Difterite
Trasmessa per via aerea, è provocata da una tossina prodotta dal Corynebacterium
Diphtheriae. La tossina è lesiva per molti organi tra cui il cuore e i reni; nella regione nasofaringo-laringea provoca delle particolari lesioni, dette membrane, che portano, per le loro
dimensioni, a soffocamento. Circa 5-10 casi su 100 sono mortali. In Italia agli inizi del 1900
si registravano ogni anno 20-30.000 casi nella popolazione infantile e circa 1500 erano
mortali.
Nel 1939 ne fu decretata l’obbligatorietà e i casi, ridotti a pochi, divennero via, via
sporadici, fino ad arrivare all’ultimo caso nel 1991 in una bambina non vaccinata che ne
provocò la morte.
In questi ultimi anni, nei Paesi Orientali per una diminuita pratica vaccinale dovute agli
sconvolgimenti storici, la malattia compare in forma epidemica. A seguito di ciò, il nostro
Ministero della Sanità raccomanda di continuare la vaccinazione completando il normale
ciclo con un richiamo a sei anni nei bambini e, nel contempo anche agli adolescenti e negli
adulti in occasione dei richiami antitetanici al fine di mantenere la già ottima copertura a
tutta la popolazione.
Nei paesi dell’ex Unione Sovietica è in corso da qualche anno una gigantesca
epidemia di Difterite. In parte, la disgregazione politica di questi Paesi ha contribuito a
ridurre le risorse per sostenere le vaccinazioni che vengono somministrate di routine alla
popolazione. Ma un altro evento ha condizionato la situazione. Una famosa dottoressa
russa ha convinto l’opinione pubblica e molti dei suoi colleghi che una serie di condizioni,
come raffreddore e allergie, che non dovrebbero impedire la somministrazione di vaccino,
andassero invece considerate come controindicazioni per la vaccinazione antidifterica.
Inoltre, il timore di indurre effetti collaterali nei bambini ha portato a raccomandare in
questo gruppo di età la dose per adulti (che ha una potenza immunogena inferiore), anche
se essa deve essere riservata solo a chi ha ricevuto il ciclo completo di vaccinazione e ha
superato i 7 anni di vita.
Il risultato è stato quello di accumulare un gran numero di suscettibili che ha
permesso l’insoregere di un’epidemia. Dai paesi Russi la malattia si è rapidamente
propagata nei Paesi vicini. Solo con un paziente lavoro che ha permesso di vaccinare
buona parte della popolazione che non era stata vaccinata, negli ultimi mesi le dimensioni
dell’epidemia si sono ridotte e la situazione si avvia ad essere sotto controllo.
Solo nel 1995 da questa zona sono stati segnalati più di 50.000 casi di malattia.
Negli anni successivi, il numero di persone vaccinate è rapidamente aumentato e,
parallelamente, il numero di casi di malattia è diminuito.