1) È possibile spiegare la coscienza? Coscienza fenomenica Almeno alcuni stati mentali sono accompagnati da un “effetto in prima persona” (what it is like), qualcosa che si prova nel trovarsi in quello stato mentale. Questo effetto in prima persona non è catturabile in alcun modo da un ruolo funzionale/causale, perché: - è intrinseco allo stato stesso - è in prima persona, quindi soggettivo A volte ci si riferisce a questo carattere degli stati mentali con l’espressione “quale” (l’aspetto fenomenico degli stati mentali è un carattere puramente qualitativo). Coscienza fenomenica Nel caso delle sensazioni l’aspetto qualitativo non è soltanto chiaramente presente, ma si direbbe dominante. Per esempio, ciò che caratterizza in prima istanza il dolore sembra essere il fatto che fa male, non che esso ha un ruolo causale. Il problema sollevato dalla coscienza fenomenica viene considerato dai più l’ostacolo più serio (forse insormontabile) per il fisicalismo. Kim, ad esempio, non pensa che gli stati di coscienza fenomenica siano riducibili a stati fisici. L’hard problem Perché e in che modo che un dato processo neurofisiologico dà luogo a un certo stato di coscienza fenomenica? Secondo diversi autori (es. Chalmers, Chomsky, Levine, McGinn, …) a queste domande non siamo in grado di dare una risposta per ragioni di principio. E’ un problema o intrinsecamente insolubile o la cui soluzione richiede una profonda revisione concettuale “LACUNA ESPLICATIVA” La lacuna esplicativa Le spiegazioni della coscienza offerte da una neuroscienza idealmente completa non sarebbero comunque in grado di dare una risposta alla domanda: perché un certo evento cerebrale è accompagnato da coscienza fenomenica? Non potevamo essere fatti in modo da produrre identiche risposte comportamentali senza provare alcunché, senza essere fenomenologicamente coscienti? Tre modi di declinare la lacuna esplicativa Misterianismo (McGinn, Nagel, Chomsky): Non siamo in grado, per limitazioni intrinseche alla nostra natura, di comprendere la coscienza. Naturalismo non materialistico (Chalmers) La coscienza non è un fenomeno fisico ma è un fenomeno naturale. Le leggi psicofisiche riguardanti la coscienza sono leggi fondamentali. Dualismo antinaturalistico (Kripke, religioni rivelate) La coscienza non è spiegabile in linea di principio dalle scienze della natura perché non è un fenomeno naturale. MA LA LACUNA ESPLICATIVA C’E’ DAVVERO? Argomenti per la lacuna esplicativa - - Argomento degli zombie (metafisico) Argomento di Mary (epistemologico) Argomento dell’incommensurabilità tra prima e terza persona Argomento dell’assenza di spiegazione Argomento degli “zombie” (Chalmers 1996/Kripke 1980) P1) E’ concepibile che esistano esseri fisicamente identici a noi ma privi di coscienza fenomenica P2) Ciò che è concepibile (= logicamente possibile) è metafisicamente possibile (= possibile tout court) P3) Se possono esistere zombie, allora le proprietà fisiche non implicano le proprietà fenomeniche (P4) Le spiegazioni hanno la forma di implicazioni- è necessaria questa premessa non esplicitata da Chalmers?) C) La coscienza fenomenica non è spiegabile sulla base di proprietà fisiche Argomento degli “zombie” (Chalmers 1996/Kripke 1980) Dalla possibilità dell’esistenza di zombie segue che la coscienza fenomenica non è riducibile né sopravviene (logicamente) a proprietà fisiche. DUALISMO (o, eventualmente, monismo non fisicalistico) P1 e P2 suggeriscono inoltre che la coscienza possa essere un epifenomeno, un side-effect. Argomento degli “zombie” (variante: Chalmers 2010) P1) Un mondo di zombie (= un mondo fisicamente identico al nostro, ma privo di coscienza fenomenica) è concepibile. P2) Ciò che è concepibile è possibile Quindi: P3) Un mondo di zombie è possibile P4) Se un mondo di zombie è possibile, allora qualsiasi versione di materialismo è falsa C) Il materialismo è falso (in qualsiasi versione) L’argomento di Kripke contro la teoria dell’identità P1) E’ concepibile che il dolore non sia identico alla stimolazione delle fibre-C. P2) Ciò che è concepibile è possibile Quindi: P3) E’ possibile che il dolore non sia la stimolazione delle fibre-C (= che quando le fibre-C sono attivate, non ci sia dolore, o vi sia una sensazione diversa dal dolore) C) Il dolore non è una proprietà cerebrale Argomento degli “zombie” (variante: Chalmers 2010) Giustificazione di P4: Per il materialismo (o fisicalismo) ogni oggetto o proprietà del mondo dipende ontologicamente da oggetti e proprietà fisiche, cioè è da questi determinato. Quindi un duplicato fisico del nostro mondo, cioè un mondo fisicamente identico al nostro, è anche identico sotto ogni altro aspetto: non può esserci un mondo fisicamente identico al nostro ma con proprietà, ad es. fenomeniche, differenti. (se il materialismo fosse vero, Dio non avrebbe bisogno di creare la coscienza dopo che ha creato il mondo fisico, perché la coscienza sorgerebbe “da sé”, cfr. Kripke 1970). Che cosa dimostra, esattamente, l’argomento degli “zombie”? Il materialismo è una tesi ontologica o metafisica. La lacuna esplicativa non è una tesi ontologica, bensì una tesi riguardante il piano della spiegazione. Infatti il materialismo potrebbe essere vero anche se non disponessimo di una spiegazione materialistica soddisfacente (= anche se c’è una lacuna esplicativa, il materialismo potrebbe ancora essere vero) Tuttavia: Se il materialismo è falso, allora a fortiori non c’è una spiegazione materialistica della coscienza, quindi c’è lacuna esplicativa. La premessa P4 della prima versione dell’argomento di Chalmers è irrilevante per la conclusione. Argomento di Mary, o della conoscenza (Jackson 1982) P1) Mary sa tutto ciò che vi è da sapere sulla percezione del colore. P2) Mary non ha mai avuto l’esperienza del colore P3) Quando Mary fa l’esperienza del colore impara qualcosa di nuovo C) La coscienza fenomenica trascende qualsiasi conoscenza/spiegazione scientifica Argomento dell’incommensurabilità (Nagel 1974) La conoscenza (anche ideale) di come funziona l’ecolocazione nei pipistrelli non ci dice che cosa si prova ad essere un pipistrello – non consente di predire se e che cosa “sente” un pipistrello che percepisce un certo tipo di ostacolo. La natura (qualitativa, fenomenica) di uno stato in prima persona non è deducibile (spiegabile, predicibile) da nessuna teoria scientifica. L’unico modo di conoscere la natura di uno stato fenomenico è provarlo in prima persona. Argomento dell’assenza di spiegazione (Chalmers 1996) P1) Le spiegazioni fisiche spiegano al più struttura e funzione P2) Spiegare struttura e funzione non è sufficiente a spiegare la coscienza C) La coscienza non è suscettibile di una spiegazione fisica Giustificazione di P2 Non riusciamo a identificare senza residui la nozione di stato fenomenicamente conscio né con una certa struttura né con una certa funzione. Potrei p. es. definire il dolore come ciò che è causato da un danno ai tessuti e causa l’adozione di certi comportamenti autoprotettivi – il ruolo funzionale del dolore è in ultima analisi ricondotto a quello di salvaguardare, per quanto possibile, la sopravvivenza – ma questo non definisce il dolore; la sensazione è definita dalla sua qualità intrinseca. Continua cioè a porsi la domanda “perché trovarsi in quella condizione strutturale, o assolvere quel ruolo funzionale, viene sentito così?” Contro gli zombie - La seconda premessa è falsa: non è vero che concepibilità implica possibilità ( esempio di acqua/H20 - Block & Stalnaker, Tye, Papineau, …) - La prima premessa è fortemente dubbia: non abbiamo alcuna intuizione chiara di concepibilità (Dennett) - La possibilità degli zombie è incompatibile con la nonepifenomenicità della coscienza (Perry) Contro Mary Mary impara “cose vecchie” in modo nuovo (Crane, Dretske, Tye, Perry, P. Churchland): i qualia sono modi di presentazione di proprietà non fenomeniche (intenzionali). Mary acquisisce un’abilità, non una conoscenza (Lewis, Nemirow). La premessa 1 dell’esperimento mentale non ha un contenuto sufficientemente determinato («Una carenza dell’immaginazione viene scambiata per una necessità», Dennett). Contro Nagel Una conoscenza idealmente completa consente di escludere molte possibilità. Non siamo in quella condizione. Non abbiamo ragione di attribuire stati privati di esperienza in assenza di criteri comportamentali. La spiegazione riduzionista Le obiezioni sulla possibilità degli zombie e sull’“imparare cose vecchie in modo nuovo” suggeriscono che la coscienza sia identica a una proprietà fisica: quando ci troviamo nello stato fisico P, proviamo necessariamente l’esperienza in prima persona F, perché P = F (o almeno P F). Problema: come si giustifica l’identità in questione? Un’analogia La relazione tra stati fenomenici e stati fisici è analoga a quella tra acqua e struttura chimica dell’acqua o a quella tra geni e DNA. La presenza di H2O dà necessariamente luogo ad acqua. Appropriate sequenze di DNA realizzano necessariamente geni. Allo stesso modo, il darsi di certe proprietà neurofisiologiche (in ultima istanza, fisiche) non può non dar luogo alla coscienza. La strategia fisicalista-riduzionista Idea guida: rifiutare il passaggio da concepibilità a possibilità nell’argomento degli zombie. Analogia: acqua/H2O –non è metafisicamente possibile che l’acqua non sia H2O, sebbene sia concepibile. Lo stesso vale per proprietà fenomeniche/proprietà fisiche. Ciò si riflette nella critica all’argomento di Mary, che deduce (illegittimamente) tesi relative a come stanno le cose da tesi relative a come le conosciamo: Mary non ha appreso cose nuove, bensì cose che già sapeva sotto altri concetti o prospettive. La strategia fisicalista-riduzionista • • • • Gli zombies sono concepibili, ma non sono metafisicamente possibili Quando Mary esce dalla stanza impara cose note in modo nuovo È vero che c’è una specificità del fenomenico, ma non si tratta di una specificità ontologica Gli stati fenomenici sono identici (o almeno sopravvengono) necessariamente a stati fisici o funzionali ogni volta che mi trovo in un certo stato fisico, sono necessariamente in un ben determinato stato fenomenico. Replica alla strategia fisicalista-riduzionista Che l’acqua non sia H20 è solo apparentemente concepibile (quello che concepiamo è qualcosa di diverso: che una sostanza che sembra acqua in realtà non è acqua). Quindi l’analogia con il caso dell’acqua non suggerisce affatto che la concepibilità non implica sempre la possibilità. È sempre vero che se qualcosa è concepibile allora è anche possibile (a condizione di non sbagliarci nel valutare ciò che stiamo concependo). Inoltre l’analogia con il caso dell’acqua non funziona sotto un aspetto cruciale: la concepibilità apparente che l’acqua non sia H2O deriva dal fatto che è possibile distinguere l’acqua come subjectum di un fascio di proprietà fenomeniche (l’acqua come ci appare) e l’acqua come ciò che oggettivamente è. Ma questa distinzione non si può fare nel caso delle proprietà fenomeniche (dolore ecc.), perché le proprietà fenomeniche sono, per definizione, ciò che ci appare. (nel caso della coscienza l’apparenza è la realtà) Replica alla strategia fisicalista-riduzionista In sintesi: L’analogia con il caso di acqua/H20 non regge perché ‘acqua’ non designa una proprietà fenomenica. E infatti non è nemmeno concepibile che l’acqua non sia H20. Una descrizione alternativa del conflitto: lacuna epistemica e lacuna ontologica • Lacuna epistemica: Non c’è un’implicazione a priori (= giustificata concettualmente) dal fisico al fenomenico. • Lacuna ontologica: Non c’è un’implicazione necessaria dal fisico al fenomenico Riduzionisti: la lacuna esplicativa è soltanto epistemica, non ontologica … Una descrizione alternativa del conflitto: lacuna epistemica e lacuna ontologica I materialisti distinguono tra lacuna epistemica e lacuna ontologica e ammettono l’esistenza della prima. Tuttavia ritengono che la lacuna esplicativa richieda anche una lacuna ontologica, che invece non c’è. L’impressione di una lacuna ontologica deriva dalla apparente “incommensurabilità” dei concetti fenomenici con i concetti fisici. La concepibilità degli zombie evidenzia l’esistenza della lacuna epistemica. Gli antimaterialisti sostengono che, per poter fare questa distinzione e negare la lacuna ontologica, bisognerebbe avere delle ragioni indipendenti per giustificare l’identità (o implicazione necessaria). La strategia basata sulla distinzione tra lacuna epistemica e lacuna ontologica 1) C’è solo lacuna epistemica, non lacuna ontologica. 2) La lacuna epistemica non ostacola la possibilità di una spiegazione. 3) L’impressione di un’assenza di spiegazione deriva dalla lacuna epistemica. Ma, appunto, si tratta soltanto di un’impressione. (Il vuoto esplicativo, per essere veramente tale, deve essere sia epistemico sia ontologico) Passo 2: Perché la lacuna epistemica non ostacola la spiegazione Alla domanda “perché una certa condizione fisica è sentita così e così?”, si risponde “perché i fatti fenomenici non sono altro che fatti fisici che ci sono dati in un certo modo” Nessuno pone la questione “perché l’acqua è H2O?”, o “perché il monte Bianco è il più alto d’Europa?”. Le identità si scoprono, non richiedono una giustificazione. Passo 3: La lacuna epistemica dà soltanto l’impressione di un’assenza di spiegazione La distanza tra fisico e fenomenico ci sembra incolmabile perché i rispettivi concetti sono molto diversi (prima persona/terza persona; …) e al momento siamo lontani dall’aver trovato quelle correlazioni sistematiche tra fisico e fenomenico che supporterebbero l’identità o l’implicazione necessaria (mancanza di conoscenze sufficienti). La domanda a cui adesso non sappiamo rispondere (perché questa o quella condizione fisica viene sentita così?) potrebbe rivelarsi scientificamente vacua: se la connessione tra la coscienza e il suo correlato neurale fosse basata sulla sola evidenza empirica (purché solida), nondimeno l’impressione di una lacuna esplicativa svanirebbe. Un’obiezione alla dissociazione tra piano epistemico e piano ontologico Dalla presenza di H2O possiamo dedurre a priori la presenza di acqua (idem nel caso geni/DNA). Non vale altrettanto nel caso della coscienza fenomenica (cfr. argomento dall’assenza di spiegazione): «[negli] altri casi le implicazioni sono fondate su una spiegazione e i principi primitivi sono considerati leggi fondamentali » (Chalmers 2003). Le necessità metafisiche sono fondate, almeno in parte, su analisi a priori, concettuali. Una pura correlazione empirica non è sufficiente. Un’obiezione alla dissociazione tra lacuna epistemica e lacuna ontologica «Non c’è nulla di sbagliato nelle riduzioni materialistiche degli stati fenomenici, se soltanto avessimo ragione di credervi. Ma come possiamo credervi, se esse ci richiedono di credere a identità nude e crude, prive di una giustificazione, che non possono essere derivate a priori dai fatti fisici?» (Levine 2001). Cioè: se non c’è implicazione a priori, come giustifico la riduzione? Resta un fatto misterioso, inspiegato (anche se ci crediamo). Ricapitolando… Ci sono due modi, fondamentalmente, di criticare l’argomento degli zombie: a) Attaccare l’implicazione dalla concepibilità alla possibilità b) Attaccare la concepibilità stessa. La giustificazione della prima strategia è debole: che cosa è la possibilità metafisica se non una forma di concepibilità? La seconda strategia sfugge ad una argomentazione vera e propria, ma lo stesso si può dire per la tesi opposta. Siamo così al conflitto di (sedicenti) intuizioni. Mappa delle posizioni (Chalmers) (R = riduzionista; N = non riduzionista) R1 (non c’è nessuna lacuna: eliminativismo, es. Dennett, Churchland) R2 (c’è solo lacuna epistemica: Loar, Lycan, Tye, Block & Stalnaker, Perry, Papineau, Levine, …) R3 (la lacuna epistemica c’è, ma può essere chiusa: Damasio, Edelman?) N1 (dualismo interazionista, es. Eccles) N2 (dualismo epifenomenista) N3 ( dualismo naturalista –o, da un altro punto di vista, monismo non materialista-: Chalmers) N3 (Chalmers) Le leggi della coscienza sono fondamentali, allo stesso modo delle leggi della fisica di base. L’intera realtà è spiegabile a partire dalle leggi fisiche e dalle leggi fenomeniche. Ci sono correlazioni tra questi due gruppi di leggi, ma non è possibile ridurre le une alle altre, oppure potrebbero essere fondamentali le sole leggi fenomeniche (mondo fisico e mondo fenomenico dipendono entrambi da un ulteriore livello di realtà fondamentale). N3 (Chalmers) Il naturalismo non richiede necessariamente il fisicalismo (= materialismo). La coscienza può essere un fenomeno naturale anche se non è spiegabile a partire dai fatti fisici. Liberarsi del pregiudizio materialistico è la condizione per cominciare a intraprendere lo studio scientifico della coscienza. Conclusioni • La ricerca scientifica sui correlati neuronali della coscienza lascia aperta la possibilità di trovare nessi empirici che dischiudono la possibilità di una spiegazione: se trovassimo un correlato neurale con un robusto grado di conferma empirica, non vi sarebbe ragione di negare che il dolore “si riduce” a quel correlato (dipende necessariamente da quel correlato). • In questo senso il riduzionismo programmatico resta la migliore epistemologia della coscienza “sul mercato”. • Ma la peculiarità dell’accesso ai nostri stati mentali comporta la persistenza di una lacuna epistemica. Conclusioni The issue is not that philosophers think that the real question is over whether materialism or dualism is true. Rather, it is that the problem of consciousness is not solved by asserting materialism; for in a sense, materialism is what gives rise to it. (…) Given that we are already committed to a very close kind of dependence of mental activity on the brain, the mystery of consciousness is not dispelled by finding out where exactly the brain activity corresponding to this mental activity is located. We already knew it would be located somewhere in the brain; why worry about exactly where it is located? (Crane 2007)