Scienze cognitive – III Nuovi territori: il problema della coscienza

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Scienze cognitive – III
Nuovi territori: il problema della
coscienza
Alfredo Paternoster
Coscienza fenomenica
Almeno alcuni stati mentali sono accompagnati da un
“effetto in prima persona” (what it is like), qualcosa che si
prova nel trovarsi in quello stato mentale.
Questo effetto in prima persona non è catturabile in alcun
modo da un ruolo funzionale/causale, perché:
- è intrinseco allo stato stesso
- è in prima persona, quindi soggettivo
A volte ci si riferisce a questo carattere degli stati mentali
con l’espressione “quale” (l’aspetto fenomenico degli stati
mentali è un carattere puramente qualitativo).
Coscienza fenomenica
Nel caso delle sensazioni l’aspetto qualitativo non è
soltanto chiaramente presente, ma si direbbe dominante.
Per esempio, ciò che caratterizza in prima istanza il dolore
sembra essere il fatto che fa male, non che esso ha un ruolo
causale.
Il problema sollevato dalla coscienza fenomenica viene
considerato dai più l’ostacolo più serio (forse
insormontabile) per il fisicalismo. Kim, ad esempio, pensa
che gli stati di coscienza fenomenica non siano riducibili a
stati fisici.
L’hard problem
Perché e in che modo che un dato processo
neurofisiologico dà luogo a un certo stato di coscienza
fenomenica?
Secondo diversi autori (es. Chalmers, Chomsky, Levine,
McGinn, …) a queste domande non siamo in grado di
dare una risposta per ragioni di principio. E’ un
problema o intrinsecamente insolubile o la cui
soluzione richiede una profonda revisione concettuale
 “LACUNA ESPLICATIVA”
La lacuna esplicativa
Le spiegazioni della coscienza offerte da una
neuroscienza idealmente completa non sarebbero
comunque in grado di dare una risposta alla
domanda: perché un certo evento cerebrale è
accompagnato da coscienza fenomenica?
Non potevamo essere fatti in modo da produrre
identiche risposte comportamentali senza provare
alcunché, senza essere fenomenologicamente
coscienti?
Tre modi di declinare la lacuna esplicativa
Misterianismo (McGinn, Nagel, Chomsky):
Non siamo in grado, per limitazioni intrinseche alla nostra
natura, di comprendere la coscienza.
Naturalismo non materialistico (Chalmers)
La coscienza non è un fenomeno fisico ma è un fenomeno
naturale. Le leggi psicofisiche riguardanti la coscienza sono
leggi fondamentali.
Dualismo antinaturalistico (Kripke, religioni rivelate)
La coscienza non è spiegabile in linea di principio dalle
scienze della natura perché non è un fenomeno naturale.
MA LA LACUNA ESPLICATIVA C’E’ DAVVERO?
Argomenti per la lacuna esplicativa
-
Argomento degli zombie (metafisico)
Argomento di Mary (epistemologico)
Argomento dell’incommensurabilità tra
prima e terza persona
Argomento dell’assenza di spiegazione
Argomento degli “zombie”
(Chalmers 1996/Kripke 1980)
P1) E’ concepibile che esistano esseri fisicamente
identici a noi ma privi di coscienza fenomenica
P2) Ciò che è concepibile (= logicamente possibile) è
metafisicamente possibile (= possibile tout court)
P3) Se possono esistere zombie, allora le proprietà
fisiche non implicano le proprietà fenomeniche
 C) La coscienza fenomenica non è spiegabile sulla
base di proprietà fisiche
Argomento degli “zombie”
(Chalmers 1996/Kripke 1980)
Dalla possibilità dell’esistenza di zombie segue che la
coscienza fenomenica non è riducibile né
sopravviene (logicamente) a proprietà fisiche.
 DUALISMO
(o, eventualmente, monismo non fisicalistico)
P1 e P2 suggeriscono inoltre che la coscienza possa
essere un epifenomeno, un side-effect.
Argomento degli “zombie”
(variante: Chalmers 2010)
P1) Un mondo di zombie (= un mondo fisicamente
identico al nostro, ma privo di coscienza fenomenica)
è concepibile.
P2) Ciò che è concepibile è possibile
Quindi: P3) Un mondo di zombie è possibile
P4) Se un mondo di zombie è possibile, allora qualsiasi
versione di materialismo è falsa
 C) Il materialismo è falso (in qualsiasi versione)
Argomento di Mary, o della conoscenza
(Jackson 1982)
P1) Mary sa tutto ciò che vi è da sapere sulla
percezione del colore.
P2) Mary non ha mai avuto l’esperienza del colore
P3) Quando Mary fa l’esperienza del colore impara
qualcosa di nuovo
 C) La coscienza fenomenica trascende qualsiasi
conoscenza/spiegazione scientifica
Argomento dell’incommensurabilità
(Nagel 1974)
La conoscenza (anche ideale) di come funziona
l’ecolocazione nei pipistrelli non ci dice che cosa si
prova ad essere un pipistrello – non consente di
predire se e che cosa “sente” un pipistrello che
percepisce un certo tipo di ostacolo.
 La natura (qualitativa, fenomenica) di uno stato
in prima persona non è deducibile (spiegabile,
predicibile) da nessuna teoria scientifica. L’unico
modo di conoscere la natura di uno stato
fenomenico è provarlo in prima persona.
Argomento dell’assenza di spiegazione
(Chalmers 1996)
P1) Le spiegazioni fisiche spiegano al più struttura e
funzione
P2) Spiegare struttura e funzione non è sufficiente a
spiegare la coscienza
 C) La coscienza non è suscettibile di una spiegazione
fisica
Giustificazione di P2
Non riusciamo a identificare senza residui la nozione di
stato fenomenicamente conscio né con una certa
struttura né con una certa funzione. Potrei p. es.
definire il dolore come ciò che è causato da un danno ai
tessuti e causa l’adozione di certi comportamenti
autoprotettivi – il ruolo funzionale del dolore è in ultima
analisi ricondotto a quello di salvaguardare, per quanto
possibile, la sopravvivenza – ma questo non definisce il
dolore; la sensazione è definita dalla sua qualità
intrinseca.
Continua cioè a porsi la domanda “perché trovarsi in
quella condizione strutturale, o assolvere quel ruolo
funzionale, viene sentito così?”
Contro gli zombie
- La seconda premessa è falsa: non è vero che
concepibilità implica possibilità ( esempio di
acqua/H20 - Block & Stalnaker, Tye, Papineau, …)
- La prima premessa è fortemente dubbia: non abbiamo
alcuna intuizione chiara di concepibilità (Dennett)
- La possibilità degli zombie è incompatibile con la nonepifenomenicità della coscienza (Perry)
Contro Mary
Mary impara “cose vecchie” in modo nuovo (Crane,
Dretske, Tye, Perry, P. Churchland): i qualia sono modi di
presentazione di proprietà non fenomeniche
(intenzionali).
Mary acquisisce un’abilità, non una conoscenza (Lewis,
Nemirow).
La premessa 1 dell’esperimento mentale non ha un
contenuto sufficientemente determinato («Una carenza
dell’immaginazione viene scambiata per una necessità»,
Dennett).
Contro Nagel
Una conoscenza idealmente completa consente di
escludere molte possibilità. Non siamo in quella
condizione.
Non abbiamo ragione di attribuire stati privati di
esperienza in assenza di criteri comportamentali.
Disturbi/alterazioni della coscienza
-
Blindsight
Neglect
Anosoagnosie
Epilessie gravi
Mutismo acinetico
Stati vegetativi persistenti
Disturbi gravi della memoria
Mano di gomma
Esperienze fuori dal corpo
Cervelli divisi
Schizofrenie
Evidenze neuropsicologiche:
Alcune sindromi
-
Blindsight
Split brains
Neglect
Prosopoagnosia e sindrome di Capgras
Anosognosia
…
Blindsight
Lesioni estese di V1 (area visiva primaria)
Soggetti sono in grado di eseguire abbastanza
bene compiti di discriminazione di stimoli
visivi, ma riferiscono di non vedere nulla.
Block: non c’è coscienza fenomenica ma c’è
coscienza d’accesso (con una certa
idealizzazione).
Coscienza d’accesso
Uno stato mentale è conscio-A sse il suo contenuto è
disponibile per elaborazioni linguistiche o inferenziali.
Normalmente uno stato conscio-A è anche conscio-F (=
cosciente in senso fenomenico), ma non viceversa:
quando la nostra attenzione è totalmente assorbita
da un compito, certi stimoli sensoriali vengono sentiti,
ma svaniscono subito, lasciando una labile traccia in
memoria.
La distinzione coscienza-F/coscienza-A è controversa.
Neglect
Lesione tipicamente a emisfero destro determina
incapacità visiva nell’emicampo sinistro (pazienti
disegnano sola metà destra, lasciano nel piatto il cibo
nella metà sinistra ecc.)
Ma non è un problema visivo.
Test del disegno della casa in fiamme: i soggetti scelgono
immancabilmente di vivere nella casa non incendiata,
sebbene l’incendio sia nell’emicampo sinistro (
elaborazione visiva + semantico-concettuale)
Ipotesi esplicativa: perdita di consapevolezza della
visione (limitatamente all’emicampo sinistro) a causa
di danno alla rappresentazione spaziale.
Split Brains
Resezione del corpo calloso ( gravi epilessie):
I due emisferi non comunicano.
Se presento uno stimolo al solo emisfero destro
(es. un oggetto nell’emicampo visivo sinistro),
il paziente riferisce di non vedere nulla, ma
con la mano sinistra è in grado di afferrare
l’oggetto.
Split Brains
Se presento due oggetti diversi ai due emisferi (es.
paesaggio innevato nell’emicampo sinistro e
zampa di gallina nell’emicampo destro), le due
mani scelgono indipendentemente l’immagine
associata (la mano sinistra indica una pala, la
mano destra una gallina).
Ma se si chiede al paziente di giustificare la scelta
operata con la mano sinistra (perché la pala?), il
paziente riferisce che la pala è uno strumento
adatto a pulire un pollaio: la confabulazione è
dovuta al fatto che l’emisfero sinistro, che è quello
che elabora la domanda, non vede il paesaggio
innevato, ma soltanto la zampa di gallina.
Split Brains
Casi limite:
- Conflitto tra mani (una abbottona, l’altra sbottona
la giacca). Poco rilevante perché mai ripetuto.
- Incoerenze verbali nei pazienti che evidenziano
elaborazione linguistica anche nell’emisfero
destro. (es. il paziente riferisce di voler essere un
corridore automobilistico se stimolato
verbalmente a destra e di voler essere un grafico
se stimolato a destra).
Prosopoagnosia e sindrome di Capgras
Prosopoagnosia: incapacità di riconoscere i volti.
Interpretazione più plausibile: perdita della
consapevolezza del riconoscimento.
(test della conduttanza cutanea mostra significative
differenze tra reazione a volto noto e reazione a
volto non conosciuto).
Sindrome di Capgras: il volto viene riconosciuto ma
il paziente afferma che si tratta di un impostore!
È la sindrome opposta alla precedente: c’è
consapevolezza del riconoscimento ma non c’è
elaborazione emotivo-affettiva. Infatti il test di
conduttanza cutanea è negativo.
Anosognosia per l’emiplegia
Alcuni pazienti emiplegici negano il disturbo: si
dichiarano consapevoli di movimenti (azioni orientate
a uno scopo) che in realtà non possono effettuare.
Spesso, ma non sempre, associata a neglect.
Berti: è un disturbo altamente specifico dovuto a danno
al sistema comparatore, che confronta l’intenzione
motoria col feed-back dagli effettori.
Teorie neurocognitive
-
Baars-Dehane
Damasio
Edelman & Tononi
Crick & Koch
“Eliminativismo” (Dennett 1991, 2005 e passim)
- Non esiste un “problema difficile”. Gli zombie sono
un’illusione filosofica. Il concetto di coscienza
fenomenica è mal definito.
- Ciò che siamo in grado di riferire riguardo al “flusso di
coscienza” è una ricostruzione affabulatoria ex post.
- I resoconti dei soggetti non sono completamente
inaffidabili ma vanno vagliati con attenzione (
metodo eterofenomenologico).
- La coscienza richiede il linguaggio.
- I contenuti del flusso di coscienza sono quelli che
hanno maggior “fama” cerebrale, ovvero quelli che
sono entrati in più processi di elaborazione
dell’informazione.
- Adesione al modello di Baars-Dehaene
“Eliminativismo” (Dennett 1991, 2005 e passim)
Nel nostro cervello «… c’è un’aggregazione un po’
abborracciata di circuiti cerebrali specializzati, che,
grazie a svariate abitudini indotte in parte dalla cultura
e in parte dall’autoesplorazione individuale, lavorano
insieme alla produzione più o meno ordinata, più o
meno efficiente, più o meno ben progettata di una
macchina virtuale, la macchina joyceana. […] Questa
macchina virtuale, questo software del cervello […]
crea un comandante virtuale dell’equipaggio.»
(Dennett 1991b, p. 256).
* Il comandante virtuale è l’io autocosciente, che è
dunque, secondo Dennett, un’illusione, un artefatto
linguistico-culturale.
Global Workspace Theory
(GWT, Baars 1988-1997)
La coscienza è una sorta di “spazio di lavoro” al
quale diversi sottosistemi di elaborazione
specializzati possono o meno accedere.
Quando un sottosistema vi accede, le
informazioni che esso elabora diventano
disponibili a, ed elaborabili da, molti altri
“elaboratori di informazione”.
La funzione della coscienza consiste quindi nel
rendere disponibili le informazioni elaborate
da un sottosistema a molti altri sottosistemi.
GNWT, Global Neuronal Workspace Theory
(Dehane et al. 2001-2008)
(GNWT -Dehaene et al.)
Lo spazio globale neuronale è costituito da neuroni
distribuiti, tenuti assieme da connessioni di lunga
distanza, particolarmente densi nell’area prefrontale, nel
cingolato e nelle regioni parietali. L’ingresso
dell’informazione in questo spazio di lavoro neuronale è il
correlato neuronale dell’accesso alla coscienza.
Tra le connessioni di lunga distanza stabilite dai neuroni dello
spazio di lavoro, quelle top-down svolgono un ruolo
essenziale nella mobilitazione temporanea di un dato
contenuto nella coscienza. È infatti l’amplificazione
attentiva top-down il meccanismo in virtù del quale gli
elaboratori modulari possono essere temporaneamente
mobilitati e resi disponibili allo spazio di lavoro globale
Il modello di Damasio (1999; 2010)
Coscienza nucleare vs. coscienza estesa
Coscienza nucleare: coscienza d’oggetto “istantanea”
(limitata al qui ed ora). Non richiede concetti o
riflessività. Tuttavia ad essa è associato un senso preriflessivo di soggettività (“io nucleare”), che deriva
dalla rappresentazione corporea.
Coscienza estesa: coscienza autobiografica, diacronica.
Richiede linguaggio.
Il modello di Damasio (1999; 2010)
La coscienza nucleare fornisce al soggetto un senso
di sé in un dato momento (è un senso “al
presente”).
La coscienza estesa (di cui esistono molti livelli e
gradi) fornisce all’organismo un senso elaborato di
sé: un’identità e una persona. È una coscienza
“storica”, che fornisce all’individuo
consapevolezza del passato e del futuro.
Il modello di Damasio
Dissociazione tra coscienza nucleare e coscienza
estesa: caso di David.
Lesioni molto estese alla memoria a lungo termine
impediscono al paziente di “recuperare” i dati su
cui costruire la propria identità.
Eppure il comportamento di David è del tutto
appropriato in molte singole circostanze, per
esempio è in grado di sostenere una normale
conversazione rispettando tutte le norme
linguistiche e comunicative. È come se David
vivesse costantemente nel presente.
Damasio: la coscienza nucleare
È la sensazione istantanea o quasi istantanea di
ciò che accade: consiste nel prodursi di quelle
«immagini» mentali che costituiscono i nostri
contenuti di esperienza grezza: una superficie
colorata, un suono, una sensazione tattile, una
sensazione di benessere.
Le immagini sono pattern neuronali sentiti in un
certo modo dall’organismo come un tutto.
La coscienza nucleare è prerogativa di molti
animali non umani.
Damasio: coscienza e self
- Radicamento dell’autocoscienza nella rappresentazione corporea
- Coscienza richiede una rappresentazione del self
- Nozione di proto-io (proto-self): sensazioni viscerali prodotte dai
nuclei del tronco encefalico (che scambiano informazioni col
corpo):
già a questo livello abbiamo effetti in prima persona, le
cosiddette «sensazioni primordiali», perlopiù esperienze vaghe e
indistinte di benessere/malessere. Le sensazioni primordiali sono
riflessi spontanei dello stato del corpo che precedono qualsiasi
interazione tra il macchinario della regolazione della vita e gli
oggetti (esterni). Quando il proto-io interagisce con le
rappresentazioni generate dai processi percettivi si crea l’io
nucleare.
Damasio
• Sebbene la coscienza nucleare sia una
coscienza d’oggetto, ovverosia sempre rivolta a
un oggetto (interno o esterno), avere coscienza
d’oggetto è già avere un io (in senso materiale,
biologico). Infatti la coscienza nucleare non è
separabile dall’io nucleare (che ha ancora assai
poco in comune con l’io quale è comunemente
inteso).
• L’io nucleare è infatti un’entità che si ricrea
continuamente ad ogni esperienza, cioè ogni
volta che il cervello interagisce con un oggetto.
Il modello di Edelman
Distinzione tra coscienza primaria e coscienza di
ordine superiore.
Coscienza primaria  categorizzazione
percettivo-motoria “al presente”
Coscienza estesa  linguaggio, memoria a lungo
termine
La distinzione è quindi simile a quella di Damasio
tra coscienza nucleare e coscienza estesa.
Il modello di Edelman
Darwinismo neurale: le funzioni cerebrali si sviluppano tramite un
processo selettivo ( immunologia) a diversi livelli: gene, singolo
neurone, sistemi di neuroni.
Concetto di rientro: la selezione di gruppi neuronali all’interno delle
aree funzionali del cervello (le “mappe”) ha come conseguenza
la generazione di nuovi tipi di segnali che rientrano nelle mappe
unitamente ai segnali provenienti dai recettori sensoriali. Ciò
consente di correlare l’attività di diverse mappe e di dare luogo
ricorsivamente a strutture più complesse, le mappe globali, che
sono costituite da più mappe primarie.
L’emergenza delle funzioni cognitive superiori e della coscienza di
ordine superiore è dunque dovuta all’elevato grado di
interconnettività tra le mappe.
Il modello di Edelman-Tononi
La coscienza fenomenica dipende dall’integrazione: emerge
quando vengono integrate diverse informazioni.
Integrazione e rientro sono strettamente legati: «rientrare
significa integrare le informazioni di una certa area con
quelle di altre; tanto più questi rientri si intersecano, quanta
più integrazione ci sarà», Gozzano 2009, p. 129).

- coscienza: <discriminazione fine, binding (= integrazione)>
- La coscienza è graduale, e si manifesta a partire da una
soglia minima
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