LE NUOVE SFIDE DELLA RAPPRESENTATIVITÀ. I consumatori come stakeholders nella governance comunitaria 2.0 Prof. Mario Morcellini Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale Sapienza Università di Roma L'atto del consumo è un atto esistenziale molto complesso in cui l'uomo esprime e manifesta compiutamente se stesso, la propria personalità, il proprio stile di vita, il proprio modo di essere nel mondo, i significati e i valori che attribuisce a se stesso, alle cose e alle situazioni, i giudizi e le scelte che compie nei confronti della totalità dell'esistenza (Baudrillard, 1970) NODI TEMATICI: Rappresentatività, rappresentanza e rappresentazione • I cittadini da utenti a "consumatori" (nella terminologia di Zamagni, da consumatori clienti a consumatori cittadini). Già John Stuart Mill (1984) parlava, in radicale anticipo, di sovranità del consumatore • Passaggio dall’autodeterminazione all’autorealizzazione • La perdita di fiducia: il nodo della rappresentatività di fronte alla crisi delle istituzioni • La comunicazione come potenziale fonte di trasparenza e accountability • I consumatori come stakeholders nella governance comunitaria 2.0 • La comunicazione come legittimazione strategica di rappresentanza LA PERDITA DI FIDUCIA:IL NODO DELLA RAPPRESENTATIVITÀ DI FRONTE ALLA CRISI DELLE ISTITUZIONI COME LE SCIENZE SOCIALI LEGGONO LE AGGREGAZIONI La tutela dei consumatori è ancora caratterizzata da una serie di norme prive di organicità e da un sistema di attuazione frammentario. Le ragioni sono molteplici, ma due sembrano determinanti ai fini di una maggiore rappresentanza degli interessi e dei diritti dei consumatori e di una più forte rappresentatività delle associazioni delegate a questo compito: 1. Gli interventi istituzionali e legislativi, tanto a livello nazionale quanto europeo, si sono concentrati sulla dimensione ex post della tutela. Sia gli interventi a favore della class action che il codice del consumo introdotto nel 2005 vanno in questa direzione. Una maggiore attenzione alla dimensione ex ante avrebbe favorito più misure al dovere di trasparenza da parte delle imprese e al dovere di informazione e formazione da parte del soggetto pubblico. 2. Appiattimento della disciplina sulla dimensione giuridica(tutto nell alveo del diritto commerciale). La prospettiva economica è ancora debole (come garantire trasparenza attraverso la concorrenza, e viceversa) e manca quella sociologica (comportamenti di consumo e bisogni), a cui solo il marketing e le strategie commerciali hanno fatto riferimento. IL RUOLO DELL ASSOCIAZIONISMO La forza delle associazioni sta nel mettere insieme bisogni e culture. La rappresentatività è collegata alla forza dell’identità e significa capacità di interpretare i bisogni. Non si misura solo con i numeri; è presenza nel discorso pubblico, che non significa presenza assidua nei salotti televisivi, perché in questo caso si diventa contributo all’incattivimento dei rapporti sociali. Ulteriori elementi della rappresentatività sono dati da una capacità di progetto vicina alle persone e ai bisogni, dalla competenza, dall’attenzione all’efficacia, dalla certificazione delle attività. E’ in questa dimensione che si gioca il futuro delle associazioni. In tempi di crisi dell’educazione tradizionale e della socializzazione se le associazioni dei consumatori non rivendicano un ruolo strategico di difesa del cambiamento nel sostegno alle persone, lasceranno sempre più soli quelli che hanno diritto al sostegno LE ATTIVITÀ DI PARTECIPAZIONE SOCIALE Nel 2012, il 23,5% della popolazione è coinvolta in attività di partecipazione sociale (escluso il volontariato), un dato inferiore a quello registrato nel 2005 (25,7%). Si tratta soprattutto di partecipazione in associazioni di tipo ricreativo, sportivo, culturale e civico, meno di associazionismo politico, per il quale la partecipazione è più bassa in tutte le ripartizioni. FONTE: ISTAT, "Aspetti della vita quotidiana", 2012 IL LIVELLO DI FIDUCIA GENERALIZZATA E LE RELAZIONI INTERPERSONALI In Italia il livello di fiducia negli altri è decisamente basso: nel 2010 solo il 21, 7% delle persone di 14 anni e più ritiene che gran parte della gente sia degna di fiducia. nel 2012 solo il 20%, oltre 10 punti percentuali inferiore alla media Ocse (33%) FONTE: ISTAT, "Aspetti della vita quotidiana", 2012 LA FIDUCIA DEI CITTADINI NELLE ISTITUZIONI FONTE: ISTAT, "Aspetti della vita quotidiana", 2012 LA FIDUCIA NELLE CLASSI DIRIGENTI LLa a vvalutazione alutazione lassi ddirigenti dell’Italia sulle sculle lassi dcirigenti ell'Italia (voto > 6 ; %) (voto > 6%) Fonte: Community Responsabili di associazioni con finalità sociali e di volontariato Professori, ricercatori e personaggi del mondo della cultura Imprenditori e manager delle imprese Magistrati Esponenti dei mass media, giornalisti, opinionisti Dirigenti di associazioni di rappresentanza (industriali, artigiani,…) Membri della gerarchia ecclesiastica Politici della regione eletti a cariche nazionali ed europee Politici e rappresentanti eletti presso le istituzioni regionali Dirigenti sindacali Vertici di banche e istituzioni bancarie 66,1 59,3 50,4 48,7 41,8 39,0 35,3 20,7 20,1 17,4 16,0 Fonte: Community Media Research – Questlab per La Stampa, marzo 2013. Base dati: Fonte: 1.488 casiCommunity Media Research – Questlab per La Stampa, marzo 2013. Base dati: 1.488 casi LA FIDUCIA DEI CITTADINI VERSO LE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI (*) Rapporto Italia 2013, EURISPES (*)Le percentuali si riferiscono ai soggetti che attribuiscono abbastanza o massima fiducia alle Istituzioni. Consumatori che si sentono adeguatamente protetti dalle normative vigenti (valori percentuali) Fonte: FLASH EUROBAROMETER , Annual report 2012 Fiducia dei consumatori nell applicazione delle norme IT 2012 Risultati precedenti EU 2012 2011 2010 2009 2008 EU 27 Consumatori che si fidano delle autorità pubbliche per proteggere la loro diritti di consumatore 48% 52% 70% 55% 43% 59% Consumatori che credono che i venditori / fornitori rispettano i loro diritti di consumatori 49% 49% 58% 41% 37% 59% Consumatori che si sono imbattuti in annunci o offerte ingannevoli 37% 36% 24% 47% 29% 44% Consumatori che si sono imbattuti in pubblicità fraudolente effettuate da competitors 17% 13% 10% 20% 16% 32% Fonte: FLASH EUROBAROMETER , Annual report 2012 Empowerment della cittadinanza e risoluzione dei problemi IT 2012 EU 2012 EU 27 Consumatori che hanno avuto un motivo di lamentarsi per l'acquisto di beni o servizi nel corso dell ultimo anno 80% 85 % Consumatori che hanno preso misure dopo l acquisto di beni e servizi inadeguati 75% 83% Consumatori che sono stati soddisfatti dalla gestione dei reclami 64% 66 % Consumatori che trovano più semplice rivolgersi a Soggetti Terzi (Associazioni) per la risoluzione dei problemi - (ADR) 30% 44% Consumatori che trovano più semplice procedere attraverso le vie giuridiche tradizionali 24% 36% Fonte: FLASH EUROBAROMETER , Annual report 2012 LA COMUNICAZIONE COME FONTE DI TRASPARENZA E ACCOUNTABILITY. IL RUOLO DELL ASSOCIAZIONISMO CRISI E COMUNICAZIONE • • • • • • • E tempo di crisi: le più acute sono quelle del generalismo e del giornalismo Comunicazione della prossimità e dell ascolto Comunicazione condivisa Cittadino nuovo Utente prosumer Oltre l individualismo: risposte collettive a bisogni individuali I doveri fiduciari della comunicazione nei confronti della società CRISI E COMUNICAZIONE E parte di un discorso più generale che rinvia alla crisi sociale (la crisi è essenzialmente perdita di fiducia nei punti di riferimento e conseguente aumento di incertezza) 1a modernità: insurrezionismo del soggetto secolarizzazione socialità sfibrata crisi della mediazione 1b exploit dei media positivo à aumento delle competenze e diversificazione negativoà asimmetria tra formazione, comunicazione e cultura trend storico di affermazione del digitale SOCIETÀ LIQUIDA E COMUNICAZIONE SOLIDA Una rassegna critica delle interazioni 1. R i p o s i z i o n a m e n t o d i r u o l o e p o t e r e d e l l a comunicazione (politica, valori, cultura, formazione) 2. Il trionfalismo della comunicazione genera aspettative crescenti (rigonfiandosi ambiguamente di secolarizzazione),aumentando le rivendicazioni individuali,corporative e di immagine 3. Aumento del giudizio critico nei confronti delle istituzioni e della dimensione partecipativa (la società non ce la fa ) IL RUOLO STRATEGICO DELLA COMUNICAZIONE NELLA GESTIONE DEL CAMBIAMENTO • • • • • Generazione e condivisione di conoscenze Crescita collettiva Apprendimento organizzativo Generazione e sviluppo del capitale intellettuale Dinamiche comunicative come driver del cambiamento e dell innovazione • Il valore del capitale sociale nelle accelerazioni del cambiamento è l’unica strategia per l’allargamento della condivisione e del consenso I CITTADINI DA UTENTI A "CONSUMATORI" • • • • Ogni cittadino assume, nei confronti della pubblica amministrazione, il duplice ruolo di proprietario etico della cosa pubblica e di cliente ; egli ha dunque, allo stesso tempo, sia interesse all azione pubblica e ai risultati conseguiti, sia possibilità di condizionare i comportamenti attraverso le scelte elettorali e ai diversi modi di espressione della cosiddetta opinione pubblica (Aldo Pavan, 2004) Avvio di una nuova stagione dell’etica pubblica, cioè un insieme di strumenti (legislativi, ma non solo) intesi ad assicurare corretti comportamenti da parte dei funzionari nell’esercizio dell’amministrazione (Sebastiano Maffettone, 2001) La trasparenza non va intesa come assenza di intermediazione, ma come mediazione corretta Il caso dei referendum del giugno 2011 risulta retrospettivamente un occasione utile per interrogarsi su quale comunicazione abbia ancora la capacità di funzionare da abilitatore sociale e attivare forme di democratizzazione e quale, invece, sia in crisi. "Il referendum sull'acqua è stato vinto perché la gente non ha votato il problema, ha votato la metafora” (Morcellini, 2012). I CONSUMATORI COME STAKEHOLDERS NELLA GOVERNANCE COMUNITARIA 2.0 Il cittadino 2.0. Le sfide • Crescita di complessità dei problemi sociali • Riduzione degli investimenti • Aumento delle aspettative • Soggettivismo etico • Perdita di fiducia nei confronti dei governi • Crisi dei modelli di crescita economica Territori, saperi e comunicazione. Un ponte possibile per la governance • I sistemi sociali sono in grado di stabilizzarsi quanto più sono capaci di rispondere efficacemente alle sfide provenienti dall’esterno (Niklas Luhmann, 1996) • L’emergere di importanti conflitti (Ponte sullo Stretto, Tav, impianti nucleari) ribadisce la necessità di rafforzare le sedi di confronto e i meccanismi cooperativi utili per un modello di governo federale • I contrasti sociali legati alle grandi opere pubbliche non può essere spiegato ricorrendo alle sole logiche del nimbysmo > il fattore scatenante dei conflitti inter-istituzioni e sociali risiede nella carenza di una comunicazione adeguata • L’inclusione che generano la conoscenza e l’informazione sulle questioni pubbliche aumenta anche il livello di qualità e di legittimità delle decisioni prese (Fung 2006,Lupia e Matzusaka 2004) PERCHÉ COINVOLGERE I CITTADINI Ø La complessità dei problemi socio-economici e ambientali richiede risposte diversificate(tecniche, normative, economiche, sociali, culturali, gestionali) Ø Crisi della rappresentanza politica e delegata (democrazia rappresentativa). Sfiducia nelle istituzioni rispetto ai processi decisionali Ø Domanda di un maggiore protagonismo e impegno individuale e desiderio di intervenire in prima persona per rispondere a vecchi e nuovi bisogni personali e sociali. Crescita di nuove forme di organizzazione del volontariato sociale, del no-profit e di iniziative di cittadinanza attiva sul territorio Ø Evidenza di limiti intrinseci dei processi decisionali tradizionali, che creano sempre maggiori conflitti sul territorio, spesso dovuti al non coinvolgimento dei diversi attori e delle comunità locali nelle fasi preparatorie (sindrome DAD- Decido Annuncio-Difendo) Ø Numerosi casi di conflitti scatenati da cittadini organizzati in comitati, in opposizione a scelte considerate una minaccia alla sicurezza e alla qualità della vita (sindrome NIMBY- Non nel mio giardino) Ø Scarsa collaborazione e coordinamento tra istituzioni e settori diversi e rinvio delle responsabilità (sindrome NIMO- Non di pertinenza del mio ufficio-settore) Ø I costi sociali, economici, ambientali e istituzionali dei processi decisionali classici sono maggiori, complessivamente, rispetto a quelli dei processi decisionali inclusivi o partecipati LA PARTECIPAZIONE CIVICA E POLITICA. I CYBER-CITTADINI Aumenta,la partecipazione attraverso il web. La quota dei cyber citizens, coloro cioè che utilizzano le reti informatiche e le loro infrastrutture fisiche per immagazzinare, modificare e scambiare informazioni su temi sociali o politici, passa dal 12% al 17,4% FONTE: ISTAT, "Aspetti della vita quotidiana", 2012 LA PARTECIPAZIONE CIVICA E POLITICA Nel 2012 il 67% della popolazione di 14 anni e più partecipa alla vita civile e politica cioè parla o si informa di politica almeno una volta a settimana o partecipa a consultazioni on line almeno una volta negli ultimi tre mesi. Il dato è stabile rispetto al 2011 FONTE: ISTAT, "Aspetti della vita quotidiana", 2012 LA COMUNICAZIONE COME LEGITTIMAZIONE STRATEGICA DI RAPPRESENTANZA IL RUOLO STRATEGICO DELLA COMUNICAZIONE NELLA GESTIONE DEL CAMBIAMENTO • • • • • Generazione e condivisione di conoscenze Crescita collettiva Apprendimento organizzativo Generazione e sviluppo del capitale intellettuale Dinamiche comunicative come driver del cambiamento e dell innovazione LA COMUNICAZIONE COME LEGITTIMAZIONE STRATEGICA DI RAPPRESENTANZA • La presenza nel discorso è pubblico, senza diventare pura comunicazione • La capacità di affrontare i problemi e di risolverli • La progettualità culturale ed etica • La competenza e l’efficacia nel promuovere e dare priorità alle istanze sociale • L’autocertificazione dei risultati • La forza culturale. Le associazioni rappresentano un pezzo di società che la politica non sa considerare • La capacità di “essere consapevoli della forza che si rappresenta”