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Linfoadenopatia: cause, sintomi e cura
La linfoadenopatia designa l’ipertrofia di uno o più gangli linfatici, sia in presenza di infiammazione che sia
in caso di tumore.
1. Definizione
1. Linfoadenopatia ascellare
2. Linfoadenopatia mediastinica
2. Cause
3. Sintomi
4. Diagnosi
5. Cura
Definizione
Le ghiandole linfatiche (gangli) sono delle specie di noduli situati sul tragitto dei vasi linfatici. La loro
principale funzione è quella di ripulire la linfa e di innescare rapidamente delle reazioni di difesa in caso
d’infezione di tipo batterico o virale. Essi giocano un ruolo importantissimo nel sistema immunitario.
Linfoadenopatia ascellare
L’aumento del volume di uno o più gangli linfatici situate al livello delle ascelle è denominata
linfoadenopatia ascellare. Questa modifica non deve essere presa alla leggera poiché può essere
determinata da diverse cause, benigne e no. In queste situazioni è sempre meglio consultare il proprio
medico curante.
Linfoadenopatia mediastinica
Le linfadenopatie mediastiniche corrispondo all’aumento del volume delle linfonodi situati nel mediastino, la
zona intermedia posta nella gabbia toracica, situata tra i due polmoni in corrispondenza dei polmoni, vicino
il cuore, la trachea, i bronchi e l’esofago.
Cause
In caso di linfoadenopatia isolata o localizzata nello stesso posto, la causa deve essere spesso di origine
infiammatoria, solitamente non grave. Se cronica, essa può essere determinata da varie cause, da
ricercare. Riguardo la linfoadenopatia mediastinica le cause possono essere varie e andare da una
semplice influenza, ad una mononucleosi infettiva o ad altre malattie infiammatorie: sarcoidosi, o malattie
più gravi come tubercolosi, cancro o malattia di Hodgkin.
Sintomi
I sintomi di linfoadenopatia mediastinica, anche se all’inizio non presenta sintomi ma in caso ingrossamento
importante dei linfonodi, si traducono con dei segni di compressione: tosse mancanza di respiro (dispnea)
o dolore al petto (toracico). La linfoadenopatia ascellare, al contrario, può risultare calda e dolorosa o
dura e indolore. Nel primo caso, essa risulta rassicurante, poiché può essere generata da
un’infiammazione o da un’infezione d’origine batterica, virale o parassitaria (malattia da graffio di gatto,
mononucleosi, ecc.). Nel secondo caso si può sospettare di malattie ben più gravi tra cui cancro al seno,
malattie del sangue (linfoma, leucemia, malattia di Hodgkin), sarcoidosi, tubercolosi, malattie autoimmuni.
Le dimensioni, la stabilità e la sua sensibilità sono altri fattori da prendere in causa.
Diagnosi
La diagnosi riposa in un esame clinico di valutazione della dimensione e della consistenza delle ghiandole.
In caso di causa evidente, come un’infezione localizzata al livello del braccio, non è necessario alcun
esame. Per quei casi in cui si riscontra maggiore difficoltà a definirne la causa, sono necessari degli esami
complementari, come analisi del sangue, bilancio radiologico, puntura dei gangli, mammografia per la
donna. La scoperta di linfoadenopatie mediastiniche è spesso inaspettata e avviene durante un esame
radiologico, come una radiografia al torace, alla quale possono susseguire altri esami, ad esempio un
bilancio medico per la diagnosi della sarcoidosi. Per una diagnosi più accurata possono essere effettuate
una TAC o una risonanza magnetica, o la biopsia dei linfonodi.
Cura
La cura della linfoadenopatia si basa sulla causa che genera l’infiammazione dei gangli linfatici: antibiotici,
per le infezioni batteriche, chirurgia, radioterapia e chemio, in caso di cancro e leucemia. Per quanto
riguarda il cancro al seno, un’ablazione dei gangli è spesso necessaria.
Foto: © Artemida-psy - Shutterstock.com
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