CORSO DI LAUREA MAGISTRALE SCIENZE DELLA NUTRIZIONE UMANA ANNO ACCADEMICO 2014-2015 Corso Integrato di Microbiologia Agroalimentare e Microbiologia Applicata “Difese dell’ospite e risposta immunitaria alle infezioni” Dr.ssa Claudia Matteucci Dipartimento di Medicina Sperimentale e Chirurgia Cattedra di Microbiologia Immunologia: studio dei meccanismi biologici che determinano le caratteristiche cellulari, molecolari e funzionali del sistema immunitario. L'immunologia si occupa sia delle funzioni fisiologiche del sistema immunitario, sia della risposta in presenza di malattia del sistema immunitario. Studia i fenomeni associati alla difesa dell'ospite dalle infezioni e dai tumori. Studia i fenomeni associati ad alterazioni patologiche del sistema immunitario: malattie autoimmuni, ipersensibilità, deficienze immunitarie, risposta ai trapianti. Immunità: resistenza dell’organismo contrarre malattia, di origine infettiva o da alterazione di cellule sane (tumori). Sistema immunitario: insieme dei tessuti, cellule e molecole che determinano l’immunità. Risposta immunitaria: sequenza di reazioni che avvengo in seguito all’interazione tra le molecole e le cellule del sistema immunitario con il microrganismo o con la cellula alterata. SISTEMA IMMUNITARIO TESSUTI e ORGANI dove le cellule maturano (timo, midollo osseo) CELLULE ( si trovano nel sangue, nella milza, nei tessuti linfatici) MEDIATORI MOLECOLARI (citochine, chemochine, anticorpi) Tessuti e organi linfatici MEDIATORI CELLULARI COMPONENTE ERITROIDE (globuli rossi) COMPONENTE LINFOIDE (linfociti B e T) COMPONENTE MIELOIDE ( monociti, macrofagi, eosinofili, basofili, neutrofili e mastociti) MEDIATORI CELLULARI (NK) MEDIATORI SOLUBILI CITOCHINE FATTORI DI CRESCITA ANTICORPI Gli ANTICORPI (immunoglobuline) sono in grado di riconoscere in maniera specifica molecole estranee, definite ANTIGENI. Gli Antigeni sono sostanze che un organismo riconoscere come estranee o non self, e nei confronti dei quali sviluppa una risposta immunitaria. Il sistema immunitario distingue il self dal non self. Risposta immunitaria alle infezioni Uno dei compiti principali del sistema immunitario è quello di proteggere l’organismo nei confronti delle infezioni microbiche (immunità). Per raggiungere questo obiettivo il sistema immunitario produce ed utilizza dei mediatori cellulari e molecolari in grado di controllare l’invasione del microrganismo e di agire direttamente per eliminarlo. Meccanismi difensivi - Maggior parte delle infezioni sono subcliniche o autolimitanti - Questo accade grazie all’intervento di meccanismi di difesa dell’ospite che bloccano il parassita già a partire dal suo ingresso nell’organismo - La manifestazione della malattia dipende dal rapporto tra l’invasione e la virulenza del microrganismo e i meccanismi difensivi dell’ospite. Meccanismi difensivi - ASPECIFICI (IMMUNITÀ INNATA) - i primi ad entrare in funzioni - preesistenti all’infezione: barriere anatomiche, fattori solubili antimicrobici, fagociti professionali (polimorfonucleati, neutrofili, monociti-macrofagi), cellule Natural Killer - o indotti dalla presenza del parassita (infiammazione, febbre, produzione di interferon) - SPECIFICI (IMMUNITÀ ACQUISITA) - vengono attivati successivamente, indotti dagli antigeni virali o batterici, efficaci solo nei confronti dello specifico patogeno - risposta umorale (Anticorpi) e cellulare (linfociti citotossici) lo sviluppo della risposta immune specifica richiede tempi lunghi, quindi il controllo delle fasi iniziali dell’infezioni avviene attraverso meccanismi aspecifici dando così il tempo al sistema immunitario di produrre una risposta specifica Mims et al. “Microbiologia Clinica” Ed. EMSI RISPOSTA INNATA Mims et al. “Microbiologia Clinica” Ed. EMSI I meccanismi d’azione dell’immunità innata non hanno come bersaglio un particolare patogeno, ma molecole la cui espressione è comune a più patogeni. Il sistema dell’immunità innata è quindi in grado di interagire con una molteplicità di batteri, funghi, virus e protozoi. Le strutture molecolari di natura microbica (PAMPs -pathogen associated molecular patterns), non sono espresse da cellule e tessuti dell’ospite, e vengono riconoscite da una classe di recettori, appartenenti a costituenti della risposta innata, che sono denominati “pattern recognition receptors” (PRR), o recettori di ricognizione. principali molecole riconosciute dall’immunità innata (PAMPS): - lipopolisaccaride (LPS) parete batterica Gram negativi - Peptidoglicano (presente in particolare nei Gram positivi, ma anche nei Gram negativi) - Acido lipotecoico parete batterica Gram positivi - Mannosio: costituente di carboidrati in batteri e virus, poco presente nell’ospite umano - Flagellina (flagelli batterici) - Pilina (pili batterici) - Acido nucleico batterico (riccodi sequenze dinucleotidiche citosina-guanina non metilate (CpG) - RNA a doppia elica ( unico dei virus ) - b-glucano (miceti) - Acido lipotecoico, glicolipidi e zymosan (parete dei lieviti) PRR PAMPs INTERAZIONE PAMPs-PRR PAMPs PRR FAGOCITA L’immunità innata impedisce ai microrganismi patogeni di stabilirsi in un organismo ospite mediante diverse strategie: MECCANISMI (cute, mucose, muco) ( Fagocitosi ) ( pH, temperatura, proteine leganti il ferro - lattoferrina, transferrina ) ( Lisozima, complemento ) Proteina ad azione enzimatica (Anione superossido, ossido nitrico) Difese di natura chimica (Interferon, Defensine) Proteine con azione antimicrobica Barriere anatomiche Meccanismi di eliminazione Componenti fisiologiche Meccanismi difensivi aspecifici 1. Barriere anatomiche 2. Barriere biochimiche 3. Fagocitosi 4. Infiammazione 5. Complemento 6. Interferoni Meccanismi difensivi aspecifici 1.Barriere anatomiche - Barriere esterne (cute, mucose) - Barriere interne endoteli barriera ematoencefalica (BEE) ematopolmonare placentare Meccanismi difensivi aspecifici 1. Barriere anatomiche superate in seguito a traumi che ne riducono l’integrità, aumento della permeabilità, replicazione del virus nelle cellule endoteliali, trasporto del patogeno ad opera di cellule migranti (macrofagi) carica virale o batterica elevata VIE DI ACCESSO Perché si verifichi un’infezione è indispensabile microrganismo penetri nel corpo umano attraverso: • • • • • • • • Bocca Tratto gastrointestinale Naso Tratto respiratorio Orecchie Occhi Tratto urogenitale Ano che il BARRIERE NATURALI: CUTE Barriera anatomica impenetrabile, se completamente integra Non rappresenta un ambiente favorevole alla crescita dei microrganismi in quanto: • è un ambiente relativamente secco • possiede un pH debolmente acido per la presenza si acidi grassi, secreti dalle ghiandole sebacee • presenta un’ elevata concentrazione si cloruro di sodio secreto, dalle ghiandole sudoripare • contiene microrganismi costituenti la flora microbica residente, che svolgono attività competitiva BARRIERE NATURALI: MUCOSE • Cellule ciliate • Muco • Riflesso della tosse • Macrofagi alveolari • Lisozima (enzima che lisa la porzione polisaccaridica peptidoglicano della parete dei batteri gram-positivi) del • Lattoferrina (proteina chelante del ferro, priva i microrganismi del ferro libero che è necessario per la loro crescita) • IgA secretorie BARRIERE NATURALI: OCCHI • Lavaggio lacrimale • Lisozima (enzima ad attività antimicrobica) BARRIERE NATURALI: TRATTO URO/GENITALE • Lavaggio dell’urina • Acidità dell’urina • Lisozima • pH acido vaginale a livello della mucosa • IgA secretorie BARRIERE NATURALI: TRATTO GASTRO-INTESTINALE • Acidità gastrica • Flora microbica residente • Bile presente nell’intestino dotata di azione antimicrobica Meccanismi difensivi aspecifici 2. Barriere biochimiche -Normalmente presenti nei liquidi organici - di varia natura (lipidi, proteine, polisaccaridi) - meccanismi di azione diversi (neutralizzazione del patogeno, inattivazione, interferenza con la replicazione) - sono tanto più efficaci quanto più è bassa la carica virale o batterica. Mims et al. “Microbiologia Clinica” Ed. EMSI Quando i patogeni oltrepassano le barriene difensive aspecifiche di tipo chimico fisico si attivano sistemi cellulari difensivi non specifici rappresentati da 1. Leucociti polimorfonucleati (granulociti neutrofili) 2. Fagociti mononucleati (monociti e macrofagi) 3. Cellule Natural Killer (NK) Meccanismi difensivi aspecifici Fagocitosi Meccanismo di internalizzazione di microrganismi o di parte di essi in cellule fagocitarie o fagociti (leucociti neutrofili macrofagi) Macrofagi e neutrofili migrano (chemiotassi) e fagocitano il patogeno e lo distruggono: I. Opsonizzazione II. Chemotassi III. Ingestione (fagocitosi) Meccanismi difensivi aspecifici Fagocitosi I. Opsonizzazione Deposizione sulla parete batterica di molecole (opsonine) appartenenti alla cascata del complemento o di anticorpi che facilitano l’interazione batterio cellula fagocitaria II. Chemotassi Sostanze prodotte dall’ospite (chemochine) e dal patogeno (N-formil metionina) richiamano i fagociti al sito di infezione III. Ingestione I fagociti posseggono recettori specifici per le opsonine o per il frammento anticorpale Fc che determina il legame batterio neutrofilo; la membrana del neutrofilo si invagina a formare un vacuolo (FAGOSOMA) con cui si fondono i lisosomi (FAGOLISOSOMA) degradazione del patogeno. OPSONIZZAZIONE PATOGENO + Complemento o Anticorpo recettori FAGOCITOSI Fagocitosi FAGOCITOSI Fagocitosi Materiale prodotto dalla degradazione del patogeno può essere I. Eliminato per esocitosi II. Esposto, associato a proteine del complesso maggiore di istocompatibilità (MHC) sulla superficie del macrofago. Questi frammenti ANTIGENICI hanno la funzione di stimolare la risposta immunitaria specifica interagendo con i linfociti T. I macrofagi e le cellule dendritiche, che si trovano nei tessuti, rappresentano l’anello di congiunzione tra la risposta innata e la risposta acquisita o adattiva. Fagocitosi - non tutti i patogeni possono essere fagocitati da granulociti e macrofagi - la fagocitosi può determinarne l’inattivazione del microrganismo - ceppi attenuati di Herpes virus sono fagocitati e inattivati, ceppi più virulenti possono stabilire una persistenza o replicarsi nelle cellule che li fagocitano - per alcuni microrganismi la capacità di riprodursi nei macrofagi è un fattore di virulenza (HIV, Micobatterio, Lysteria...) - i macrofagi inoltre possono avere attività antivirale aggiuntiva attraverso produzione di citochine e monochine (IFN-a, IL-1, IL-6) in grado di inibire la replicazione del patogeno. INTERAZIONE PAMPs-PRR ATTIVAZIONE DELLA FAGOCITOSI E DELLA INFIAMMAZIONE PAMP - struttura molecolare di natura microbica PRR – recettori che riconoscono i PAMPs Meccanismi difensivi aspecifici 1. Barriere anatomiche 2. Barriere biochimiche 3. Fagocitosi 4. Infiammazione 5. Complemento 6. Interferoni 7. Risposta NK 4. Infiammazione -Aumento localizzato della temperatura nel sito del danno tissutale e riduzione della tensione di ossigeno, aumento dell’acidità locale, accumulo di leucociti - tutte queste modificazioni determinano un ambiente ostile, in cui il patogeno difficilmente riesce a replicarsi. TESSUTO Opsonizzazione Interazione macrofago (fagocita) con microrganismo e attivazione Produzione di chemochine e citochine (mediatori dell’infiammazione) VASO Chemotassi Mims et al. “Microbiologia Clinica” Ed. EMSI Febbre - Attivata indirettamente dall’infezione - la replicazione del microrganismo è ridotta a T>37°C, ceppi più virulenti sono quelli che possono replicarsi a temperature elevate -Indotta da pirogeni endogeni prodotti dai fagociti attivati (IL- 1, IL- 6, Interferon IFN, TNFalfa). 5. Complemento Il sistema complemento è presente nel siero e nei liquidi interstiziale dei mammiferi ed è costituito da enzimi che si attivano a cascata, determinando la produzione di fattori che favoriscono la fagocitosi e l’attivazione infiammatorio locale. del processo CASCATA DEL COMPLEMENTO Proteine attivate in sequenza da: - complessi antigene anticorpo (VIA CLASSICA, risposta immunitaria specifica) - prodotti della degradazione dei batteri (VIA ALTERNATIVA, risposta immunitaria aspecifica) Complesso di attacco alla membrana (membrane attack complex, MAC) Membrana batterica Complesso costituito dai componenti terminali C5-C9 della via litica del complemento, si inserisce all’interno della membrana del batterio determinandone la lisi osmotica WEB PAGE FOR DR. KAISER'S MICROBIOLOGY COURSE (BIOL 230) THE COMMUNITY COLLEGE OF BALTIMORE COUNTY, CATONSVILLE CAMPUS. Copyright ゥ1995-2005 Gary E. Kaiser All Rights Reserved Updated: Feb. 27, 2006 COMPLEMENTO Funzioni: - Risposta umorale (mediata anticorpi) - Citolisi attraverso la formazione di pori sulla superficie della cellula infettata o del patogeno (LISI OSMOTICA) - Opsonizzazione - Attivazione dell’infiammazione FONDAMENTALE NELLA DIFESA INNATA CONTRO PROVVISTI DI ENVELOPE I VIRUS DISTRUZIONE DELLA CELLULA INFETTATA O DEL PATOGENO E RILASCIO DI FATTORI CHE STIMOLANO LA FAGOCITOSI E I PROCESSI INFIAMMATORI 6. Interferoni Gli interferoni sono citochine con spiccata capacità di inibire la replicazione virale. Identificati studiando il fenomeno della “interferenza virale”. Cellule infettate da un virus sono resistenti alla superinfezione da parte di un altro virus. Interferenza anche perchè più virus possono competere per un particolare sito di replicazione (recettori cellulari, apparato biosintetico, controllo dell’espressione della cellula ospite…) Lo stato di resistenza è mediato dalla secrezione, da parte delle cellule infette, di interferoni capaci di agire sulla cellula infettata e su quelle adiacenti, mediante l’interazione con recettori. INTERFERONI (IFNs) -IFNs sono indotti da stimoli diversi - infezione - cellule infettate - acidi nucleici estranei (non solo virali ma anche provenienti da batteri o protozoi) - vari tipi di proteine e carboidrati (endotossine batteriche, b-glucano dei miceti) - cellule estranee quali tumorali INTERFERONI (IFN) Il sistema interferon è uno dei meccanismi difensivi più precoci (attivo dopo poche ore dall’infezione). Gli interferoni sono mediatori principali dell’immunita antivirale naturale. Gli interferoni svolgono anche altre funzioni: - potenziare l’effetto citocida dei granulociti, dei macrofagi, dei linfociti; - stimolare la produzione di anticorpi - mimare l’azione di alcuni ormoni INTERFERONI IFN non possiedono attività antivirale diretta ma inducono nelle cellule con cui vengono a contatto, uno stato di resistenza all’azione del virus - IFN sono prodotti nelle fasi iniziali dell’infezione - IFN rilasciati dalla cellula infettata inducono nelle cellule infettate il blocco della sintesi proteica, bloccando di fatto la replicazione del patogeno favorendo la morte ed eliminazione della cellula infettata - IFN rilasciati dalla cellula infettata inducono nelle cellule vicine non infettate la produzione di enzimi che bloccando la replicazione del virus se entra - inducono l’espressione di MHC I e attivano le cellule natural killer che sono in grado di uccidere le cellule infettate CELLULA INFETTA Blocco della sintesi proteica Induzione di morte (apoptosi) CELLULA NON INFETTA Mims et al. “Microbiologia Clinica” Ed. EMSI INTERFERONI (IFN) Famiglia di citochine IFN di tipo I (IFN-a, IFN-b, IFN-k, IFN-d, IFN-e, IFN-t, IFN-ζ, IFN-ω) Si legano ad un singolo recettore IFNAR presente in tutte le cellule del corpo. IFN di tipo II (IFN-g) Si lega al recettore IFNGR presente prevalentemente sulle cellule del sistema immunitario. IFN di tipo III (3 sottotipi di IFN-g) Si legano al complesso recettoriale IFNLR e IL10R INTERFERONI - la loro azione non è specifica per il virus che li ha indotto sono in grado di inibire quasi tutti i virus conosciuti (risposta aspecifica) - possiedono specificità di specie - la persistenza degli IFN nell’organismo è breve, ma lo stato di resistenza che inducono può perdurare più a lungo - gli IFN di tipo I hanno una elevata capacità antivirale, ma non di aumentare la fagocitosi -IFN-g ha un ruolo fonadamentale nel potenziare la fagocitosi e l’uccisione di patogeni non virali; agisce come modulatore della risposta immunitaria. 7. RISPOSTA NATURAL KILLER (NK) La cellula Natural Killer è un tipo di linfocita che possiede attività citotossica. Agisce come sentinella in grado di riconoscere cellule con un’espressione alterata del complesso maggiore di istocompatibilità di classe I (MHC-I). Questa alterazione si osserva in cellule tumorali o in cellule infettate da microrganismi intracellulari, in particolare da virus. La cellula NK ha la capacità di produrre interferon gamma (IFN-g) che favorisce la fagocitosi (eliminazione del batterio all’interno dei fogociti). NATURAL KILLER (NK) Si riconosce dalla presenza sulla superficie di molecole chiamate CD16 e CD56. Ma non esprime il marcatore classico dei linfociti (CD3). La cellula Natural Killer viene attivata da : - diminuzione dell’espressione di MHC-I su cellule infettate e tumorali - citochine proinfiammatorie - presenza di anticorpi sulla cellula bersaglio (CD16 interagisce con l’anticorpo). Azione citotossica mediata da anticorpi (ADCC) Tutti questi meccanismi difensivi aspecifici concorrono a determinare la prima risposta dell’ospite all’invasione da parte di un microrganismo MECCANISMI IMMUNITARI Mims et al. “Microbiologia Clinica” Ed. EMSI (NK) MECCANISMI IMMUNITARI ACQUISITI (SPECIFICI) - Vengono attivati dagli antigeni microbici - La risposta specifica può essere, a seconda del tipo di infezione e del tipo di reazione dell’ospite, indifferente, benefica, dannosa -La risposta immunologica si può distinguere in: risposta cellulare o cellulo-mediata: mediata prevalentemente dall’attività di linfociti T risposta umorale: legata alla produzione di anticorpi specifici mediata dai linfociti B MECCANISMI IMMUNITARI ACQUISITI (SPECIFICI) -Presentazione dell’antigene APC T CD4+Th1 T naive proliferazione differenziamento T CD8+ T CD4+Th2 MHC-I Antigene MHC-II -Risposta umorale B -Risposta cellulo mediata -Azione citotossica CELLULE PRESENTANTI L’ANTIGENE (Antigen presenting cell, APC) -I microrganismi fagocitati dai MACROFAGI danno origine per degradazione a peptidi che vengono veicolati sulla superficie della membrana dal complesso maggiore di istocompatibilità (MHC): MHC-I presente su tutte le cellule del nostro corpo MHC-II presente solo sulle cellule del sistema immunitario. -Macrofagi, cellule dendritiche -CELLULE DENDRITICHE: si trovano in diversi distretti dell’organismo (es. c. di Langherans epidermide e mucose; c. dendritiche circolanti nel sangue; ...) -Riconosco il patogeno (anello di congiunzione tra i due sistemi difensivi innata e acquisita) - Captano antigene e lo espongono sulla superficie complessato con MHC-I stimolazione dei T naive www.nature.com/.../n2/fig_tab/ni0206-127_F1.html http://dermatology.cdlib.org/ RISPOSTA IMMUNE CELLULO-MEDIATA - Attivata precocemente rispetto a quella umorale - Azione diretta delle cellule: - effetto citotossico, morte della cellula infettata - per apoptosi reazione di citotossicità ad opera dei linfociti T citotossici CD8+ o da macrofagi - attivazione della risposta cellulo-mediata e macrofagica linfociti T helper CD4+ (Th1) - attivazione della risposta immunitaria umorale linfociti T helper CD4+ (Th2) Linfociti T citotossici (CD8+) Dopo essere stati sensibilizzati dalle cellule APC riconoscono le cellule infettate e le uccidono (effetto citotossico, morte della cellula infettata per apoptosi). Durante la replicazione le proteine virali vengono veicolate sulla superficie della cellula infettata da molecole MHC-I (risposta MHC-I mediata). Questo complesso viene riconosciuto dai linfociti T citotossici che producono fattori tossici che uccidono la cellula infettata. APC MHC-I Antigene MHC-II CD8+ APC Cellula infetta Linfociti T helper 1 (CD4+): Vengono attivati dal complesso MHC-II-ANTIGENE (risposta MHC-II mediata) I linfociti T helper di tipo 1(Th1) “aiutano” la risposta immune interagendo con le cellule presentanti l’antigene (APC), attivano la risposta immunitaria secernendo citochine pro-infiammatorie (es. IFN-g) capaci di attivare i macrofagi facendone aumentare la capacità di uccidere i patogeni fagocitati. Mims et al. “Microbiologia Clinica” Ed. EMSI Linfociti T helper 2 (CD4+): I linfociti T helper di tipo 2 (Th2) attivano la risposta umorale mediata dai linfociti B che producono gli anticorpi. Linfociti B: Vengono attivati dal complesso MHC-II-ANTIGENE presentato dalle cellule CD4 Th2. Mediano la risposta umorale producendo anticorpi specifici contro l’antigene che li ha stimolati. APC CD4+ Th2 B Cellula infetta MHC-I Antigene MHC-II Th1 Th2 LINFOCITI T REGOLATORI (Treg) Linfociti T (CD4 + CD25 +), definiti cellule T regolatorie (Treg), sono in grado di regolare la risposta immunitaria. Le Treg agiscono direttamente sulle cellule T effettrici o su cellule presentanti l'antigene (APC). Il loro effetto risulta vantaggioso per l'ospite, controllando effetti negativi di una risposta immunitaria esagerata, previene l’autoimmunità e favorisce la tolleranza che permette il trapianto di organi, tessuti e cellule. RISPOSTA UMORALE Gli antigeni microbici associati al MHC-II sono riconosciuti da specifiche molecole di superficie dei linfociti B, i quali si attivano, si differenziano e si espandano in plasmacellule, producendo gli anticorpi specifici (immnunoglobuline). RISPOSTA UMORALE - MEMORIA Maggior parte delle cellule B stimolate dalle APC si differenziano in plasmacellule secernenti anticorpi una piccola percentuale di cellule B stimolate da APC si differenziano in cellule della memoria ricircolanti a vita lunga capaci di dare una rapida risposta anticorpale ad un secondo incontro con lo stesso antigene RISPOSTA UMORALE - ANTICORPI Gli ANTICORPI (immunoglobuline) sono in grado di riconoscere in maniera specifica molecole estranee, definite ANTIGENI. Gli Antigeni sono sostanze che un organismo riconoscere come estranee o non self, e nei confronti dei quali sviluppa una risposta immunitaria. Il sistema immunitario distingue il self dal non self. RISPOSTA UMORALE Classi di immunoglobuline: IgM, IgG, IgA, IgE, IgD - IgM le prime immunoglobuline prodotte - IgD funzione nelle prime fasi della risposta, rimangono adese alla membrana plasmatica del linfocita immaturo e ne permettono la sua attivazione in risposta all’antigene - IgG vengono prodotte più lentamente ma poi sono quelle che mantengono la protezione nel tempo (importanti nelle vaccinazioni) - IgA secretorie, sono prodotte nelle mucose (nelle mucose ci sono cellule del sistema immunitario) - IgE prodotte nelle risposte allergiche RISPOSTA UMORALE 1. Ruolo principale degli anticorpi è quello di favorire la fagocitosi, creando un ponte tra batterio e cellule fagocitarie: maggior parte dei batteri sono poco suscettibili alla fagocitosi spontanea (es. Pneumococchi) ma sono fagocitati se opsonizzati con IgG specifiche per antigeni di superficie del batterio 2. Neutralizzazione degli antigeni che i microrganismi utilizzano per il legame ai recettori cellulari 3. Aggregazione delle particelle virale che non sono più in grado di penetrare nelle cellule 4. Neutralizzazione esotossine di diversi tipi di batteri formando complessi immuni RISPOSTA UMORALE 5. Possono veicolare i macrofagi, granulociti ed i linfociti killer verso le cellule infettate, determinandone la morte per fagocitosi (citotossicità mediata da anticorpi, ADCC) 6. Sistema immune delle secrezioni (IgA) Mucose dell’ospite sono in contatto diretto con l’esterno e rappresentano un sito primario di esposizione antigenica: la resistenza a molti microrganismi è correlata più strettamente alla concentrazione di anticorpi presenti nelle mucose che a quella di anticorpi sierici.