Voli reali di Lara Bizzarri Verranno coi loro passi intermittenti e i loro versi antichi a tirare il filo del nostro volo incerto, a reggere il decollo a noi ignoto. Verranno e ci insegneranno la musica e l’amore, giovani e piccoli cuori dell’infinito, vecchi saggi delle vie battute. Verranno da sud, passeranno da nord, con fare maestro e incrollabile, sicuri del silenzio, cullati dai rumori, lucenti e irremovibili. Verranno arpeggiando coi becchi le melodie che l’acqua fa sfiorando l’aria, alzandosi oltre il sole tra miriadi di fiammelle. Verranno e mai si spegnerà il loro bagliore, verranno e continueranno a venire. Verranno tra le tempeste e la noiosa afa, a sfatare carestie e veleni, a sfilare impettiti e umili. Verranno inermi e fortissimi, giocando con le battaglie, combattendo per altre realtà. Verranno e leggeri partiranno, nel mezzo del visibile, celati e manifesti, eterei ed evanescenti. Verranno senza scudo e senza spada, a testa alta e occhi vigili, nella primavera attenta ed esigente a narrare di ritorni. Verranno attraversando mari, capeggiando navi e flutti, indicando i campi, salvando i moribondi, riscattando le correnti. Verranno e saranno accolti da fronde maestose e solidi guardiani, da rigonfi laghi e sponde umidicce. Verranno e sarà già domani, o forse l’anno venturo, e tutto si seccherà e tutto comincerà. Quattro stagioni di Lara Bizzarri Non interessa la pioggia, che porta foglie del passato e gocce monotone. Non interessa il vento che duella coi rami e tesse fili e legami. Non interessa la nebbia, col suo manto bugiardo e l’occhio di vetro. E non interessa nemmeno il sole che non rivela ma acceca, e le vene fa seccare. Niente pausa di Lara Bizzarri Fermarsi non è consentito. Le foglie che cadono si fermano in terra, così come l’acqua dentro un catino, le auto sotto il rosso, il vento dentro al fosso. I piedi se sono stanchi, i pensieri se sono tanti, gli amori se son perduti, i facchini se sono stufi. Fermarsi non è consentito. Gli aquiloni se termina il filo, l’ubriaco se finisce il vino, le parole se non si ha voce, Gesù se è messo in croce. Fermarsi non è consentito. La sarta senza un ago, l’incantesimo senza il mago, il cane se trova l’osso, le pulci se le ha addosso. Fermarsi non è consentito. Si arresta il caldo se c’è la neve, si placa la sete quando si beve, si ferma lo sguardo se c’è il banale, si frena il canto quando ci fa male. Fermarsi non è consentito. Quando si avrà l’ultimo respiro e il tuono finale scoccherà, come se niente fosse, ci si fermerà.