MUSICA: AL CHIARO DI LUNA DI BEETHOVEN Ludwing van Beethoven nasce nel mese di Dicembre del 1770, in una famiglia di musicisti. Ludwing è un ragazzino timido, solitario e introverso, che trova nella musica il mezzo per dar voce alla sua eccezionale fantasia. Beethoven si dedica soprattutto al pianoforte nel corso della sua vita, lui a differenza di Mozart non ha bisogno di vendere per vivere, compone quello che desidera e quello che veramente gli piace. Come Mozart appartiene al movimento del Classicismo, il Classicismo Musicale si colloca fra il 1760 e il 1830, si sviluppa a Vienna ovvero il paese dove operano tre grandi musicisti tra cui i due già citati precedentemente e Haydn. Le composizioni di questo movimento sono caratterizzate da un grande ordine ed equilibrio, che Beethoven rompe non stando alle regole e cambiando gli schemi, un esempio può essere la composizione di cui vi sto per parlare ovvero la prima che non segue le rigide regole: “Al chiaro di luna”. Gli schemi del Classicismo non sono più sufficienti per contenere le passioni e gli ideali che Beethoven vuole esprimere: le dimensioni delle composizioni si dilatano, l’organico orchestrale si amplia e si aggiungono nuovi strumenti. La vita di Beethoven sembra andare perfettamente ma ecco che si affacciano nubi nere all’orizzonte, infatti Beethoven viene colpito da una malattia incurabile all’orecchio che lo porterà successivamente alla perdita dell’udito, questa malattia lo metterà a dura prova ma non lo fermerà. Al Chiaro di Luna è una monosinfonia, questa sonata per pianoforte è una delle più famose scritte da Beethoven. Il titolo del brano ci aiuta a capire l’atmosfera che la musica vuole creare: le sue sonorità evocano le sensazioni suscitate dall’immagine della luna che si riflette nell’acqua. Il silenzio e la calma della notte sono ricordati dai dolci arpeggi che introducono e accompagnano la melodia principale: un canto lento, un po’ esitante, come un pianto trattenuto. L’opera è anche chiamata “Sonata per pianoforte n.14 Quasi una fantasia” perché il titolo “Al chiaro di luna” non fu un invenzione di Beethoven che difficilmente titolava le sue opere, infatti esso è stato messo da Ludwing Rellstab perché nel primo movimento è presenta questa accurata descrizione del panorama idilliaco schiarito dalla luna. Nei suoi ultimi anni di vita Beethoven vive in solitudine, ormai completamente sordo. Muore il 26 Marzo 1827 ed il suo funerale è grandioso e dimostra l’eccezionale considerazione di cui il musicista godeva. Quel giorno vengono chiuse le scuole a Vienna, tutta la città è a lutto. La figura di Beethoven rimane un mito almeno per tutto l’Ottocento, ma ancora oggi Beethoven è considerato un mito della storia della musica.