Gioacchino Pompilj: una biografia

Saggistica Aracne

Manuela Marchi
Francesco E. Negro
Gioacchino Pompilj: una biografia
Copyright © MMXII
ARACNE editrice S.r.l.
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 Roma
() 
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I edizione: luglio 
A Martino Pompilj, gentiluomo d’altri tempi
Presentazione
 anni dopo “l’onorifica distinzione” concessa dalla sua città adottiva,
Spoleto, per il contributo dato, come medico, nell’epidemia colerica
del , e in occasione della ricorrenza del duecentenario della nascita,
avvenuta nel , il Comune di Giano dell’Umbria intende riparare
a questa ingiusta dimenticanza, contribuendo alla pubblicazione di
questa inedita e peculiare biografia del suo poliedrico figlio Gioacchino Pompilj, luminare nella scienza medica ma anche scrittore ispirato
e patriota, immerso e protagonista a suo modo nelle vicende del suo
tempo. Un intellettuale a tutto tondo che entra in relazione con alcuni
dei personaggi più significativi della cultura e della politica dell’epoca,
da Manzoni a D’Azeglio, da Minghetti a Verdi, uniti da una ispirazione
liberale, che stava formando più nelle coscienze che nella geografia
l’embrione della nuova Italia.
Nel solco di una ancora viva ricorrenza per i  anni dell’Unità
d’Italia e grazie al prezioso lavoro dell’associazione “Il Mascherone”
di Spoleto, viene dato alle stampe questo volume, che completa una
ricerca biografica già avviata con precedenti pubblicazioni nel  e
, cercando in questo caso di indagare il profilo più prettamente
politico del personaggio, che non si limitò a respirare l’aria di profondo cambiamento in atto nella seconda metà dell’, ma si rese
protagonista di vicende storiche, culturali e scientifiche di indiscussa
rilevanza. Il Pompilj patriota, che vive sulla sua pelle l’illusione neoguelfa legata alla parabola politica del pontificato di Pio IX, ma anche
il Pompilj medico, che fu pioniere nella diffusione della dottrina e
della pratica della medicina omeopatica, e il Pompilj intellettuale, non
solo scrittore ma fondatore di numerose riviste culturali tra Spoleto
e Roma, aperto sul mondo, ci restituiscono l’immagine di un uomo
dalla forte personalità, rigoroso e mai conformista.
Non poteva, un animo così eclettico, nascondere le sue origini. Pur
pellegrino in Spoleto e in Roma, viaggiatore oltre i confini dello Stato
Pontificio, mantenne sempre un rapporto privilegiato con la sua fami

Gioacchino Pompilj: una biografia
glia e la sua terra. Dapprima seguendo la sua esuberante ispirazione
culturale, divenendo con la sua rivista «strenne umbre» un faro per
i giovani letterati umbri, poi contribuendo alla formazione di quel
nucleo di “valentuomini che si adoperarono al vero risorgimento dell’Italia”,
alla cui causa “consacrò la sua intelligenza e le sue forze senza restrizione
e senza riguardi” almeno per un decennio, ed infine distinguendosi
nell’arte medica insieme ad altri pionieri dell’omeopatia umbra come
Francesco Talianini di Trevi e Agostino Mattòli di Bevagna, a cui si deve l’istituzione della prima condotta omeopatica dello Stato Pontificio
nel .
E proprio sulle pagine di una delle sue più importanti “creature”,
quella “Rivista Omiopatica” che per oltre  anni divenne strumento di testimonianza scientifica e filosofica della “scuola Hahnemanniana”, nonché della propagazione in Italia e in Europa del metodo
omeopatico, che troviamo una descrizione quanto mai pertinente del
personaggio. Una sorta di bignami della personalità del Pompilj, non
certo frutto di uno squilibrio agiografico: “La sua fibra ferrea, l’ingegno
brillante, virile, che sembrava ringiovanire con l’avanzare in età — la prontezza di idee — la generosità di cuore, facevano di questo vegliardo un tipo
unico, un centro di intellettualità, l’essenza di un movimento scientifico.”
Il libro è ricco anche di una documentazione preziosa, frutto di
ricerche negli archivi ma anche di consultazione di preziosi materiali
e cimeli di famiglia.
Mi preme a tale proposito ricordare con affetto Martino Pompilj,
con cui, all’inizio di questo percorso, abbiamo, insieme agli autori,
condiviso l’idea della pubblicazione e che fino alla sua prematura
scomparsa, è stato prezioso mentore e fautore dell’impresa.
Un particolare ringraziamento va inoltre al Prof. Francesco E.
Negro e a Manuela Marchi, autori del presente volume.
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Sindaco di Giano dell’Umbria
Prefazione
Gioacchino Pompilj diventò socio dell’Accademia Spoletina nel 
in un periodo di rinnovamento e di rinascita per questa importante
istituzione culturale.
Oltre alla sostanziale modifica dei regolamenti, gli accademici operarono una svolta significativa, ampliando l’ambito delle loro ricerche
e favorendo la diffusione della loro attività con la pubblicazione di un
Annuario, che registrasse la vita dell’Accademia e rendesse pubblici
gli scritti più interessanti dei soci.
In precedenza gli accademici avevano rivolto la loro attenzione alla
letteratura e in particolare alla poesia, oltre che alla storia, mentre nel
primo annuario del  appare chiaro il ruolo preponderante degli
studi di agricoltura e comunque di argomenti di pubblica utilità, rispetto agli esercizi del passato giudicati ormai futili e oziosi. Fra i lavori
pubblicati compare un testo redatto dal Dott. Gioacchio Pompilj Sullo
stato dell’agricoltura nel territorio spoletino e un suo altro intervento
Intorno ad un nuovo rimedio contro le malattie delle uve.
La collaborazione di Gioacchino Pompilj si estese anche al settore che gli era più familiare, l’omeopatia, di cui aiutò la diffusione,
traducendo i manuali di Hering e di Gunther.
Questi ultimi studi suscitarono un certo scalpore non solo in ambito locale, mentre grande rilevanza ebbe una dissertazione di Pompilj,
Il colera e l’omeopatia, letta il  maggio , che risultò utilissima perché indicava mezzi di salvezza che si sarebbero rivelati indispensabili
nell’epidemia di colera scoppiata qualche mese più tardi. Nel corso di
questo luttuoso evento, che causò la morte di  spoletini, sette furono i sanitari stipendiati dal Comune, che seguirono i malati, “ai quali
deve aggiungersi il dott. Gioacchino Pompilj, medico omeopatico, che
con zelo e filantropia singolare e senza il sussidio di alcuna persona
si occupava della cura dei colerosi, massimo se poveri, e che perciò
fu gratificato dal Municipio, con una onorificenza”. Così riferisce una
cronaca del tempo , riportata in un articolo scritto da Elena Pompilj,

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Gioacchino Pompilj: una biografia
discendente di Gioacchino, che ci informa, inoltre, della sua lunga
vita attivissima e sulla sua attività anche di patriota, di letterato e di
traduttore da ben quattro lingue, inglese, tedesco, spagnolo e francese.
Negli ultimi anni dell’Ottocento, dopo la morte del Sansi, che per
anni era stato alla guida dell’Accademia, Gioacchino Pompilj fu tra i
protagonisti di un ulteriore rinnovamento dell’istituzione spoletina,
che vide l’ingresso di nuovi soci ammessi sulla base dei loro studi e
delle loro qualità, con esclusione di ogni criterio politico. Fra i nuovi
soci vanno ricordati Rinaldo Ghergi, Giuseppe Sordini e Arpago Ricci.
La collaborazione di Gioacchino Pompilj con l’Accademia Spoletina durò ininterrottamente fino alla sua morte, avvenuta nel  alla
bella età di  anni.
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Presidente dell’Accademia Spoletina
Gioacchino Pompilj: una biografia
Con la Rivoluzione francese, sotto la spinta delle idee di libertà propugnate dall’illuminismo, si sviluppa, nei popoli europei, il senso di
coscienza nazionale.
Lessing, Klopstock e Möser esaltano l’identità nazionale e la tradizione. A questi si aggiungono Goethe ed Herder scopritore della
lingua e dei canti popolari come espressione inconsapevolmente creativa dello spirito nazionale. Questa sorta di neoumanesimo rinnova il
dovere di dignità dell’uomo kantiano e diventa, con Goethe, un cosmopolitismo che, in Schiller  si fa inclinazione naturale. L’idealismo
di Fichte vede l’essere come forma spirituale eterna (l’io) che, dialetticamente produce, con atto libero, il mondo in cui l’uomo può elevarsi
spiritualmente. La natura come spirito visibile e lo spirito come natura visibile sono la stessa cosa. Lo zeitgeist porta l’uomo a volersi
determinare. Dall’illusione napoleonica si passa, così, alla lotta contro
. Lessing Gotthold Ephraim (Kamenz  – Braunschweig ), filosofo, poeta,
drammaturgo e saggista tedesco.
. Klopstock Friedrich Gottlieb, (Quedlinburg,  – Amburgo, ), poeta e drammaturgo tedesco, uno dei maggiori esponenti, insieme a Lessing, del preclassicismo tedesco
del XVIII secolo.
. Möser Justus (Osnabrück,  – ) giurista, storico e scrittore tedesco.
. von Goethe Johann Wolfgang (Francoforte sul Meno,  – Weimar, ), drammaturgo, poeta, saggista, scrittore, pittore, teologo, filosofo, umanista, scienziato, critico
d’arte e critico musicale tedesco.
. Herder Johann Gottfried (Mohrungen,  – Weimar, ), filosofo, teologo e
letterato tedesco.
. von Schiller Johann Christoph Friedrich, (Marbach am Neckar,  – Weimar, ),
poeta, filosofo, drammaturgo e storico tedesco.
. Fichte Johann Gottlieb (Rammenau,  – Berlino, ) filosofo tedesco, continuatore del pensiero di Kant e iniziatore dell’idealismo tedesco. Le sue opere più famose sono
la Dottrina della scienza, e i Discorsi alla nazione tedesca, nei quali sosteneva la superiorità
culturale della Germania incitando il suo popolo a combattere contro Napoleone.
. Zeitgeist (spirito del tempo), è una espressione che indica la tendenza culturale
predominante in una determinata epoca.
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Gioacchino Pompilj: una biografia
il tiranno e alla nascita dei nazionalismi. Von Kleist invita alla rivolta
nazionale e Arndt considera l’unità nazionale l’obiettivo delle nuove
generazioni. È la nascita del Romanticismo. La diffusione in Europa è
rapida. Da Madame de Staël, a Wordsworth, Shelley, Coleridge,
Byron e Puskin. La Germania è la più vicina al nuovo pensiero.
Infatti si applicano riforme sociali fin dal  quali l’abolizione della
servitù della gleba e statuti municipali di autonomia amministrativa,
fino alla soppressione delle corporazioni che limitavano la libertà
professionale. Nel  l’Università di Berlino è vista come centro di
libertà accademica. Ad aver stimolato tutto questo movimento è stato
l’assolutismo napoleonico. Tuttavia i sogni di libertà, anche dopo la
sconfitta di Napoleone, si infrangono rapidamente. In Spagna Ferdinando VII riprende la corona ma respinge la “Costituzione dell’anno
” proclamata a Cadice durante l’assedio di Massena e rioccupa la
Spagna all’epoca della campagna napoleonica di Russia. È proprio la
catastrofe della grande armata a infiammare le resistenze nazionali,
già preparate dal pensiero romantico. Gli Stati della Prussia orientale
costituiscono nel  una unità di milizia territoriale, organizzando
lotte di liberazione.
. von Kleist Bernd Heinrich Wilhelm (Francoforte sull’Oder,  – Berlino,
),drammaturgo e poeta tedesco.
. Arndt Ernst Moritz (Garz/Rügen,  – Bonn, ), scrittore e poeta tedesco.
. Necker Anne–Louise Germaine, baronessa di Staël–Holstein, meglio nota con il
nome di Madame de Staël, (Parigi  – Parigi ), scrittrice francese di origini svizzere
. Wordsworth William, (Cockermouth  – Rydal Mount ), poeta inglese. Assieme a Samuel Taylor Coleridge è ritenuto il fondatore del Romanticismo e soprattutto del
naturalismo inglese; nel  pubblica le Lyrical Ballads (Ballate liriche), il primo manifesto
del movimento in Inghilterra
. Shelley Percy Bysshe (Field Place,  – Viareggio ), poeta inglese, tra i
maggiori poeti romantici.
. Coleridge Samuel Taylor (Ottery Saint Mary  – Highgate ), poeta, critico
letterario e filosofo inglese. Considerato, con William Wordsworth tra i fondatori del
Romanticismo inglese
. Byron George Gordon Noel, VI barone di Byron, meglio conosciuto come Lord
Byron, (Londra  – Missolungi ), poeta e politico inglese.
. Puškin Aleksandr Sergeevič (Mosca  – San Pietroburgo ), poeta, scrittore, filologo e drammaturgo russo. Considerato il fondatore della lingua letteraria russa
contemporanea e del romanticismo russo.
. La costituzione spagnola del , nota anche come costituzione di Cadice, è la
Carta costituzionale emanata nel  dalle Cortes, il parlamento iberico, per contrastare
l’occupazione napoleonica.
Gioacchino Pompilj: una biografia

A.S.C. Spoleto - Fogli di Famiglia - Vol. Num..(Su concessione del Ministero
per i Beni e le Attività Culturali, Aut.n. /, del // dell’Archivio di Stato
di Perugia).
Il ° luglio  Gioacchino Pompilj nasce a Giano dell’Umbria. I poliedrici aspetti della sua personalità e i suoi tanti interessi di letterato,
filosofo, giornalista, scrittore, medico, patriota, membro dell’Accademia Spoletina, cultore delle tradizioni e custode della memoria
storica umbra e dell’Italia tutta, lo rendono un personaggio di spicco
nel panorama scientifico e culturale dell’, carico di fermenti e
trasformazioni.
La battaglia della nazioni a Lipsia (– ottobre ) costringe
Napoleone a ritirarsi oltre il Reno. Crolla, così, il sistema napoleonico e vengono liberate la Germania, l’Olanda e l’Italia settentrionale.
Napoleone si ritira all’isola d’Elba che ottiene come principato. Luigi
XVIII restaura i Borboni in Francia e annuncia una Costituzione liberale, favorevole però a nobiltà a clero. Così la politica si fa di nuovo
reazionaria. Il Congresso di Vienna non decide e Napoleone sbarca a
Cannes il ° marzo  promettendo riforme democratiche. Il 

Gioacchino Pompilj: una biografia
Ritratto di Gioacchino Pompilj.
Gioacchino Pompilj: una biografia

segna, però, la sua fine. La settima coalizione lo sconfigge a Waterloo
(– giugno) ad opera di Wellington segnando la fine dei cento
giorni e l’inizio di una nuova era che viene salutata come un mondo più libero e più democratico. Questa novità viene compresa da
Murat, succeduto a Giuseppe Bonaparte, come re di Napoli. Nel
proclama di Rimini del  marzo, Murat invita gli italiani alla lotta
per l’indipendenza nazionale contro l’Austria. Murat vine sconfitto a
Tolentino. Perduto il regno di Napoli, dopo essere fuggito in Corsica,
sbarca in ottobre in Calabria per cercare di riconquistare il trono, sperando in un’insurrezione popolare. Viene invece arrestato e fucilato. Il
Regno ritorna a Ferdinando IV di Borbone che si proclama re delle
Due Sicilie con il nome di Ferdinando I°. Il Congresso di Vienna
tende a restaurare il passato ripristinando lo status prenapoleonico e il
principio di legittimità espresso da Tayllerand.
La solidarietà nella comune difesa degli interessi dei sovrani legittimi, tende a neutralizzare movimenti e idee rivoluzionarie. Il sogno
che vede Napoleone simbolo di novità e libertà si è infranto per colpa
dell’imperatore stesso che, in nome del potere, ha rigettato le promesse iniziali. La libertà è di nuovo finita. Il sogno che aveva fatto
credere a Beethoven che Napoleone avrebbe rappresentato il nuovo,
viene subito disatteso. La terza sinfonia, l’Eroica del , infatti non
gli viene più dedicata.
Il Congresso di Vienna si chiude con la fondazione della Confederazione germanica composta di  stati, sotto l’influenza austriaca. Così
i fermenti di un mondo nuovo vengono progressivamente repressi.
Tuttavia i lapilli di un fuoco di speranza si manifestano con episodi
locali che, pur se soffocati, continuano a vivere. La Serbia insorge
contro il dominio turco.
. Wellesley Sir Arthur, º duca di Wellington, (Dublino  – Walmer ), generale
e politico britannico. Comanda le forze anglo–portoghesi durante la Guerra d’indipendenza
spagnola e le forze anglo–alleate nella battaglia di Waterloo.
. Murat Gioacchino, nato Joachim Murat-Jordy (Labastide-Fortunière,  – Pizzo,
), generale francese, re di Napoli e maresciallo dell’Impero con Napoleone Bonaparte.
. de Talleyrand–Périgord Charles–Maurice, detto Talleyrand (Parigi  – Parigi
), principe, vescovo e politico, considerato gran maestro del camaleontismo.
. van Beethoven Ludwig (Bonn,  – Vienna, ) compositore e pianista tedesco.
Figura cruciale della musica colta occidentale, rappresentante di rilievo del classicismo
viennese, e considerato uno dei più grandi compositori di tutti i tempi.