Va da sé che quanto affrontato sinora è parziale ed estremamente schematico (basti considerare che ho escluso del tutto la trattazione anatomica dei movimenti oculari). Abbiamo, comunque, dei limiti, di tempo e di competenze, limiti che rendono ancor più difficile la scelta di patologie visuopercettive. Assumendomi, come al solito, l’”arroganza” delle scelte, penso di dover affrontare con voi questi argomenti: 1. 2. 3. 4. 5. Le alterazioni campimetriche. I disturbi dell’esplorazione visiva. I disturbi della percezione spaziale. I disturbi del pensiero spaziale. I disturbi visuo-costruttivi. con una ‘citazione’ almeno per la cecità corticale. 67 1. Le alterazioni campimetriche. Definito il campo visivo come la porzione di spazio che un occhio immobile percepisce di fronte a sé, un difetto campimetrico è rappresentato da qualsiasi alterazione della forma normale del campo visivo. Normalmente, il C.V. si estende oltre i 90° temporalmente, 60° nasalmente e superiormente e circa 70° inferiormente, assumendo così una forma ovoidale. Caratteristica, nel C.V., la Macchia Cieca a, che individua il punto di origine del nervo ottico (papilla ottica), privo di fotorecettori. (In genere, nella vita normale, non si percepisce questo piccolo punto di non visione, grazie alla sovrapposizione binoculare del C.V. dei due occhii). 68 Escludiamo dalla nostra attuale trattazione le alterazioni campimetriche legate al glaucoma e portiamo la nostra attenzione sulle alterazioni cosiddette retrochiasmatiche. Propongo uno schema anatomico che potrà apparire complesso, ma che dimostra come le alterazioni del campo visivo abbiano una rilevanza assoluta nel correlare con ben precise topografie di lesione. E’ anche opportuno, a questo punto, famigliarizzare con un po’ di terminologia specifica, cui sarà inevitabile fare ricorso. 69 Emianopsia: cecità che interessa metà del campo visivo o. A seconda dei settori interessati, la si distigue in laterale omonima, binasale, bitemporale. Quadrantopsia a: cecità che interessa un quadrante del campo visivo. Si distingue in superiore o inferiore. Esempio di quel che si vede, in presenza di una emianopsia omonima sinistra: situazione compatibile con una lesione cerebrale a livello di tratto ottico. E’ il riscontro tipico degli infarti cerebrali o degli ictus emorragici. ATTENZIONE! In una situazione come quella sopra esemplificata (limitazione di tipo emianopsico sinistro), è molto probabile si associ un altro, non trascurabile sintomo, che è la non consapevolezza del disturbo visivo. 70 Esempio di quello che vede un paziente affetto da emianopsia bitemporalee: situazione tipica per lesione mediana del chiasma ottico (e quindi, stante la sua collocazione anatomica, fortemente evocatore per patologie della sella turcica, quali adenomi ipofisari ecc.). Esempio di quello che vede un paziente affetto da emianopsia altitudinale superiore destra: situazione riconducibile a lesione a livello della radiazione ottica o della corteccia visiva occipitale. 71 Quando una quadrantopsia interessa un solo lato, la lesione è presunta selettiva -a seconda delle caratteristiche- su un tratto delle vie ottiche. 72