SINTESI DELL’INTERVENTO DELLA PROF.SA DESANKA RASKOVIC L’acne è una patologia estremamente diffusa ed in continuo incremento: colpisce sia l’uomo che la donna in ogni fascia di età. Vi sono casi di sviluppo in età prepuberale, intorno agli 8-9 anni, così come donne che presentano questo problema anche in menopausa. Il picco si verifica fra i 18 e i 25 anni. Le cause sono diverse e molteplici e non solo di tipo ormonale. Possono coesistere problemi della ghiandola surrenale, ovarici – ad esempio la sindrome dell’ovaio micropolicistico – e altri disturbi che appartengono comunque allo stesso gruppo di malattie, come l’alopecia androgenetica. Un importante fattore è lo stress, che può peggiorare la situazione in persone già predisposte a sviluppare acne. L’obesità è una condizione che può incrementare il problema, perché il tessuto grasso agisce come un organo endocrino che va ad incrementare l’androgenismo sia del surrene che delle ovaie. Infine esercitano un’influenza anche fattori esterni, ambientali come l’utilizzo di cosmetici inadeguati, l’inquinamento atmosferico, il contesto lavorativo – sono particolarmente “a rischio” gli ambienti con alta densità di idrocarburi o olii – per finire con il “falso amico”: il sole. È infatti ancora molto radicata la convinzione che l’esposizione al sole sia benefica, perché nell’immediato il paziente avverte un miglioramento: la pelle è più “asciutta” e il colorito migliora. Ma in autunno arriva il disastro. L’acneico infatti manifesta un’ipercheratosi, cioè uno strato superficiale dell’epidermide già naturalmente particolarmente ispessita. L’azione del sole spinge la pelle a “proteggersi”, creando un’ulteriore barriera, con un aumento della cheratina in superficie a formare una sorta di “tappo”. In periodo autunnale, quando la seborrea aumenta perché si produce più grasso, si può verificare una degenerazione e la formazione di lesioni di vario genere, che riattivano l’acne. A questo si aggiunge poi che questa stagione segna la ripresa della scuola o degli esami universitari, situazione di forte stress che può peggiorare la secrezione di sebo e di conseguenza l’acne. In persone predisposte, la scelta dell’estroprogestinico giusto è fondamentale. Non bisogna infatti credere che tutti siano efficaci per migliorare l’estetica della pelle, anzi. Se si sbaglia approccio la situazione può addirittura peggiorare. Se il progestinico possiede un’azione androgenizzante può scatenare l’acne in una persona a tendenza seborroica, in cui magari non si sarebbe mai manifestata. Bisogna quindi scegliere un progestinico ad azione anti-androgenica, che può invece essere curativo. Ecco perché è importante che anche i ginecologi siano informati e sensibili rispetto al problema acne, così da poter consigliare la donna nel migliore dei modi – ovviamente in sinergia con il dermatologo. In realtà queste due figure professionali fino ad oggi hanno spesso viaggiato su binari separati, scollegati: i dermatologi non si dedicavano molto all’aspetto ormonale, i ginecologi viceversa tendevano a trascurare o sottovalutare il problema e le sue implicazioni per la donna. In verità l’acne rappresenta un’importante indicatore per evidenziare possibili problemi ormonali o ovarici, e non è mai troppo presto per approfondirne le cause. Già a 13-14 anni è opportuno indagare le possibili cause del problema. In generale per tenere “sotto controllo” il problema bisogna porre attenzione alla detersione: un altro diffuso luogo comune è che la pelle grassa vada “aggredita”. Nulla di più sbagliato. Bisogna invece utilizzare sempre prodotti emollienti, tipo il latte detergente ed evitare i tonici – soprattutto se a base di alcol. Attenzione anche all’acqua: ne va utilizzata una povera di calcio. Meglio quindi una minerale rispetto a quella di rubinetto. Esistono poi dei prodotti per uso esterno molto efficaci, come ad esempio l’acido retinoico e si deve sempre mantenere una buona idratazione. Le pelli grasse infatti, contrariamente a quanto si pensa, sono disidratate e bisogna quindi andare a contrastare questa caratteristica. Se si seguono questi accorgimenti è possibile utilizzare cosmetici e anche mangiare più o meno ciò che si vuole, con l’accortezza di evitare particolari integratori che vanno a peggiorare il problema: fra questi la vitamina B12 e l’acido folico (tranne per donne in gravidanza o che lo stiano assumendo per curare altre particolari patologie). Non vanno utilizzate di routine pomate a base di cortisone, che sono deleterie: sembra esercitino al momento un’azione antinfiammatoria ma invece possono creare sul viso danni da steroide anche molto gravi. DR.SSA DESANKA RASKOVIC, DIRETTORE SECONDA DIVISIONE DERMATOLOGICA ISTITUTO DERMOPATICO DELL’IMMACOLATA DI ROMA