Classe Seconda - Sez. E I. C. Leonardo da Vinci a.s. 2014/15 Prof.sse Rigano-Labriola Oggi si è perso il senso del pane: questo alimento un tempo fonte di vita viene quotidianamente trascurato e sostituito con prodotti alternativi, frutto di mode alimentari. Eppure il pane, con la sua presenza ci dovrebbe ricordare che noi compiamo un’azione che va oltre il mangiare: ci nutriamo. Sin dalla creazione Dio fa conoscere all'uomo ciò di cui può nutrirsi: “Dio li benedisse e disse loro: -Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra. Ecco, io vi dò ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra, e ogni albero che produce seme: saranno il vostro cibo”. (Gen. 1, 28-29 ) Il necessario per la sua alimentazione l'uomo deve assicurarselo a prezzo di una dura fatica: “Con il sudore del tuo volto mangerai il pane, finché non ritornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e polvere ritornerai!” (Gen.3,19) Il pane è l'elemento base non solo per la sopravvivenza, ma per vivere da uomini, poiché l'indigenza può compromettere tutta la vita umana. “Io ti domando due cose, non negarmele prima che io muoia: tieni lontano da me falsità e menzogna, ma fammi avere il mio pane, perché una volta sazio, io non ti rinneghi.” (Pr 30,7) L'alimento essenziale, sin dall'antichità, è dato dall'impasto di acqua e farina, a volte lievitato e cotto al forno, diventa ben presto elemento di forza e sussistenza tra i popoli. Certamente le origini del pane si perdono nel lontano periodo neolitico, all’epoca dei primi e rudimentali tentativi di coltivazioni dei cereali. Nella Bibbia il pane ricorre spesso: “Giacobbe fece questo voto: -Se Dio sarà con me e mi proteggerà in questo viaggio che sto facendo e mi darà pane da mangiare e vesti per coprirmi, se ritornerò sano e salvo alla casa di mio padre, il Signore sarà il mio Dio-” (Gen28, 20) Venite mangiate il mio pane, bevete il mio vino che io ho preparato” (Prv9,5) Quando tre uomini si presentarono alla tenda di Abramo, questi li pregò di entrare, ordinando: “ Si vada a prendere un po' d'acqua,[..]Andrò a prendere un boccone di pane e ristoratevi.” (Gen18, 5) Esaù vendette a Giacobbe la primogenitura per un po’ di lenticchie e pane. ”Giacobbe diede ad Esaù il pane e la minestra di lenticchie” (Gen25,34) ed ancora “Iesse prese un asino, del pane, un otre di vino e un capretto e, per mezzo di Davide, suo figlio, li inviò a Saul”. Quando l'elemento principale dell' alimentazione di un paese (per lo più grano o riso) viene a mancare, si ha la carestia, presente anche nel contesto biblico “Venne una carestia nella terra, dopo quella che c'era stata ai tempi di Abramo” (Gen26,1) “Finirono i sette anni di abbondanza nella terra d'Egitto e cominciarono, i sette anni di carestia. Ci fu carestia in ogni paese, ma in tutta la terra d'Egitto c'era il pane “ (Gen 41,53-54) Ciò fu possibile grazie a Giuseppe che consigliò al faraone di incaricare un uomo “prudente e saggio” nel serbare “un quinto dei prodotti della terra d'Egitto durante i sette anni di abbondanza” (Gen41,34) per un’equa distribuzione nel tempo del bisogno . Giunti gli anni di carestia molti popoli confinanti, spinti dalla fame, andarono in Egitto in cerca di cibo. Anche Giacobbe mandò i suoi figli a comprare cibo in Egitto «Ecco, ho sentito dire che vi è grano in Egitto, andate laggiù a comprarne per noi, perché viviamo e non moriamo” (Gen42,2) La penuria di grano e di pane fanno da sfondo alle prime vicende del romanzo “I Promessi Sposi”: Renzo si meraviglia di fronte ad un sacrilegio: pane e farina gettati per terra. Per mancanza di pane scoppia la sommossa popolare. Nel deserto durante il digiuno Gesù disse: “Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (MT 4,4) confermando l’importanza di questo alimento. L'uomo ha bisogno della parola di Dio come del pane. Oltre l'appagamento dei bisogni materiali, l'uomo necessita di altri valori per essere veramente un uomo: dignità, libertà, amore. La carestia della parola è la meno evidente, ma desideriamo condividere il pane della parola; affinché, come il pane, possano placare quella fame dello spirito, che è fame di solidarietà del nostro tempo. PADRE NOSTRO…. (MT6,11) “Dacci oggi il nostro pane quotidiano” ..il sostentamento indispensabile per la vita di tutti i giorni, non il superfluo. Oggi giorno molte persone muoiono di fame ed il pane non è spartito; il più delle volte viene accaparrato dagli ingordi senza essere distribuito ai poveri. Pane e Sudore Significato morale del pane come mancanza di conforto: (Dante – Divina Commedia – Paradiso C.XVII) «Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e 'l salir per l'altrui scale». Il Pane come lusso di chi non può permettersi neppure di volersi bene, per lo stato di povertà in cui versa. (Verga: Pane nero) «Carmenio, se voleva mangiar del pane, bisognava che andasse a buscarselo fuori di casa, e trovarsi un padrone. Gli mancava il pane per tutti e due, e dovevano tirarlo fuori dalla terra di Licciardo, col sudore della loro fronte» MOLTIPLICAZIONE DEI PANI (MC 6,42) La moltiplicazione dei pani ci conferma che questi pani sono il simbolo della parola data in abbondanza per saziare la fame di Dio . “Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci”.(MC 6,42) LIEVITO CATTIVO - BUONO (MC8,15) Erode “Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!” E quelli dicevano fra loro: “Non abbiamo pane”. Ma Gesù, accortosi di questo, disse loro: “Perché discutete che non avete pane? Non intendete e non capite ancora? Avete il cuore indurito? [MC 8,15] Con lievito cattivo il pane non si gonfierà perché non è alimentato dalla forza del bene, tende a diffondersi e a contagiare tutta la massa; mentre il lievito buono si moltiplicherà perché quel lievito è prodotto dalla Parola di Gesù . [MC 8,15] FACCI ESSERE LIEVITO (MT13,33) Un'altra parabola disse loro: “Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti”. (MT 13,33) Il bene deve stare dentro al terreno e alla pasta della vita. Se il lievito stesse soltanto a due millimetri dalla massa, ma non dentro, non la fermenterebbe. BEATITUDINI (MT 5, 1-12) Lo statuto, le regole da rispettare per essere PANE sono in Matteo 5,1-12 . “Beati i poveri in spirito.....”, coloro che decidono di non farsi dominare dalla ricchezza ma condividono ogni cosa con tutti. Ripartire, come il pane della condivisione. “Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il semine a chi semina e il pane a chi mangia”(Is55,10) Il pane e i nostri modi di DIRE - Guadagnarsi il pane significa lavorare, e dopo aver lavorato, speriamo che nessuno ci tolga il pane di bocca. - Se vogliamo essere schietti, diciamo pane al pane. - Se vogliamo vendicarci di qualcuno, gli rendiamo pan per focaccia. - In una situazione monotona, se non è zuppa è pan bagnato. - Se qualcosa non è alla nostra portata, non è pane per i nostri denti. - Chi ha un carattere mite è buono come il pane. - Se abbiamo molte conoscenze e siamo molto attivi, abbiamo le mani in pasta dappertutto. Molto di più che un impasto di farina, acqua e lievito! • Storicamente, il pane è nato nel terzo millennio a. C. in Egitto, in prossimità del Mediterraneo. • Cotto dagli assiri in otri di terracotta, dai greci sotto la cenere, dagli ebrei su pietre arroventate, il pane è il nutrimento di corpo e spirito, assumendo valenze religiose e caricandosi di valori simbolici. • Da Plinio il Vecchio sappiamo che il pane fu conosciuto relativamente tardi dai Romani, abituati a consumare focacce non lievitate .Il cereale più apprezzato era il farro, mentre segala e avena non erano molto stimate e l’orzo, addirittura, era ritenuto degno solo di schiavi e soldati. • Con l’apparizione del pane si afferma la civiltà, la distinzione tra i barbari che mangiavano poltiglie di cereali selvatici e i popoli civili che conoscevano la coltivazione del grano e la cottura e vivevano la dimensione della tavola con il pane preparato. Il Progetto è inserito in un più ampio percorso interdisciplinare ( Arte, Lettere, Scienze, IRC, Musica) sull’alimentazione, strutturato in varie sezioni: - Il consumo equo e solidale - L’alimentazione sana e biologica - L’analisi delle etichette alimentari, le sigle (DOC, IGT, ecc.) e delle pubblicità alimentari - Lo scambio ineguale fra Nord e Sud del mondo - Il patrimonio alimentare italiano - Il rispetto per l’ambiente ha compreso anche una riflessione e approfondimento in particolare sul Pane e la Bibbia. Gli alunni hanno lavorato per gruppi eterogenei, utilizzando libri, materiale multimediale e simulazioni di spesa, socializzando poi le informazioni acquisite. Gli obiettivi fissati sono stati: 1. 2. 3. 4. 5. Imparare a distinguere tra nutrizione e alimentazione Formare i gruppi degli alimenti in base alla loro qualità nutrizionale (piramide alimentare e pasti equilibrati) Saper mettere in relazione il mangiar sano con una spesa intelligente Prendere confidenza con alcune tecniche di registrazione e di classificazione dei dati Imparare a problematizzare i propri apprendimenti, formulando ipotesi e verificandole.