[Appunti di Optometria a.s.2015/16 classe 5G] TEST DI FORIA [ tiziano rigo [18/05/2016] ] OPTOMETRIA 5G (r.t) --------------------------------------------------------- TEST DI FORIA I test di foria sono divisi in: Test #3 (foria abituale per lontano) #8 (foria da lontano indotta dal #7) per le forie orizzontali e test #12 per la foria verticale, tutti per la zona da lontano. Test #13A (foria abituale da vicino), #13B (foria per vicino indotta dal #7), #15A (foria indotta dal #14A per vicino), #15B (foria indotta dal #14B per vicino), per le forie orizzontali e #18 per la foria verticale, tutti per la zona da vicino. Le modalità di esecuzione sono simili, varia la distanza di esecuzione. Per i test da lontano si utilizza la distanza dei 5 metri, mentre per i test da vicino si utilizzano i 40 cm. Il Test #3 o foria abituale da lontano richiede l’impiego della correzione generalmente usata dal soggetto nella visione da lontano. Neutro se il soggetto vede bene da lontano. Si proietta una linea verticale di lettere di grandezza opportuna in rapporto alla capacità visiva del soggetto e si utilizzano i prismi di Risley. Per provocare la dissociazione si pone davanti ad un occhio un prisma di 6dtp base alta e sull’altro un prisma a base interna di10 dtp. Essendosi create due immagini una a destra e una a sinistra rispetto il soggetto si agirà sul prisma base interna fino ad ottenere l’allineamento delle file verticali. Avremo quindi: ortoforia se il valore è zero exoforia se il valore è a base interna esoforia se il valore è a base esterna la previsione di questo test è di ortoforia o di 0.50 dtp in exoforia. Il Test #8 viene eseguito esattamente come il test #3, la differenza è che le lenti impiegate invece di essere la correzione abituale a distanza, sono la correzione determinata tramite il test #7. I test forici da vicino vengono eseguiti in modo molto simile. Il Test #13A la linea di lettere dei 10/10 da vicino viene spostata a 40 cm dal soggetto correggendo la distanza interpupillare del soggetto (si diminuisce di 2 mm per occhio quindi 4 mm in totale) e si utilizzano i prismi di Risley. I prismi utilizzati per lo sdoppiamento sono: 6 dtp base alta su un occhio e 15 dtp base interna. Si diminuisce quindi il potere prismatico a base interna fino ad ottenere un allineamento delle due mire verticali. Le lenti correttive inserite sono quelle abitualmente impiegate per la distanza ravvicinata. La previsione per questo test è di 6 dtp di exoforia. Il Test #13B viene eseguito esattamente nello stesso modo del #13a, utilizzando però le lenti correttive che corrispondono al test #7. La previsione è di 6 dtp di exoforia. Il Test #15A è di seguito al test #14A (cilindri crociati dissociati), e si utilizza il potere diottrico determinato tramite il test dei cilindri crociati monoculari o #14A. Si esegue come il test #13A e la previsione è di 6 dtp di exoforia. Pag 1 Bibliografia: Manuale Pratico per l’esercitazione di un Esame Visivo di Andrea Maiocchi OPTOMETRIA 5G (r.t) --------------------------------------------------------Il test #15B (foria da vicino indotta dal #14B) viene eseguito con il potere diottrico determinato tramite il #14B. L’esecuzione è come per il #13A e la previsione è di 6 dtp di exoforia. Il test #12 misura la foria verticale. La linea proiettata non è più verticale ma orizzontale e non si agisce più sul potere prismatico a base interna poiché questo valore serve per lo sdoppiamento, ma si agisce sul potere prismatico di 9 dtp base alta. Si cerca l’allineamento orizzontale delle linee proiettate e il valore letto sullo strumento è di un potere prismatico a base alta o base bassa. Il valore trovato indica: ortoforia se il valore è zero iperforia se il valore del prisma risulta bassa ipoforia se il valore del prisma risulta alta si considera l’occhio sul quale avviene la misurazione. La previsione è di ortoforia. Test adduttivi e abduttivi ad annebbiamento Nell’analisi visiva esistono dei test che permettono di misurare la “CONVERGENZA FUSIONALE”, cioè il valore della convergenza libera di accomodazione. Questi test sono eseguiti sia per la visione da lontano che per la visione ravvicinata. I test da lontano sono sempre rilevati tramite la correzione del #7 ovvero tramite il massimo rilassamento accomodativo o massima accomodazione negativa. La serie dei test fusionali ad annebbiamento sono: test #9 come test fusionale da lontano (VRP) test #16A (Vergenza Relativa Positiva da Vicino) e test #17A (Vergenza Relativa Negativa da Vicino) come test fusionali da vicino. Il test #9 viene eseguito proiettando a distanza una linea verticale di lettere per i 10/10 o per il massimo visus percepito dal soggetto. I prismi di Risley vengono posti davanti all’occhio destro e occhio sinistro azzerati. La distanza interpupillare è per lontano. Si muovono i prismi in modo di aumentare della stessa entità sia per l’occhio destro che il sinistro. La base si muove verso l’esterno determinando la convergenza degli assi visivi. Questo cambiamento produrrà nel soggetto una convergenza fusionale fino al punto in cui il soggetto non sarà più capace di vedere nitide le lettere. La comparsa del primo annebbiamento indica che la convergenza ha provocato il trascinamento della accomodazione la quale genera la sensazione di sfuocamento delle lettere, aumentando il prisma le lettere divengono sempre più annebbiate fino alla impossibilità di riconoscerle. Oltre a questo punto le lenti producono diplopia. I valori che si registrano dal primo al massimo annebbiamento sono generalmente esigui. Si registra quindi il valore del primo annebbiamento. La previsione di questo test è da 7 a 9 dtp BE. Attenzione: non esiste un annebbiamento per lontano con prismi a base interna dato che l’accomodazione negativa è completamente bloccata dal massimo potere positivo (test #7). Pag 2 Bibliografia: Manuale Pratico per l’esercitazione di un Esame Visivo di Andrea Maiocchi OPTOMETRIA 5G (r.t) --------------------------------------------------------Nei test da vicino invece è sempre presente una componente accomodativa negativa o positiva, pertanto si presenta l’annebbiamento sia nei test a base interna che nei test a base esterna. Per l’esecuzione del test #16A si utilizza una linea verticale di 10/10 ridotta ad una distanza di 40 cm. Si pongono davanti agli occhi i prismi di Risley con potere a zero e si aumentano gradatamente a base esterna fino al raggiungimento del primo annebbiamento delle lettere o si può continuare fino a totale annebbiamento. Il test #16A rappresenta il valore della convergenza relativa positiva. La sua previsione è di 15 dtp base esterna per l’annebbiamento totale. Per il test #17A si esegue la stessa procedura del test #16A , l’unica differenza è che i prismi vengano ruotati verso l’interno. E il test #17A rappresenta quindi il valore della convergenza relativa negativa o divergenza. La previsione è di 15 dtp BI per il totale annebbiamento. La denominazione “relativa” per i test #16A e test #17A si riferisce alla distanza di esecuzione dei test che è fissa a 40 cm. Quindi il valore è “relativo” a tale distanza e non per ogni distanza. Generalmente il test #16A si presenta di valore maggiore rispetto al test #17A Test fusionali di rottura e recupero della visione binoculare Questi test fusionali tracciano i limiti del campo binoculare e quindi la capacità di mantenere la fusione aumentando i poteri prismatici a base esterna ed a base interna. I test relativi alla capacità fusionale sono: test #10 (Vergenza Fusionale Positiva per Lontano) e Test #11 (Vergenza Fusionale Negativa per Lontano) per la visione a distanza. Test #16B (Vergenza Fusionale Positiva per Vicino) e Test #17B (Vergenza Fusionale Negativa per Vicino) per la visione ravvicinata. Il test #10 si esegue immediatamente dopo il test #9, alle stesse condizioni. Non ci si ferma al valore ottenuto, al valore dell’annebbiamento ma, si continua ad aumentare il prisma a base esterna fino a che si ha la rottura della fusione e quindi alla percezione da parte del soggetto di una immagine sdoppiata. Questo valore , che è il punto di rottura base esterna nella visione da lontano, viene annotato. Si aumentano poi i prismi a base esterna per provocare un buon allontanamento delle due immagini e quindi si riducono, facendo il cammino a ritroso, fino al punto in cui le due immagini si uniscono formando un'unica immagine. Questo valore prismatico da il valore del ricupero della fusione. Quindi per il test # 10 viene annotato un valore di rottura ed un valore di recupero della fusone a base esterna. Il test # 10 misura la capacità fusionale positiva. Pag 3 Bibliografia: Manuale Pratico per l’esercitazione di un Esame Visivo di Andrea Maiocchi OPTOMETRIA 5G (r.t) --------------------------------------------------------La previsione per questo test è di 19 Dtp BE per la rottura di circa la metà del valore di rotture, per il punto di recupero. Il test # 11 misura La capacità fusionale negativa. I prismi vengono riportati a 0, mentre a 6 metri è sempre proiettata una linea verticale di lettere per il massimo visus; si ruotano i prismi base interna fino allo sdoppiamento dell’immagine. Una volta ottenuto, il valore del punto di rottura viene registrato. I prismi vengono ulteriormente ruotati per aumentare la distanza delle due immagini e quindi il processo viene ripetuto all’inverso; si riduce potere prismatico base interna fino a che le due immagini diventino un'unica immagine e viene annotato il valore prismatico. L’aspettativa per il test è di 9 diottrie prismatiche base interna per il valore di rottura e la metà del valore di rottura per il ricupero. Nell’esame della Capacità Fusionale Positiva da Vicino si continua il Test #16A e con il Test #16B. La condizione è la stessa, il potere dei prismi viene aumentato bilateralmente base esterna fino al punto di rottura della fusione, cioè quando la fila di lettere a 40 cm diventa doppia. Poi si aumenta ulteriormente il potere prismatico e si ritorna indietro ai valori primitivi fino al raggiungimento della visione singola. Viene quindi registrato il punto di rottura e il punto di ricupero della fusione che, nelle aspettative è di 21 Dtp BE come punto di rottura e 2/3 di questo come punto di ricupero. Lo stesso procedimento si attua per determinare la Capacità Fusionale Negativa nel test numero #17B, l’unica differenza è che i prismi utilizzati non sono prismi base esterna (BE) ma prismi a base interna (BI). L’aspettativa per il numero #17B sono 22 Dtp BI come punto di rottura e ¾ di questo valore come punto di ricupero. Pag 4 Bibliografia: Manuale Pratico per l’esercitazione di un Esame Visivo di Andrea Maiocchi OPTOMETRIA 5G (r.t) --------------------------------------------------------- Variazione per i test eseguiti a 40 cm. I test per la visione ravvicinata adduttivi, abduttivi e fusionali: #16A, #16B, #17A, #17B #18 (Foria e Duzioni Verticali per vicino) e di accomodazione relativa #20 e #21, vengono eseguiti generalmente con le lenti del test # 7: esistono casi in cui può essere preferibile o necessario utilizzare lenti di potere diverso dal #7, esse vengono denominate “lenti di controllo”. Non è possibile utilizzare il #7, per eseguire i test citati, in caso di soggetti che non hanno una buona visone ravvicinata con lo stesso potere impiegato per lontano come i presbiti ed alcuni ipermetropi; si utilizzano quindi i dati del #14B che, essendo in questi soggetti di valore più positivo del # 7, permettono di effettuare correttamente i test. Come “lenti di controllo”.può essere utilizzata la lente abitualmente impiegata dal soggetto per vicino oppure un valore neutro; ciò avviene per i soggetti miopi che non impiegano gli stessi occhiali da lontano e per leggere oppure, che non usano occhiali da vicino In questi casi anche se la visione ravvicinata è nitida, si utilizza per l’esame il valore che abitualmente il soggetto impiega per le attività da vicino. Ci si comporta nello stesso modo qualora un soggetto ipermetrope o miope utilizzi due occhiali diversi. Si annota sulla scheda alla voce controllo quali lenti sono state usate per i test da vicino. Se i utilizza il test # 7 che è il valore utilizzato di routine, nulla si annota alla voce controllo. Nei bambini o in particolari casi può essere necessario eseguire tutti i test da vicino ad una distanza diversa dall’usuale, per chi a esempio è costretto a lavorare molto da vicino o più lontano. Se la distanza impiegata è diversa si deve annotarla sulla scheda d’esame, per il quale si prevede la distanza standardizzata. Pag 5 Bibliografia: Manuale Pratico per l’esercitazione di un Esame Visivo di Andrea Maiocchi