − 1 (5.82) Γn = Zn+1 + Zn Zu − ZN ΓN = (5.83) Zu + ZN θn = kn `n per n = 1, 2, . . . , N , (5.84) 118CAPITOLO 5. APPLICAZIONI DELLA TEORIA DELLE LINEE DI TRASMISSIONE – A.FRENI nell’approssimazione di piccole riflessioni e’ possibile stimare il coefficiente di riflessione all’ingresso della cascata delle N linee come: ΓAA0 = Γ0 + Γ1 exp(−j2θ1 ) + Γ2 exp(−j2θ1 ) exp(−j2θ2 ) + . . . + + . . . + ΓN N Y exp(−j2θi ) . (5.85) i=1 Si consideri ora il caso in cui le linee siano prive di perdite, Zn = Rn , e la lunghezza `n sia scelta in modo tale che la lunghezza elettrica di ogni linea risulti identica, cioe’ θn = βn `n = θ per n = 1, 2, . . . , N . In tali ipotesi ΓAA0 (θ) = Γ0 + Γ1 exp(−j2θ) + Γ2 exp(−j4θ) + . . . + ΓN exp(−j2N θ) . (5.86) Si assuma inoltre che i coefficienti di riflessione risultino simmetrici1 , cioe’ Γ0 = ΓN , Γ1 = ΓN −1 , Γ2 = ΓN −2 , . . . ; cio’ permette di scrivere il coefficiente di riflessione alla sezione AA0 nella forma: ΓAA0 (θ) = exp(−jN θ) {Γ0 [exp(jN θ) + exp(−jN θ)] +Γ1 [exp(j(N − 2)θ) + exp(−j(N − 2)θ)] + . . . } , (5.87) dove l’ultimo termine in parentesi graffa risultera’ Γ N per N pari mentre 2 Γ N −1 [exp(jθ) + exp(−jθ)] per N dispari. In particolare la relazione (5.87) 2 puo’ essere riscritta nella forma di serie finita di Fourier sia per N pari ΓAA0 (θ) = 2 exp(−jN θ) {Γ0 cos [N θ] + Γ1 cos [(N − 2)θ] 1 + . . . + Γn cos [(N − 2n)θ] + . . . + Γ N 2 2 , (5.88) o . (5.89) che per N dispari ΓAA0 (θ) = 2 exp(−jN θ) {Γ0 cos [N θ] + Γ1 cos [(N − 2)θ] + . . . + Γn cos [(N − 2n)θ] + . . . + Γ N −1 cos θ 2 L’importanza del risultato risiede nel fatto che, scegliendo opportunamente i coefficienti di riflessione Γn , che coincidono con i coefficienti della serie di Fourier, e un numero N sufficiente di sezioni, e’ possibile sintetizzare qualsiasi andamento del coefficiente di riflessione ΓAA0 in funzione della frequenza f a cui la lunghezza elettrica θ e’ legata dalla relazione f = θvfn /2π`n , dove con vfn si e’ indicata la velocita’ di fase misurata in una qualsiasi sezione n. 1 Tale ipotesi non implica tuttavia un andamento simmetrico delle impedenze Rn .