Modelli equivalenti del BJT Per lo studio delle applicazioni circuitali del BJT, si è reso opportuno formulare dei modelli equivalenti del dispositivo che servissero a rappresentare in modo conveniente il suo comportamento all’interno dei circuiti. A seconda del tipo di applicazione (amplificazione di piccoli segnali oppure commutazione on-off) si usano modelli diversi, ma precedentemente all’adattamento alle specifiche condizioni di misura, è stato formulato un modello generale del dispositivo, detto modello di Ebers-Moll che evidenzia la condizione di accoppiamento tra le giunzioni che lo costituiscono. Pertanto nel seguito vedremo: 1) Modello di Ebers-Moll 2) Modello π (piccoli segnali) 3) Modello di Gummel-Poon (commutazione) Modello di Ebers-Moll Consideriamo le espressioni generali delle correnti nel BJT (valide per qualunque polarizzazione e in qualunque condizione di misura). qV EB kT qVCB kT I = a (e − 1) − b(e − 1) I = b(e − 1) − a (e − 1) I = (a − b )(e − 1) + ( a − b)(e E E qVEB kT qVCB kT C B qVEB kT C E qVCB kT C − 1) Con qualche piccola modifica, le equazioni possono essere riscritte nel seguente modo: I E = a E (e qVEB kT b IC = a E (e aE b − 1) − aC ( e aC qVEB kT − 1) − aC ( e b I B = (1 − ) aE (e aE qV EB kT qVCB kT qVCB kT − 1) − 1) b − 1) + (1 − ) aC ( e aC qVCB kT − 1) da cui, definendo opportunamente delle nuove costanti, si trova : I F0 = a E ; I R0 = aC ; α F = I F = IF 0 (e I E = I F 0 (e qV EB kT qV EB kT I C = α F I F 0 (e b b ;α R = aE aC − 1); I R = I R 0 (e − 1) − α R I R 0 (e qV EB kT − 1) − I R 0 (e I B = (1 − α F ) I F 0 (e qV EB kT qVCB kT qVCB kT qVCB kT −1) −1) −1) − 1) + (1 − α R ) I R 0 (e qVCB kT − 1) Modello di Ebers-Moll Ovvero: IE = IF −αRIR IC = α F I F − I R I B = (1 − α F ) I F + (1 − α R ) I R L’interesse del modello consiste nella descrizione del transistor come un circuito con due diodi ideali contrapposti, ciascuno in parallelo con un generatore ideale di corrente avente verso opposto alla diretta del diodo e con valore proporzionale alla corrente dell’altro diodo. Inoltre, dalle definizioni risulta che: α F I F 0 = α R I R0 Relazione di reciprocità Per cui, nota la temperatura, è sufficiente specificare il valore di 3 su 4 tra i parametri che compaiono nella relazione per descrivere completamente il dispositivo. Inoltre si noti come αF e αR coincidano con i fattori di amplificazione in base comune per la attiva diretta e inversa. αF αR Analogamente : βF = e βR = 1 − αF 1 − αR Modello per piccoli segnali (π π) Analogamente a quanto visto per la giunzione pn, si è sviluppato un modello di circuito equivalente anche per il transistor bipolare. Tale modello è di interesse per la sola regione attiva (ovvero quando si usa il dispositivo nella sua funzione di amplificatore di segnale). In tal caso, come si è visto, è la variazione del segnale in ingresso a produrre in uscita la stessa variazione, moltiplicata per un fattore costante. Perciò, per analizzare la risposta del dispositivo ad un piccolo segnale, occorrerà immaginare di applicare tra i terminali di ingresso, E e B, una tensione che è la somma di una parte costante e di una tempo-variante, la cui ampiezza è, per definizione, piccola. Al variare di VEB sarà il profilo di concentrazione dei minoritari della base a variare e questo darà origine ad una variazione della corrente da essi prodotta. In prima approssimazione, si considera il segnale tempovariante sovrapposto abbastanza lento, in modo che si possa ipotizzare che, istante per istante, il profilo pB – pB0 segua le variazioni della tensione. Modello per piccoli segnali (π π) Notazioni: Valore complessivo = Valore DC iE = I iB = I + Valore AC ≈ E + iE ≈ B + iB ≈ iC = I C + iC v EB = V ≈ + v EB EB ≈ v CB = V CB + v CB Perciò, in regione attiva: ≈ iE ≅ I F 0 e qV EB kT e q v EB kT ≈ iC ≅ α F I F 0 e qV EB kT e q v EB kT ≈ i B = (1 − α F )I F 0 e qV EB kT e q v EB kT Modello per piccoli segnali (π π) ≈ Se v EB è piccola, si può sviluppare in serie l' esponenzia le : ≈ q v q v EB kT e ≈1+ kT da cui : ≈ q v EB qI C ≈ i C = I C (1 + ) = IC + v EB = kT kT ≈ ∂IC = IC + v EB ∂ V EB V ≈ EB EC ≈ q v EB qI B ≈ i B = I B (1 + ) = IB + v EB = kT kT ≈ ∂I B = IB + v EB ∂ V EB V EC Modello per piccoli segnali (π π) Si ottiene pertanto che: ≈ ≈ iB = g EB iC = g m ≈ v EB ≈ v EB Dove gEB e gm sono rispettivamente la conduttanza di ingresso e la transconduttanza del dispositivo.