Moratoria universale della pena di morte (gennaio 2008)
Questa inutile prodigalità di supplizii, che non ha
mai resi migliori gli uomini, mi ha spinto ad
esaminare se la pena di morte sia veramente utile e
giusta in un governo bene organizzato. Qual può
essere il diritto che si attribuiscono gli uomini di
trucidare i loro simili? Non certamente quello da cui
risultano la sovranità e le leggi. Esse non sono che una somma di minime porzioni
della privata libertà di ciascuno. Esse rappresentano la volontà generale, che è
l’aggregato delle particolari. Chi è mai colui che abbia voluto lasciare ad altri
uomini l’arbitrio d’ucciderlo?
C. Beccaria
La pena di morte nel mondo
Secondo i dati più recenti elaborati dall'ONG “Nessuno tocchi Caino”, i paesi che, nel
mondo, hanno deciso di abolire la pena di morte o di attuare una moratoria delle
esecuzioni sono attualmente 144: gli Stati totalmente abolizionisti sono 94 e 9 quelli
che hanno deciso di eliminare la pena capitale per crimini ordinari dai loro
ordinamenti; altri 41 paesi sono di fatto abolizionisti, non eseguendo sentenze capitali
da almeno 10 anni, mentre la Russia, paese membro del Consiglio d'Europa, ha
sospeso le esecuzioni e si è impegnata ad abolire la pena di morte. Altri 4 paesi
attuano la moratoria delle esecuzioni.
Stando ai dati di "Nessuno tocchi Caino", tra il 2004 e il 2006 si sono registrate circa
11100 esecuzioni, di cui la maggior parte in Cina. I dati ufficiali sul paese asiatico
non sono attendibili, secondo Amnesty International, in quanto coperti da segreto di
Stato, il che rende problematico il monitoraggio e l'analisi dell'applicazione della pena
nel paese.
Il Percorso compiuto dall'Europa nella lotta contro la pena di morte
Il diritto alla vita ed il divieto della tortura e di altri trattamenti crudeli, inumani e
degradanti sono sanciti in numerose dichiarazioni e convenzioni adottate a partire dal
secondo dopoguerra in ambito internazionale: la Dichiarazione universale dei diritti
dell'uomo del 1948; il Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966 il cui
secondo protocollo invita gli Stati aderenti ad abolire la pena capitale nei rispettivi
ordinamenti; la Convenzione europea dei diritti dell'uomo e delle libertà
fondamentali; lo Statuto della Corte penale internazionale che non contempla tra le
punizioni la pena di morte.
Il 1° marzo 1985 è entrato in vigore il VI Protocollo alla Convenzione europea dei
Diritti dell'Uomo del Consiglio d'Europa e dal 1997 nessuna sentenza capitale è stata
eseguita nei Paesi membri di tale organizzazione. Tutti gli Stati che intendono aderirvi
sono obbligati ad applicare una moratoria immediata delle esecuzioni e a ratificare il
Protocollo che sancisce il divieto di ricorrere alla pena capitale a prescindere dal reato
commesso dall'imputato.
L'azione politica condotta dal Consiglio d'Europa per ottenere la firma e la ratifica di
questo Protocollo da parte di tutti gli Stati aderenti ha raggiunto rapidamente il suo
obiettivo: dal 1984 l'Europa occidentale non ha più conosciuto esecuzioni capitali.
Dal 1998 l'Unione europea, nell'ambito della sua politica in materia di diritti umani,
ha deciso di rafforzare le sue attività internazionali contro la pena capitale
individuando le linee guida cui attenersi nell'ambito delle discussioni multilaterali e
bilaterali sulla materia.
La Carta dei Diritti fondamentali dell'UE,
adottata a Nizza nel dicembre 2000, è stata
proclamata solennemente a Strasburgo il 12
dicembre 2007. La Carta non sarà inclusa nel
nuovo Trattato di Riforma, ma accogliendo le
insistenze del Parlamento europeo, si farà
riferimento ad essa in un Articolo del Trattato,
conferendole così carattere giuridicamente
vincolante. Essa sancisce che «nessuno può
essere condannato alla pena di morte, né giustiziato».
L'abolizione della pena di morte, d'altra parte, è un requisito cui devono attenersi tutti
i Paesi candidati all'adesione all'Unione Europea, che devono controfirmare i due
protocolli alla Convenzione europea dei Diritti dell'Uomo del Consiglio d'Europa.
Gli Stati membri dell'Unione Europea devono inoltre astenersi dal fornire qualsiasi
forma di sostegno alle esecuzioni dei Paesi terzi. Così è stato adottato il regolamento
n. 1236 del 2005 che vieta l'importazione e l'esportazione di merci utilizzabili per le
esecuzioni capitali, le torture o trattamenti punitivi crudeli, inumani o degradanti.
L'Unione Europea per la moratoria della pena di morte
Nell'ultimo anno, l'Unione Europea si è molto impegnata nella lotta contro la pena di
morte allo scopo di ottenere, attraverso una risoluzione delle Nazioni Unite, una
sospensione mondiale immediata ed incondizionata delle esecuzioni capitali nei paesi
in cui è ancora applicata questa forma disumana di punizione.
L'Unione Europea ritiene che l'abolizione della pena di morte possa contribuire alla
promozione della dignità umana e allo sviluppo progressivo dei diritti umani in tutto il
mondo.
•
L'azione italiana a favore della moratoria della pena capitale
A partire dal 1994, il Governo italiano si è battuto in prima linea perchè l'Assemblea
Generale delle Nazioni Unite approvasse una risoluzione contro la pena di morte.
Grazie all'insistenza dell'Italia, nel dicembre 2006, i Ministri degli Esteri dell'UE
hanno dichiarato che il Consiglio «si oppone fermamente alla pena di morte in
tutti i casi» e che «continuerà a prodigarsi per incoraggiare i paesi che ancora
conservano la pena capitale ad abolirla» e «solleverà nuovamente la questione in
tutte le sedi pertinenti» . In conseguenza di tale presa di posizione, il 20 dicembre
2006 è stata presentata all'Assemblea delle Nazioni Unite una “Dichiarazione sulla
pena di morte" predisposta dall'UE e sottoscritta da 85 paesi.
L'Italia ha successivamente insistito sulla necessità di dare maggiore concretezza a
tale Dichiarazione, invitando i firmatari, in sede ONU, a sostenere l'abolizione della
pena capitale e a insistere quanto meno per una sua moratoria. Nel gennaio 2007, il
Governo italiano e il Consiglio d'Europa in stretta collaborazione hanno insistito
perchè la Presidenza di turno tedesca, a New York, desse nuovo impulso alla
riapertura del dibattito sulla pena capitale e proponesse la moratoria universale della
pena di morte.
Il Parlamento Europeo, nella seduta plenaria del 1 o febbraio 2007, ha approvato la
risoluzione P6_TA(2007)0018 che appoggia la moratoria universale della pena
capitale, chiedendo la sospensione mondiale immediata ed incondizionata delle
esecuzioni in tutto il mondo attraverso l'intervento delle Nazioni Unite. L'Assemblea
parlamentare, adottando a larga maggioranza la risoluzione, ha evidenziato come
l'appello a una moratoria universale in materia di pena di morte costituisca «un passo
strategico verso l'abolizione della pena capitale in tutti i paesi del mondo». Il
Consiglio e la Commissione sono stati poi invitati a cogliere ogni possibile occasione
futura per appoggiare la formazione di coalizioni regionali contro la pena di morte.
Il 27 settembre 2007 i deputati europei hanno adottato la risoluzione P6_TAPROV(2007)0418 per esortare la Presidenza UE e i Paesi membri, a presentare alla
sessantaduesima Assemblea Generale delle Nazioni Unite, una proposta di risoluzione
sulla moratoria; inoltre, con tale risoluzione, le istituzioni europee hanno proclamato
il 10 ottobre "Giornata europea contro la pena di morte " e hanno invitato il
governo polacco (l'unico voto contrario in seno al Consiglio) a sostenere pienamente
questa iniziativa che rispecchia valori fondamentali
dell'Unione europea.
Il Presidente del Parlamento europeo, Hans-Gert
Pöttering, nella seduta plenaria del 10 ottobre 2007, ha
avuto parole dure contro la pena capitale sottolineando
che essa deve essere considerata «una grande violazione
dei diritti umani» e in particolare del diritto alla vita, e ha
ribadito fermamente l'opposizione del Parlamento a
questo tipo di castigo.
Il Presidente Pöttering ha rivolto un nuovo appello a quei paesi in cui
è ancora praticata la pena capitale invitandoli a seguire l'esempio
dell'Europa e a firmare e ratificare il secondo protocollo facoltativo
del Patto internazionale sui diritti civili e politici e a sottoscrivere il
protocollo n. 13 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti
dell'uomo e delle libertà fondamentali, relativo all'abolizione della
pena di morte (risoluzione P6_TA(2007)0166).
Il 15 novembre 2007, la Terza Commissione dell'Assemblea
Generale ha adottato, ad ampia maggioranza, il testo della risoluzione per la moratoria
della pena capitale nel mondo. Dopo decenni di inerzia e di sconfitte nella battaglia
intrapresa dai paesi abolizionisti, le Nazioni Unite hanno deciso di agire e procedere
verso una moratoria universale delle esecuzioni capitali.
Si è trattato di un passo decisivo in avanti verso l'adozione definitiva della risoluzione
da parte dell'Assemblea Generale: il 18 dicembre 2007, è stata approvata la moratoria
contro la pena di morte nel mondo con 104 voti a favore, 54 contro e 29 astenuti.
Ultime novità
La campagna per la moratoria della pena di morte ha dato, ancora prima della ratifica
della risoluzione ONU, nuovo impulso alla lotta contro le esecuzioni, soprattutto negli
Stati Uniti, dove, d al settembre del 2007, vige un regime di moratoria di fatto delle
esecuzioni: la Corte Suprema ha, infatti, certificato l'incostituzionalità del sistema
dell'iniezione letale, l'unico ormai in vigore tranne che in Nebraska.
Il 13 dicembre 2007 il governatore dello stato del New Jersey (USA),
Jon S. Corzine, ha abolito ufficialmente la pena di morte, sebbene le
esecuzioni in questo paese non fossero praticate ormai da anni.
Alcune iniziative
La moratoria della pena di morte e delle esecuzioni capitali si è ottenuta anche grazie
ad iniziative non propriamente politiche, come la Maratona di New York , che ha dato
un forte sostegno alla lotta contro la pena capitale. All'iniziativa hanno aderito anche
la Maratona di Torino e la Maratona di Venezia i cui comitati organizzativi hanno
fornito a tutti i partecipanti e agli appassionati che l'hanno seguita una pettorina con la
scritta “Stop the death penalty” ed il logo dell'associazione Nessuno tocchi Caino.
La comunità di Sant'Egidio, in collaborazione con le più
importanti associazioni internazionali che si battono contro la
pena di morte nel mondo, riunite nella World Coalition
Against Death Penalty (WCADP), ha lavorato negli ultimi
anni alla sensibilizzazione della comunità internazionale.
Il 30 novembre 2002 è stata convocata la Prima Giornata Mondiale Contro la pena di
morte; in segno di adesione, in quella occasione moltissime città del mondo hanno
illuminato, e continuano a farlo, i loro monumenti più rappresentativi.
La data del 30 novembre non è stata scelta a caso: in tale giorno, infatti, nel 1796, il
Granducato di Toscana, primo paese occidentale, abolì la pena di morte.
Fonti:
•
www.un.org;
•
www.amnesty.it;
•
www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/moratoria_pena_morte.
•
www.nessunotocchicaino.it;
•
Comunità di Sant'Egidio
WCADP