PROTESI DI ANCA L’operazione di protesi all’anca consiste nella sostituzione, parziale o completa (questo secondo caso è più frequente) dell’articolazione danneggiata con una artificiale.. Sono, inoltre, necessari esami e prescrizioni da svolgere in preparazione (come la visita con l’anestesista, gli esami del sangue, e la sospensione dell’assunzione di eventuali farmaci anticoagulanti). L’operazione, che viene svolta generalmente in anestesia spinale o, a volte, anestesia generale, dura circa 2 ore. La protesi è costituita da più parti in materiale differenti (metallo, plastica e ceramica) e può essere fissata con o senza cemento: la scelta del tipo di protesi e del metodo di fissazione viene fatta dal chirurgo a seconda del paziente. Dopo l’intervento è importante seguire le indicazioni mediche e soprattutto una terapia antibiotica per prevenire eventuali infezioni e una terapia per la prevenzione delle trombosi, due delle La possibili complicanze dell’operazione. riabilitazione Dopo un’operazione di protesi all’anca è necessario un periodo di riabilitazione, che può durare anche 1-2 mesi. Alla dimissione dall’ospedale, dopo l’intervento, vengono fornite indicazioni su alcuni esercizi da svolgere autonomamente a casa e soprattutto su quali movimenti bisogna evitare (per esempio per circa 2 mesi bisogna evitare di accavallare le gambe), ma non basta. E’ fondamentale un percorso di riabilitazione personalizzato, sotto la guida di un fisioterapista, per recuperare la forza nei muscoli, la capacità di muovere l’articolazione e anche per imparare a muoversi in maniera corretta per non compromettere la protesi e andare incontro a incidenti o a nuovi interventi. La protesi, infatti, pur consentendo una buona mobilità non è un’articolazione naturale e non permette certi movimenti. A casa il paziente dovrà ripetere più volte al giorno gli esercizi di rinforzo muscolare appresi durante il periodo di degenza. Quando è possibile (ovvero quando consigliata dal sanitario), risulta assai utile l'impiego della cyclette: si consiglia inizialmente di alzare la sella in modo da compiere agevolmente l'intero giro del pedale nonostante la limitazione funzionale dell'anca operata. Nei giorni successivi, al fine di migliorare la flessione dell'anca, si abbasserà progressivamente la sella. Quando abbandonare i bastoni canadesi? Personalmente preferisco arrivare al punto di toglierli entrambi. Il cammino con un solo bastone implica disequilibri ed asimmetrie. In caso di ARTROPROTESI NON CEMENTATA, il paziente inizia il carico e la deambulazione appoggiando solo parzialmente il peso corporeo sull'arto operato (utile utilizzare le bilance per verificare il peso concesso e far “sentire” al Paziente il peso corretto. Questa fase di carico parziale si prolunga in genera sino alla 45a giornata; dopo tale periodo viene concesso il carico completo. Nei primi due mesi dopo l'intervento risulta molto rischioso assumere delle posizioni che potrebbero provocare la lussazione della protesi. Alla dimissione vengono al riguardo forniti consigli e spiegazioni sui movimenti e le posture da evitare: Non si deve accavallare l'arto operato sull'altro. Non si deve intraruotare l'arto operato (far girare a ginocchio esteso il piede verso l’interno) Non si deve flettere troppo l'arto operato: in particolare vanno evitati sedili bassi (anche WC e bidet). Non si deve (o bisogna farlo con attenzione) chinarsi in avanti con il ginocchio esteso, chinarsi in avanti da seduti. Attenzione a situazioni potenzialmente pericolose per episodi di caduta (vasche da bagno, docce). Altre semplici precauzioni agevoleranno il recupero in tutta sicurezza: Durante i primi mesi (90gg) dopo l’intervento è consigliabile non dormire sul fianco operato. Può essere utile tenere un cuscino tra le gambe durante il sonno o quando si cambia posizione. Molto importante è eseguire correttamente l’azione di alzarsi o sedersi da una sedia o dal water, sul quale è opportuno posizionare un rialzo. E’ da preferire la doccia al bagno Vanno possibilmente evitate tutte quelle attività che comportano la flessione del busto in avanti (lavare piatti, stirare, radersi) oppure effettuate con un piano di lavoro adeguato, che consenta l’allineamento delle spalle alle anche. Altro accorgimento importante è rimuovere tutti quegli oggetti in cui si possa inciampare (tappeti, tavolini). Per quanto riguarda le scale seguire una semplicissima regola: sale la sana (si sale portando avanti l’arto non operato), scende la malata (avanzare le stampelle sul gradino inferiore, portare avanti l’arto operato e successivamente il sano). Nel dubbio chiedete al vostro fisioterapista di fiducia Dott. Ft. Gianluca Rossi (revisione luglio 2014)