Zuccheri, lipidi e proteine: quale ruolo nell`acne?

Zuccheri, lipidi e proteine: quale ruolo nell’acne?
Emanuela Camera
Laboratorio di Fisiopatologia Cutanea/Centro Integrato di Ricerca Metabolomica - Istituto Dermatologico San Gallicano (IRCCS),
IFO, Roma
Negli ultimi anni si sta assistendo ad una rinnovata attenzione alle relazioni che legano l’acne alle
abitudini alimentari. Questa tendenza, spinta anche dai media e da interessi commerciali, ha
cambiato notevolmente la percezione dei consumatori nei confronti dell’importanza della dieta
nell’acne. Sempre più frequentemente i pazienti e i loro familiari chiedono consigli nutrizionali al
dermatologo che si trova a confrontarsi con una grande quantità di studi epidemiologici che
appaiono nella letteratura scientifica, pseudoscientifica e non scientifica. Nonostante la mole di
informazioni non esistono linee-guida basate sull’evidenza per rispondere scientificamente
all’aumentata esigenza di ricevere indirizzi di comportamento dietetico da parte del paziente
acneico. Dagli stili dietetici dipendono l’apporto di calorie, di macro- e micro-nutrienti e di acidi
grassi essenziali. Confinando il nostro interesse a macronutrienti quali zuccheri, lipidi e proteine
che sono fondamentali per l’apporto energetico e l’anabolismo, il quadro si presenta già molto
complesso. Da studi recenti emerge che gli stili alimentari propri dei paesi industrializzati possano
porre le condizioni per lo sviluppo dell’acne. Quello che si pensa comunemente è che sia la carenza
di micronutrienti, vitamine, antiossidanti ed acidi grassi essenziali a predisporre ad un’aumentata
risposta infiammatoria cutanea. Ad una’analisi più attenta risulta chiaro come invece l’apporto di
macronutrienti sia fortemente condizionato nell’alimentazione odierna. Gli zuccheri o carboidrati, la
fonte principale di energia, vengono forniti attraverso alimenti raffinati e poveri di fibre. I grassi
provengono da materie alimentari elaborate e modificate in modo da adattarsi alle esigenze
produttive dell’industria alimentare e della grande distribuzione. Le principali fonti di proteine quali
carne e latte provengono da allevamenti intensivi con la conseguenza che i derivati alimentari
risultano arricchiti in fattori di crescita ed ormoni che esercitano effetti biologici significativi
sull’intero organismo e sulla ghiandola sebacea.
L’acne è maggiormente osservata in coincidenza con lo sviluppo puberale, anche se stiamo
assistendo ad un aumento della patologia anche in età post-adolescenziale ed adulta. E’ noto che in
adolescenza avvengano dei cambiamenti fisiologici funzionali all’accrescimento quali l’aumento
dei livelli di insulina e di insulin-growth factor-1 (IGF-1).
L’insulino-resistenza si verifica quando l’increzione insulinica si associa ad un’alterata risposta
periferica all’ormone. L’iperinsulinismo stimola la sintesi di ormoni androgeni dando luogo ad un
sinergismo sulla stimolazione della ghiandola sebacea e la comedogenesi. L’iperinsulinemia
aumenta i livelli di IGF-1 libero e diminuisce i livelli della sua proteina di legame IGFBP-1.
Ancora, l’iperinsulinismo porta all’aumento di EGF e TGF-beta che a loro volta inducono un
aumento di acidi grassi non esterificati (NEFA) nel plasma che esercitano effetti pro infiammatori a
livello cutaneo. Diversi studi evidenziano una prevalenza di insulino-resistenza nei soggetti affetti
da acne anche in età adulta. L’IGF-1 è il maggiore indiziato nell’associazione tra acne e assunzione
di latte. Questo ormone proteico esercita diversi effetti sovrapponibili all’insulina, tra cui
l’induzione della sintesi androgenica e la stimolazione della crescita dei sebociti. Alcuni studi sono
in favore, mentre altri sono a sfavore, di un legame tra dieta ad alto contenuto di grassi ed
insulinoresistenza. E’ generalmente accettato che la secrezione sebacea sia un fattore patogenetico
chiave dell’acne. E’ stato ipotizzato che alimenti ricchi di grassi e di zuccheri possono esacerbare
l’acne favorendo la produzione di sebo più comedogenico per effetto dell’aumento di lipidi pro
infiammatori e del cambio della fluidità che favorisce l’ostruzione del follicolo. In attesa di trials
clinici più accurati che forniscano evidenze scientifiche attendibili sul ruolo della dieta nell’acne,
possiamo ipotizzare un effetto convergente di zuccheri, lipidi e proteine sul segnale insulinico che
media la comparsa dell’acne nell’adolescente e nell’adulto.